Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di
Professore
Associato Presso
Settore ICAR 14
COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA ED URBANA
Pubblicato sulla
Gazzetta n. 54 DELL’11/07/2008
Prof. Carmela Andriani Presidente
Prof. Giancarlo Carnevale Segretario
Prof. Massimo Carmassi Commissario
Prof. Giorgio Grassi Commissario
Prof. Raffaele Panella Commissario
si è
riunita nei locali del Dipartimento IDEA, presso
-
MORELLI
Maria Dolores
- BALDUCCI Valter
- BILO’ Federico
- CALABRESE Vincenzo
- CIARCIA Saverio Mauro Valerio
- FERRINI Susanna
- FIDONE Emanuele
La durata della prova è fissata in
45 minuti.
Alle ore 10.30
Alla fine
della lezione
Giudizio individuale del commissario Prof. Carmela Andriani
La candidata mostra un’ampia conoscenza in materia di architettura della residenza con particolare riferimento agli interventi degli anni sessanta, suo campo specifico di indagine. Riguardo al tema trattato ‘Architetture residenziali e paesaggio delle periferie recenti’ concentra la sua lezione in una casistica formale piuttosto ampia incentrata sulla descrizione dal punto di vista tipologico di numerosi esempi, fino ai casi di autocostruzione odierni. Lezione ordinata , didatticamente chiara per studenti dei primi anni non ancora pronti per problematiche urbane complesse come si attiene alle periferie di carattere metropolitano. La candidata struttura la sua lezione attorno ad un indice che regolamenta in maniera talvolta didascalica, l’intera trattazione.
Giudizio individuale del commissario Prof. Giancarlo Carnevale
La comunicazione viene svolta sul tema prescelto riguardante i paesaggi urbani e le periferie. Ben documentata appare la individuazione di molteplici esempi, spesso riferibili all’area metropolitana napoletana. Attente osservazioni sulle trasformazioni che intervengono, nei quartieri residenziali popolari, per effetto dell’autocostruzione. Nel complesso una prova condotta con puntuale individuazione dei temi e argomentata con precisione di linguaggio.
Giudizio individuale del commissario Prof. Massimo Carmassi
La candidata propone una classificazione elementare e schematica di alcuni quartieri residenziali del dopo guerra, senza affrontare i problemi progettuali di riqualificazione urbana, nè le caratteristiche della città contemporanea.
Giudizio individuale del commissario Prof. Giorgio Grassi
Poiché tale argomento coincide
con gli interessi già espressi dalla candidata, oltre che dal percorso di studi
e ricerca da lei condotto fin qui,
Giudizio individuale del commissario Prof. Raffaele Panella
Affronta il tema dell’architettura residenziale nel rapporto con il paesaggio delle periferie moderne in modo parziale, tenendo a margine della dissertazione la fenomenologia emergente della città che esplode sul territorio che tanta influenza ha sul modo come si organizza la residenza in Italia e nel mondo.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione, in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al/la candidato/a Maria Dolores Morelli:
Il tema individuato appare
strettamente collegato alla ricerca svolta dalla Morelli. Infatti riguarda
Alle ore 11.35 si introduce il candidato BALDUCCI Valter e si effettua la prova didattica sull’argomento“Analogia e metafora nel progetto d’architettura”.
Alla fine
della lezione
Giudizio del Commissario Prof. Carmela Andriani
Il tema scelto ‘Analogia e metafora’nel progetto d’architettura’ si rivela particolarmente adatto al profilo scientifico del candidato e ne incoraggia l’approfondimento teorico e l’ampiezza erudita, anche se talvolta divagante, della trattazione. Analogia come ‘somiglianza’ e metafora come ‘trasferimento di senso’ sono gli assunti da cui la lezione parte in un approfondimento teorico ricco di richiami interdisciplinari più incline alla dissertazione scientifica rivolta a studiosi che non ad una lezione accademica rivolta a studenti. Lezione condotta con sicurezza e maturità.
