Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario Presso la Facolta' di Scienze sociali Settore s.d. mo-fil/06 Pubblicato sulla Gazzetta n. 26 del 2/04/2004.

                                                                         

       
VERBALE  n. 4

 

Il giorno 13/01/2005 alle ore 9,30, presso i locali del Ufficio docenti dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” in Chieti, ha avuto luogo la riunione della Commissione costituita per il concorso di cui in premessa.

 

La Commissione,  composta dai seguenti  professori:

 

Prof. Franco Bianco -  Presidente

Prof. Andrea G. Orsucci -  Segretario

Prof. Michele Ciliberto -  Membro designato

Prof. E. Germana Ernst -  Membro eletto

Prof. Chiara Giuntini -  Membro eletto

 

risulta presente al completo e pertanto la seduta è valida.

           

            Ogni Commissario, dopo attenta analisi del profilo curricolare redatto nel secondo verbale, procede alla formulazione di un giudizio individuale per ogni candidato.

 

GIUDIZI   INDIVIDUALI

 

Candidato Luca Fonnesu:

 

Giudizio del Prof. Franco Bianco:

 

Il candidato presenta una produzione orientata soprattutto verso un’analisi della problematica etica di Fichte, del quale indaga con acume gli aspetti antropologici e giusnaturalistici. Più di recente ha portato la sua attenzione sulla nozione di “dovere”, mostrando una buona conoscenza degli orientamenti teorici maturati nella riflessione etica contemporanea.

 

Giudizio del  Prof. andrea G. orsucci:

 

Luca Fonnesu, professore associato di Filosofia morale presso l’Università di Pavia, mostra grande competenza nelle sue ricerche intorno alla filosofia tedesca tra Settecento e Otocento, presentando lavori che si distinguono anche per l'ampiezza dei temi e degli argomenti trattati (non solo il pensiero filosofico tra illuminismo e idealismo tedesco, ma anche questioni di etica contemporanea).

Si segnala particolarmente, nella sua produzione scientifica, la monografia Antropologia e idealismo. La destinazione dell'uomo nell'etica di Fichte (1993), importante sia per la ricostruzione del più ampio retroterra della filosofia fichtiana e del suo radicamento in discussioni tardo-settecentesche, sia per l'analisi dell'antropologia morale di Fichte e del rapporto tra etica, diritto e ordinamenti sociali.

Rilevanti anche i contributi presentati su Kant, la filosofia morale e la teodicea, come pure sui rapporti tra Fichte e Hegel, che tengono sempre presenti questioni su cui il dibattito storiografico è stato negli ultimi anni particolarmente vivace.

I lavori di Luca Fonnesu mettono in luce un'amnpia e solida formazione, che si distingue per la capacità di collegare, in maniera originale, ricerca storiografica e interessi più direttamente teoretici. Da segnalare anche la padronanza con cui viene affrontata, negli studi del candidato, una ricca pluralità di argomenti, che mettono comunque in rilievo, a partire dal problema dell'antropologia filosofica, un solido filo conduttore.

 

Giudizio del  Prof. michele ciliberto:

 

Professore associato di Filosofia morale presso l’Università di Pavia, Luca Fonnesu si è interessato di storia della filosofia tedesca – Kant, Hegel e, soprattutto, Fichte - e  di problemi di etica contemporanea. Fra questi lavori, si possono citare, insieme a vari studi, il volume su Antropologia e idealismo. La destinazione dell’uomo nell’etica di Fichte, Roma-Bari 1993, oltre alla curatela di J.G.Fichte, Fondamento del diritto naturale secondo i principi della dottrina della scienza, Roma-Bari 1994 e Dovere, Scandicci 1998.

Di particolare rilievo,nella produzione di Fonnesu, è il libro su Fichte, nel quale, confrontandosi positivamente con la Scuola di Monaco, svolge una interessante analisi della filosofia della pratica fichtiana, assumendo come punto di riferimento il concetto di “destinazione del dotto”, muovendosi secondo un approccio di tipo storico che gli consente di conseguire interessanti risultati, a cominciare da una precisa ricognizione di questo concetto, utilizzato e sviluppato - ma non coniato -da Fichte, concetto di cui si sottolineano con acutezza le “premesse” settecentesche.

Luca Fonnesu è studioso ben informato, acuto nel giudizio, impegnato in un proprio itinerario di ricerca che, muovendo dagli originari interessi storico-filosofici,  si è poi concentrato su temi di filosofia morale e, specificamente, di questioni di etica moderna e contemporanea, analizzate - come risulta, con evidenza, dall’utile  volume sul Dovere - attraverso una discussione serrata e ben argomentata con alcune delle più interessanti posizioni filosofiche attuali - analisi e discussione dalle quali possono scaturire risultati significativi sia per l’indagine etica sia, in generale, per  la riflessione filosofica contemporanea.

 

Giudizio del  Prof. e. germana ernst:

 

Oggetto privilegiato delle ricerche di Luca Fonnesu è lo studio della filosofia tedesca dal ‘700 all’idealismo. Il lavoro più significativo è l’ampia e informata monografia su Fichte, Antropologia ed idealismo, che, ripercorrendo con sicura competenza le tappe del dibattito etico-antropologico fra ‘700 e ‘800, offre una ricostruzione attenta delle dottrine etiche del filosofo. Tema centrale dello studio risulta la riflessione sulla ‘destinazione’ dell’uomo, che Fichte riprende e rielabora in modo originale da dottrine settecentesche. A queste tematiche si ricollega la traduzione italiana e cura del Diritto naturale di Fichte, presentato da un’attenta introduzione. Sempre a tematiche etiche sono dedicati alcuni saggi, riguardanti la discussione kantiana sulla questione della teodicea  e  problematiche etico-antropologiche negli esponenti di maggior spicco dell’idealismo. Un volume (intitolato Dovere) affronta il tema del dovere e dell’obbligo morale in un’agile sintesi, bene informata anche dei dibattiti contemporanei sulla questione. Il candidato conduce le proprie ricerche con sicura competenza, precisa conoscenza dei testi degli autori studiati, attenta informazione dei dibattiti relativi alle tematiche considerate, dando luogo a lavori interessanti, che offrono un contributo importante nel settore della filosofia morale.

 

Giudizio del  Prof.  Chiara Giuntini:

 

Le pubblicazioni presentate da Luca Fonnesu per la valutazione comparativa comprendono due volumi, un’edizione italiana dell’opera di Fiche Fondamenti del diritto naturale secondo la dottrina della scienza (1994) e una serie di saggi pubblicati in raccolte e riviste.

