Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario Presso la Facolta' di Lingue e Letterature straniere Settore L-LIN/03 Letteratura francese Pubblicato sulla Gazzetta n. 54 dell’ 11/07/2008.

 
VERBALE N. 3

 

Il giorno 14 giugno 2010 alle ore 15.30 presso i locali del Rettorato dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” in Chieti, ha avuto luogo la 3a riunione della Commissione costituita per il concorso di cui in premessa.

 

La Commissione, composta dai seguenti  Professori:

 

Prof. Gabriele BERTOZZI                -  Presidente

Prof. Delia GAMBELLI                     -  Segretario

Prof. Marie Thérèse JACQUET         -  Membro eletto

Prof. Lucia OMACINI                      -  Membro eletto

Prof. Valeria POMPEJANO               -  Membro eletto

 

risulta presente al completo e pertanto la seduta è valida.

           

Ogni Commissario, dopo attenta analisi del profilo curricolare, dei titoli e delle pubblicazioni procede alla formulazione di un giudizio individuale per ogni candidato.

 

GIUDIZI INDIVIDUALI

 

Candidato BRICCO Elisa:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Le ricerche della candidata Elisa Bricco sono incentrate su poesia e traduzione poetica, romanzo e comunicazione autoriale, accompagnate da un articolo di didattica della letteratura (Il direttore di volo: i difficili compiti del nuovo docente, nella collana di linguistica “Biblioteca della ricerca”, Schena Editore). Alla poesia e traduzione poetica ha dedicato due saggi, uno in volume, André Frénaud: le pacte avec son lecteur (Actes du colloque de Cerisy, 2000); uno in rivista Guy Goffette: la biographie, la poésie et lui-même. L’écriture poétique dans les récits biographiques (« Littératures », 2007). Al romanzo e comunicazione autoriale dedica sette saggi, da Mme de Staël a romanzieri contemporanei. La candidata si presenta con un buon curriculum, con una buona collocazione editoriale delle sue pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica, in continuità temporale di produzione. La candidata però non offre neppure un volume a carattere monografico che mostri in modo più esaustivo la sua preparazione scientifica, valida per ricoprire un posto di professore di prima fascia. D’altronde, in termini di valutazione comparativa, considero che presenta meno pubblicazioni valide di altri candidati. Complessivamente quindi, la personalità di studiosa della candidata appare ancora in fase di consolidamento e richiede prove ulteriori di maggiore portata.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

Elisa Bricco presenta una Introduzione alla lettura di Sylvie Germain romancière des destins perdus et retrouvés (2004) e vari articoli, tutti pubblicati dal 2000 al 2007: De “Delphine” à “Corinne”: le pacte romanesque chez Mme de Staël (2000); Appunti per un viaggio in Volodinia (2006) ; Au spectacle chez Volodine (2007); L’art comme déclencheur de fiction chez: Sylvie Germain, Pierre Michon, Pascal Quignard (2006); Christian Gailly: ironie et humour, aller et retour (2007); Guy Goffette: la biographie, la poésie et lui-même. L’écriture poétique dans les récits biographiques (2007); Jean Echenoz en Italie: un problème de réception? (2006), che verte sostanzialmente su problemi di traduzione. Di particolare interesse l’articolo André Frénaud: le “pacte” avec son lecteur (2004), in cui indaga i paratesti (note, epigrafi e in particolare i titoli) come elementi atti ad aiutare la lettura e la decifrazione del testo. La produzione della candidata, che non comprende una vera monografia, è troppo esigua per consentire di esprimere un giudizio positivo sull’idoneità per un posto di prima fascia. Tuttavia, alcuni suggestivi spunti di analisi testuale, la serietà dell’impegno, la chiarezza espositiva e la padronanza del discorso nella lingua francese come in quella italiana, appaiono comunque promesse affidabili del raggiungimento di risultati scientifici notevoli anche in una prospettiva di ampliamento del campo delle ricerche, attualmente sbilanciato sull’estremo contemporaneo. Di grande rilievo, piuttosto, l’impegno didattico, che peraltro si avvale di esperienze di grande interesse e di notevole utilità, come quella testimoniata da Il direttore di volo: i difficili compiti del nuovo docente (2004) e dalle numerose e interessanti iniziative in cui è coinvolta anche a livelli di grande responsabilità.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Oltre ad un intervento che si colloca nell’ambito della didattica (Il direttore di volo: i difficili compiti del nuovo docente), presentandosi come un aggiornamento coscienzioso del problema esaminato, la candidata si è interessata ai problemi di traduzione nella produzione contemporanea, sottolineando le relazioni ambigue che l’Italia intrattiene, oggi, con la letteratura francese contemporanea. La maggior parte della sua produzione verte sulla letteratura dell’extrême contemporain, esprimendo un’apprezzabile conoscenza di questo settore, la capacità di maneggiare una materia complessa come dimostrano le varie pubblicazioni sugli scrittori maggiori della nostra epoca (L’art comme déclencheur de fiction chez : Sylvie Germain, Pierre Michon, Pascal Quignard, Appunti per un viaggio in Volodinia, Au spectacle chez Volodine, Christian Gailly : ironie et humour, aller et retour, Guy Goffette : la biographie, la poésie et lui-même. L’écriture poétique dans les récits biographiques, Sylvie Germain romancière des destins perdus et retrouvés). Diversi articoli presentati si concentrano specificamente sulla tematica del patto autore-lettore (André Frénaud : le « pacte » avec son lecteur, De « Delphine » à « Corinne » : le pacte romanesque chez Mme  de Staël), tematica, senza dubbio, particolarmente suggestiva, ma ancora da approfondire da parte di una candidata che dispone delle opportune capacità. Alcuni altri lavori rivestono un carattere più generale (Sylvie Germain romancière des destins perdus et retrouvés, Appunti per un viaggio in Volodinia) e l’agilità del trattamento tende a prevalere sull’approfondimento dei soggetti trattati.Tra i titoli scientifici non sono presenti monografie che testimonino le capacità della candidata di realizzare una ricerca originale di ampio respiro.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

