UNIVERSITA’ DEGLI STUDI "G. D’ANNUNZIO" – CHIETI - PESCARA
PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA A UN POSTO DI PROFESSORE UNIVERSITARIO DI
RUOLO DI SECONDA FASCIA, AVVISO
PUBBLICATO SU G.U. N. 27
DEL 4/04/03 – IV SERIE SPECIALE
- FACOLTA' DI SCIENZE SOCIALI DELL'UNIVERSITA'
DEGLI STUDI “G. D’ANNUNZIO” DI CHIETI-PESCARA
PER IL SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE M-STO/04 STORIA CONTEMPORANEA
La Commissione, costituita per il concorso di cui in
premessa con D.R. n. 856 del 14/ 07/
2003 e pubblicata su G.U. n. 57
del 22/ 07/ 03 e composta dai seguenti
professori:
Prof. SIMONA COLARIZI, UNIVERSITA’ DI ROMA “LA
SAPIENZA” - Presidente
Prof. ALCEO RIOSA, UNIVERSITA’ DI MILANO - Commissario
Prof. ANGELO VARNI, UNIVERSITA’ DI BOLOGNA - Commissario
Prof. PASQUALE AMATO, UNIVERSITA’ DI MESSINA - Commissario
Prof. LEOPOLDO ORTU, UNIVERSITA’ DI CAGLIARI - Segretario
si è riunita presso la sede del Rettorato dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara il giorno 22 Ottobre 2003 alle ore 10,15 .
La Commissione, sulla base
dei criteri già deliberati nel verbale preliminare, esprime su ognuno dei
candidati i seguenti giudizi individuali:
Candidato Dott.
Giovanni Cerchia
Profilo curriculare:
Giudizio del commissario prof. Simona Colarizi:
Dottore di ricerca dal 1997, il candidato ha svolto
fin dagli inizi degli anni Novanta, come cultore della materia, attività di
supporto didattico alla cattedra di storia contemporanea prima presso la
Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Napoli "Federico II",
poi presso le Facoltà di Sociologia e di Scienze della Comunicazione
dell'Università di Roma "La Sapienza". I suo interessi scientifici
sono prevalentemente orientati alla storia politica del Novecento italiano, con
particolare attenzione al ruolo delle opposizioni nel periodo fascista, ma con
alcuni spunti di ricerca che toccano gli anni della Repubblica, a indicare il
nuovo terreno di studi sul quale intende misurarsi per completare il suo lavoro
su “Giorgio Amendola. Un comunista
nazionale”. I due volumi della
biografia “190/-1929: gli anni della
formazione” e “1929-1945:
l’antifascismo e la guerra partigiana” sono il frutto di un minuzioso e
intelligente lavoro di scavo negli archivi del Pci e all'archivio centrale
dello Stato attraverso il quale Cerchia ha ricostruito nel dettaglio non solo
le fasi della maturazione politica e poi dell’impegno attivo di Amendola, ma
l’intero contesto politico della crisi dello Stato liberale, dell’avvento al
potere del fascismo, degli anni della dittatura e poi della guerra. Originale è
il taglio di questa opera biografica che tende a mettere in luce le
caratteristiche “nazionali” di questo protagonista della vita politica
italiana, nato ed educato in ambiente liberale e passato nelle file del partito
comunista fino a diventarne uno dei più autorevoli dirigenti. La compiutezza
dell’analisi, malgrado la vastità del campo di indagine, ampio anche da un
punto di vista cronologico, delineano un profilo di ricercatore maturo, sicuro
nelle scelte interpretative e padrone della ricca bibliografia su questi temi.