Il lavoro di maggior impegno è rappresentato dal volume Antropologia e idealismo. La destinazione dell’uomo nell’etica di Fichte (1993), che muove dalle premesse settecentesche della discussione etica e antropologica (Spalding, Mendelssohn, Abbt), per seguire la riflessione fichtiana su questi temi, mediata dalla lezione di Kant. Tali sviluppi danno luogo all’elaborazione di un’antropologia morale fondata sull’analisi delle nozioni di individualità e di libertà, e sulla relativa deduzione del “principio di moralità” e delle condizioni per la sua applicazione concreta. Il candidato mostra come, a partire da questa posizione, Fichte elabori la sua visione della società come soggetto proprio dell’eticità, che indica la “destinazione” degli individui, cioè il loro compito infinito. La conclusione sottolinea gli “esiti antiumanistici” del pensiero di Fichte, che tende sempre più a considerare il mondo umano come una manifestazione o estrinsecazione dell’Assoluto.

Il volume dal titolo Dovere, apparso nel 1998 nella collana “Biblioteca” de La Nuova Italia, rappresenta una guida utile ed esauriente a un problema centrale delle dottrine etiche moderne e contemporanee, sia per quanto riguarda la genesi della sua formulazione, sia per la distinzione fra le diverse impostazioni teoriche e la equilibrata discussione degli aspetti più problematici e controversi di queste ultime.

Ancora al ripensamento delle eredità del pensiero tedesco, e soprattutto di Leibniz, sono dedicati i lavori sui temi dell’ottimismo e della teodicea in Kant e in alcuni autori settecenteschi (apparsi nel 1994 e nel 1996), mentre altri saggi riprendono aspetti del confronto fra Fichte ed Hegel nel campo delle dottrine antropologiche e morali. Infine, il lavoro su Preti e le tradizioni etiche (2004) rileva l’importanza dell’interesse per l’etica in Preti a partire dagli anni Cinquanta, distinguendo la parte critica della sua opera (rivolta contro il naturalismo, lo psicologismo e il pragmatismo) da quella costruttiva, volta all’elaborazione di una nozione di valore contrapposta ai modelli dell’etica normativa.

La produzione scientifica dimostra la continuità e la coerenza nel lavoro del candidato, che ha saputo estendere e approfondire le direzioni della sua ricerca, a partire dagli interessi originari verso le funzioni e i compiti della “ragion pratica” nella concezione kantiana ai temi di carattere etico-religioso, da un lato, e politico-sociale, dall’altro, privilegiati dagli esponenti dell’idealismo tedesco.  Avvalendosi di uno stile espositivo molto chiaro, i lavori documentano un’impostazione solida e rigorosa, che permette il confronto preciso di linee teoriche e correnti di pensiero di lunga durata. La conoscenza approfondita dei testi e la padronanza degli strumenti interpretativi hanno dato luogo a risultati originali, relativamente a vari temi di storia della filosofia morale, tra i quali vanno ricordati soprattutto i legami del pensiero fichtiano con le tradizioni illuministiche, la natura dei rapporti fra morale e società in Fichte e in Hegel, i concetti e le correnti dell’etica contemporanea. 

 

           

Candidata   Maria Muccillo:

 

Giudizio del Prof. Franco Bianco:

 

La candidata ha svolto una intensa attività di curatrice di testi, con particolare riferimento ad inediti di Campanella. A tale lavoro ha accompagnato alcune pregevoli ricerche di filosofia rinascimentale, che si auspica possano essere proseguite ed ampliate, ma che già ora si segnalano per originalità d’impostazione ed accuratezza filologica della ricostruzione.

 

Giudizio del  Prof. andrea G. orsuccI:

 

Maria Muccillo, professore associato di Storia della storiografia filosofica all’Università La Sapienza di Roma, si è impegnata nello studio della filosofia del Rinascimento e affronta nei suoi lavori, da diversi punti di vista, aspetti centrali della filosofia rinascimentale: il rapporto tra Ficino e Patrizi; problemi legati alle trasformazioni del lessico filosofico; la presenza dell'ermetismo anche in epoca relativamente tarda; le 'biblioteche' e le letture dei filosofi.

Ampia e articolata è la raccolta di saggi Platonismo ermetismo e ‘prisca theologia’. Ricerche di storiografia filosofica rinascimentale, Firenze 1996; ben condotta l'edizione  di due testi di Campanella: De ceremonialibus Iesu Christo observatis, 1993 e De conservatione et gubernatione rerum, 2000. Nella sua indagine del 1996 si segnala, per l'equilibrio e l'erudizione,  l'interpretazione dell'opera dello Steuco, la dettagliata analisi delle Discussiones peripateticae e del modo in cui Patrizi discute della presentazione aristotelica del pensiero greco più antico.

Si tratta di una ricerca da segnalare anche per la puntualità del lavoro d'archivio e dell'indagine sui manoscritti.

Interessanti anche le linee direttrici degli altri lavori, sia per l'attenzione rivolta al trasformarsi del lessico dei filosofi, sia per l'interesse per una cultura apparentemente 'minore' ma in realtà sempre significativa anche per intendere nessi più generali.

La candidata mostra di saper lavorare, come risulta dalle sue pubblicazioni, con equilibrio e con rigore, giungendo a risultati che si segnalano per l'attenzione al dettaglio e per le competenze storico-filologiche.

 

Giudizio del  Prof. michele ciliberto:

 

Professore associato di Storia della storiografia filosofica all’Università La Sapienza di Roma, Maria Muccillo si è impegnata nello studio della filosofia del Rinascimento, con particolare attenzione, in primo luogo, a Francesco Patrizi e, poi, a Tommaso Campanella. Oltre a vari saggi, fra i suoi lavori dedicati a questi due autori si possono citare la raccolta Platonismo ermetismo e ‘prisca theologia’. Ricerche di storiografia filosofica rinascimentale, Firenze 1996  e la curatela di due testi di Campanella: De ceremonialibus Iesu Christo observatis, 1993 (corredato dalla traduzione di Romano Amerio) e De conservatione et gubernatione rerum, 2000.

Di particolare rilievo è anzitutto il primo volume, nel quale la candidata, svolgendo linee di ricerca risalenti alla sua tesi di laurea, si concentra sulle Discussiones peripateticae in una prospettiva di storia della storiografia filosofica, sottolineando l’importanza del tentativo di Patrizi volto  a presentare una interpretazione del pensiero presocratico alternativa a quella offerta da Aristotele. Oltre a temi di storia della storiografia filosofica, nella ricerca della Muccillo sono analizzate con attenzione e competenza questioni attinenti problemi di terminologia filosofica e la storia dell’ermetismo, studiata, quest’ultima, anche in alcuni momenti e figure in genere poco considerate come Rosselli, Giannini, Crispo da Gallipoli.

Ispirandosi a una solida concezione dell’indagine storico-filosofica imperniata in salde conoscenze filologiche ed erudite, nella sua ricerca la candidata mostra doti di studiosa acuta,  attenta, scrupolosa, evidenti nei suoi lavori meritevoli di considerazione.