Giudizio del Commissario Prof. Giancarlo Carnevale
Il tema prescelto – sul concetto di Analogia e Metafora in architettura – offre al candidato la possibilità di mostrare una vasta cultura storica con sconfinamenti in ambiti legati ad altre discipline, quali la filosofia o la letteratura. Convincente l’argomentazione, ricca di citazioni ed esemplificazioni, forse insistite; sottolineato il richiamo ad ambiti disciplinari più vicini alla formazione di Balducci (la città analoga), ben collocato nel discorso generale. Una esposizione condotta con sicurezza ed appropriatezza.
Giudizio del Commissario Prof. Massimo Carmassi
Il candidato illustra il tema attraverso numerosi e colti riferimenti letterari. In particolare descrive i due temi della città collage e della città arcipelago sottolineando le valenze simboliche di ciascuna. Egli si sofferma in particolare sulla città analoga di Aldo Rossi e sui significati simbolici delle varie parti del cimitero di Modena come metafora del paesaggio dalla città dei vivi alla città dei morti. La trattazione sembra slegata da qualunque considerazione.
Giudizio del Commissario Prof. Giorgio Grassi
Il candidato espone con convinzione e compiacimento il proprio percorso di studioso, come architetto e come insegnante. Come architetto avendo frequentato diversi qualificati studi professionali e come insegnante e/o studioso avendo frequentato sedi universitarie diverse: Parigi, Genova, Firenze e Venezia. La trattazione della linea di pensiero (del resto esposta con grande sicurezza) cui il candidato sostiene di appartenere - linea in cui risalta la relazione stretta, ancorché critica e complessa, fra progetto e esperienza storica - non è agevolmente riconoscibile, quantomeno con altrettanta convinzione, nei progetti redatti specie in occasione di concorsi (anche se il candidato parla candidamente di verità a proposito delle sue forme) e presentati qui alla discussione.
Giudizio del Commissario Prof. Raffaele Panella
Nella prova didattica viene sviluppato con ampiezza il rapporto tra analogia e metafora nel progetto di architettura. Vengono esaminati i concetti di base e ricostruito lo sviluppo storico delle due procedure con ampiezza di citazioni e di riferimenti (da Viollet le Duc a Poete, Geddes, Le Corbusier, Rossi, Ungers, e così via) che abbracciano le tendenze più rilevanti emerse nella vicenda architettonica europea.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione, in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al/la candidato/a BALDUCCI Valter:
La prova didattica conferma la solida cultura di Balducci, mostrando una formazione costruita con rigore e in un ambito culturale nettamente individuato. L’esposizione risulta argomentata con esempi coerenti, ma il tema – Analogia e Metafora del progetto di architettura – lo porta a svariare in ambiti disciplinari diversi quali la semiologia o la filosofia; la lezione appare strutturata comunque con equilibrio, i riferimenti all’architettura mettono in mostra una cultura ampia ed aggiornata. Nel complesso una prova di buon livello che ha evidenziato le matrici culturali del candidato.
Alle ore 12.40 si introduce il candidato BILO’ FEDERICO e si effettua la prova didattica sull’argomento “Figura e sfondo nel progetto d’Architettura”.
Alla fine
della lezione
Giudizio del Commissario Prof. Carmela Andriani
La lezione dal titolo scelto ‘Figura e sfondo nel progetto d’architettura’ , viene incentrata dal candidato sulla questione del progetto urbano e del suo rapporto con l’architettura ragionando sulla modificazione del senso pieno-vuoto nella città storica , moderna e contemporanea. Il titolo fornisce un taglio critico-interpretativo desunto dall’arte visiva ed utilizzato come metafora di opposte strategie progettuali. La dissertazione così impostata viene condotta dal candidato con sicurezza e grande efficacia didattica , delineando l’ampio spettro delle problematiche, supportandolo con numerosi ed appropriati riferimenti, documentando e legittimando le diverse strategie progettuali. Con un’ottima lezione, il candidato dimostra di avere una consuetudine consolidata nella pratica del ‘trasmettere architettura’.