L’attività di ricerca della candidata verte sul Novecento e l’estremo contemporaneo. Fa eccezione « De Delphine à Corinne: le pacte romanesque chez Mme de Staël » che con approccio originale studia gli apparati paratestuali e il patto autoriale. Per quanto riguarda il campo principale della ricerca, la candidata presenta « André Frenaud: le ‘pacte’ avec son lecteur », saggio sbilanciato sul piano teorico ma che evidenzia in modo soddisfacente la poetica dell’autore. L’interesse per l’estremo contemporaneo la porta ad interessarsi a Sylvie Germain romancière des destins perdus et retrouvés, presentazione di carattere divulgativo, integrata dall’analisi di alcuni romanzi: lo studio dei paratesti si rivela un utile strumento di continuità tra i romanzi, mentre la presentazione delle tematiche non risulta abbastanza approfondita. Il lavoro si conclude con uno studio degli incipit i cui esiti sono interessanti ai fini della poetica dell’autore. Di maggior pregio, « Guy Goffette: la biographie, la poésie et lui-même. L’écriture poétique dans les récits biographiques », uno studio di un esperimento di racconto soggettivo, condotto attraverso la biografia di Verlaine, Bernard, Auden. L’analisi procede in maniera corretta evidenziando le caratteristiche formali di questa scrittura e le modalità di iscrizione del ritratto nel testo. Questo lavoro, a differenza dei precedenti, dimostra una maggiore maturità scientifica e una scrittura più sicura. In « Christian Gailly, ‘Ecriture qui sauve’», la candidata studia le forme del riso distinguendo tra ironia e humour in un percorso esegetico non del tutto limpido. In « Appunti per un viaggio in Volodinia », è presentato un autore moderno non ancora tradotto in Italia. Il lavoro, di buona divulgazione, evidenzia in maniera chiara la poetica dell’autore. « Jean Echenoz: une tentative modeste de description du monde » verte sulla fortuna di Echenoz in Italia attraverso le traduzioni della sua opera. L’analisi procede per campionature che denunciano più la piaga dei traduttori che lo specifico poetico dell’artista. « L’art comme déclencheur de fiction chez: Sylvie Germain, Pierre Michon, Pascal Quinard » apre sul ruolo delle arti figurative nella letteratura contemporanea e il dialogo tra sistemi diversi. Un più approfondito studio a livello semiotico sull’intersezione delle due arti avrebbe potuto dare esiti maggiormente apprezzabili. L’interferenza di ambiti culturali diversi è trattata anche in « Au spectacle chez Volodine », in cui la metafora teatrale appare ora come rappresentazione immaginaria ora come vero spettacolo. In campo propedeutico, « Il direttore di volo: i difficili compiti del nuovo docente » è una interessante relazione sui nuovi compiti del docente universitario e sul rinnovamento della didattica nel contesto della formazione a distanza. L’insieme della produzione risulta ancora piuttosto esile, benché comprenda meritevoli lavori di buona divulgazione. Si riscontrano infatti valide intuizioni che meriterebbero tuttavia un maggiore approfondimento. La candidata, studiosa seria, non ha ancora raggiunto quella maturità scientifica che le permetta di far sentire la sua voce in maniera autonoma.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata non presenta monografie né edizioni di testi. Dei dieci articoli presentati, due sono dedicati alle teoriche relative al patto col lettore l’uno (Frénaud) e l’altro all’approccio biografico alla lettura dei testi (Goffette). Sette articoli affrontano il romanzo francese dell’Ottocento (con particolare riguardo a Mme de Staël) e del Novecento dove viene privilegiato il romanzo detto dell’estremo contemporaneo. Ne risultano studi di carattere sostanzialmente descrittivo nonostante i numerosi riferimenti alle principali teoriche novecentesche. L’insieme delle pubblicazioni pur testimoniando di un’apprezzabile continuità nel tempo e di una crescita scientifica promettente, non appare ancora sufficiente alla definizione di un profilo di studiosa che possa ambire alla prima fascia della docenza universitaria.

