Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario
Presso
Il giorno 13/01/2005 alle
ore 9,30, presso i locali del Ufficio docenti dell’Università degli Studi “G.
D’Annunzio” in Chieti, ha avuto luogo la riunione
della Commissione costituita per il concorso di cui in premessa.
Prof. Franco Bianco - Presidente
Prof. Andrea G. Orsucci - Segretario
Prof. Michele Ciliberto - Membro designato
Prof. Chiara Giuntini
- Membro eletto
risulta presente al completo e pertanto la seduta è
valida.
Ogni
Commissario, dopo attenta analisi del profilo curricolare
redatto nel secondo verbale, procede alla formulazione di un giudizio
individuale per ogni candidato.
GIUDIZI INDIVIDUALI
Candidato Luca Fonnesu:
Giudizio
del Prof. Franco Bianco:
Il
candidato presenta una produzione orientata soprattutto verso un’analisi della
problematica etica di Fichte, del quale indaga con
acume gli aspetti antropologici e giusnaturalistici.
Più di recente ha portato la sua attenzione sulla nozione di “dovere”,
mostrando una buona conoscenza degli orientamenti teorici maturati nella
riflessione etica contemporanea.
Giudizio
del Prof. andrea G. orsucci:
Luca Fonnesu, professore associato di
Filosofia morale presso l’Università di Pavia, mostra grande competenza nelle
sue ricerche intorno alla filosofia tedesca tra Settecento e Otocento, presentando lavori che si distinguono anche per
l'ampiezza dei temi e degli argomenti trattati (non solo il pensiero filosofico
tra illuminismo e idealismo tedesco, ma anche questioni di etica
contemporanea).
Si segnala particolarmente, nella sua produzione scientifica, la
monografia Antropologia e idealismo. La destinazione dell'uomo nell'etica di
Fichte (1993), importante sia per la ricostruzione
del più ampio retroterra della filosofia fichtiana e
del suo radicamento in discussioni tardo-settecentesche, sia per l'analisi
dell'antropologia morale di Fichte e del rapporto tra
etica, diritto e ordinamenti sociali.
Rilevanti anche i contributi presentati su Kant,
la filosofia morale e la teodicea, come pure sui
rapporti tra Fichte e Hegel,
che tengono sempre presenti questioni su cui il dibattito storiografico è stato
negli ultimi anni particolarmente vivace.
I lavori di Luca Fonnesu mettono in luce un'amnpia e solida formazione, che si distingue per la
capacità di collegare, in maniera originale, ricerca storiografica e interessi
più direttamente teoretici. Da segnalare anche la padronanza con cui viene
affrontata, negli studi del candidato, una ricca pluralità di argomenti, che
mettono comunque in rilievo, a partire dal problema dell'antropologia
filosofica, un solido filo conduttore.
Giudizio
del Prof. michele ciliberto:
Professore associato di Filosofia morale presso
l’Università di Pavia, Luca Fonnesu si è interessato
di storia della filosofia tedesca – Kant, Hegel e, soprattutto, Fichte -
e di problemi di etica contemporanea.
Fra questi lavori, si possono citare, insieme a vari studi, il volume su Antropologia e idealismo. La destinazione
dell’uomo nell’etica di Fichte, Roma-Bari 1993, oltre alla curatela di J.G.Fichte,
Fondamento del diritto naturale secondo i
principi della dottrina della scienza, Roma-Bari
1994 e Dovere, Scandicci
1998.
Di particolare rilievo,nella produzione di Fonnesu, è il libro su Fichte,
nel quale, confrontandosi positivamente con
Luca Fonnesu è studioso
ben informato, acuto nel giudizio, impegnato in un proprio itinerario di
ricerca che, muovendo dagli originari interessi storico-filosofici, si è poi concentrato su temi di filosofia
morale e, specificamente, di questioni di etica moderna e contemporanea,
analizzate - come risulta, con evidenza, dall’utile volume sul Dovere - attraverso una discussione serrata e ben argomentata con
alcune delle più interessanti posizioni filosofiche attuali - analisi e discussione
dalle quali possono scaturire risultati significativi sia per l’indagine etica
sia, in generale, per la riflessione
filosofica contemporanea.
Giudizio
del Prof. e. germana ernst:
Oggetto
privilegiato delle ricerche di Luca Fonnesu è lo
studio della filosofia tedesca dal ‘700 all’idealismo. Il lavoro più
significativo è l’ampia e informata monografia su Fichte,
Antropologia ed idealismo, che, ripercorrendo con sicura competenza le
tappe del dibattito etico-antropologico fra ‘700 e
‘800, offre una ricostruzione attenta delle dottrine etiche del filosofo. Tema
centrale dello studio risulta la riflessione sulla ‘destinazione’ dell’uomo,
che Fichte riprende e rielabora in modo originale da
dottrine settecentesche. A queste tematiche si ricollega la traduzione italiana
e cura del Diritto naturale di Fichte, presentato da un’attenta introduzione. Sempre a
tematiche etiche sono dedicati alcuni saggi, riguardanti la discussione
kantiana sulla questione della teodicea e
problematiche etico-antropologiche negli
esponenti di maggior spicco dell’idealismo. Un volume (intitolato Dovere) affronta il tema del dovere e
dell’obbligo morale in un’agile sintesi, bene informata anche dei dibattiti
contemporanei sulla questione. Il candidato conduce le proprie ricerche con
sicura competenza, precisa conoscenza dei testi degli autori studiati, attenta
informazione dei dibattiti relativi alle tematiche considerate, dando luogo a
lavori interessanti, che offrono un contributo importante nel settore della
filosofia morale.
Giudizio
del Prof. Chiara
Giuntini:
Le pubblicazioni presentate da Luca Fonnesu per la valutazione comparativa comprendono due volumi, un’edizione italiana dell’opera di Fiche Fondamenti del diritto naturale secondo la dottrina della scienza (1994) e una serie di saggi pubblicati in raccolte e riviste.