Giudizio del Commissario Prof. Giancarlo Carnevale
Il tema individuato – Figura e
sfondo nel progetto di Architettura – è introdotto con piglio sicuro. Sviluppa
originali considerazioni sui temi della rappresentazione e inizia con un
riferimento, coerente ed appropriato, all’arte visiva, saltando la figuratività
(cui dedica alcune notazioni) e proponendo
Giudizio del Commissario Prof. Massimo Carmassi
Il candidato ha svolto una chiara e brillante lezione sul tema, densa di riferimenti teorici, soprattutto per quanto riguarda la percezione e la descrizione dei vari tipi di morfologia urbana. Data la notevole preparazione e l’originalità delle sue opere sarebbe auspicabile una maggiore capacità propositiva di carattere didattico e metodologico.
Giudizio del Commissario Prof. Giorgio Grassi
Figura e sfondo nel progetto d’architettura è il titolo scelto dal candidato per la sua lezione. Il fatto stesso che il candidato scelga come punto di partenza della sua trattazione esempi degli esordi della pittura astratta esprime bene come abbia inteso i termini figura e sfondo del tema. Infatti, di qui in avanti, la trattazione sarà condotta esclusivamente sul piano, letteralmente: gli esempi ricordati di teorici architetti e urbanisti saranno un excursus di vedute a volo d’uccello, lo sfondo essendo ridotto alla pianta del suo oggetto, l’architettura della città in pianta. Nella trattazione del candidato figura e sfondo a poco a poco, attraverso gli esempi ricordati (da Giovannoni a Secchi, da Gregotti a Gabetti), si scambiano di ruolo: avanza lo sfondo e le figure si allontanano, le architetture diventano lo sfondo, sempre più indistinte, indeterminate, proprio come profetato da Koolhaas: non potendo più controllare l’architettura come costruzione, controlliamo almeno lo sfondo, il vuoto, gli interstizi diventati voragini. Notevole la coerenza del candidato così come l’esibizione di un’accorta ma sicura intelligenza, ragionevoli dubbi sui futuri eventuali risultati, specialmente sul piano didattico.
Giudizio del Commissario Prof. Raffaele Panella
Compie un’analisi puntuale del tema prescelto, collocandone le origini concettuali nell’esperienza pittorica. Estende quindi con intelligenza la tematica alla città nella storia, trattandone l’evoluzione con grande precisione e disinvoltura. Mostra come i concetti hanno una loro utilità in sede di determinazione dei linguaggi e delle tematiche progettuali, oltre che sul piano critico-analitico.
Le citazioni precise e pertinenti conferiscono profondità e qualità all’ottima prova didattica sostenuta.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione, in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato BILO’ FEDERICO:
“Figura e sfondo nel progetto di architettura” è il titolo che il candidato ha scelto per impostare la propria lezione. Affronta il tema riferendosi alla scala urbana, soffermandosi sul rapporto tra densità e rarefazione nel dibattito sulla città. Ragiona sul passaggio dalla città compatta alla dilatazione degli spazi interstiziali, avvalendosi di esempi e di citazioni, ripercorre le diverse posizioni presenti nelle più recenti riflessioni sulle vicende urbane. Conclude con una considerazione relativa ad una attuale e diffusa tendenza: la dilatazione del vuoto rispetto alla figura con il conseguente spostamento del centro di interesse per molti progettisti. Una trattazione ricca di spunti, condotta con piglio vivace, controllo dei passaggi logici ben articolati, ricchezza di linguaggio e convincenti argomentazioni.
Alle ore 13.45 si introduce il Candidato CALABRESE VINCENZO e si effettua la
prova didattica sull’argomento “Lo
schizzo tra pensiero e forma nel processo progettuale”.