           

Candidato BRUERA Franca:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. La candidata ha orientato le sue ricerche attorno alla letteratura francese e francofona del XIX e del XX secolo. Dimostrando sempre una buona competenza del periodo trattato, ha offerto la sua prova di maggior valore con la monografia Jean d’Ormesson e il tempo come esperienza e rappresentazione (Roma, Bulzoni, Biblioteca dei Quaderni del Novecento francese 19, 1996, pp.291) di cui ha analizzato con indubbia capacità critica sia la proiezione mitobiografica della scrittura, sia l’antinomica costante narratologica del tempo lineare e ciclico nei romanzi pubblicati tra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso. Di sicuro interesse pure l’altra sua monografia Apollinaire & C. Ungaretti – Savinio – Sanguineti (Roma, Bulzoni, Biblioteca dei quaderni del Novecento Francese 10, 1991, pp.135) non tanto per il suo contributo critico, quanto per la documentazione prodotta e accuratamente presentata. Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. Spunti di originalità e innovatività delle ricerche, rigore metodologico sono da considerarsi positivamente anche per altri lavori in cui emerge e riemerge il suo interesse per Apollinaire, Pasolini, le avanguardie storiche, il modernismo, la riscrittura dei miti, il teatro. Ha inoltre curato una bella antologia, in traduzione italiana, della lirica di Salah Stétié che raccoglie una selezione di poesie pubblicate dal 1973 al 2003 accompagnata da uno studio introduttivo volto a ripercorrere la poetica dell’autore. La produzione varia ma un po’ dispersiva della candidata presenta spunti di originalità e vivacità di interessi, appare tuttavia ancora priva di un più consistente centro di indagine che consenta una piena valutazione delle sue qualità critiche. Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione scientifica. Da valutare positivamente anche il curriculum e i titoli.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La candidata dà prova di una notevole maturità critica fin dai suoi primi lavori; comprese nell’arco cronologico 1991-2008, le sue ricerche, condotte anche in archivi e su inediti, si concentrano tutte sul Novecento, con una eccezione per l’estremo contemporaneo (Salah Stétié. Nel cerchio del cerchio. Trent’anni di poesia: 1973-2003). Per qualità critica si segnalano i contributi su Apollinaire: la monografia Apollinaire & : Ungaretti – Savinio - Sanguineti (1991), in cui ricostruisce con apporti originali la rete di relazioni bilaterali che hanno unito scrittori italiani ad Apollinaire, e gli articoli: Du mythe de Paris au mythe d’Apollinaire (1993), Autour de Pasolini traducteur d’Apollinaire (2004), Guillaume Apollinaire au boulevard Saint Germain avant 1914 (2007). La sua conoscenza del periodo è anche confermata dall’articolo La littérature française contemporaine et la modernité (2005), che pur nella brevità riesce a restituire la complessità e l’eterogeneità dei movimenti letterari. Una seconda monografia (Jean d’Ormesson e il tempo come esperienza e rappresentazione, 1996) propone un’analisi puntuale dell’opera di un autore di cui intende rivendicare il valore letterario - offuscato, secondo il giudizio della candidata, da letture travisanti – attraverso lo studio delle modalità rappresentative del tempo, che finiscono per disegnare una ricognizione sul senso del mondo e una sorta di interrogazione sull’identità dell’uomo. Serietà e solidità dell’impianto metodologico caratterizzano anche l’articolo Le Jeu des “Je”: présence et désignation de l’autre dans Les Bouches inutiles de Simone de Beauvoir, in cui si rintracciano tre tipi di soggettività (un “je” parlante come individuo; un “je” anonimo parlante come gruppo e un “je” collettivo che rappresenta la pluralità di voci) e nel confermare lo scarso valore artistico riconosciuto dalla stessa autrice, ne mette in risalto efficacemente il valore storico biografico. Meno incisivi appaiono gli ultimi lavori sulle riscritture del mito, che la candidata ha comunque il merito di affrontare sia sul piano narrativo sia su quello della scrittura drammaturgica. Se quest’ultimo, relativo alla fortuna teatrale del mito nel Novecento (De la récréation à la recréation: le mythe antique dans le théâtre français de l’entre-deux-guerres, del 2008), richiederebbe una contestualizzazione in ambito europeo, La nature dialogique du mythe d’Ulysse chez Jean Giono (2008) è di fatto una lettura originale del romanzo come riflessione sulle potenzialità della parola, sul linguaggio mitico e sulla sua disponibilità a essere costantemente ripreso e trasformato.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui 2 monografie. La produzione presentata dalla candidata vanta una buona collocazione editoriale (CNR e Bulzoni), illustra indubbie capacità di teorizzare (De la récréation à la recréation: le mythe antique dans le théâtre français de l’entre-deux guerres), propone apporti originali, in particolare su Apollinaire e sui suoi rapporti con l’Italia (Apollinaire & C. Ungaretti – Savinio – Sanguineti), dimostra lucidità nel trattamento dei “luoghi comuni” (Du mythe de Paris au mythe d’Apollinaire), rigore filologico e documentazione, attenzione al testo e ad elementi poco studiati (La nature dialogique du mythe d’Ulysse chez Jean Giono). La candidata dà prova di marcata sensibilità per la lingua, come testimoniano le traduzioni presentate (Salah Stétié, Pasolini traduttore di Apollinaire). Alcuni lavori avrebbero potuto beneficiare di un impatto scientifico più forte con scelte letterariamente più consistenti (S. de Beauvoir e il suo teatro o J. d’Ormesson), che avrebbero consentito alla candidata di mettere meglio in evidenza incontestabili qualità di ricerca e di serietà scientifica.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