Il lavoro di maggior impegno è rappresentato dal volume Antropologia e idealismo. La destinazione dell’uomo nell’etica di Fichte (1993), che muove dalle premesse settecentesche della discussione etica e antropologica (Spalding, Mendelssohn, Abbt), per seguire la riflessione fichtiana su questi temi, mediata dalla lezione di Kant. Tali sviluppi danno luogo all’elaborazione di un’antropologia morale fondata sull’analisi delle nozioni di individualità e di libertà, e sulla relativa deduzione del “principio di moralità” e delle condizioni per la sua applicazione concreta. Il candidato mostra come, a partire da questa posizione, Fichte elabori la sua visione della società come soggetto proprio dell’eticità, che indica la “destinazione” degli individui, cioè il loro compito infinito. La conclusione sottolinea gli “esiti antiumanistici” del pensiero di Fichte, che tende sempre più a considerare il mondo umano come una manifestazione o estrinsecazione dell’Assoluto.
Il volume dal
titolo Dovere, apparso nel 1998 nella
collana “Biblioteca” de
Ancora al ripensamento delle eredità del pensiero tedesco, e soprattutto di Leibniz, sono dedicati i lavori sui temi dell’ottimismo e della teodicea in Kant e in alcuni autori settecenteschi (apparsi nel 1994 e nel 1996), mentre altri saggi riprendono aspetti del confronto fra Fichte ed Hegel nel campo delle dottrine antropologiche e morali. Infine, il lavoro su Preti e le tradizioni etiche (2004) rileva l’importanza dell’interesse per l’etica in Preti a partire dagli anni Cinquanta, distinguendo la parte critica della sua opera (rivolta contro il naturalismo, lo psicologismo e il pragmatismo) da quella costruttiva, volta all’elaborazione di una nozione di valore contrapposta ai modelli dell’etica normativa.
La produzione scientifica dimostra la continuità e la coerenza nel lavoro del candidato, che ha saputo estendere e approfondire le direzioni della sua ricerca, a partire dagli interessi originari verso le funzioni e i compiti della “ragion pratica” nella concezione kantiana ai temi di carattere etico-religioso, da un lato, e politico-sociale, dall’altro, privilegiati dagli esponenti dell’idealismo tedesco. Avvalendosi di uno stile espositivo molto chiaro, i lavori documentano un’impostazione solida e rigorosa, che permette il confronto preciso di linee teoriche e correnti di pensiero di lunga durata. La conoscenza approfondita dei testi e la padronanza degli strumenti interpretativi hanno dato luogo a risultati originali, relativamente a vari temi di storia della filosofia morale, tra i quali vanno ricordati soprattutto i legami del pensiero fichtiano con le tradizioni illuministiche, la natura dei rapporti fra morale e società in Fichte e in Hegel, i concetti e le correnti dell’etica contemporanea.
Candidata Maria Muccillo:
Giudizio
del Prof. Franco Bianco:
La
candidata ha svolto una intensa attività di curatrice di testi, con particolare
riferimento ad inediti di Campanella. A tale lavoro ha accompagnato alcune
pregevoli ricerche di filosofia rinascimentale, che si auspica possano essere
proseguite ed ampliate, ma che già ora si segnalano per originalità
d’impostazione ed accuratezza filologica della ricostruzione.
Giudizio
del Prof. andrea G. orsuccI:
Maria Muccillo, professore
associato di Storia della storiografia filosofica all’Università
Ampia e articolata è la raccolta di saggi Platonismo ermetismo e
‘prisca theologia’. Ricerche di storiografia
filosofica rinascimentale, Firenze 1996; ben condotta l'edizione di due testi di Campanella: De ceremonialibus Iesu Christo observatis, 1993 e De
conservatione et gubernatione rerum, 2000. Nella sua indagine del 1996
si segnala, per l'equilibrio e l'erudizione,
l'interpretazione dell'opera dello Steuco, la
dettagliata analisi delle Discussiones peripateticae e del modo in cui Patrizi discute della
presentazione aristotelica del pensiero greco più antico.
Si tratta di una ricerca da segnalare anche per la puntualità del
lavoro d'archivio e dell'indagine sui manoscritti.
Interessanti anche le linee direttrici degli altri lavori, sia per
l'attenzione rivolta al trasformarsi del lessico dei filosofi, sia per
l'interesse per una cultura apparentemente 'minore' ma in realtà sempre
significativa anche per intendere nessi più generali.
La candidata mostra di saper lavorare, come risulta dalle sue
pubblicazioni, con equilibrio e con rigore, giungendo a risultati che si
segnalano per l'attenzione al dettaglio e per le competenze
storico-filologiche.
Giudizio
del Prof. michele ciliberto:
Professore associato di Storia della storiografia
filosofica all’Università
Di particolare rilievo è anzitutto il primo volume,
nel quale la candidata, svolgendo linee di ricerca risalenti alla sua tesi di
laurea, si concentra sulle Discussiones peripateticae in una prospettiva di storia della
storiografia filosofica, sottolineando l’importanza del tentativo di Patrizi
volto a presentare una interpretazione
del pensiero presocratico alternativa a quella
offerta da Aristotele. Oltre a temi di storia della storiografia filosofica,
nella ricerca della Muccillo sono analizzate con
attenzione e competenza questioni attinenti problemi di terminologia filosofica
e la storia dell’ermetismo, studiata, quest’ultima, anche in alcuni momenti e
figure in genere poco considerate come Rosselli, Giannini, Crispo da Gallipoli.
Ispirandosi
a una solida concezione dell’indagine storico-filosofica imperniata in salde
conoscenze filologiche ed erudite, nella sua ricerca la candidata mostra doti
di studiosa acuta, attenta, scrupolosa,
evidenti nei suoi lavori meritevoli di considerazione.
Giudizio
del Prof. e. germana ernst:
Maria Muccillo è autrice di una monografia che,
intitolata Platonismo, ermetismo, prisca
teologia, affronta tematiche di notevole interesse e diffusione nel
panorama del pensiero cinquecentesco. Già presente nella riflessione dei Padri
della Chiesa e nei filosofi del tardo neo-platonismo, il tema della ‘prisca theologia’ acquista nuova importanza nel pensiero di
Marsilio Ficino e di Giovanni Pico, propugnatori, il primo, di una pia philosophia, nella
quale convergono sapienza e religione, e, il secondo, di una concordia philosophica,
volta a sottolineare la sostanziale unità del pensiero pur nella varietà
delle sue manifestazioni. Entro questo orizzonte, la candidata approfondisce in
particolare la dottrina di Agostino Steuco di una ‘concordantia’ filosofica dai toni e finalità
dichiaratamente apologetici, in quanto accentua l’accordo delle diverse
tradizioni filosofiche con gli aspetti fondamentali della religione cristiana.