Giudizio del commissario prof. Angelo Varni:
Dottore di ricerca dal 1997, il candidato ha svolto
una costante attività di approfondimento scientifico dei temi oggetto della sua
attenzione storiografica. La sua
produzione scientifica testimonia una costante attenzione alle ragioni
politiche e culturali poste alla base dei movimenti partitici operanti in
alcune delle fasi cruciali della storia del nostro paese. Così è per il primo
interessante saggio, "I nuovi giovani (1968-1977)", 1999, dedicato al
configurarsi di un nuovo soggetto politico giovanile tra gli anni '60 e '70 del
900, colto nel difficile e contraddittorio rapporto con la sinistra comunista
tradizionale, incapace di leggerne la reale dimensione di autonoma rottura nei
confronti degli abituali legami rappresentativi del passato. Analoga cura al
dibattito politico si palesa anche nei saggi successivi quando prevale una
prospettiva di analisi affidata alla biografia, intravista nella sua dimensione
di chiave di lettura ravvicinata per seguire il formarsi, passo dopo passo,
delle scelte di fondo di personalità destinate a segnare la storia dei partiti
di appartenenza. Da qui il significato dei due volumi dedicati alla formazione
politica ed umana di Giorgio Amendola, in quel suo uscire dalla dinamica
borghese-liberale della famiglia per approdare ad un internazionalismo mai
dimentico dei valori per i quali il padre aveva sacrificato la vita.
("Giorgio Amendola. Un comunista nazionale 1907-1929", 1998 e
"1930-1945: l'antifascismo e la resistenza", 2003). Ricerche condotte
sempre con approfonditi contributi documentari e originali apporti critici.
Giudizio del commissario prof. Alceo Riosa:
Dottore di ricerca, se ne segnala positivamente la
successiva attività didattica. Il suo tema di studio principale è la biografia
di Giorgio Amendola, di cui ai fini del presente concorso, sono sottoposti al
giudizio della commissione i primi due volumi: Giorgio Amendola. Un comunista nazionale: gli anni della formazione
1907-1929 e il secondo : Giorgio
Amendola. Un comunista nazionale: l’antifascismo e la Resistenza 1930- 1945.
In essi l’autore mette pienamente a frutto le sue solide conoscenze sulla
complessità dei riferimenti culturali del biografato e sulla originale sintesi
che quest’ultimo operò nella sua militanza politica, collocandosi all’interno
delle vicende del PCI in cui la sua militanza assume il significato di una
significativa sfida tra internazionalismo comunista e recupero della tradizione
liberale e storicista italiana. L’opera di Cerchia, studioso fornito di un
solido impianto metodologico, non si esaurisce tuttavia solamente entro il
ristretto ambito della biografica politica, ma si dilata ad una ricostruzione biografica
nel senso più pieno del termine, utilizzando con raffinato equilibrio gli
strumenti dell’analisi psicologica.
Giudizio del commissario prof. Leopoldo Ortu:
Il candidato
mostra di possedere buona tempra di ricercatore e, nel contempo, di osservatore
critico della politica contemporanea , attento alle trasformazioni, anche a
quelle apparentemente improvvise di
quest’epoca veloce. Appunto per queste qualità nel primo saggio che presenta in
elenco I nuovi governi (1968-1977). Il
confronto con i comunisti, prendendo le mosse da quella significativa
cesura del sistema politico che si verificò nel ’68, analizza il comportamento
dei giovani di fronte alla politica del P.C.I. e, dopo un percorso sicuro anche
perché fondato su una esauriente bibliografia,
giunge al discorso di Luciano Lama all’Università di Roma, ossia al violento scontro tra autonomi e
servizo d’ordine del P.C.I. e del sindacato che segnò la definitiva rottura tra
le due parti, la seconda delle quali era guidata da quel Guido Rossa che
sarebbe stato ucciso nel ’99.
Dopo le cinque
voci, chiare ed esaurienti, presenti
nel glossario in Appendice a S. Colarizi, Storia
dei partiti nell’Italia repubblicana,
come pure dopo l’Introduzione, che il candidato pone a L’Italia delle passioni. Prima e oltre gli anni di fango, (si
tratta di una seria riflessione che, partendo dagli anni cinquanta, approda
agli anni settanta, quelli della grande febbre politica e della disgregazione,
procedendo dunque nel tratto che va dal duo De Gasperi/Togliatti a quello
costituito da Moro/Berlinguer per porre in evidenza le trasformazioni di quel
ventennio) il candidato presenta Antonio
Gramsci, la rivoluzione contro l’indifferenza, un saggio che mantiene
quanto promette nel confronto tra Mussolini e Gramsci: “Mai una similitudine
formale fu legata ad una diversità sostanziale così profonda”: per l’uno la
rivoluzione è il fine, per l’altro è il mezzo (doloroso strumento di
auto-emancipazione).