La produzione della candidata riguarda soprattutto la letteratura francese e francofona del XX secolo. Si evidenziano tre filoni di ricerca: le avanguardie poetiche francesi e italiane; il teatro e la riscrittura dei miti; la narrativa novecentesca. Un numero nutrito di lavori verte su Apollinaire. In particolare, Apollinaire e C. Ungaretti-Savinio-Sanguineti: un insieme di tre saggi sui rapporti di Apollinaire con i letterati italiani e la diffusione della cultura italiana a Parigi; « Du mythe de Paris au mythe d’Apollinaire», un interessante studio sulla ricezione del poeta francese in Italia; « Autour de Pasolini traducteur d’Apollinaire », breve contributo sulla traduzione di alcune poesie di Apollinaire da parte di Pasolini. Predomina in questi saggi l’aspetto interculturale tra i due mondi artistici. Lo stesso dicasi per « Guillaume Apollinaire au Boulevard Saint-Germain avant 1914», in cui sono evidenziati i rapporti con Sanguineti e il barone Jean Mollet segretario/amico di Apollinaire, cui ha dedicato un libro di memorie. La candidata ne studia le due versioni conosciute con attenzione alle varianti stilistiche. Il commento di alcune parti rimaste inedite presenta un indubbio interesse. Sempre nell’ambito degli studi sul Novecento si segnalano alcuni testi di ampio respiro come La littérature contemporaine et la modernité, sguardo sulla storia letteraria contemporanea e la crisi della rappresentazione, partendo dalle numerose interrogazioni sulla letteratura (Blanchot, Sartre, Sarraute, Tardieu). Il lavoro mostra buona capacità di sintesi e chiarezza espositiva. In particolare, merita attenzione il tentativo di circoscrivere lo spazio poetico del secondo Novecento tra continuo e discontinuo, senso e non senso. « De la récréation à la recréation : le mythe antique dans le théâtre français de l’entre-deux-guerres » intraprende la rivisitazione dei miti nel teatro francese tra 1920-1940, con esempi di rovesciamento degli archetipi e di riscritture autonome (Cocteau, Giraudoux). Anche se soltanto un abbozzo di una problematica molto ambiziosa, la candidata mostra in questo caso una buona padronanza dell’argomento e maturità critica. Tuttavia i troppi supporti critici evocati attenuano talvolta l’originalità della sua voce. Il mito è indagato anche nella scrittura narrativa « La nature dialogique du mythe d’Ulysse chez Jean Giono ». Buon lavoro che distingue, seguendo il magistero di Durant, perennità e derivazione, compiuto epico ed esperienza incompiuta del personaggio. Interessante l’analisi della pratica demistificatrice che fa del personaggio leggendario un personaggio portatore di una parola ambigua, plurale ed eterogenea e di Naissance de l’Odyssée, non una semplice riscrittura, ma un’operazione sulla scrittura e le sue potenzialità. Sempre in campo teatrale, la candidata presenta : « Le jeu des Je: présence et désignation de l’autre dans Les Bouches inutiles de Simone de Beauvoir ». Opera che inserisce l’autore sulla scena esistenzialista (Camus, Sartre), ne studia la struttura, le fasi di azione drammatica, i tableaux, ecc. con qualche buon riferimento ad opere coeve. Una monografia è dedicata inoltre alla narrativa contemporanea: Jean d’Ormesson e il tempo come esperienza e rappresentazione, incentrata sulla costante narratologica del tempo lineare e ciclico e sulla funzione salvatrice del romanzo, capace di risolvere problematiche filosoficamente irrisolte. Il lavoro appare piuttosto ripetitivo e attraversato da troppi interventi meta-operativi, mentre dal punto di vista metodologico molti e disparati sono i testi evocati - dalla filosofia greca ai più recenti lavori narratologici - la cui funzione non è tanto di supporto ma di conferma delle affermazioni della candidata. Il lavoro ha comunque il merito – forse non del tutto condivisibile - di fare di questo scrittore, spesso denigrato dalla critica, un romanziere innovativo le cui opere anticonformiste avrebbero contribuito a dinamizzare la scrittura romanzesca del suo tempo. Nell’ambito della poesia contemporanea si veda Salah Stétié, Nel cerchio del cerchio. Trent’anni di poesia: 1973-2003 (con traduzione di poesie). Analisi di una scrittura complessa che coniuga tradizioni di matrice araba e ricerca formale della tradizione occidentale. Si avverte in questo studio un certo interesse per le forme poetiche che però viene raramente esemplificato in maniera sistematica. E’ comunque il lavoro della candidata che più di altri focalizza i materiali testuali. Malgrado alcune riserve riguardanti il carattere talora didascalico dei lavori presentati, la candidata si qualifica come una personalità di studiosa scientificamente matura, che coniuga il gusto del testo inedito e la ricostruzione filologica, l’analisi comparata e l’interculturalità.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata presenta due monografie: una sulle avanguardie italiane e francesi (Apollinaire, Ungaretti, Savinio, Sanguineti), l’altra su Jean d’Ormesson; un’edizione con traduzione, introduzione e note delle poesie dello scrittore franco-libanese Salah Stétié; sette articoli sulle relazioni franco-italiane e sulla scrittura del mito nel primo Novecento. La prima monografia del 1991, che inaugura il più solido e importante centro degli interessi di ricerca della candidata, riunisce tre studi - su Ungaretti, Savinio, Sanguineti - fondati su materiali d’archivio inediti che aprono a prospettive certe circa i rapporti che legarono nel corso degli anni Dieci del Novecento giovani e non più giovani, minori e grandi scrittori italiani – da Papini e Soffici a Raimondi, Ravegnano e Marone – ad Apollinaire che ne tradusse gli scritti e che con loro intrattenne una ricca e preziosa corrispondenza: un corpus documentale ineludibile per lo studio del contesto storico-culturale di quegli anni e che permette di evitare oggi tentazioni critiche di tipo impressionistico. Gli articoli che la candidata presenta sviluppano la linea di ricerca espressa nel volume, coniugando l’indagine sulle complesse e vivaci relazioni tra Italia e Francia nel nome di Apollinaire, verificabili nelle trame della scrittura e della traduzione poetica (Pasolini traduttore di Apollinaire), con lo studio della produttività dei miti rinnovata al filtro della riflessione e delle pratiche primonovecentesche, nel teatro e nel romanzo dell’entre-deux guerres (Beauvoir, Giono, teatro). Lo studio monografico dedicato a Jean d’Ormesson riconduce l’opera di uno scrittore segnato da una notorietà nata per effetto mediatico e mondano entro un’indagine sulla poetica che rende alla sua produzione la dignità della grande letteratura: ripercorrendone i nuclei tematici e metodologici attraverso un percorso che dalla filosofia, attraverso la letteratura, la candidata rileva nella scrittura di Jean d’Ormesson gli elementi di una moderna originale mitografia. La recente edizione dei testi poetici, pubblicati nell’arco di trent’anni, del poeta franco-libanese Salah Stétié con traduzione a fronte, introduzione e cura è certamente di buona fattura, ma di carattere carattere più divulgativo. In definitiva la candidata dimostra coerenza e continuità nella ricerca sulle Avanguardie letterarie con sviluppi interessanti sulle scritture del mito nel Novecento, nonché un’attenzione non banale alla francofonia, che la rendono meritevole di seria considerazione.