Il secondo pensatore preso in esame è Francesco Patrizi da Cherso,
di cui si mettono in rilievo l’originale riproposta e rielaborazione di
tematiche platoniche, filtrate dalla filosofia ficiniana,
e l’aspra condanna della filosofia di Aristotele e dei suoi epigoni. Con la sua
radicale critica di Aristotele, Patrizi intende recuperare e restituire valore
alle filosofie presocratiche, e considera con
interesse le dottrine ermetiche, pubblicando un corpus di testi ermetici più
ampio e filologicamente più accurato di quello ficiniano. A punti nodali del pensiero di Patrizi sono
dedicati saggi di notevole impegno, che affrontano la problematica del secolo
d’oro; il ruolo della matematica e l’originalità della sua concezione di
spazio, del tutto incompatibile con le categorie aristoteliche; un attento
raffronto fra Patrizi e taluni temi ficiniani, dal
concetto di spiritus a quello del furore
poetico e profetico alla dottrina dell’amore, sottolineando le affinità ma
anche scarti significativi. Si ricorda infine che M. Muccillo
ha intrapreso la meritoria iniziativa di proseguire l’edizione degli ultimi
libri inediti della Theologia di Campanella,
affiancando il testo latino con una puntuale traduzione italiana e accompagnandolo
con un sobrio apparato di note. Le ricerche di M. Muccillo
risultano frutto di un lavoro serio,
impegnato, coerente, basato su un’attenta e scrupolosa documentazione, con una
particolare attenzione per l’analisi dei testi e la loro collocazione nei
contesti culturali considerati, e si auspica vivamente che i suoi studi su
Patrizi mettano capo a una molto desiderata monografia complessiva.
Giudizio
del Prof. Chiara
Giuntini:
La produzione presentata da Maria Muccillo include un volume monografico su Platonismo, ermetismo e “prisca theologia” (1996), due edizioni di testi di Tommaso Campanella De ceremonialibus Iesu Christo observatis.. Inediti theologicorum liber XX (testo critico e note), del 1993, e De conservatione et gubernatione rerum. Theologicorum liber VI (testo critico, traduzione e note) del 2000. Un’altra serie di saggi in riviste e raccolte riguarda ancora aspetti della filosofia di Patrizi, Ficino e Annibale Rosselli.
Il volume del 1996 contiene tre saggi già apparsi separatamente, editi in una versione riveduta e aggiornata. Essi sono dedicati rispettivamente a La prisca theologia di Agostino Steuco, La filosofia antica secondo Patrizi e Plotino nel tardo Rinascimento. L’elemento unificante tra gli argomenti trattati è visto nella tradizione che sostiene il carattere unitario della speculazione filosofica, fin dalle origini più remote: si tratterebbe perciò di problemi comuni a un’intera epoca, che vengono però affrontati in modo differente da diversi autori. Steuco, ad esempio, è visto come l’esito estremo della tradizione platonica fiorentina e insieme come una fonte importante di documentazione sulla filosofia e sulla tragedia antica. Patrizi sfrutta la tesi della continuità della prisca sapientia per la sua polemica contro Aristotele e per costruire un quadro del pensiero greco particolarmente rappresentativo e influente. Infine le posizioni di alcuni interpreti di Plotino (Buratelli, Rosselli, Giannini) confermano la persistenza delle letture teologiche risalenti al primo Rinascimento. Gli altri saggi su Patrizi riguardano il confronto con Ficino (1986), la concezione del tempo e il mito dell’età dell’oro (1989), il manoscritto De humana philosophia (1990), la biblioteca di testi greci (1993), il problema del metodo e la visione della matematica (1993).
Una
particolare attenzione è rivolta al rapporto fra innovazioni lessicali e
sviluppi dottrinali, particolarmente nella ricostruzione del platonismo di
Patrizi e della sua polemica contro la tradizione aristotelica, come risulta da
uno dei saggi più recenti (Aspetti della
terminologia filosofica nella “Nova de universis philosophia” di Francesco Patrizi, 2003), che segnala
l’importanza attribuita dall’autore al rinnovamento della terminologia
dell’aristotelismo, e l’introduzione di molti neologismi latini ispirati a
categorie concettuali di origine neoplatonica.
Le edizioni e traduzioni dei testi di Campanella, inserite nel progetto di pubblicazione delle opere avviato da R. Amerio, sono contributi utili e interessanti alla conoscenza del pensiero teologico dell’autore e all’individuazione precisa delle sue fonti.
Puntuale e accurata nell’esposizione ed esauriente
nei riferimenti bibliografici, la candidata affronta temi importanti della
filosofia rinascimentale con competenza storica e filologica adeguata, anche se
a volte la prospettiva appare limitata alla ricostruzione interna dei testi. Le
sue ricerche hanno consentito di estendere e approfondire la conoscenza di
Patrizi e di altri filosofi italiani del Cinquecento che hanno esercitato
influssi rilevanti sulle interpretazioni successive del platonismo. L’interesse
dei suoi contributi in questo campo di studi permette di valutare positivamente
l’attività scientifica della candidata.
Giudizio
del Prof. Franco Bianco:
Le
pubblicazioni del candidato rivelano una conoscenza filologicamente
approfondita della cultura filosofica italiana del Cinque e del Seicento.
Particolare attenzione è dedicata al pensiero e alla fortuna di Giordano Bruno,
sul quale il candidato ha pubblicato anche un’ampia monografia. In essa
l’attenzione è rivolta più alla ricostruzione del vario e complesso ambiente
culturale in cui la figura di Bruno si colloca che all’approfondimento delle
prospettive teoriche aperte dalla riflessione del nolano.
Giudizio
del Prof. andrea G. orsucci:
Saverio Ricci, Professore associato nella Università della Tuscia, presenta indagini storiografiche intorno alla
filosofia del Rinascimento, partendo dall'opera bruniana
e muovendosi in prospettive diverse: la diffusione del pensiero di Giordano
Bruno tra Seicento e Settecento; problemi legati alla storia religiosa e politica cinquecentesca
(la ricerca intorno a Giulio Antonio Santori);
momenti dell'intreccio tra storia delle idee e storia delle istituzioni (gli
studi sull'inizio dell’Accademia dei Lincei). Le
indagini 'bruniane' di Ricci presentano risultati di
notevole interesse, mostrando attitudine a muoversi con competenza tra
ricostruzione di nessi ideali, attenzione alle vicende 'biografiche' e alla
trama dei contatti e degli incontri che segnano l'orizzonte più complessivo di
un'epoca, sempre importante anche per la stessa riflessione filosofica.