 

Giudizio del  Prof. e. germana ernst:

 

Maria Muccillo è autrice di una monografia che, intitolata Platonismo, ermetismo, prisca teologia, affronta tematiche di notevole interesse e diffusione nel panorama del pensiero cinquecentesco. Già presente nella riflessione dei Padri della Chiesa e nei filosofi del tardo neo-platonismo, il tema della ‘prisca theologia’ acquista nuova importanza nel pensiero di Marsilio Ficino e di Giovanni Pico,  propugnatori, il primo, di una pia philosophia, nella quale convergono sapienza e religione, e, il secondo, di una concordia philosophica, volta a sottolineare la sostanziale unità del pensiero pur nella varietà delle sue manifestazioni. Entro questo orizzonte, la candidata approfondisce in particolare la dottrina di Agostino Steuco di una ‘concordantia’ filosofica dai toni e finalità dichiaratamente apologetici, in quanto accentua l’accordo delle diverse tradizioni filosofiche con gli aspetti fondamentali della religione cristiana. Il secondo pensatore preso in esame è Francesco Patrizi da Cherso, di cui si mettono in rilievo l’originale riproposta e rielaborazione di tematiche platoniche, filtrate dalla filosofia ficiniana, e l’aspra condanna della filosofia di Aristotele e dei suoi epigoni. Con la sua radicale critica di Aristotele, Patrizi intende recuperare e restituire valore alle filosofie presocratiche, e considera con interesse le dottrine ermetiche, pubblicando un corpus di testi ermetici più ampio e filologicamente più accurato di quello ficiniano. A punti nodali del pensiero di Patrizi sono dedicati saggi di notevole impegno, che affrontano la problematica del secolo d’oro; il ruolo della matematica e l’originalità della sua concezione di spazio, del tutto incompatibile con le categorie aristoteliche; un attento raffronto fra Patrizi e taluni temi ficiniani, dal concetto di spiritus a quello del furore poetico e profetico alla dottrina dell’amore, sottolineando le affinità ma anche scarti significativi. Si ricorda infine che M. Muccillo ha intrapreso la meritoria iniziativa di proseguire l’edizione degli ultimi libri inediti della Theologia di Campanella, affiancando il testo latino con una puntuale traduzione italiana e accompagnandolo con un sobrio apparato di note. Le ricerche di M. Muccillo risultano frutto  di un lavoro serio, impegnato, coerente, basato su un’attenta e scrupolosa documentazione, con una particolare attenzione per l’analisi dei testi e la loro collocazione nei contesti culturali considerati, e si auspica vivamente che i suoi studi su Patrizi mettano capo a una molto desiderata monografia complessiva.

 

Giudizio del  Prof.  Chiara Giuntini:

 

La produzione presentata da Maria Muccillo include un volume monografico su Platonismo, ermetismo e “prisca theologia(1996), due edizioni di testi di Tommaso Campanella De ceremonialibus Iesu Christo observatis.. Inediti theologicorum liber XX (testo critico e note), del 1993, e De conservatione et gubernatione rerum. Theologicorum liber VI (testo critico, traduzione e note) del 2000. Un’altra serie di saggi in riviste e raccolte riguarda ancora aspetti della filosofia di Patrizi, Ficino e Annibale Rosselli.

   Il volume del 1996 contiene tre saggi già apparsi separatamente, editi in una versione riveduta e aggiornata. Essi sono dedicati rispettivamente a La prisca theologia di Agostino Steuco, La filosofia antica secondo Patrizi e Plotino nel tardo Rinascimento. L’elemento unificante tra gli argomenti trattati è visto nella tradizione che sostiene il carattere unitario della speculazione filosofica, fin dalle origini più remote: si tratterebbe perciò di problemi comuni a un’intera epoca, che vengono però affrontati in modo differente da diversi autori. Steuco, ad esempio, è visto come l’esito estremo della tradizione platonica fiorentina e insieme come una fonte importante di documentazione sulla filosofia e sulla tragedia antica. Patrizi sfrutta la tesi della continuità della prisca sapientia per la sua polemica contro Aristotele e per costruire un quadro del pensiero greco particolarmente rappresentativo e influente. Infine le posizioni di alcuni interpreti di Plotino (Buratelli, Rosselli, Giannini) confermano la persistenza delle letture teologiche risalenti al primo Rinascimento. Gli altri saggi su Patrizi riguardano il confronto con Ficino (1986), la concezione del tempo e il mito dell’età dell’oro (1989), il manoscritto De humana philosophia (1990), la biblioteca di testi greci (1993), il problema del metodo e la visione della matematica (1993).

Una particolare attenzione è rivolta al rapporto fra innovazioni lessicali e sviluppi dottrinali, particolarmente nella ricostruzione del platonismo di Patrizi e della sua polemica contro la tradizione aristotelica, come risulta da uno dei saggi più recenti (Aspetti della terminologia filosofica nella “Nova de universis philosophia” di Francesco Patrizi, 2003), che segnala l’importanza attribuita dall’autore al rinnovamento della terminologia dell’aristotelismo, e l’introduzione di molti neologismi latini ispirati a categorie concettuali di origine neoplatonica.

Le edizioni e traduzioni dei testi di Campanella, inserite nel progetto di pubblicazione delle opere avviato da R. Amerio, sono contributi utili e interessanti alla conoscenza del pensiero teologico dell’autore e all’individuazione precisa delle sue fonti.

Puntuale e accurata nell’esposizione ed esauriente nei riferimenti bibliografici, la candidata affronta temi importanti della filosofia rinascimentale con competenza storica e filologica adeguata, anche se a volte la prospettiva appare limitata alla ricostruzione interna dei testi. Le sue ricerche hanno consentito di estendere e approfondire la conoscenza di Patrizi e di altri filosofi italiani del Cinquecento che hanno esercitato influssi rilevanti sulle interpretazioni successive del platonismo. L’interesse dei suoi contributi in questo campo di studi permette di valutare positivamente l’attività scientifica della candidata.

 

 

Candidato  Saverio Ricci

 

Giudizio del Prof. Franco Bianco:

 

Le pubblicazioni del candidato rivelano una conoscenza filologicamente approfondita della cultura filosofica italiana del Cinque e del Seicento. Particolare attenzione è dedicata al pensiero e alla fortuna di Giordano Bruno, sul quale il candidato ha pubblicato anche un’ampia monografia. In essa l’attenzione è rivolta più alla ricostruzione del vario e complesso ambiente culturale in cui la figura di Bruno si colloca che all’approfondimento delle prospettive teoriche aperte dalla riflessione del nolano.