1.
L’articolo
intitolato “Crisi della nazione e il
federalismo” costituisce per ora un buon avvio su un importante
argomento, mentre un discorso a parte
meritano i due libri ed il saggio sugli Amendola: su una trama robusta in tutte
le sue parti (dall’euristica, all’analisi, alla sintesi ed all’esposizione) il
candidato sviluppa una scelta biografica sicuramente funzionale ai fini del
rilancio della Storia politica oggi in atto e lo fa utilizzando -è bene
ribadirlo - anche un’imponente bibliografia assieme ad un’altrettanto ricca
documentazione d’Archivio, compresa quella presente presso l’Archivio Centrale
dello Stato.
Giudizio del commissario prof. Pasquale Amato:
Il candidato
ha dimostrato nell’insieme dei suoi lavori di ricerca una buona padronanza
della metodologia storica, peraltro
arricchita da altri apporti. Ha difatti innestato sul solido impianto
storiografico strumenti di analisi e di
documentazione inerenti alla politologia e alla psicologia. Nella sua
complessiva produzione scientifica, che
si caratterizza per la profondità e linearità,
assume particolare rilevanza la pregevole opera dedicata alla biografia
della interessante figura di Giorgio Amendola “comunista nazionale”. In essa ha
ripercorso con lucidità le tappe più significative della vicenda umana e
politica del grande leader del PCI, senza mai perdere di vista il contesto
storico generale sia interno al partito che di scenario nazionale e
internazionale.
Conclusa l’enunciazione dei
giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in
esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del
seguente giudizio collegiale
relativo al candidato dott. Giovanni
Cerchia
Cultore di storia dei partiti politici dal 1991, il
Dott. Cerchia ha seguito l’attività didattica della cattedra di storia
contemporanea prima presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università
“Federico II” di Napoli, poi presso la Facoltà di Sociologia e infine presso la
Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Vincitore di una borsa di studio per il Dottorato in “L’Europa tra istanze
nazionali e sopranazionali”, promosso dal Dipartimento di storia delle
istituzioni e della società presso l’Università degli Studi di Milano, ha
conseguito il titolo di Dottore di ricerca nel 1997. Nel 2000 gli è stato
conferito un assegno di ricerca dal Dipartimento Innovazione e Società
dell’Università di Roma “La Sapienza” . In questi anni ha organizzato gruppi di
lavoro ed esercitazioni per la formazione avanzata degli studenti di storia
contemporanea e di storia dei partiti politici e ha svolto con grande impegno
un’attività di tutoraggio. Ha partecipato
alla ricerca cofinanziata dal MIUR su “Memoria e rimozione della II
guerra mondiale nella identità delle democrazie europee”, nella sezione
dedicata a “La seconda guerra mondiale fra storia e mass media”, tenendo una
serie di seminari sul tema specifico del cinema.
La produzione scientifica del Dott. Cerchia è
prevalentemente orientata alla storia politica del Novecento italiano, con
particolare attenzione al ruolo delle opposizioni nel periodo fascista, ma con
alcuni spunti di ricerca che toccano gli anni della Repubblica, con particolare
riferimento alle giovani generazioni degli anni '60 e '70 e al loro rapporto
con la sinistra tradizionale. I due
volumi della biografia “Giorgio Amendola.