Ricci riesce a far vedere, con risultati largamente positivi (come
risulta dal complesso delle sue ricerche), quanto sia problematico porre rigide
separazioni tra l'interpretazione e la storia della 'fortuna' e della
circolazione di un testo, tra 'momenti alti' del
dibattito filosofico e la 'cronaca' erudita che restituisce la fisionomia
stratificata di un'età nel suo complesso. Su questo piano riesce a muoversi nei
suoi lavori con notevole competenza
Giudizio
del Prof. michele ciliberto:
Professore associato nella Università della Tuscia, Saverio Ricci si è interessato di storia della
filosofia del Rinascimento con particolare riferimento a Giordano Bruno; di
storia religiosa e politica del Cinquecento assumendo come punto di riferimento
la complessa figura di Giulio Antonio Santoro; dell’Accademia dei Lincei nei suoi primi decenni di vita. Insieme a vari altri
contributi , in questi diversi ambiti di ricerca si possono ricordare i volumi La fortuna del pensiero di Giordano Bruno
(1600-1750), Firenze 1990; Giordano
Bruno nell’Europa del Cinquecento, Roma 2000; Il sommo Inquisitore. Giulio Antonio Santori
tra autobiografia e storia, Roma 2002; “Una
filosofica milizia”. Tre studi sull’Accademia dei Lincei,
1994; Nicola Antonio Stigliola
enciclopedista e Linceo, Roma 1996.
Nei suoi lavori su Bruno, Ricci ha offerto
contributi significativi, ricostruendo con attenzione momenti importanti del
suo pensiero e della sua esperienza umana e politica, comprese le diverse fasi del processo romano, su cui ha scritto
pagine di particolare acume. Movendo da questo tipo di problemi ha illustrato,
con efficacia, il ruolo di una personalità importante come quella di Santori. Infine, per quanto concerne l’Accademia dei Lincei, ha contribuito a delinearne importanza e ruolo - a
prescindere dalla figura e dall’opera di Galileo -, nel quadro della storia delle accademie scientifiche
del Seicento.
Studioso attento, di larghe competenze, informato,
Ricci nella sua indagine si è concentrato su problemi al confine tra storia
civile, religiosa, filosofica, nell’ambito di una storia della cultura attenta
a vedere la dimensione e gli effetti “politici” e “civili” delle varie
posizioni, colte – e ricostruite - nella varietà e nella ricchezza della loro
fortuna e della loro funzione storica, piuttosto che nel loro aspetto
specificamente teorico. Già evidente nei diversi studi su Bruno - attenti a cogliere, con acutezza, gli aspetti
“pratici” della “nova filosofia” e della
sua fortuna -, è una direttiva di ricerca manifestatasi in maniera compiuta
negli studi più recenti del candidato, specialmente nella importante monografia
di Santori, che getta luce su una delle più
significative personalità della Chiesa del secondo Cinquecento.
Giudizio
del Prof. e. germana ernst:
L’attività di ricerca di Saverio Ricci si organizza attorno a
diversi nuclei. Di grande rilievo risulta l’attenzione per la fortuna e la
ricezione del pensiero bruniano in diversi ambiti
culturali; tematiche affrontate con ampiezza e penetrazione nel volume, La
fortuna del pensiero di G. Bruno . 1600-1750, che presenta le
immagini del filosofo e i dibattiti sul suo pensiero soprattutto in Francia e
in Inghilterra, evidenziando l’eccezionalità della lettura di Toland, grazie al quale Bruno entra nelle biblioteche dei
dotti europei. Saggi successivi vengono a estendere il sondaggio a diversi
periodi storici e ambienti culturali. Gli interessi per Bruno si traducono in
un’ampia biografia intellettuale, che utilizza, coordina e rielabora la
documentazione sul filosofo, seguendo le varie tappe del suo percorso, dalla
giovinezza all’itinerario europeo alla tragica fine. Alcuni saggi sono poi dedicati a mettere a fuoco motivi
specifici del pensiero bruniano, quali l’opzione per
il volgare nei Dialoghi pubblicati in
Inghilterra; il problema della religione civile e il rapporto con Machiavelli; la condanna dell’asinità del filone giudaico-cristiano. Altri contributi indagano figure e
tematiche connesse con l’Accademia dei Lincei, quali
il dibattito astronomico in occasione della comparsa della stella nuova del
1604; l’interesse per motivi alchemici e la nuova medicina di Paracelso; il rapporto fra scienza e vita civile e
l’aspirazione a una riforma della società, basata sulla pacifica convivenza, la
solidarietà e lo spirito filantropico, motivi che ricordano l’associazione
segreta dei Rosacroce; uno studio specifico è
dedicato alla figura del matematico e scienziato pitagorico Nicola Antonio Stigliola. La più recente fatica di Ricci è un’ampia
monografia che ricostruisce, utilizzando anche
mss inediti degli Archivi Vaticani e dell’ex
Sant’Uffizio, la vita e l’operato del cardinale Giulio Antonio Santori, che giocò un ruolo centrale nell’attività inquisitoriale della seconda metà del ‘500 e fu tra i
protagonisti di intricate e drammatiche
vicende, dalla questione francese alla condanna all’Indice di letterati
e filosofi (Bodin,
Telesio, Pucci, Campanella) al rogo bruniano.
Le ricerche condotte da Ricci, coerenti e mature, si
basano su una solida e ricca documentazione, talora inedita; esposte in un
linguaggio scorrevole e spigliato, spesso brillante, offrono un contributo
indubbiamente di notevole valore e originalità agli studi sugli autori e i
contesti culturali presi in considerazione.