 

Giudizio del  Prof. andrea G. orsucci:

 

Saverio Ricci, Professore associato nella Università della Tuscia, presenta indagini storiografiche intorno alla filosofia del Rinascimento, partendo dall'opera bruniana e muovendosi in prospettive diverse: la diffusione del pensiero di Giordano Bruno tra Seicento e Settecento; problemi legati alla  storia religiosa e politica cinquecentesca (la ricerca intorno a Giulio Antonio Santori); momenti dell'intreccio tra storia delle idee e storia delle istituzioni (gli studi sull'inizio dell’Accademia dei Lincei). Le indagini 'bruniane' di Ricci presentano risultati di notevole interesse, mostrando attitudine a muoversi con competenza tra ricostruzione di nessi ideali, attenzione alle vicende 'biografiche' e alla trama dei contatti e degli incontri che segnano l'orizzonte più complessivo di un'epoca, sempre importante anche per la stessa riflessione filosofica.

Ricci riesce a far vedere, con risultati largamente positivi (come risulta dal complesso delle sue ricerche), quanto sia problematico porre rigide separazioni tra l'interpretazione e la storia della 'fortuna' e della circolazione di un testo, tra 'momenti alti' del dibattito filosofico e la 'cronaca' erudita che restituisce la fisionomia stratificata di un'età nel suo complesso. Su questo piano riesce a muoversi nei suoi lavori con notevole competenza

 

Giudizio del  Prof. michele ciliberto:

 

Professore associato nella Università della Tuscia, Saverio Ricci si è interessato di storia della filosofia del Rinascimento con particolare riferimento a Giordano Bruno; di storia religiosa e politica del Cinquecento assumendo come punto di riferimento la complessa figura di Giulio Antonio Santoro; dell’Accademia dei Lincei nei suoi primi decenni di vita. Insieme a vari altri contributi , in questi diversi ambiti di ricerca si possono ricordare i volumi La fortuna del pensiero di Giordano Bruno (1600-1750), Firenze 1990; Giordano Bruno nell’Europa del Cinquecento, Roma 2000; Il sommo Inquisitore. Giulio Antonio Santori tra autobiografia e storia, Roma 2002; “Una filosofica milizia”. Tre studi sull’Accademia dei Lincei, 1994; Nicola Antonio Stigliola enciclopedista e Linceo, Roma 1996.

Nei suoi lavori su Bruno, Ricci ha offerto contributi significativi, ricostruendo con attenzione momenti importanti del suo pensiero e della sua esperienza umana e politica, comprese le diverse  fasi del processo romano, su cui ha scritto pagine di particolare acume. Movendo da questo tipo di problemi ha illustrato, con efficacia, il ruolo di una personalità importante come quella di Santori. Infine, per quanto concerne l’Accademia dei Lincei, ha contribuito a delinearne importanza e ruolo - a prescindere dalla figura e dall’opera di Galileo -, nel  quadro della storia delle accademie scientifiche del Seicento.

Studioso attento, di larghe competenze, informato, Ricci nella sua indagine si è concentrato su problemi al confine tra storia civile, religiosa, filosofica, nell’ambito di una storia della cultura attenta a vedere la dimensione e gli effetti “politici” e “civili” delle varie posizioni, colte – e ricostruite - nella varietà e nella ricchezza della loro fortuna e della loro funzione storica, piuttosto che nel loro aspetto specificamente teorico. Già evidente nei diversi studi su Bruno - attenti  a cogliere, con acutezza, gli aspetti “pratici”  della “nova filosofia” e della sua fortuna -, è una direttiva di ricerca manifestatasi in maniera compiuta negli studi più recenti del candidato, specialmente nella importante monografia di Santori, che getta luce su una delle più significative personalità della Chiesa del secondo Cinquecento.

 

 

Giudizio del  Prof. e. germana ernst:

 

L’attività di ricerca  di Saverio Ricci si organizza attorno a diversi nuclei. Di grande rilievo risulta l’attenzione per la fortuna e la ricezione del pensiero bruniano in diversi ambiti culturali; tematiche affrontate con ampiezza e penetrazione nel volume, La fortuna del pensiero di G. Bruno . 1600-1750, che presenta le immagini del filosofo e i dibattiti sul suo pensiero soprattutto in Francia e in Inghilterra, evidenziando l’eccezionalità della lettura di Toland, grazie al quale Bruno entra nelle biblioteche dei dotti europei. Saggi successivi vengono a estendere il sondaggio a diversi periodi storici e ambienti culturali. Gli interessi per Bruno si traducono in un’ampia biografia intellettuale, che utilizza, coordina e rielabora la documentazione sul filosofo, seguendo le varie tappe del suo percorso, dalla giovinezza all’itinerario europeo alla tragica fine. Alcuni saggi  sono poi dedicati a mettere a fuoco motivi specifici del pensiero bruniano, quali l’opzione per il volgare nei Dialoghi pubblicati in Inghilterra; il problema della religione civile e il rapporto con Machiavelli; la condanna dell’asinità del filone giudaico-cristiano. Altri contributi indagano figure e tematiche connesse con l’Accademia dei Lincei, quali il dibattito astronomico in occasione della comparsa della stella nuova del 1604; l’interesse per motivi alchemici e la nuova medicina di Paracelso; il rapporto fra scienza e vita civile e l’aspirazione a una riforma della società, basata sulla pacifica convivenza, la solidarietà e lo spirito filantropico, motivi che ricordano l’associazione segreta dei Rosacroce; uno studio specifico è dedicato alla figura del matematico e scienziato pitagorico Nicola Antonio Stigliola. La più recente fatica di Ricci è un’ampia monografia che ricostruisce, utilizzando anche  mss inediti degli Archivi Vaticani e dell’ex Sant’Uffizio, la vita e l’operato del cardinale Giulio Antonio Santori, che giocò un ruolo centrale nell’attività inquisitoriale della seconda metà del ‘500 e fu tra i protagonisti di intricate e drammatiche  vicende, dalla questione francese alla condanna all’Indice di letterati e filosofi  (Bodin, Telesio, Pucci, Campanella) al rogo bruniano.

Le ricerche condotte da Ricci, coerenti e mature, si basano su una solida e ricca documentazione, talora inedita; esposte in un linguaggio scorrevole e spigliato, spesso brillante, offrono un contributo indubbiamente di notevole valore e originalità agli studi sugli autori e i contesti culturali presi in considerazione.

 

Giudizio del  Prof.  Chiara Giuntini:

 

Nella produzione scientifica presentata da Saverio Ricci per la valutazione comparativa si segnalano anzitutto i due volumi dedicati all’attività e alla fortuna di Bruno (La fortuna del pensiero di Bruno, 1600-1750, 1990 e Bruno nell’Europa del Cinquecento, 2000), che hanno offerto contributi preziosi alla conoscenza delle molte vie di diffusione delle opere e delle interpretazioni del Nolano fino al Settecento.  Ad altri aspetti della vita intellettuale tra Cinquecento e Seicento sono dedicati i tre saggi raccolti nel volume ‘Una filosofica milizia’ (1994), che indagano sull’attività scientifica e culturale di Federico Cesi e dell’Accademia dei Lincei, come pure il saggio dedicato a Nicola Antonio Stigliola enciclopedista e Linceo (1996).