Un comunista nazionale” (“190/-1929: gli anni della formazione” e “1929-1945: l’antifascismo e la guerra
partigiana”) sono il frutto di un minuzioso e intelligente lavoro di scavo
negli archivi del Pci e nell'Archivio Centrale dello Stato attraverso il quale
il Dott. Cerchia ha ricostruito nel dettaglio non solo le fasi della
maturazione politica e poi dell’impegno attivo di Amendola, ma l’intero
contesto politico della crisi dello Stato liberale fino al consolidamento del
regime fascista e poi alla guerra mondiale e alla Resistenza. Originale è il
taglio di questa opera biografica che tende a mettere in luce le
caratteristiche “nazionali” di Amendola, solido l'impianto metodologico,
convincente la ricostruzione biografica
nel senso più pieno del termine, in quanto utilizza, con raffinato equilibrio,
gli strumenti dell’analisi psicologica. La compiutezza dei contributi, malgrado
la vastità del campo di indagine, ampio anche da un punto di vista cronologico,
delineano un profilo di ricercatore maturo, sicuro nelle sue scelte
interpretative e senz'altro meritevole di essere preso in considerazione ai
fini della presente valutazione comparativa.
Candidata Dott.ssa
Carmelita Della Penna.
Profilo curriculare:
Giudizio del commissario prof. Simona Colarizi:
Ricercatrice
dal 1981, la candidata ha svolto un'assidua attività di docenza presso
le Facoltà di Lettere e di Scienze Sociali dell'Università di Chieti-Pescara
"Gabriele D'Annunzio". Studiosa di problemi legati soprattutto alla
storia sociale, economica e culturale dell’Ottocento italiano – dalla
privatizzazione delle terre nel Mezzogiorno all’istruzione pubblica, alla
stampa di informazione - la candidata
ha svolto ricerche approfondite attraverso una minuziosa e convincente analisi
delle fonti. La monografia “Aspetti della
vita sociale ed economica dell’Abruzzo marittimo nella statistica murattiana” mostra
padronanza nella ricerca e competenza specifica nella lettura e
interpretazione dei dati statistici. Doti rilevabili anche per gli altri
contributi, rivolti in particolare alla storia del territorio abruzzese, come
il suo ultimo lavoro su “L’istruzione
classica in Abruzzo in età liberale” che analizza il tema dell’educazione
scolastica anche attraverso una utile appendice dove vengono elencati i libri
di testo adottati nei licei e i relativi giudizi del Consiglio superiore
dell’istruzione pubblica. La continuità dell’impegno e la capacità di
interpretare, anche con spunti originali,
questioni rilevanti nella vita dello Stato unitario in via di
consolidamento, delineano il profilo di
una ricercatrice matura, interessata a una varietà di campi di indagine che,
pur analizzati nell’ottica di storia locale, costituiscono altrettante tessere per
la ricostruzione della storia dell’Italia liberale.
Giudizio del commissario prof. Angelo Varni:
Ricercatrice dal 1981 la candidata ha svolto con
assiduità lungo l'intero arco dell'ultimo decennio un'intensa attività di
insegnamento e di assistenza didattica, alternandosi tra la Facoltà di Lettere
e quella di Scienze Sociali. La sua produzione scientifica si riferisce
esclusivamente all'analisi delle vicende storiche della sua regione, in un arco
temporale ampio e tendente a privilegiare i temi della dislocazione della
proprietà e quello della formazione dei gruppi dirigenti attraverso il
mutamento del sistema scolastico. Dal primo saggio (1978) sul "problema
della terra in due comuni dell'Abruzzo citeriore nel secolo XIX" allo
studio della statistica murattiana (1990), fino agli "esiti della
questione demaniale in Abruzzo (2000), si rileva una attenta e ben documentata
sollecitazione a verificare sulle fonti il processo di consolidamento di una
nuova forma di proprietà terriera potenzialmente in grado di avviare un'azione
modernizzatrice nella realtà economica locale. Interessante è, poi, nell'altro
ambito delle sue ricerche, la considerazione dei tentativi di intervento nelle
strutture scolastiche compiuti dai Borboni nella seconda metà del 700 (1985);
mentre ben documentato è il successivo volume (2003) dedicato allo sviluppo
dell'istruzione classica in Abruzzo all'indomani dell'unità, intesa quale
pietra di paragone di un impegno del nuovo ceto dirigente liberale verso
un'opera di formazione "alta" delle coscienze delle giovani
generazioni. Non privo di costruttive informazioni pure il saggio del 1987,
dedicato ai tesi rapporti tra Stato e Chiesa nella realtà locale abruzzese, dal
titolo "Clero e popolo nella diocesi teatina dopo l'unificazione
nazionale".