Giudizio
del Prof. Chiara
Giuntini:
Nella
produzione scientifica presentata da Saverio Ricci per la valutazione
comparativa si segnalano anzitutto i due volumi dedicati all’attività e alla
fortuna di Bruno (La fortuna del pensiero
di Bruno, 1600-1750, 1990 e Bruno nell’Europa del Cinquecento,
2000), che hanno offerto contributi preziosi alla conoscenza delle molte vie di
diffusione delle opere e delle interpretazioni del Nolano fino al
Settecento. Ad altri aspetti della vita
intellettuale tra Cinquecento e Seicento sono dedicati i tre saggi raccolti nel
volume ‘Una filosofica milizia’ (1994), che indagano sull’attività scientifica
e culturale di Federico Cesi e dell’Accademia dei Lincei, come pure il saggio dedicato a Nicola Antonio Stigliola enciclopedista e Linceo (1996).
Negli ultimi
anni il candidato ha dedicato altri saggi brevi a “Fede” e “dissimulazione”: Bruno lettore di Machiavelli
nella crisi delle guerre di religione (2000); alle Immagini di Bruno nella filosofia e nella scienza europea tra
Settecento e Ottocento (2002); a Lo
‘Spaccio’ della cabala: Bruno e il giudeocristianesimo
(2003); e infine a Giordano Bruno
filosofo in volgare (2003). Ha pubblicato inoltre nel 2002 un volume dal
titolo Il sommo inquisitore. Giulio
Antonio Santori tra autobiografia e storia. Si
tratta di una biografia ampia e ben documentata, che utilizza molte fonti
inedite e fino a tempi recenti inaccessibili sia per ricostruire una singolare
vicenda personale e intellettuale, sia per collocare lo sviluppo dell’attività
di repressione dell’eresia promosso da Santori nel
più vasto quadro della politica ecclesiastica romana.
Infine si è occupato
del problema della diffusione della cultura italiana negli altri paesi, con un
ampio saggio dal titolo La ricezione
della cultura italiana all’estero: il ruolo degli intellettuali, fra ricerca
dell’identità nazionale e confronto internazionale (nel volume di Atti del
convegno di Roma su L’Italia fuori
d’Italia, pubblicati nel 2002)..
I lavori presentati dal candidato per la valutazione comparativa dimostrano una conoscenza vasta a approfondita delle fonti e degli strumenti bibliografici relativi alla storia delle idee dal Rinascimento all’età moderna. Le ricerche svolte rivelano notevoli capacità di analisi dettagliata e di brillante esposizione sia delle biografie intellettuali degli autori considerati, sia delle vicende legate alla circolazione e alle utilizzazioni di opere e dottrine filosofiche nell’ambito della cultura europea. Su questa linea il candidato individua alcuni canali importanti per la trasmissione delle eredità del pensiero rinascimentale, in particolare quelle legate all’insegnamento filosofico, politico e religioso di Bruno. Il merito principale degli studi del candidato sta proprio in questo tipo di indagine, sorretta da una solida competenza storico-filologica, più che nell’analisi di testi specifici e nell’approfondimento di problematiche di carattere teorico. La continuità del lavoro, l’impegno nella ricostruzione di percorsi culturali molto complessi e i risultati innovativi attestati dalla sua ricca produzione scientifica meritano un giudizio ampiamente positivo.
Candidata Nicoletta Tirinnanzi
Giudizio
del Prof. Franco Bianco:
Nella
produzione della candidata , accanto alla cura e all’edizione in lingua
italiana di alcuni testi di Giordano Bruno, spiccano l’edizione critica di due
scritti dello stesso autore e due monografie; l’una sul tema dell’immaginazione
nella filosofia rinascimentale, l’altra sul problema dell’edizione delle opere bruniane in volgare. Quest’ultima monografia risulta
scritta in collaborazione con il prof. Ciliberto, ma le parti che sono opera
della candidata risultano chiaramente distinte ed indicate. Nel complesso, i risultati conseguiti dalla candidata sia
nell’edizione critica che nelle due monografie appaiono meritevoli di
attenzione per l’originalità delle prospettive di ricerca, il rigore del metodo
e la validità dei risultati raggiunti
Giudizio
del Prof. andrea G. orsucci:
Nicoletta Tirinnanzi
, ricercatrice presso l’Università di Chieti,
presenta ricerche che affrontano tematiche centrali nello svolgimento del
pensiero rinascimentale tra Marsilio Ficino e
Giordano Bruno.
Molto rilevanti, per i risultati raggiunti, per il metodo della ricerca
e anche per la padronanza della letteratura critica e delle discussioni più
recenti, il volume Umbra naturae. L’immaginazione da Ficino
a Bruno (Roma 2000). Questa ricerca riesce a dar conto sia delle
'ambiguità' della nozione di 'fantasia' in Ficino,
sia del modo in cui Bruno riprende e trasforma profondamente tematiche ficiniane. I risultati dell'analisi, sempre aderente ai
testi e condotta con grande erudizione, restituiscono, con contributi
originali, la complessità di un itinerario ben più variegato di quanto
solitamente si creda.
Accanto alle ricerche monografiche (assai significative anche le pagine
raccolte nel Dialogo recitato. Per una nuova edizione del Bruno volgare,
Firenze 2002), occorre mettere in rilievo anche le pubblicazioni critiche di
testi bruniani, distinte da un articolato e ampio
commento storico-interpretativo, notevole per l'accuratezza, il rigore e
l'indubbia erudizione con cui è stato portato a termine. Particolarmente
rilevante l'edizione del De magia mathematica,
per la prima volta in versione integrale; anche un altro testo bruniano,
La candidata - in conclusione - riesce a collegare agevolmente, con
maturità e con consapevolezza critica, analisi concettuale, storia della
'fortuna' tra Quattrocento e Cinquecento di aspetti rilevanti del pensiero
classico e della Patristica, ricostruzione del retroterra e del 'tessuto connettivo' di importanti opere rinascimentali.
Giudizio
del Prof. michele ciliberto:
Ricercatrice presso l’Università di Chieti, Nicoletta Tirinnanzi si è occupata in modo specifico di storia della
filosofia italiana del Rinascimento, con particolare riferimento alla figura e
all’opera di Marsilio Ficino e, soprattutto, di
Giordano Bruno.
In questo ambito di studio, oltre a vari saggi, si segnalano il volume Umbra naturae.
L’immaginazione da Ficino a Bruno, Roma 2000, nel
quale viene data una rigorosa ricostruzione di un tema centrale della filosofia
rinascimentale, e le pagine scritte nel Dialogo
recitato. Per una nuova edizione del Bruno volgare, Firenze 2002 (pp.