Negli ultimi anni il candidato ha dedicato altri saggi brevi a “Fede” e “dissimulazione”: Bruno lettore di Machiavelli nella crisi delle guerre di religione (2000); alle Immagini di Bruno nella filosofia e nella scienza europea tra Settecento e Ottocento (2002); a Lo ‘Spaccio’ della cabala: Bruno e il giudeocristianesimo (2003); e infine a Giordano Bruno filosofo in volgare (2003). Ha pubblicato inoltre nel 2002 un volume dal titolo Il sommo inquisitore. Giulio Antonio Santori tra autobiografia e storia. Si tratta di una biografia ampia e ben documentata, che utilizza molte fonti inedite e fino a tempi recenti inaccessibili sia per ricostruire una singolare vicenda personale e intellettuale, sia per collocare lo sviluppo dell’attività di repressione dell’eresia promosso da Santori nel più vasto quadro della politica ecclesiastica romana.                       

Infine si è occupato del problema della diffusione della cultura italiana negli altri paesi, con un ampio saggio dal titolo La ricezione della cultura italiana all’estero: il ruolo degli intellettuali, fra ricerca dell’identità nazionale e confronto internazionale (nel volume di Atti del convegno di Roma su L’Italia fuori d’Italia, pubblicati nel 2002)..

I lavori presentati dal candidato per la valutazione comparativa dimostrano una conoscenza vasta a approfondita delle fonti e degli strumenti bibliografici relativi alla storia delle idee dal Rinascimento all’età moderna. Le ricerche svolte rivelano notevoli capacità di analisi dettagliata e di brillante esposizione sia delle biografie intellettuali degli autori considerati, sia delle vicende legate alla circolazione e alle utilizzazioni di opere e dottrine filosofiche nell’ambito della cultura europea. Su questa linea il candidato individua alcuni canali importanti per la trasmissione delle eredità del pensiero rinascimentale, in particolare quelle legate all’insegnamento filosofico, politico e religioso di Bruno. Il merito principale degli studi del candidato sta proprio in questo tipo di indagine, sorretta da una solida competenza storico-filologica, più che nell’analisi di testi specifici e nell’approfondimento di problematiche di carattere teorico. La continuità del lavoro, l’impegno nella ricostruzione di percorsi culturali molto complessi e i risultati innovativi attestati dalla sua ricca produzione scientifica meritano un giudizio ampiamente positivo.

 

Candidata Nicoletta Tirinnanzi

 

Giudizio del Prof. Franco Bianco:

 

Nella produzione della candidata , accanto alla cura e all’edizione in lingua italiana di alcuni testi di Giordano Bruno, spiccano l’edizione critica di due scritti dello stesso autore e due monografie; l’una sul tema dell’immaginazione nella filosofia rinascimentale, l’altra sul problema dell’edizione delle opere bruniane in volgare. Quest’ultima monografia risulta scritta in collaborazione con il prof. Ciliberto, ma le parti che sono opera della candidata risultano chiaramente distinte ed indicate. Nel complesso,  i risultati conseguiti dalla candidata sia nell’edizione critica che nelle due monografie appaiono meritevoli di attenzione per l’originalità delle prospettive di ricerca, il rigore del metodo e la validità dei risultati raggiunti

 

Giudizio del  Prof. andrea G. orsucci:

 

Nicoletta  Tirinnanzi , ricercatrice presso l’Università di Chieti, presenta ricerche che affrontano tematiche centrali nello svolgimento del pensiero rinascimentale tra Marsilio Ficino e Giordano Bruno.

Molto rilevanti, per i risultati raggiunti, per il metodo della ricerca e anche per la padronanza della letteratura critica e delle discussioni più recenti,  il volume Umbra naturae. L’immaginazione da Ficino a Bruno (Roma 2000). Questa ricerca riesce a dar conto sia delle 'ambiguità' della nozione di 'fantasia' in Ficino, sia del modo in cui Bruno riprende e trasforma profondamente tematiche ficiniane. I risultati dell'analisi, sempre aderente ai testi e condotta con grande erudizione, restituiscono, con contributi originali, la complessità di un itinerario ben più variegato di quanto solitamente si creda.

Accanto alle ricerche monografiche (assai significative anche le pagine raccolte nel Dialogo recitato. Per una nuova edizione del Bruno volgare, Firenze 2002), occorre mettere in rilievo anche le pubblicazioni critiche di testi bruniani, distinte da un articolato e ampio commento storico-interpretativo, notevole per l'accuratezza, il rigore e l'indubbia erudizione con cui è stato portato a termine. Particolarmente rilevante l'edizione del De magia mathematica, per la prima volta in versione integrale; anche un altro testo bruniano, la Lampas triginta statuarum, acquista adesso profondità e spessore, grazie alla ricostruzione delle fonti e della 'trama sommersa' dei riferimenti impliciti proposta da Nicoletta Tirinnanzi nel suo commento e nelle note (Opere magiche, a cura di S.Bassi, N.Tirinnanzi, E. Scapparone). Sono condotte con grande perizia, mostrando piena padronanza della 'biblioteca' e delle letture del Bruno, anche le note ai suoi 'dialoghi italiani'.

La candidata ­- in conclusione - riesce a collegare agevolmente, con maturità e con consapevolezza critica, analisi concettuale, storia della 'fortuna' tra Quattrocento e Cinquecento di aspetti rilevanti del pensiero classico e della Patristica, ricostruzione del retroterra e del 'tessuto connettivo' di importanti opere rinascimentali.

 

Giudizio del  Prof. michele ciliberto:

 

Ricercatrice presso l’Università di Chieti, Nicoletta  Tirinnanzi si è occupata in modo specifico di storia della filosofia italiana del Rinascimento, con particolare riferimento alla figura e all’opera di Marsilio Ficino e, soprattutto, di Giordano Bruno.

In questo ambito di studio, oltre  a vari saggi, si segnalano il volume Umbra naturae. L’immaginazione da Ficino a Bruno, Roma 2000, nel quale viene data una rigorosa ricostruzione di un tema centrale della filosofia rinascimentale, e le pagine scritte nel Dialogo recitato. Per una nuova edizione del Bruno volgare, Firenze 2002 (pp. 51-61,103-129).