Giudizio del commissario prof. Alceo Riosa:
Se ne apprezza l’attività didattica svolta in
qualità di ricercatrice presso la
Facoltà di Scienze sociali dell’Università di Chieti. Il suo orizzonte
principale di interesse storiografico è l’Abruzzo, delle cui vicende storiche
la candidata offre uno spettro alquanto ricco sia dal punto di vista del
versante economico – sociale (Il problema
della terra in due comuni dell’A bruzzo citeriore nel secolo XIX ed Aspetti della vita sociale ed economica
dell’Abruzzo marittimo nella statistica murattiana) che culturale, con
particolare riferimento al tema dell’educazione nazionale e del sistema
scolastico ( L’Istruzione classica in
Abruzzo in età liberale). Uno dei meriti più rilevanti della studiosa, che
peraltro ne segnalano una compiuta maturità scientifica, è la capacità di
inquadrare studi di storia locale nella più complessiva storia nazionale e, nel
caso della ultima monografia da lei pubblicata, nel tema della formazione delle
élites dirigenti del Paese.
Giudizio del commissario prof. Leopoldo Ortu:
Dopo aver
ottenuto nel 1976-77 una borsa di studio CNR presso l’Archivio di Stato di
Chieti e l’anno seguente una borsa CNR presso la cattedra di Storia
Contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia di Chieti fino al 1981, la
candidata ha svolto un’intensa attività di ricerca come Ricercatore confermato,
ottenendo anche l’affidamento di diversi insegnamenti (Storia di una regione
italiana, Storia Contemporanea, Storia del Mezzogiorno e Storia sociale).
Quanto
all’attività scientifica si pone subito in evidenza che la candidata si è
dedicata alla storia economico-sociale, socio-religiosa e
politico-istituzionale con l’attenzione rivolta al problema meridionale ed
all’Abruzzo in particolare, ma sempre mantenendosi entro un’ampia prospettiva storiografica
che non dimentica i temi del più esteso e complesso quadro storico nazionale.
Più
specificamente la candidata si è impegnata con profitto nella ricerca su
Istituzioni e Società nell'ambito della storia del Mezzogiorno, come si può
verificare in numerose sue pubblicazioni e segnatamente in Il problema della terra in due Comuni dell’Abruzzo citeriore nel sec.
XIX (lavoro che dimostra come la questione demaniale condiziona fino ad
oggi la storia politica, economica e sociale, ovvero come e quanto i problemi
dell’oggi dipendano dai metodi seguiti nel risolvere quelle antiche questioni.
Questo studio, che pure è stato pubblicato nel 1978, già pone in luce buone
capacità di ricerca e di utilizzo della bibliografia e dei documenti presenti
nelle biblioteche e negli archivi).
Le stesse
considerazioni positive si possono fare per l’Istruzione
pubblica nell’Abruzzo citeriore al tramonto del riformismo settecentesco,
uscita nel 1985 ed ancora su Aspetti
della vita sociale ed economica dell’Abruzzo marittimo nella statistica
murattiana, (1990). In quest’ultimo studio, in particolare, la candidata
chiarisce efficacemente il fine, lo scopo reale della modernizzazione, così
come fu assunto all’interno del nuovo concetto (e tipo) di Stato (un concetto
che era andato enucleandosi dal seno delle profonde trasformazioni
istituzionali del decennio francese e dell’età napoleonica, ivi comprese le
nuove strutture amministrative che utilizzavano le scienze nuove e segnatamente
quella che era considerata la scienza “principe” per l’amministrazione, la
statistica). Attraverso il percorso indicato si può dedurre ciò che seguì, in
quella particolare regione, all’eversione della feudalità ed al tentativo di
creare una piccola proprietà contadina, partendo appunto dall’assegnazione
delle terre demaniali.