51-61,103-129).
Accanto a questi contributi di carattere
monografico, nella produzione della candidata
spiccano i contributi di carattere ecdotico,
arricchiti da un ampio e imponente lavoro di commento storico -filosofico. A questo
proposito vanno segnalate le edizioni di due testi di Bruno: il De magia mahtematica,
del quale
Sviluppando una ricerca nella quale si intrecciano
in modo positivo temi di ordine teorico e competenze filologiche ed erudite,
Nicoletta Tirinnanzi ha offerto nei suoi lavori
contributi di notevole originalità per
la comprensione sia della filosofia di Bruno sia di aspetti fondamentali del
pensiero del Rinascimento.
Giudizio
del Prof. e. germana ernst:
L’attività di ricerca di Nicoletta Tirinnanzi si concentra sulla figura di Giordano Bruno
articolandosi a due diversi livelli, che risultano collegati fra loro. Da un
lato uno studio spiccatamente filologico, che si indirizza alla messa a punto
di significativi testi del filosofo, alla redazione di Note filologiche, volte
a mettere a punto problemi riguardanti la composizione e i contenuti specifici dei testi affrontati, e alla stesura di ampie note storiche,
illustrative e di commento. Di particolare utilità e puntualità risultano la
traduzione italiane di non facili testi latini, quali il De umbris idearum, il Cantus Circaeus, il Sigillus sigillorum. A tale attività se ne affianca una più
spiccatamente interpretativa, che intende mettere a fuoco tematiche che giocano
un ruolo di spicco nella filosofia bruniana. Di
particolare interesse risulta il richiamo all’importanza che riveste nel
pensiero di Bruno il Cantico dei Cantici e l’esegesi patristica, in particolare quella
di Origene, di tale testo biblico. Un versetto in particolare, quello che
riguarda la sessio della sposa all’ombra della
verità divina, risulta cruciale per mettere a fuoco lo spessore e la ricchezza
del motivo dell’umbra nella filosofia bruniana.
Tematiche che vengono trattate con ampiezza e penetrazione nell’Introduzione
premessa all’edizione degli Eroici furori. Oltre ad articoli ed
introduzioni, Tirinnanzi presenta una densa
monografia, intitolata Umbra naturae.
L’immaginazione da Ficino a Bruno. Nella prima
parte l’autrice affronta concetti fondamentali come quelli di phantasia e imaginatio
nel pensiero di Ficino, analizzando con finezza
opportuni contesti della Theologia
platonica, di commenti ai dialoghi quali il Convivio e il Sofista,
di opuscoli minori, per evidenziarne le
ambivalenze. Nella seconda parte del volume viene messa in rilievo la potente
originalità con cui Bruno, nell’ambito dell’infinità della natura, rielabora i
materiali che gli derivano dalla tradizione platonica e neoplatonica, in modo
che il nesso fra phantasia e umbra
viene ad acquistare una nuova e più profonda dimensione filosofica.
Le ricerche di N. Tirannnanzi
si segnalano per puntualità filologica, ottima conoscenza delle tradizioni e
dei contesti in cui si collocano e a cui rinviano i testi bruniani,
finezza interpretativa che consente una rilettura innovativa di aspetti
cruciali della Nolana filosofia
Giudizio
del Prof. Chiara
Giuntini:
Le pubblicazioni presentate da Nicoletta Tirinnanzi comprendono un volume monografico e vari
contributi alle edizioni critiche di opere di Bruno: traduzione e note di Le ombre delle idee (1997); note ai
testi in Dialoghi italiani (Mondadori 2000); cura e introduzione di Lampada delle trenta statue, in Opere
magiche (Adelphi 2002); traduzione, introduzione
e commento parziale al vol. I di Opere
mnemotecniche (Adelphi 2004). Inoltre si
segnalano una serie di saggi dedicati ad aspetti particolari del pensiero e
dell’opera di Bruno, e due capitoli in un volume prodotto in collaborazione con
M. Ciliberto, Il dialogo recitato. Per
un’edizione critica di Bruno in volgare, 2002.
Le produzioni
alle quali ha dato luogo l’attività della candidata dimostrano la sua
preparazione specialistica nel campo filologico ed ecdotico
oltre che storico-filosofico. Tali competenze risultano particolarmente
fruttuose nei lavori di edizione, traduzione e commento di testi complessi nella
scrittura e nella composizione come quelli di Bruno. A problemi metodologici di
questo genere fanno riferimento anche i due capitoli scritti dalla candidata
nel volume Il dialogo recitato. Ma il
ricorso a tali strumenti vale anche a sostenere l’interpretazione di problemi
centrali come quello dell’immaginazione, tema ricorrente nel percorso
intellettuale di Bruno. In questa prospettiva si colloca il lavoro più ampio di
carattere monografico, un volume dal titolo Umbra
naturae. L’immaginazione da Ficino
a Bruno (Roma 2000), che ricostruisce, a partire dalle fonti tardoantiche e medievali, l’elaborazione del concetto di
“umbra” nella cultura filosofica rinascimentale, esaminando il passaggio dalla
concezione di Ficino a quella di Bruno. Proprio la
riformulazione di tale concetto sostiene la tesi bruniana
relativa alla centralità del ruolo dell’immaginazione nell’ambito della
conoscenza naturale e divina.
Il concetto
di umbra è anche il filo principale
che collega vari studi e imprese editoriali della candidata, come il lavoro
dedicato a Il Cantico dei cantici nel De umbris idearum (1997).
Alcuni saggi,
infine, applicano le stesse metodologie di ricerca ad altri testi e aspetti del
pensiero di Bruno, discutendo soprattutto sul significato della magia bruniana in rapporto alle concezioni tradizionali: I “Libri physicorum
Aristotelis” e la riflessione magica di Bruno;
introduzione alla Lampada delle trenta
statue, in Opere magiche (2002).
La produzione della candidata, caratterizzata da
una continuità ininterrotta nel lavoro sul suo oggetto di ricerca, comprende
vari contributi di notevole rilievo al vasto panorama recente di studi e di
edizioni critiche dedicati a Bruno e ai suoi rapporti con le tradizioni
filosofiche antiche e rinascimentali. Oltre alla capacità di analisi dei testi
va sottolineata la scelta originale dei temi e la capacità di approfondimento
storiografico, che rivela una spiccata sensibilità per i rapporti fra moduli
lessicali, elementi simbolici e strutture concettuali che caratterizzano la cultura
cinquecentesca. La maturità interpretativa che si manifesta nelle ricerche
della candidata ha dato luogo a risultati originali che si segnalano tra i più
qualificati degli ultimi decenni, sia per quanto riguarda lo sviluppo del
pensiero di Bruno, sia per la definizione dei nessi concettuali più importanti
che collegano gli aspetti della sua opera.