Alla fine
della lezione
Giudizio del Commissario Prof. Carmela Andriani
La lezione ‘Lo schizzo tra pensiero e forma nel processo progettuale’ viene svolta dal candidato con una discorsività narrativa e fluida, particolarmente adatta a studenti dei primi anni cui è rivolta. Il suo svolgimento è serrato e sintetico, senza rinunciare tuttavia a riferimenti appropriati alla natura ogni volta diversa di questo momento iniziale del progetto. Il candidato delinea con efficacia il doppio significato di sintesi e di invenzione poetica, confermando , anche come docente, la propria attitudine di designer creativo.
Giudizio del Commissario Prof. Giancarlo Carnevale
Il tema trattato – Lo schizzo tra pensiero e forma nel processo progettuale – è trattato con sicurezza, utilizzando esempi appropriati. Corrette le premesse metodologiche. Si muove, nella trattazione, con agilità e coerenza. Sceglie la via di una trattazione rapida, sintetica ed efficace. Nel complesso una lezione condotta con aderenza al tema e priva di digressioni superflue.
Giudizio del Commissario Prof. Massimo Carmassi
La lezione del candidato è risultata confusa, generica, più breve del consentito. Egli sostiene che lo schizzo, sia in forma grafica che descrittiva, rappresenti la traccia per il progetto finale.
Il progetto finale sarebbe la conseguenza logica dello schizzo.
Giudizio del Commissario Prof. Giorgio Grassi
Lo schizzo fra pensiero e forma nel processo progettuale è il titolo scelto dal candidato per la sua lezione. Lo schizzo utile che viene prima di tutto, come strumento del prevedere. Lo schizzo necessario in corso d’opera, lo schizzo come annotazione, come appunto per comunicare. Lo schizzo per imparare, per fissare nella memoria. Lo schizzo per capire, per penetrare più a fondo. Mai lo schizzo in quanto disegno in sé, né tantomeno in quanto bel disegno. Questi i temi trattati dal candidato con precisione di linguaggio e consapevolezza critica, specie nei confronti di quella scelta metodologica, rivelatasi poi di breve durata, che affermava una sorta di primato del disegno nel progetto d’architettura, scelta che ha prodotto solo disinganni e fatto anche un certo numero di danni.
Giudizio del Commissario Prof. Raffaele Panella
Nella prova didattica il candidato compie un’analisi molto attenta del ruolo e del contenuto dello schizzo nella costruzione del progetto di architettura, definendolo come una rappresentazione estremamente precisa dell’idea di una architettura, che il progetto – pur godendo di numerosi strumenti di rappresentazione – tenterà di realizzare non sempre nella sua unitarietà e interezza. Nel corso della trattazione dell’argomento il candidato usa riferimenti precisi e colti, mostrando alla fine che la sua creatività poggia su basi solide e mature.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione, in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al Candidato CALABRESE VINCENZO:
Il candidato affronta il tema: “Lo schizzo tra pensiero e forma nel processo progettuale”, premette di rivolgersi a studenti in fase di formazione iniziale. Imposta la comunicazione con chiare indicazioni metodologiche; nel corso della trattazione, ben condotta con grande facilità di argomentazione, si serve di molte digressioni, anche originali, che gli consentono esemplificazioni diversificate e appropriate.
Definisce le varie accezioni dello strumento grafico, da quello di anticipazione del pensiero progettuale a quello puramente descrittivo, rappresentazione di approfondimento costruttivo fino alla schematizzazione sintetica. Nel complesso la lezione è apparsa esauriente, condotta con ritmo serrato controllata nei passaggi ed appropriata nella forma.
Alle ore 14.50 la seduta viene sospesa per la pausa pranzo.
Alle ore 16.00 si introduce il Candidato CIARCIA SAVERIO MAURO VALERIO e si
effettua la prova didattica sull’argomento “Il
Dettaglio Architettonico”.