 

Candidato DONATELLI Bruna:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontrano pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. La produzione scientifica della candidata si distingue soprattutto per accurati studi flaubertiani ai quali dedica tre importanti volumi dal 1990 con Epistolario Flaubert/Sand (1863-1869), seguito da Flaubert e Taine: luoghi e tempi del dialogo del 1998, fino al recente Le perle, il filo e la collana. Figure e luoghi dell’opera di Flaubert del 2008, accompagnati da tre importanti saggi: Il Voltaire di Flaubert; “Un génie de premier ordre, Taine lecteur de Flaubert e Effigi di “Madame Bovary”, dunque la maggior parte dei lavori presentati per il presente concorso. Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. L’originalità e innovatività delle ricerche, il rigore metodologico con cui sono state realizzate, sono da considerarsi positivamente anche per altri lavori tra i quali emerge, in sintonia di scelta con l’ampia produzione di opere sia italiane sia francesi, il suo interesse per il tema del viaggio (con la cura, introduzione e un saggio per il volume In viaggio verso l’Europa. Suggestioni, immagini e resoconti degli scrittori dell’Ottocento) e la notevole esplorazione di un settore di rilevante importanza quale il rapporto tra letteratura e fotografia (“Enfin Daguerre vint”. L’Ottocento letterario francese e la fotografia.). Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione scientifica. Degna di menzione egualmente la lunga attività didattica e accademica.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La candidata presenta due volumi: Flaubert e Taine. Luoghi e tempi di un dialogo (1996, edizione con commento, note e bibliografia) e Le perle, il filo e la collana. Figure e luoghi nell’opera di Flaubert (2008), raccolta di contributi di diverso interesse esegetico, ma ricchi di motivi interessanti; un’edizione: Epistolario Flaubert – Sand (1863-1869) (1990, con introduzione, traduzione, note e bibliografia); una curatela: In viaggio verso l’Europa. Suggestioni, immagini e resoconti degli scrittori dell’Ottocento (2002) e vari articoli, tra cui Il Voltaire di Flaubert: “Un génie de premier ordre” (1999) e Effigi di “Madame Bovary” (2007). L’ambito delle ricerche si concentra dunque in particolare su Flaubert, di cui studia  con acutezza l’opera e la poetica nel rapporto con altri autori, precedenti (Voltaire) o contemporanei, in particolare Sand, e soprattutto Taine, di cui si occupa anche in Per una filosofia del viaggio, ovvero”L’art de voyager et d’observer en voyage” secondo Hippolyte Taine: qui la candidata enuclea i tratti essenziali del paradigma del viaggio come fonte di vera conoscenza nella concezione dell’autore e ne ricostruisce il metodo nel passaggio dall’osservazione empirica del presente all’analisi deduttiva del passato. Sullo stesso autore ritorna in Taine lecteur de Flaubert. Quand l’histoire rencontre la littérature (2001), contributo che riprende, in un buon francese, la sua precedente introduzione al carteggio Taine-Flaubert. Oltre al commento scarsamente incisivo proposto in Les mots de Paradis. Le Paradis des mots. Una lettura possibile di “Paradis” di Sollers (1982), presenta un breve ma stimolante articolo sul libretto del Rigoletto verdiano (Les drames de Victor Hugo et les livrets d’opéra italiens del 1989), e “Enfin Daguerre vint”. L’Ottocento letterario francese e la fotografia (2004), agile rassegna delle posizioni di vari artisti, da Baudelaire a Valéry, di fronte alla nuova arte. Il livello scientifico non risulta omogeneo proprio per una indubbia maturazione progressiva, e si perfeziona nel tempo la concisione argomentativa, resa a volte difficile per i frequenti e non sempre funzionali rinvii alla bibliografia critica. Nel complesso, i lavori sono sempre condotti con impegno, sicurezza, perizia e si avvalgono di una scrittura nitida e al tempo stesso vivace.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui due monografie e due curatele, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. B. Donatelli presenta pubblicazioni con case editrici e riviste qualificate. I suoi numerosi lavori sull’Ottocento francese, specialmente attraverso il confronto di figure come Flaubert e Sand o Flaubert e Taine, così come si riscontra anche dall’edizione delle loro corrispondenze, curate dalla candidata (Epistolario Flaubert/Sand (1863-1869), Flaubert et Taine: luoghi e tempi di un dialogo), con un’attenzione particolare per Taine (Taine lecteur de Flaubert. Quand l’histoire rencontre la littérature) e Flaubert (Il Voltaire di Flaubert : « Un génie de premier ordre »), sono il frutto di un lavoro ampio, erudito, con ricchezza di informazioni e con accuratezza nella ricerca bibliografica e documentaria, ma con caratteristiche non sempre letterarie. Si nota attenzione per i testi come, per esempio, nella lettura originale di Paradis di Sollers. I vari studi presentati in Le perle, il filo e la collana. Figure e luoghi dell’opera di Flaubert dimostrano l’attitudine della candidata nel governare una materia complessa, che, tuttavia, avrebbe potuto essere letta con maggiore capacità di sintesi, nonché con maggiore efficacia nelle conclusioni.