Il secondo
filone cui la candidata si è dedicata con uguale interesse e profitto è quello
riguardante i rapporti tra Stato e Chiesa dal Settecento al Novecento. Studi
come Clero e popolo nella diocesi teatina dopo l’unificazione nazionale
(1987), Un singolare momento di Storia religiosa teatina a metà del XIX
secolo, (1988) e La religiosità popolare nella diocesi teatina nel corso
del XIX secolo, (1988), pongono in bella evidenza approfondite e sicure
capacità di ricerca (compiute questa volta anche presso l’Archivio segreto
Vaticano) sui rapporti spesso conflittuali Stato/Chiesa e Clero/Popolo in una
visione che spazia dal XVIII al XIX secolo. Anche in questo caso le capacità
d’analisi, di sintesi e di esposizione sono adeguate.
Il terzo
filone si dipana tra i movimenti politici in Italia tra XIX e XX secolo,
permettendoci di osservare da un angolo visuale interessante un altro
importante campo ove l’analisi della stampa politica e d’opinione del tempo, ma
non solo, pone a fuoco figure istituzionali in rapporto allo sviluppo della
società. È questo il caso di studi come La
stampa abruzzese di informazione nell’età giolittiana, (1999), di Nicola Castagna, uno storico abruzzese di
fronte alla Storia meridionale, (2001) e de L’istruzione classica in Abruzzo in età liberale (1861-1900),
(2003), una ricerca questa articolata ed insieme ordinata, condotta con
particolare impegno e cura.
Giudizio del commissario Prof. Pasquale Amato:
Ha dedicato
accurate ricerche a diversi filoni, evidenziando buone capacità di analisi e di
sintesi e adottando un linguaggio sobrio e lineare. Ha approfondito soprattutto
le tematiche connesse alla storia del Mezzogiorno e dell’Abruzzo tra la fine
del ‘700 e la fase iniziale del ‘900. Di particolare interesse sono: l’analisi
sul decennio francese e la sua eccezionale incidenza sulle trasformazioni
economiche, sociali e
politico-amministrative nell’ambito del Regno napoletano; la puntuale
ricostruzione dei rapporti tra Stato e Chiesa nel Sud prima e dopo l’unificazione
nazionale. Ha svolto con impegno un’ampia attività didattica.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa Carmelita Della Penna:
Ricercatrice confermata dal 1980 presso il
Dipartimento di Studi Medievali e Moderni dell’Università degli Studi di
Chieti, la Dott.ssa Della Penna ha svolto un’intensa e continua attività
didattica presso la cattedra di storia contemporanea della Facoltà di Lettere e
Filosofia. Dal 1992 al 2000 ha avuto l’affidamento di Storia della Regione
Abruzzese; nel 1997 la supplenza di Storia Contemporanea e dal 2000 ha l’incarico
per la cattedra di Storia del Mezzogiorno. Passata nel 2002 alla Facoltà di
Scienze Sociali, è affidataria degli insegnamenti di Storia Sociale e di Storia
dell’Europa, rispettivamente nel Corso di Laurea di Servizio Sociale e nel
Corso di Laurea di Sociologia. Ha svolto corsi monografici, seminari su temi di
storia sociale, economica e culturale e ha organizzato con grande impegno esercitazioni e corsi di
sostegno per gli studenti. Presente nell’attività dell’Istituto di Storia
medievale e moderna, ha fatto parte, come rappresentante dei ricercatori, alla
Giunta del Dipartimento di Studi Medievali e Moderni e attualmente rappresenta
i ricercatori nel Consiglio della Facoltà di Scienze Sociali.
Studiosa di problemi legati soprattutto alla storia sociale,
economica e culturale dell’Abruzzo dal 700 ai primi anni del 900 la Dott.ssa Della Penna ha svolto ricerche
approfondite sulla privatizzazione
delle terre nel Mezzogiorno, l’istruzione pubblica, la stampa di informazione,
i rapporti tra Stato e Chiesa, sempre attraverso una minuziosa e convincente
analisi delle fonti. Le monografie, “Aspetti della vita sociale ed economica
dell’Abruzzo marittimo nella statistica murattiana” e “L’istruzione classica in
Abruzzo in età liberale” mostrano padronanza nella ricerca, competenza specifica nella lettura e
interpretazione dei dati statistici, capacità di analisi e di interpretazione.