Alla fine della lezione
Giudizio del Commissario Prof. Carmela Andriani
La lezione scelta dal candidato ‘Il dettaglio architettonico’ risulta particolarmente congeniale al profilo del candidato ed al senso di un’architettura in cui le ragioni della forma sono intimamente legate al suo uso sapiente. Descrizione appassionata di alcuni dettagli celebri, la lezione è condotta con estrema chiarezza e capacità comunicativa coinvolgente. Pur mancando una verifica di ritorno alla scala complessiva dell’edificio, il candidato delimita con elevata competenza un campo di ‘sapere necessario’ alla formazione dell’architetto, soprattutto in merito al percorso dei primi anni.
Giudizio del Commissario Prof. Giancarlo Carnevale
Il tema scelto appare particolarmente appropriato agli interessi didattici e scientifici di Ciarcia: “Il dettaglio”. L’esposizione risulta sicura e ordinata, gli esempi molto ben scelti vengono esposti con una notevole forza comunicativa e appaiono sorprendenti le lunghe citazioni, coerenti ed esposte con una convincente fluidità dialettica. Emerge una insolita ed originale sensibilità verso il tema, trattato con capacità espressive e pedagogiche di ottimo livello. Una formazione accademica attuale e, al tempo stesso, non comune.
Giudizio del Commissario Prof. Massimo Carmassi
Il candidato ha tenuto una lezione molto brillante sul tema, come quella che ogni studente vorrebbe ascoltare. In particolare è stato capace di illustrare l’importanza del disegno nella progettazione di dettagli e di interpretare le potenzialità espressive dei vari materiali in rapporto alla loro combinazione.
Particolarmente suggestiva ed appropriata è risultata la citazione a memoria di uno scritto dell’Ammannati relativo a schizzi e modelli per la scala della Biblioteca Laurenziana di Michelangelo.
Attraverso numerosi riferimenti ad opere di grandi architetti, tra i quali Alvar Aalto e Mies Van Der Rohe, Carlo Scarpa e Ignazio Gardella, illustra una capacità didattica relativa al tema di singolare chiarezza. Può essere rilevata una certa carenza di relazioni tra il ruolo del dettaglio e l’insieme dell’architettura.
Giudizio del Commissario Prof. Giorgio Grassi
Il dettaglio architettonico è il titolo scelto dal candidato per la sua lezione. Esauriente, disinvolta, molto gradevole trattazione del tema del dettaglio costruttivo e decorativo e della stretta relazione che unisce questi due importanti momenti del processo di progetto in vista della costruzione. La stretta interdipendenza fra il progetto architettonico alle diverse scale e il dettaglio. Il ruolo dei materiali, della scelta, lavorazione e abbinamento di materiali diversi. E quindi anche le questioni più generali della sincerità costruttiva e espressiva, dell’adeguatezza, ecc.. Il Ciarcia dimostra una particolare, quanto rara, capacità di interessare e coinvolgere nella trattazione di un tema, quello del dettaglio, la cui conoscenza è tanto importante per l’architetto e per l’apprendista architetto, quanto molto spesso sottostimato, quasi sempre per presunzione e/o scarsa esperienza di questa fase del progetto. Il candidato appare un elemento particolarmente prezioso nella scuola di oggi, così avara e carente proprio sull’aspetto tecnico-pratico dell’insegnamento della composizione architettonica, inscindibile da quello teorico-progettuale.
Giudizio del Commissario Prof. Raffaele Panella
La prova didattica, centrata sul ruolo del dettaglio nel progetto di architettura, ha uno sviluppo estremamente analitico, nel quale il candidato mostra interamente il suo modo di intendere e fare architettura. Si sofferma sulle diverse logiche con cui il dettaglio è impiegato in architettura, da quelle tecnologiche, a quelle funzionali e di uso dei materiali, portando l’attenzione sulle diverse scuole di pensiero e su opere di grande rilevanza. In questa dissertazione mostra una straordinaria capacità di insegnante che ne fa una figura preziosa per le scuole di architettura italiane.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione, in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al Candidato CIARCIA SAVERIO MAURO VALERIO:
Sceglie un tema cui appare particolarmente legato: il progetto. Viene declinata una comunicazione, dedicata a studenti dei primi anni, che appare riccamente documentata, con esempi scelti con rara appropriatezza. La commissione appare molto colpita dal ritmo espositivo, dai toni usati nelle argomentazioni che denotano una grande sicurezza pedagogica ed una personale capacità di attribuire e comunicare competenze appassionate. La evidente passione verso aspetti importanti, e non sempre resi evidenti nella didattica corrente, trova nella lezione svolta da Ciarcia una convincente dimostrazione. Si afferma la figura di un docente dotato di cultura, esperienza e capacità espressive.