Giudizio
del Prof. Franco Bianco:
Dopo
un volume di saggi su “Schelling e il problema del cominciamento”, il candidato ha offerto importanti
contributi critici in merito all’ermeneutica gadameriana,
all’interpretazione di Hegel nella filosofia italiana
tra Ottocento e Novecento e al pensiero di Emil Lask. In quest’ultima opera è posta in luce la problematica
logica della storia, anche in riferimento alla contemporanea riflessione della
filosofia crociana. Nel suo insieme la produzione del
candidato si segnala per l’originalità
dei temi indagati, la validità dei risultati raggiunti e il rigore metodico
dimostrati.
Giudizio
del Prof. andrea G. orsucci:
Claudio Tuozzolo, professore associato presso
l’Università di Chieti, mostra nei suoi lavori uno
spettro ampio e variegato di interessi e di tematiche affrontate: l'idealismo
tedesco e la filosofia di Schelling, l'evoluzione
dell’ermeneutica filosofica contemporanea; aspetti importanti del pensiero
tedesco del primo Novecento; gli scambi tra tradizioni filosofiche in Italia e
in Germania. Dai testi proposti (da segnalare in primo luogo Schelling e il “cominciamento”
hegeliano, Napoli 1995; H.-G. Gadamer e
l’interpretazione come accadere dell’essere, Milano 1996; Dialettica e
norma razionale. Bertrando Spaventa interprete di Hegel,
Milano 1999; Emil Lask
e la logica della storia, 2004) risulta un percorso di ricerca coerente e
lineare, in cui emergono momenti di notevole originalità.
Assai rilevante il contributosu Gadamer, da cui emerge la complessità di un pensatore che
si confronta con la filosofia ottocentesca (l'idealismo, le 'scienze dello spirito' nell'età del positivismo, Dilthey)
ripensandola attraverso la lezione heideggeriana e di
Schelling.
Notevole il volume su Lask, che chiarisce, in
termini originali, aspetti assai importanti della 'riscoperta' di Fichte e di Hegel a partire dalla
fine dell'Ottocento, della discussione intorno ai 'valori' (tra neokantismo e filosofie della vita), del nuovo modo di
intendere la 'logica della storia' nel primo
Novecento.
Sia in questo lavoro (a proposito di Croce), sia nel volume del 1999 su
Spaventa, è da mettere in rilievo l'interesse agli intrecci tra tradizioni
filosofiche diverse.Degna di venir menzionata
particolarmente, nella monografia del 1995, la parte conclusiva e
l'interpretazione dell'opera di Trendelenburg.
L'insieme dei lavori presentati mostra grande capacità analitica e
attenzione alla prospettiva storica, autonomia di giudizio e significativa
ampiezza di interessi scientifici.
Giudizio
del Prof. michele ciliberto:
Professore associato presso l’Università di Chieti, Claudio Tuozzolo si è
interessato della filosofia di Schelling;
dell’ermeneutica filosofica contemporanea; dei rapporti tra idealismo tedesco e
idealismo italiano; del pensiero tedesco del primo Novecento. In questi ambiti
di studio, insieme a vari saggi, si possono citare Schelling e il “cominciamento” hegeliano, Napoli
1995; H.-G. Gadamer
e l’interpretazione come accadere dell’essere, Milano 1996; Dialettica e norma razionale. Bertrando
Spaventa interprete di Hegel, Milano 1999; Emil Lask e la logica
della storia, 2004.
In questo ambito di studi particolare interesse
rivestono la monografia su Gadamer, tesa a illuminare
l’originalità di una posizione filosofica che assume il compito di
salvaguardare l’eredità scientifico-metafisica dell’Occidente tenendo ferma la
lezione di Heidegger e di Schelling;
il lavoro su Spaventa che si propone di mostrare con quale intensità
quest’ultimo si sia posto il problema del rapporto tra l’ineffabile e la
scienza, senza però dare spazio all’indeterminato; il volume su Lask, che è forse il frutto più maturo della ricerca del
candidato, nel quale è messa a fuoco una delle personalità più importanti - e
meno considerate - della filosofia tedesca del primo Novecento, assumendo come
punto di vista la questione della “logica della storia”.
Nel complesso delle sue indagini il candidato rivela
accuratezza di informazione, precisione di giudizio, capacità di trattare in
chiave storico- filosofica con originalità temi importanti.
Giudizio
del Prof. e. germana ernst:
Le
ricerche di Claudio Tuozzolo riguardano in
particolare problematiche inerenti al dibattito sull’idealismo tedesco e l’età
post-hegeliana. Entro tale orizzonte si collocano i volumi su Schelling e il cominciamento hegeliano e Dialettica e norma razionale, lavoro che espone con ampiezza e
competenza la discussione critica da parte di Bertrando Spaventa di importanti
aspetti del sistema hegeliano, a partire dalle prime fondamentali categorie
della logica. Tale critica è messa in rapporto con il dibattito sulla filosofia
hegeliana che ebbe luogo in Germania da parte di autori quali A. Trendelenburg, K. Weber, K. Fischer.
Altri nuclei delle ricerche del candidato riguardano gli aspetti più
significativi dell’ermeneutica di Gadamer,
riconsiderati con grande equilibrio, prendendo le distanze sia da critiche
pregiudizievoli che da adesioni acritiche, e la filosofia della storia di Lask. Nei suoi lavori il candidato sviluppa una linea di
ricerca e di interpretazione coerente, e mostrando una sicura competenza degli
autori e delle tematiche affrontate, offre contributi rilevanti e originali.
Giudizio
del Prof. Chiara
Giuntini:
I lavori
presentati da Claudio Tuozzolo per la valutazione
comparativa sono costituiti da quattro volumi, dedicati a Schelling,
Spaventa, Lask e Gadamer,
più alcuni saggi in riviste e raccolte di studi.