Ampia e documentata anche la produzione saggistica che conferma la maturità
della studiosa, interessata a una varietà di campi di indagine che, pur
analizzati nell’ottica di storia locale, costituiscono altrettante tessere per
la ricostruzione della storia pre e post unitaria. La Dott.ssa Della Penna è
dunque senz'altro meritevole di essere presa in considerazione ai fini della
presente valutazione comparativa.
Candidato Dott.
Paolo Varvaro
Profilo curriculare:
Giudizio del commissario prof. Simona Colarizi:
Ricercatore dal 1992, il candidato ha svolto
seminari e attività di supporto didattico presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell'Università di Napoli "Federico II". Passato dagli
studi sul periodo fascista ai più
recenti lavori sul Risorgimento, i suoi interessi scientifici mostrano un
insolito percorso a ritroso nel tempo che però ha un comune denominatore nella
scelta, in entrambe le fasi della storia d’Italia studiate, di mettere al
centro dell’attenzione le élites politiche e amministrative – come dimostrano
le monografie “Una città fascista. Potere
e società a Napoli”, ma anche “L’orizzonte
del Risorgimento” in cui viene ricostruito uno spaccato dell’Italia
risorgimentale attraverso l’occhio e la
sensibilità dei prefetti. La sua ampia
produzione, articoli e saggi, palesa un’attenzione meritoria alle fonti
archivistiche e una buona conoscenza della storiografia, insieme però a una
tendenza dispersiva in una molteplicità di tematiche, a volte a scapito di un
approfondimento più persuasivo.
Giudizio del commissario prof. Angelo Varni:
Ricercatore dal 1992 presso la Facoltà di lettere e
Filosofia di Napoli "Federico II", vi ha svolto un'intensa e costante
attività didattica, arricchita da partecipazioni a convegni e da collaborazioni
ad importanti riviste storiche internazionali. Il suo impegno di ricerca parte
da approfondite analisi sul formarsi della classe dirigente a Napoli e in
Campania, a seguito dell'affermazione del movimento e poi del regime fascista,
dove l'accuratezza documentaria e l'originalità interpretativa rischiano qua e
là di non misurarsi compiutamente con quanto accaduto nelle altre realtà locali
italiane (in particolare, si veda "Una città fascista. Potere e società a
Napoli", 1990 e "Politica ed élites nel periodo fascista",
1990). Mentre troppo schematico e compilativo è il saggio sul riformismo padano
("Alle radici del modello cooperativo: il socialismo padano", 1992).
Assai più interessante e organico è il volume "L'orizzonte del
risorgimento. L'Italia vista dai prefetti" (2002), dedicato ad una
rilettura delle vicende relative alla costruzione dello Stato unitario, capace
di offrire una vasta panoramica della complessità delle sfide affrontate dal
ceto dirigente post-risorgimentale e dalla parallela tensione etico-politica
che anima la cruciale categoria dei prefetti. Non manca però il rischio di
dover in tal modo utilizzare acriticamente interpretazioni già consolidate
nella più diffusa storiografia, alle quali applicare l'occhio delle diverse
prefetture.
Giudizio del commissario prof. Alceo Riosa:
Si esprime parere positivo sulla sua attività
didattica antecedente e durante la sua attività di ricercatore. Inoltre il
candidato presenta una serie di titoli che ne esprimono una buona maturità
scientifica. La sua monografia su Una
città fascista. Potere e società a Napoli si segnala per la consapevolezza
della complessa problematica storiografica relativa al rapporto tra fascismo e
società italiana ed al nodo della tematica del consenso al regime. In questo
ambito l’autore offre un contributo significativo all’analisi dell’impatto
della politica fascista sulla società partenopea, esaminata nelle sue varie
componenti, anche se sembra enfatizzarne troppo la specificità. Gli altri
studi, tra cui in particolare il più recente su L’orizzonte del Risorgimento. L’Italia vista dai prefetti,
segnalano l’ampiezza dei suoi orizzonti tematici e l’apertura ad una dimensione
nazionale. Va tuttavia rilevato che l’analisi della documentazione prefettizia
raccolta dall’autore non sempre è filtrata da un adeguato impianto ermeneutico.