Alle ore 17.05 si introduce
Alla fine
della lezione
Giudizio del Commissario Prof. Carmela Andriani
Il tema scelto dalla candidata ‘Contesto antico e nuova architettura’ viene impostato a partire dalla nozione di palinsesto e di contesto come sovrapposizione di scritture. Il progetto come disvelamento in un sistema già fortemente interrelato, nelle opposte strategie della continuità e della discontinuità, viene illustrato con sicurezza e competenza con numerosi riferimenti e citazioni. D’altra parte il riferimento ad una ‘terza‘ strategia volta ad interpretare il passato passando dal ‘contrasto’ alla ‘analogia’, delinea un quadro esaustivo e corretto soprattutto dal punto di vista didattico. Infine l’ampliamento al ruolo della Tecnica in questo delicato rapporto è messo in luce con una competenza scientifica non comune e coerente con il profilo di progettista oltrechè di didatta.
Profilo maturo per il ruolo.
Giudizio del Commissario Prof. Giancarlo Carnevale
Il titolo della lezione – Contesto antico e nuova architettura – consente alla candidata di spaziare attraverso una ricca esemplificazione che permette di definire alcuni atteggiamenti progettuali costanti, attraverso il tempo. Interessanti gli spunti che legano gli esiti formali al pensiero tecnico. L’esposizione, corretta, appare sostenuta da una precisione di linguaggio e da una consapevolezza culturale che si lega alla propria esperienza professionale. Insiste in alcune argomentazioni, dando l’impressione di solida preparazione, molto aderente alla propria impostazione progettuale.
Giudizio del Commissario Prof. Massimo Carmassi
Il candidato ha tenuto una lezione interessante, tuttavia Alcuni esempi portati dal candidato per giustificare il suo atteggiamento teorico in rapporto anche alla sua pratica professionale non sono prive di contraddizioni, dove, ad esempio,critica l’eccesso di demolizioni nell’Auditorium di Parma di Renzo Piano, mentre trova più corretto l’intervento di Pierre Chareau nella Maison de Verre (che beninteso il sottoscritto considera un capolavoro), che tuttavia demolisce interamente due piani di un edificio in una corte di Parigi. In altri casi mostra di apprezzare alcune opere come il centro culturale a Nimes di Norman Foster per il suo carattere di sfondo neutro rispetto al Tempio romano, dimenticando nonostante come la sua costruzione abbia comportato la distruzione di consistenti preesistenze di un teatro Neoclassico. Mentre sottolinea la deriva formalistica di Zaha Hadid per il Maxxi di Roma ritiene ben motivata l’architettura di Steven Holl nel museo di Helsinki. Ha mostrato un notevole livello di informazione sullo specifico tema della lezione.
Giudizio del Commissario Prof. Giorgio Grassi
Contesto antico e nuova architettura è il titolo scelto dalla candidata per la sua lezione. Il tema viene trattato ampiamente, proponendo una corposa serie di esempi nel tempo. Le differenti culture e impostazioni. Da una parte: Contesto/Palinsesto, Confronto col Passato, ecc. Dall’altra: il Nuovo come Valore. Mettendo in primo piano, in coerenza del resto coi suoi progetti, la innovazione rappresentata dai più recenti e originali contributi dell’architettura contemporanea in linea con l’esperienza delle avanguardie storiche. La candidata ripercorre infine le teorie contemporanee dell’architettura relative in particolare al tema museale illustrandole con numerosi esempi.