Il volume su Schelling e il cominciamento
hegeliano (1995) è dedicato alle discussioni su un concetto centrale della
filosofia idealistica e mette a confronto la lettura di Schelling
con le interpretazioni della dialettica di Hegel
proposte da autori come Werder, Fischer,
Spaventa e Trendelenburg, sottolineando in
particolare la ripresa di molte tesi schellinghiane
nelle critiche rivolte a Hegel da posizioni teistiche. Alle interpretazioni della logica hegeliana e
agli esiti del tentativo di “riforma” della dialettica compiuto da Spaventa è
dedicato anche il libro del 1999, Dialettica
e norma razionale. Bertrando Spaventa interprete di Hegel.
Collegato
alla linea delle ricerche precedenti, ma rivolto all’esplorazione di altri
esiti particolari del pensiero idealistico, il recente volume dedicato a Emil Lask e la logica
della storia (2004), che ricostruisce la riflessione del giovane Lask sui modelli di filosofia della storia di matrice
kantiana (in particolare quello di Rickert) da una
parte, e hegeliana dall’altro: riflessione ispirata dal tentativo di elaborare
una sintesi capace di conciliare l’attenzione per l’individualità concreta con
l’affermazione dell’universalità dei valori. Dal confronto fra tali modelli,
tuttavia, il candidato vede nascere le premesse per il processo di “assolutizzazione del relativo” che sarebbe stato portato a
compimento dall’ermeneutica contemporanea. Si giustifica in questo senso anche
la continuità fra gli studi sulla filosofia della storia fra Otto e Novecento,
e le ricerche dedicate agli sviluppi della discussione heideggeriana
sui fondamenti dell’ontologia. Queste ultime si sono concretizzate nel volume
su Gadamer e l’interpretazione come accadere
dell’essere (1996), che affronta il problema del significato e delle
conseguenze della svolta ermeneutica di Gadamer,
documentata dalla pubblicazione definitiva dei suoi scritti.
Tra i saggi
brevi sono da ricordare gli articoli su Christian Wolff (2003) e su Husserl (1997),
che affrontano da altre angolature il problema dello sviluppo delle tradizioni
metafisiche ed epistemologiche nel pensiero tedesco moderno e contemporaneo.
Il candidato unisce alla
lettura accurata degli autori un forte impegno nella valutazione critica delle
diverse posizioni filosofiche, privilegiando il confronto diretto fra i testi
rispetto alla ricostruzione dei relativi sfondi storico-culturali. Il lavoro è
animato da un’evidente tensione teoretica, che si manifesta sia nella scelta
degli oggetti d’indagine, sia nella discussione dei loro rapporti e intrecci
problematici. Tale prospettiva permette di individuare con precisione linee di
derivazione, di contrasto e di convergenza fra tradizioni filosofiche, nei
cammini intricati del pensiero tedesco dal Settecento all’età contemporanea. La
padronanza degli strumenti metodologici, la coerenza e l’articolazione del
percorso di ricerca, l’originalità delle proposte interpretative del candidato
dimostrano la sua maturità di studioso e
l’alto livello della sua attività scientifica nel campo della storia
della filosofia.
GIUDIZI COLLEGIALI
Candidato Luca Fonnesu:
Laureato in Filosofia a Firenze, ricercatore a Pisa
dal 1995 al 2000, è professore associato di Filosofia morale presso
Ha svolto con impegno e continuità la propria
attività didattica.
I lavori del candidato documentano con chiarezza una
impostazione solida e rigorosa che permette un ampio confronto di diverse linee
teoriche e correnti di pensiero. Nella sua produzione si segnalano risultati
degni di grande attenzione relativamente a molteplici temi di storiografia
filosofica e di filosofia morale.
Candidata Maria Muccillo:
Laureata all’Università
Ha svolto con impegno e continuità la propria
attività didattica.
Le ricerche di Maria Muccillo sono il frutto di un lavoro serio e costante,
fondato su una puntuale documentazione, con particolare attenzione all’analisi
dei testi e al loro contesto. Esse hanno consentito di estendere e approfondire
la conoscenza di Patrizi e di altri importanti momenti del Cinquecento
filosofico italiano.
Candidato Saverio Ricci:
Il candidato, laureato presso
l’Università di Pisa, ha svolto attività didattica in qualità di professore a
contratto dal 1993 al 1997 e nel 2000/2001, e come professore associato di
Storia della filosofia presso l’università della Tuscia,
dal novembre del
Ha svolto con impegno e continuità la propria
attività didattica.
Le ricerche del candidato rivelano buone capacità di
analisi e vivacità di interessi. Esse sono sorrette da notevoli competenze,
anche di carattere archivistico, e giungono a risultati importanti,
particolarmente nell’ambito della storia della cultura e delle vicende
politico-religiose tra Cinquecento e Seicento.
Candidata Nicoletta Tirinnanzi:
Laureata a Firenze, dopo aver ottenuto varie borse di ricerca post-dottorato (a Napoli, Pisa e Firenze) è dal 2002 ricercatrice presso l’Università di Chieti. Ha presentato relazioni a vari convegni di studi e ha collaborato a iniziative culturali di rilievo internazionale.
Ha svolto con impegno e continuità la propria
attività didattica.
Intrecciando temi di ordine teorico e competenze
filologiche ed erudite, offre contributi di notevole originalità al vasto
panorama recente di studi e di edizioni critiche dedicate a Bruno e ai suoi
rapporti con le tradizioni filosofiche antiche e rinascimentali. Può essere
pertanto presa in considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa.
Candidato Claudio Tuozzolo:
Laureato in Filosofia presso l’Università ‘
Ha svolto con impegno e continuità la propria
attività didattica.
Le ricerche del candidato sono animate da una vivace
tensione teoretica che si risolve in ricostruzioni storico-filosofiche di
notevole originalità. Per i risultati raggiunti e per il rigore metodico, può
essere pertanto preso in considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa.
La
seduta è tolta alle ore _19.00_________
e si riconvoca per il giorno 14/1/2005
alle ore __09.00________.
Letto,
approvato e sottoscritto seduta stante.
Prof. Franco Bianco - Presidente
Prof. Andrea G. Orsucci - Segretario
Prof. Michele Ciliberto - Membro designato
Prof. E. Germana Ernst - Membro
eletto
Prof. Chiara Giuntini
- Membro eletto