Accanto a questi contributi di carattere monografico, nella produzione della candidata  spiccano i contributi di carattere ecdotico, arricchiti da un ampio e imponente lavoro di commento storico -filosofico. A questo proposito vanno segnalate le edizioni di due testi di Bruno: il De magia mahtematica, del quale la Tirinnnazi ha offerto per la prima volta il testo integrale e, soprattutto, la Lampas triginta statuarum, testo centrale nell’attività filosofica di Bruno, che la Tirinnanzi presenta in un nuovo testo critico basato sul codice Norov di Mosca,   corredandolo, oltre che di una buona traduzione, di un ampio commento (Opere magiche, a cura di S.Bassi, N.Tirinnanzi, E. Scapparone, Milano 2000, 2003, pp.3-159, 927-1590). Di notevole interesse è anche il commento della candidata a tutti i dialoghi italiani di Bruno, importante soprattutto per le note ai testi dei dialoghi morali, Spaccio de la bestia trionfante, Cabala del Cavallo Pegaseo, Eroici Furori (Dialoghi filosofici italiani, Milano 2000, pp. 961-1454).

Sviluppando una ricerca nella quale si intrecciano in modo positivo temi di ordine teorico e competenze filologiche ed erudite, Nicoletta Tirinnanzi ha offerto nei suoi lavori contributi di notevole originalità  per la comprensione sia della filosofia di Bruno sia di aspetti fondamentali del pensiero del Rinascimento.

 

Giudizio del  Prof. e. germana ernst:

 

L’attività di ricerca di Nicoletta Tirinnanzi si concentra sulla figura di Giordano Bruno articolandosi a due diversi livelli, che risultano collegati fra loro. Da un lato uno studio spiccatamente filologico, che si indirizza alla messa a punto di significativi testi del filosofo, alla redazione di Note filologiche, volte a mettere a punto problemi riguardanti la composizione e i contenuti  specifici dei testi affrontati,  e alla stesura di ampie note storiche, illustrative e di commento. Di particolare utilità e puntualità risultano la traduzione italiane di non facili testi latini, quali il De umbris idearum, il Cantus Circaeus, il Sigillus sigillorum.  A tale attività se ne affianca una più spiccatamente interpretativa, che intende mettere a fuoco tematiche che giocano un ruolo di spicco nella filosofia bruniana. Di particolare interesse risulta il richiamo all’importanza che riveste nel pensiero di Bruno il Cantico dei Cantici e  l’esegesi patristica, in particolare quella di Origene, di tale testo biblico. Un versetto in particolare, quello che riguarda la sessio della sposa all’ombra della verità divina, risulta cruciale per mettere a fuoco lo spessore e la ricchezza del motivo dell’umbra nella filosofia bruniana. Tematiche che vengono trattate con ampiezza e penetrazione nell’Introduzione premessa all’edizione degli Eroici furori. Oltre ad articoli ed introduzioni, Tirinnanzi presenta una densa monografia, intitolata Umbra naturae. L’immaginazione da Ficino a Bruno. Nella prima parte l’autrice affronta concetti fondamentali come quelli di phantasia e imaginatio nel pensiero di Ficino, analizzando con finezza opportuni contesti della Theologia platonica, di commenti ai dialoghi quali il Convivio e il Sofista, di opuscoli minori,  per evidenziarne le ambivalenze. Nella seconda parte del volume viene messa in rilievo la potente originalità con cui Bruno, nell’ambito dell’infinità della natura, rielabora i materiali che gli derivano dalla tradizione platonica e neoplatonica, in modo che il nesso fra phantasia e umbra viene ad acquistare una nuova e più profonda dimensione filosofica.

Le ricerche di N. Tirannnanzi si segnalano per puntualità filologica, ottima conoscenza delle tradizioni e dei contesti in cui si collocano e a cui rinviano  i testi bruniani, finezza interpretativa che consente una rilettura innovativa di aspetti cruciali della Nolana filosofia 

 

Giudizio del  Prof.  Chiara Giuntini:

 

     Le pubblicazioni presentate da Nicoletta Tirinnanzi comprendono un volume monografico e vari contributi alle edizioni critiche di opere di Bruno: traduzione e note di Le ombre delle idee (1997); note ai testi in Dialoghi italiani (Mondadori 2000); cura e introduzione di Lampada delle trenta statue, in Opere magiche (Adelphi 2002); traduzione, introduzione e commento parziale al vol. I di Opere mnemotecniche (Adelphi 2004). Inoltre si segnalano una serie di saggi dedicati ad aspetti particolari del pensiero e dell’opera di Bruno, e due capitoli in un volume prodotto in collaborazione con M. Ciliberto, Il dialogo recitato. Per un’edizione critica di  Bruno in volgare, 2002.

Le produzioni alle quali ha dato luogo l’attività della candidata dimostrano la sua preparazione specialistica nel campo filologico ed ecdotico oltre che storico-filosofico. Tali competenze risultano particolarmente fruttuose nei lavori di edizione, traduzione e commento di testi complessi nella scrittura e nella composizione come quelli di Bruno. A problemi metodologici di questo genere fanno riferimento anche i due capitoli scritti dalla candidata nel volume Il dialogo recitato. Ma il ricorso a tali strumenti vale anche a sostenere l’interpretazione di problemi centrali come quello dell’immaginazione, tema ricorrente nel percorso intellettuale di Bruno. In questa prospettiva si colloca il lavoro più ampio di carattere monografico, un volume dal titolo Umbra naturae. L’immaginazione da Ficino a Bruno (Roma 2000), che ricostruisce, a partire dalle fonti tardoantiche e medievali, l’elaborazione del concetto di “umbra” nella cultura filosofica rinascimentale, esaminando il passaggio dalla concezione di Ficino a quella di Bruno. Proprio la riformulazione di tale concetto sostiene la tesi bruniana relativa alla centralità del ruolo dell’immaginazione nell’ambito della conoscenza naturale e divina.

Il concetto di umbra è anche il filo principale che collega vari studi e imprese editoriali della candidata, come il lavoro dedicato a Il Cantico dei cantici nel De umbris idearum (1997). Alcuni saggi, infine, applicano le stesse metodologie di ricerca ad altri testi e aspetti del pensiero di Bruno, discutendo soprattutto sul significato della magia bruniana in rapporto alle concezioni tradizionali: I “Libri physicorum Aristotelis” e la riflessione magica di Bruno; introduzione alla Lampada delle trenta statue, in Opere magiche (2002).

La produzione della candidata, caratterizzata da una continuità ininterrotta nel lavoro sul suo oggetto di ricerca, comprende vari contributi di notevole rilievo al vasto panorama recente di studi e di edizioni critiche dedicati a Bruno e ai suoi rapporti con le tradizioni filosofiche antiche e rinascimentali. Oltre alla capacità di analisi dei testi va sottolineata la scelta originale dei temi e la capacità di approfondimento storiografico, che rivela una spiccata sensibilità per i rapporti fra moduli lessicali, elementi simbolici e strutture concettuali che caratterizzano la cultura cinquecentesca. La maturità interpretativa che si manifesta nelle ricerche della candidata ha dato luogo a risultati originali che si segnalano tra i più qualificati degli ultimi decenni, sia per quanto riguarda lo sviluppo del pensiero di Bruno, sia per la definizione dei nessi concettuali più importanti che collegano gli aspetti della sua opera.