Giudizio del commissario prof. Leopoldo Ortu:
Il parere sull’attività didattica del candidato, sia
precedentemente sia contemporaneamente a quella di ricercatore, non può che
essere positivo. Un giudizio generale parimenti positivo si può esprimere per
quanto attiene alla produzione scientifica. Egli presenta una serie di titoli
che si pongono tutti su un piano di buon livello. Il libro intitolato Una città fascista. Potere e società a
Napoli risulta particolarmente interessante, anche perché pone in evidenza
la complessa problematica storiografica relativa al rapporto tra fascismo e
società italiana, ovvero la dibattuta questione del consenso al regime.
All’interno di tale quadro l’autore offre un contributo suo proprio all’analisi
dell’impatto della politica fascista sulla società partenopea, che viene
presentata nelle sue varie espressioni; si può soltanto osservare, probabilmente,
che c'è una eccessiva sopravalutazione dei caratteri peculiari del caso
napoletano in relazione al contesto nazionale.
Giudizio del commissario prof. Pasquale Amato:
Conclusa l’enunciazione dei
giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in
esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del
seguente giudizio collegiale relativo
al candidato dott. Paolo Varvaro:
Vincitore nel 1986 di una borsa di studio presso
l’Istituto campano per la storia della resistenza, il Dott. Varvaro ha ottenuto
una borsa di studio per il Dottorato di ricerca in Storia, promosso
dall’Università degli Studi di Catania, conseguendo nel 1990 il titolo di
Dottore di ricerca. Dal 1992 ricercatore presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli “FedericoII” è stato confermato
in ruolo. Ha svolto seminari, corsi di sostegno ed è affidatario di un modulo
di storia contemporanea presso il Corso di laurea di Scienze del servizio
sociale della Facoltà di Lettere e Filosofia. Dal 1997 è membro del comitato
editoriale della “European Review of History”.
Il suo percorso di studioso parte da attente ricerche
sul ricambio della classe dirigente a Napoli e in Campania, in epoca fascista, attraverso
una serie di contributi (si segnala in particolare "Una città fascista.
Potere e società a Napoli", 1990 e "Politica ed élites nel periodo
fascista", 1990) accurati da un punto di vista documentario e non privi di
spunti originali nell'interpretazione, anche se l'analisi così
particolareggiata della realtà locale a volte non si misura sufficientemente
con l'insieme del contesto nazionale. Mentre troppo schematico e compilativo è
il saggio sul riformismo padano ("Alle radici del modello cooperativo: il
socialismo padano", 1992). Assai più interessante e organico è il volume "L'orizzonte
del risorgimento. L'Italia vista dai prefetti" (2002), una riflessione sui
problemi della costruzione dello Stato unitario che i ceti dirigenti liberali
si trovano ad affrontare; la centralità dei prefetti che sono la chiave di
lettura del saggio, consente di mettere in luce anche l'impegno politico e
morale di questa speciale categoria di cittadini, veri e propri pilastri
dell'edificio dello Stato unitario. Non manca però il rischio di dover in tal
modo utilizzare acriticamente interpretazioni già consolidate nella più diffusa
storiografia, alle quali applicare l'occhio delle diverse prefetture. Nel
complesso, pur evidenziando le doti positive di studioso, i contributi del
Dott. Varvaro non consentono di esprimere una valutazione di piena maturità
scientifica.
Terminate le operazioni di formulazione e discussione dei giudizi
individuali e collegiali la seduta è tolta alle ore 11,00 e la Commissione si
riconvoca per il giorno 22 Ottobre, alle ore 11,30 presso la sede del Rettorato
dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara per la
predisposizione dei temi per la prova didattica e per la discussione dei titoli
e della produzione scientifica.
Chieti, lì 22 Ottobre 2003
LA COMMISSIONE:
Il
Presidente
Prof. Simona Colarizi
_____________________________________
I
Commissari
Prof. Alceo
Riosa_____________________________________
Prof. Angelo Varni
_____________________________________
Prof. Pasquale Amato _____________________________________
Il
Segretario
Prof. Leopoldo
Ortu_____________________________________