Una cultura vasta, raffinata e nutrita ha consentito alla candidata di analizzare e mettere in evidenza in Les Drames de Victor Hugo et les livrets d’opéra italiens un aspetto poco noto dell’opera di V. Hugo, nel suo sorprendente riscontro col mondo dell’opera italiana. Non sfugge la vastità degli interessi della candidata, ad esempio, attraverso la sua capacità di proporre analisi socio-culturale, con ricadute anche letterarie, sia quando si occupa dell’apparizione di un nuovo mezzo artistico, la fotografia, sia quando tratta della tradizione delle effigi.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

Dalla produzione della candidata si evince un interesse definito per gli studi di letteratura comparata dell’Ottocento ed in misura minore del Novecento. La ricerca privilegia le zone di interconnessione tra letteratura ed altri ambiti culturali, il raffronto tra autori sul piano estetico e mostra un interesse, fondato su precise competenze metodologiche, per l’analisi del testo con esiti talora originali sia pure in campi di studio molto indagati. Merita attenzione l’Epistolario Flaubert/Sand, buon lavoro, ben documentato, interessante per le testimonianze sulla genetica dell’opera e sulla personale concezione poetica dei due autori. Lo stesso dicasi per la corrispondenza Flaubert/Taine, inserita in Flaubert e Taine. Luoghi e tempi di un dialogo, lavoro di prim’ordine per la chiarezza dell’enunciato e l’originalità dell’intento che ricostruisce il rapporto Flaubert-Taine sulla base della loro corrispondenza ma soprattutto di un procedimento indiziario basato su testimonianze indirette e micro-interpretazioni testuali. Per quanto di impronta biografica, in questo suo lavoro la candidata dimostra di saper interrogare con competenza i testi, mettendo in rapporto le estetiche e la concezione della Storia dei due autori, e mostrandone affinità e divergenze. La monografia Le perle, il filo e la collana, che raccoglie una serie di contributi già pubblicati, conferma la centralità dell’interesse flaubertiano della candidata. Come si evince dal titolo stesso, il lavoro vuole dimostrare, con indubbia originalità critica, la coerenza interna delle opere di Flaubert attraverso la ripresa di motivi e temi ricorrenti in un riscontro sincronico di campioni testuali diversi. L'interesse comparativo si evidenzia anche in « Il Voltaire di Flaubert: un génie de premier ordre », in « Taine lecteur de Flaubert. Quand l’histoire rencontre la littérature », ripresa francese dell’introduzione italiana del carteggio, in « Per una filosofia del viaggio ovvero ‘l’art de voyager et d’observer en voyage’ secondo Hippolyte Taine». Sempre nell’ottica dell’interconnessione degli ambiti culturali si segnalano un breve lavoro: « Les drames de Victor Hugo et les livrets d’opéra italiens »  ; «‘Enfin Daguerre vint’. L’Ottocento letterario francese e la fotografia », ed infine « Effigi di Madame Bovary », interessante analisi dello spazio di intersezione tra testo verbale e segno iconico in edizioni illustrate. Meno determinante, in quanto un po’ parafrastico, il primo lavoro presentato: « Les mots de Paradis, Le Paradis des mots »: una lettura possibile di un testo in progress di Sollers, che mette a fuoco nozioni complesse inerenti al linguaggio non senza un certo rapporto con gli interessi che emergono negli studi successivi della candidata.