 

Candidato Claudio Tuozzolo

 

Giudizio del Prof. Franco Bianco:

 

Dopo un volume di saggi su “Schelling e il problema del cominciamento”, il candidato ha offerto importanti contributi critici in merito all’ermeneutica gadameriana, all’interpretazione di Hegel nella filosofia italiana tra Ottocento e Novecento e al pensiero di Emil Lask. In quest’ultima opera è posta in luce la problematica logica della storia, anche in riferimento alla contemporanea riflessione della filosofia crociana. Nel suo insieme la produzione del candidato si segnala  per l’originalità dei temi indagati, la validità dei risultati raggiunti e il rigore metodico dimostrati.

 

Giudizio del  Prof. andrea G. orsucci:

 

Claudio Tuozzolo, professore associato presso l’Università di Chieti, mostra nei suoi lavori uno spettro ampio e variegato di interessi e di tematiche affrontate: l'idealismo tedesco e la filosofia di Schelling, l'evoluzione dell’ermeneutica filosofica contemporanea; aspetti importanti del pensiero tedesco del primo Novecento; gli scambi tra tradizioni filosofiche in Italia e in Germania. Dai testi proposti (da segnalare in primo luogo Schelling e il “cominciamento” hegeliano, Napoli 1995; H.-G. Gadamer e l’interpretazione come accadere dell’essere, Milano 1996; Dialettica e norma razionale. Bertrando Spaventa interprete di Hegel, Milano 1999; Emil Lask e la logica della storia, 2004) risulta un percorso di ricerca coerente e lineare, in cui emergono momenti di notevole originalità.

Assai rilevante il contributosu Gadamer, da cui emerge la complessità di un pensatore che si confronta con la filosofia ottocentesca (l'idealismo, le 'scienze dello spirito' nell'età del positivismo, Dilthey) ripensandola attraverso la lezione heideggeriana e di Schelling.

Notevole il volume su Lask, che chiarisce, in termini originali, aspetti assai importanti della 'riscoperta' di Fichte e di Hegel a partire dalla fine dell'Ottocento, della discussione intorno ai 'valori' (tra neokantismo e filosofie della vita), del nuovo modo di intendere la 'logica della storia' nel primo Novecento.

Sia in questo lavoro (a proposito di Croce), sia nel volume del 1999 su Spaventa, è da mettere in rilievo l'interesse agli intrecci tra tradizioni filosofiche diverse.Degna di venir menzionata particolarmente, nella monografia del 1995, la parte conclusiva e l'interpretazione dell'opera di Trendelenburg.

L'insieme dei lavori presentati mostra grande capacità analitica e attenzione alla prospettiva storica, autonomia di giudizio e significativa ampiezza di interessi scientifici.

 

Giudizio del  Prof. michele ciliberto:

 

Professore associato presso l’Università di Chieti, Claudio Tuozzolo si è interessato della filosofia di Schelling; dell’ermeneutica filosofica contemporanea; dei rapporti tra idealismo tedesco e idealismo italiano; del pensiero tedesco del primo Novecento. In questi ambiti di studio, insieme a vari saggi, si possono citare Schelling e il “cominciamento” hegeliano, Napoli 1995; H.-G. Gadamer e l’interpretazione come accadere dell’essere, Milano 1996; Dialettica e norma razionale. Bertrando Spaventa interprete di Hegel, Milano 1999; Emil Lask e la logica della storia, 2004.

In questo ambito di studi particolare interesse rivestono la monografia su Gadamer, tesa a illuminare l’originalità di una posizione filosofica che assume il compito di salvaguardare l’eredità scientifico-metafisica dell’Occidente tenendo ferma la lezione di Heidegger e di Schelling; il lavoro su Spaventa che si propone di mostrare con quale intensità quest’ultimo si sia posto il problema del rapporto tra l’ineffabile e la scienza, senza però dare spazio all’indeterminato; il volume su Lask, che è forse il frutto più maturo della ricerca del candidato, nel quale è messa a fuoco una delle personalità più importanti - e meno considerate - della filosofia tedesca del primo Novecento, assumendo come punto di vista la questione della “logica della storia”.

Nel complesso delle sue indagini il candidato rivela accuratezza di informazione, precisione di giudizio, capacità di trattare in chiave storico- filosofica con originalità temi importanti.

 

Giudizio del  Prof. e. germana ernst:

 

Le ricerche di Claudio Tuozzolo riguardano in particolare problematiche inerenti al dibattito sull’idealismo tedesco e l’età post-hegeliana. Entro tale orizzonte si collocano i volumi su Schelling e il cominciamento  hegeliano e Dialettica e norma razionale, lavoro che espone con ampiezza e competenza la discussione critica da parte di Bertrando Spaventa di importanti aspetti del sistema hegeliano, a partire dalle prime fondamentali categorie della logica. Tale critica è messa in rapporto con il dibattito sulla filosofia hegeliana che ebbe luogo in Germania da parte di autori quali A. Trendelenburg, K. Weber, K. Fischer. Altri nuclei delle ricerche del candidato riguardano gli aspetti più significativi dell’ermeneutica di Gadamer, riconsiderati con grande equilibrio, prendendo le distanze sia da critiche pregiudizievoli che da adesioni acritiche, e la filosofia della storia di Lask. Nei suoi lavori il candidato sviluppa una linea di ricerca e di interpretazione coerente, e mostrando una sicura competenza degli autori e delle tematiche affrontate, offre contributi rilevanti e originali.

 

Giudizio del  Prof.  Chiara Giuntini:

 

I lavori presentati da Claudio Tuozzolo per la valutazione comparativa sono costituiti da quattro volumi, dedicati a Schelling, Spaventa, Lask e Gadamer, più alcuni saggi in riviste e raccolte di studi.

Il volume su Schelling e il cominciamento hegeliano (1995) è dedicato alle discussioni su un concetto centrale della filosofia idealistica e mette a confronto la lettura di Schelling con le interpretazioni della dialettica di Hegel proposte da autori come Werder, Fischer, Spaventa e Trendelenburg, sottolineando in particolare la ripresa di molte tesi schellinghiane nelle critiche rivolte a Hegel da posizioni teistiche. Alle interpretazioni della logica hegeliana e agli esiti del tentativo di “riforma” della dialettica compiuto da Spaventa è dedicato anche il libro del 1999, Dialettica e norma razionale. Bertrando Spaventa interprete di Hegel.