Giudizio del Commissario Prof. Raffaele Panella
Affronta il tema con completezza di argomentazioni e citazioni colte che consentono di cogliere il rapporto tra progetto e stratificazione in una dimensione teorica che travalica anche l’architettura. Perfettamente cosciente della complessità del fenomeno urbano contemporaneo con cui si confronta il progetto, non esita a tracciare un’idea di progetto come disvelamento attribuendo al “nuovo” un valore che si aggiunge ai valori prodotti dalla storia. In questo appare coerente con la sua ricerca progettuale e – più in generale – con il suo profilo scientifico rilevato nei titoli e nel curriculum.
Conclusa l’enunciazione dei
giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione,
in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità,
del seguente giudizio collegiale relativo alla Candidata FERRINI SUSANNA:
Contesto antico e nuova architettura: è il titolo della lezione, opportunamente, scelta dalla Ferrini.
La candidata si muove a proprio agio all’interno di tematiche che le sono congeniali.
Ha l’occasione di soffermarsi su molte esemplificazioni, tutte commentate con precisione e ricchezza. Ricostruisce le diverse posizioni che, nel tempo, si sono registrate. Descrive poi la propria linea di ricerca progettuale, esposta con fermezza e convinzione.
Alle ore 18.05 si introduce il Candidato FIDONE EMANUELE e si effettua la prova
didattica sull’argomento “Aree
Archeologiche e Progetto di Architettura”.
Alla fine
della lezione
Giudizio del Commissario Prof. Carmela Andriani
Lezione rivolta a studenti degli ultimi anni , ‘Aree Archeologiche e Progetto di Architettura’ il titolo scelto. Il candidato struttura la sua dissertazione attorno alla condizione di conflitto ma anche di potenzialità insite nel rapporto archeologia/ progetto del nuovo, storicamente concepiti come momenti separati e inconciliabili. Ribadisce nelle citazioni i riferimenti privilegiati della sua ricerca scientifica (Schinkel, Simmel. Riegl). Delinea con coerenza, attraverso gli esempi citati, una figura di architetto ‘riparatore’, soprattutto in merito alle aree archeologiche prescelte, decidendo di non approfondire le strategie di progetto sia moderno che contemporaneo che hanno posto con maggiore evidenza la questione del conflitto e della sfida posti da un dialogo serrato del nuovo con l’antico. Lezione condotta con consapevolezza e maturità.
Giudizio del Commissario Prof. Giancarlo Carnevale
La lezione, indicata come rivolta a studenti del quarto/quinto anno, ha come tema Le aree archeologiche ed il progetto architettonico. Il candidato ha scelto un tema che appare ben controllato sia attraverso le conoscenze teorico-critiche, ampiamente sviluppate, sia per quanto riferibile alla diretta esperienza progettuale. Gli esempi proposti appaiono ben inseriti nella trattazione, che si svolge in modo pacato con un linguaggio riflessivo e denso di rimandi. La lezione è ben inquadrata metodologicamente, con una impostazione originale, mettendo in evidenza la maturità culturale e le capacità didattiche di Fidone.