Nel complesso, nonostante la diversità dei contributi, non sempre dello stesso livello sul piano del metodo e della qualità, la produzione della candidata evidenzia una personalità di studiosa scientificamente matura e originale nella scelta dei percorsi critici e negli esiti interpretativi.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata presenta un’edizione dell’epistolario Flaubert-Sand (1863-1869), una monografia su Flaubert e Taine e una raccolta di saggi sull’opera flaubertiana; una curatela sul tema del viaggio degli scrittori nell’Ottocento e sei articoli su Flaubert, sulla cultura letteraria nell’Ottocento e sul rapporto tra scrittura e fotografia.La ricerca di Donatelli appare fortemente centrata sull’opera di Flaubert, - su cui applica in modo appropriato e competente un’analisi puntuale dei testi con esiti talora originali - e sull’elaborazione delle idee estetiche di Flaubert nel commercio intellettuale con grandi autori del suo tempo e nella riflessione su grandi autori che lo hanno preceduto, come Voltaire. Due volumi, del 1990 e del 1998, percorrono rispettivamente il rapporto tra Flaubert e George Sand e tra Flaubert e Taine, attraverso un’accurata scelta e un’attenta lettura delle corrispondenze. Di Taine la candidata interroga, in un saggio inserito nel volume da lei curato, In viaggio verso l’Europa, il testo dell’Art de voyager et d’observer en voyage da cui rileva la tensione filosofica dell’autore verso la sociologia e l’antropologia culturale. Nel più recente volume Le perle, il filo e la collana (2008), la candidata riunisce saggi consacrati nel tempo all’opera flaubertiana, in un insieme in cui è dato seguire gli sviluppi e le trasformazioni metaforiche di particolari figurazioni e di luoghi cardine presenti nell’opera stessa. Lo studio appare scientificamente solido e con punte di capacità critica, specie nei saggi sui luoghi, di particolare interesse. Gli articoli dedicati l’uno al rapporto tra i drammi hugoliani e i libretti d’opera italiani, l’altro al nuovo rapporto che l’avvento della fotografia istituisce tra letteratura e immagine (considerando Cros, Verne, Zola, Villiers de l’Isle-Adam), configurano un interessante filone di ricerca nella relazione inter artes a fine Ottocento ravvivata dalle nuove tecniche di riproduzione del reale. Nell’articolo sul testo Paradis di Philippe Sollers, la candidata applica alla scrittura novecentesca la sua buona capacità di analisi testuale. Nell’insieme i titoli presentati compongono un profilo maturo di studiosa, dotata di sicurezza nell’indagine scientifica e di capacità critica anche originale e maturata nel tempo.

 

Candidato FERRARO Alessandra:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata, con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. La candidata ha infatti il merito di aver saputo orientare con precisione le sue ricerche su due principali aree di ricerca distinguendosi in queste per i risultati ottenuti. Ovvero gli studi su Raymond Queneau e quelli sulla francofonia.

A Queneau ha dedicato un’ampia monografia (Raymond Queneau. L’autobiografia impossibile, Udine, Forum, 2001, « Collana “testi e saggi », 8, 194 p.) e vari saggi (“Le Voyage en Grèce di Raymond Queneau”» in Bérénice, anno 13, n. 33, marzo 2005, Atti del Convegno Internazionale « Il Mediterraneo nell’immaginario francese moderno e contemporaneo », pp. 42-53; « La dissolution de l’événement dans les Journaux de Raymond Queneau », in Pierre Helmut Meter e Glaudes (eds), Le sens de l’événement dans la littérature française des XIX et XX siècles, Actes du colloque international (Klagenfurt, 1er -3 juin 2005), Bern, Peter Lang, 2008, « Coll. littérature de langue française, 6 », pp. 221-230 ; « Queneau lecteur de Ducharme «, Cahiers de l’Association internationale des Études françaises. (Les études françaises en Amérique anglophone. Louis-Sébastien Mercier. Les Littératures du Québec face à la France. Ovide en France), n. 58, mai 2006, Actes du LVII Congrès de l’Association (Paris, 5 juillet 2005), pp. 161-173) ; alla francofonia, l’intera silloge delle rimanenti pubblicazioni presentate per questo concorso : « Palimpsestes, métissages, frôlements. Textes migrants et littérature québécoise », in Anna-Pia De Luca, Jean-Paul Dufiet, Alessandra Ferraro (a cura di), Palinsesti culturali. L’apporto delle immaginazioni alla letteratura del Canada, Atti del convegno internazionale (Udine 20-22 maggio 1998), Udine, Forum, 1999, pp. 141-154; « D’autres histoires, une autre Histoire: les écritures venues d’ailleurs au Québec », in Klaus-Dieter Ertler, Martin Löschnigg (eds), Canada 2000. Identity and Trasformation. Identité et transformation. Le Canada vu à partir de l’Europe centrale, Actes du Colloque international (Graz, 2-4 décembre 1999), Frankfurt am Main, Peter Lang, 2000, pp.141-148 ; « Le corps de l’Autre. Marie de l’Incarnation et de Sauvages », in Altérité et insularité. Relations croisées dans les cultures francophones, (Udine, 16 maggio 2002), Alessandra Ferraro (textes réunis et présentés par), Udine, Forum, 2005, pp. 43-55 ; « Alle origini del campo letterario francofono : il caso delle Lettres françaises (1944- 1947) » in Enrica Galazzi, Giuseppe Bernardelli (a cura), Lingua, cultura e testo. Miscellanea di studi francesi in onore di Sergio Cigada, Milano, Vita e pensiero, vol. II, t. I, 2003, pp. 518-528; « Attività missionaria e mediazione interculturale in Nouvelle-France : Marie de l’Incarnation », in Nicola Gasbarro (ed.), Le culture dei missionari, Atti del Convegno internazionale (Udine, 24-26 gennaio 2006), Roma, Bulzoni, vol.I, pp.87-108; « Le cycle théâtral de Wajdi Mouawad (Littoral, Incendies, Forêts) ou comment détourner le mythe d’Œdipe », Ponti/Ponts. Langues, littératures, civilisations, n.7 (Présences du mythe), 2007, pp.41-56). Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. In entrambe le aree si riscontra originalità e innovatività di ricerche, rigore metodologico. Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione scientifica.Da valutare positivamente anche il curriculum e i titoli.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