Collegato alla linea delle ricerche precedenti, ma rivolto all’esplorazione di altri esiti particolari del pensiero idealistico, il recente volume dedicato a Emil Lask e la logica della storia (2004), che ricostruisce la riflessione del giovane Lask sui modelli di filosofia della storia di matrice kantiana (in particolare quello di Rickert) da una parte, e hegeliana dall’altro: riflessione ispirata dal tentativo di elaborare una sintesi capace di conciliare l’attenzione per l’individualità concreta con l’affermazione dell’universalità dei valori. Dal confronto fra tali modelli, tuttavia, il candidato vede nascere le premesse per il processo di “assolutizzazione del relativo” che sarebbe stato portato a compimento dall’ermeneutica contemporanea. Si giustifica in questo senso anche la continuità fra gli studi sulla filosofia della storia fra Otto e Novecento, e le ricerche dedicate agli sviluppi della discussione heideggeriana sui fondamenti dell’ontologia. Queste ultime si sono concretizzate nel volume su Gadamer e l’interpretazione come accadere dell’essere (1996), che affronta il problema del significato e delle conseguenze della svolta ermeneutica di Gadamer, documentata dalla pubblicazione definitiva dei suoi scritti. Tra i saggi brevi sono da ricordare gli articoli su Christian Wolff (2003) e su Husserl (1997), che affrontano da altre angolature il problema dello sviluppo delle tradizioni metafisiche ed epistemologiche nel pensiero tedesco moderno e contemporaneo.

Il candidato unisce alla lettura accurata degli autori un forte impegno nella valutazione critica delle diverse posizioni filosofiche, privilegiando il confronto diretto fra i testi rispetto alla ricostruzione dei relativi sfondi storico-culturali. Il lavoro è animato da un’evidente tensione teoretica, che si manifesta sia nella scelta degli oggetti d’indagine, sia nella discussione dei loro rapporti e intrecci problematici. Tale prospettiva permette di individuare con precisione linee di derivazione, di contrasto e di convergenza fra tradizioni filosofiche, nei cammini intricati del pensiero tedesco dal Settecento all’età contemporanea. La padronanza degli strumenti metodologici, la coerenza e l’articolazione del percorso di ricerca, l’originalità delle proposte interpretative del candidato dimostrano la sua maturità di studioso e  l’alto livello della sua attività scientifica nel campo della storia della filosofia.

 

 

 

La Commissione quindi procede alla formulazione dei giudizi collegiali. Per ciascun candidato si perviene alla formulazione di un giudizio collegiale sintetico e conclusivo, che si riporta di seguito.

 

 

 

 

GIUDIZI  COLLEGIALI

 

 

Candidato Luca Fonnesu:

Laureato in Filosofia a Firenze, ricercatore a Pisa dal 1995 al 2000, è professore associato di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Pavia dal 2000. Membro di importanti istituzioni scientifiche nazionali e internazionali, ha partecipato in veste di relatore a numerosi convegni e contribuito all’organizzazione di incontri e seminari in varie città italiane e straniere.

Ha svolto con impegno e continuità la propria attività didattica.

I lavori del candidato documentano con chiarezza una impostazione solida e rigorosa che permette un ampio confronto di diverse linee teoriche e correnti di pensiero. Nella sua produzione si segnalano risultati degni di grande attenzione relativamente a molteplici temi di storiografia filosofica e di filosofia morale.

 

Candidata Maria Muccillo:

Laureata all’Università La Sapienza di Roma, ricercatrice confermata dal 1980 al 1998, la candidata è professore associato di Storia della storiografia filosofica nella stessa Università, a partire dal 1998. Ha usufruito di varie borse di studio in Italia e all’estero, tra il 1976 e il 1988, ha collaborato con l’Istituto dell’Enciclopedia italiana e con il Dizionario biografico degli italiani e ha partecipato a numerosi convegni e seminari di studi.

Ha svolto con impegno e continuità la propria attività didattica.

Le ricerche di Maria Muccillo sono il frutto di un lavoro serio e costante, fondato su una puntuale documentazione, con particolare attenzione all’analisi dei testi e al loro contesto. Esse hanno consentito di estendere e approfondire la conoscenza di Patrizi e di altri importanti momenti del Cinquecento filosofico italiano.

 

Candidato Saverio Ricci:

Il candidato, laureato presso l’Università di Pisa, ha svolto attività didattica in qualità di professore a contratto dal 1993 al 1997 e nel 2000/2001, e come professore associato di Storia della filosofia presso l’università della Tuscia, dal novembre del 2001. Ha collaborato con varie istituzioni culturali, in particolare con l’Istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli, ed è stato membro di vari comitati editoriali e associazioni di studiosi italiani e stranieri. Ha tenuto seminari e conferenze presso istituzioni universitarie e accademie europee e ha partecipato a numerosi convegni e incontri internazionali.

Ha svolto con impegno e continuità la propria attività didattica.

Le ricerche del candidato rivelano buone capacità di analisi e vivacità di interessi. Esse sono sorrette da notevoli competenze, anche di carattere archivistico, e giungono a risultati importanti, particolarmente nell’ambito della storia della cultura e delle vicende politico-religiose tra Cinquecento e Seicento.  

 

Candidata Nicoletta Tirinnanzi:

Laureata a Firenze, dopo aver ottenuto varie borse di ricerca post-dottorato (a Napoli, Pisa e Firenze) è dal 2002 ricercatrice presso l’Università di Chieti. Ha presentato relazioni a vari convegni di studi e ha collaborato a iniziative culturali di rilievo internazionale.

Ha svolto con impegno e continuità la propria attività didattica.

Intrecciando temi di ordine teorico e competenze filologiche ed erudite, offre contributi di notevole originalità al vasto panorama recente di studi e di edizioni critiche dedicate a Bruno e ai suoi rapporti con le tradizioni filosofiche antiche e rinascimentali. Può essere pertanto presa in considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Candidato Claudio Tuozzolo:

Laureato in Filosofia presso l’Università ‘La Sapienza di Roma, il candidato è professore associato presso l’Università di Chieti dal settembre 2001.

Ha svolto con impegno e continuità la propria attività didattica.

Le ricerche del candidato sono animate da una vivace tensione teoretica che si risolve in ricostruzioni storico-filosofiche di notevole originalità. Per i risultati raggiunti e per il rigore metodico, può essere pertanto preso in considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

        La seduta è tolta  alle ore _19.00_________ e si riconvoca per il giorno 14/1/2005  alle ore __09.00________.

 

        Letto, approvato e sottoscritto seduta stante.

 

 

Prof. Franco Bianco -  Presidente

Prof. Andrea G. Orsucci -  Segretario

Prof. Michele Ciliberto -  Membro designato

Prof. E. Germana Ernst -  Membro eletto

Prof. Chiara Giuntini -  Membro eletto