Giudizio del Commissario Prof. Massimo Carmassi
Il candidato introduce la sua lezione con una riflessione storica sul rapporto tra cultura architettonica e rovine negli ultimi due secoli, appoggiandosi ad alcuni esempi concreti come Segesta e Selinunte, dei quali rileva il diverso rapporto con il paesaggio provocato dalle recinzioni realizzate recentemente, a protezione dei siti archeologici. Il candidato dimostra di conoscere profondamente questo aspetto avendo frequentato i luoghi prima che fossero recintati. Oltre ad approfondire il tema del limite il candidato sottolinea altri due aspetti importanti del rapporto con le aree archeologiche: la reinvenzione della rovina e la ricomposizione, sottolineando le profonde differenze di atteggiamento culturale tra gli interventi di restauro del Teatro romano di Sagunto e del Teatro romano di Cartagena e della sovrapposizione sulle rovine del Museo di Merida in Spagna. La lezione propone una lettura consapevole e culturalmente raffinata del problema, facendo riferimento ad alcuni modelli di valore esemplare come la sistemazione degli accessi all’Acropoli di Atene di Dimitri Pichionis, la protezione delle rovine di Coira di Peter Zumthor, di cui dimostra di saper spiegare l’equilibrio ottenuto tra le ragioni compositive e le ragioni della conservazione. In relazione dialettica con alcuni esempi positivi il candidato sottolinea la problematicità di altri interventi come la ricostruzione virtuale in ferro e policarbonato della villa di Casale a Piazza Armerina e la protezione delle mura in terra cruda di Gela, ambedue di Franco Minissi. Il candidato dimostra di essere in grado di spiegare in maniera sofisticata la teoria e la pratica del progetto in aree archeologiche aggiungendo anche una singolare esperienza concreta di interventi personali riconosciuti dalla cultura nazionale.
Giudizio del Commissario Prof. Giorgio Grassi
Aree archeologiche e progetto di architettura è il titolo scelto dal candidato per la sua lezione. Le aree archeologiche in quanto luogo di scoperte, di rinvenimenti inaspettati, deposito di innumerevoli reperti, ma anche come inesauribile deposito di forme definitive, come prontuario, come manuale d’architettura, dal Rinascimento a oggi (senza dimenticare la nobile pratica del riuso medioevale). Tutto ciò diventato nel tempo fino a oggi, non fonte di sterile ispirazione, ma reale, concreta materia su cui e con cui costruire. Il valore culturale delle rovine ma anche il loro uso, la loro capacità di adattarsi: i differenti modi d’interpretazione delle rovine nel tempo (v. il progetto dell’acropoli di Atene di Schinkel). Il progetto sulle rovine che si modifica in corso d’opera. La questione della ricomposizione delle rovine ma anche la questione della non più possibile ricomposizione: la frammentazione come la sola risposta possibile oggi. Tutto questo illustrato mediante una serie di esempi, trattati non tanto in quanto esiti formali, ma come esempi che pongono dei problemi, che sono in grado di aggiungere, di arricchire, vere e proprie lezioni che mettono di fronte alla vastità e complessità dei problemi: dall’Ara Pacis di Libera alla villa del Casale di Minnissi, al teatro di Sagunto, a quello di Cartagena di Moneo, al progetto per Merida di Baldeweg, ecc…
Giudizio del Commissario Prof. Raffaele Panella
Nella sua dissertazione il candidato esplora con sistematicità le tecniche di “progettazione” dell’antico riferendosi tuttavia a un campo problematico ristretto che lascia scoperti alcuni nodi concettuali e operativi piuttosto importanti.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque commissari, il Presidente apre la discussione, in esito alla quale la commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al Candidato FIDONE Emanuele:
La lezione svolta dal candidato, rivolta a studenti del quarto anno, verte sul rapporto fra aree archeologiche e progetto di architettura. Fidone traccia un excursus che analizza le posizioni che si sono succedute, nel tempo, all’interno dei diversi contesti culturali. L’esposizione è fluente, gli esempi scelti con cura, appaiono appropriati. Lo svolgimento dato al tema risulta completo, convincente e molto ben articolato. La commissione apprezza le capacità didattiche e il rilevante spessore culturale messo in mostra dal candidato.
Il presente verbale è chiuso alle
ore 19,30.
lì 26/11/2010
Il Presidente
Prof. Carmela Andriani _____________________________________
I Commissari
Prof. Massimo Carmassi _____________________________________
Prof. Giorgio Grassi _____________________________________
Prof. Raffaele Panella _____________________________________
Il Segretario
Prof. Giancarlo Carnevale _____________________________________