Nella produzione presentata dalla candidata si evidenziano tre linee di ricerca, che a volte si intrecciano: Raymond Queneau, la scrittura autobiografica e la letteratura francofona del Québec. Su Raymond Queneau vertono una monografia e tre brevi articoli di diseguale interesse (Queneau lecteur de Ducharme, del 2006; La dissolution de l’événement dans les Journaux de Raymond Queneau, del 2008; Le Voyage en Grèce di Raymond Queneau, del 2005, che è il contributo più consistente per la messa in luce del ruolo giocato da alcune riviste degli anni Trenta e in particolare da “Le Voyage en Grèce”). Nello studio monografico Raymond Queneau. L’autobiografia impossibile (2001), la candidata affronta il rapporto difficile e complesso dello scrittore con il patto autobiografico. La parte più meritevole, grazie anche alle frequenti e sempre opportune citazioni in cui la voce è data ai protagonisti del tempo, è proprio la ricostruzione del tessuto culturale ideologico e politico in quei decenni nevralgici della storia di Francia. Si tratta di un lavoro indubbiamente serio per conoscenza del corpus di uno tra gli autori più rappresentativi del Novecento e che con una esposizione chiara, agile ed elegante si muove nell’intreccio di testimonianze contemporanee e nel conflitto vorticoso tra autore reale e fittizio. La seconda linea di ricerca si esplica attraverso articoli dedicati alla francofonia. Tra questi spiccano per intelligenza critica e acutezza analitica gli articoli Palimpsestes, métissages, frôlements. Textes migrants et littérature québécoise, del 1999, in cui è approfondita la nozione di littérature québécoise nel confronto con testi letterari immigrants che ne stanno cambiando il volto e il profilo, e Alle origini del campo letterario francofono: il caso delle “Lettres françaises” (1944-1947), del 2003, e D’autres histoires, une autre Histoire: les écritures venues d’ailleurs au Québec, del 2000. Nell’incrocio tra autobiografia e letteratura legata al Canada si situano i due contributi su Marie de l’Incarnation: Le corps de l’Autre. Marie de l’Incarnation et les Sauvages, e Attività missionaria e mediazione interculturale in Nouvelle-France: Marie de l’Incarnation. Anche se un taglio più sintetico avrebbe sicuramente eliminato alcune ripetizioni e avrebbe probabilmente giovato a un risultato scientifico più incisivo, e anche se i lavori più recenti – è il caso di Le cycle théâtral de Wajdi Mouawad (Littoral. Incendies. Forêts) ou comment détourner le mythe d’Oedipe, del 2007 – sembrano risentire di un minore impegno, i titoli della candidata lasciano intravedere una personalità interessante di studiosa.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui una monografia ed una curatela, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Le ricerche che riguardano il Québec sono costituite da alcuni articoli (Palimpsestes, métissages, frôlements. Textes migrants et littérature québécoise; D’autres histoires, une autre Histoire : les écritures venues d’ailleurs au Québec) che pongono questioni importanti e problematiche sulla nozione di “letteratura quebecchese”, sul rapporto tra autoctoni ed ibridazione, in un’ottica risolutamente moderna e senza apriori, appoggiandosi su metodologie adeguate praticate su un corpus non privo di interesse. Sempre nell’ambito della francofonia, la candidata si interessa, con scrupolo e precisione, dei rapporti tra la Francia e gli intellettuali francofoni (Alle origini del campo letterario francofono : il caso delle Lettres françaises (1944-1947) che andrebbero, tuttavia, ulteriormente indagati per conseguire più approfonditi risultati. Si ravvisa anche un interesse di carattere storico-culturale verso personaggi minori come Marie de l’Incarnation, che la candidata prova a leggere con strumenti che vanno al di là della sola attenzione al rapporto letteratura-società. Le ricerche su Queneau della candidata si condensano in un volume (R. Queneau. L’autobiografia impossibile) che riprende, sorprendentemente, il titolo di un lavoro ben conosciuto di B. Erulli sullo stesso Queneau, per altro citato, e non solo in bibliografia. Il lavoro propone una lettura del rapporto tra scrittura e vita con conclusioni, forse, un pò sbrigative, che saranno, invece, ampiamente approfondite, un anno dopo, da Michel Lécureur nel dovizioso volume R. Queneau. Biographie. L’articolo (Le voyage en Grèce de R. Queneau) ha il pregio di mettere in evidenza il ruolo fondamentale della rivista “Le voyage en Grèce” nel coniugare classicismo e avanguardie. Queneau lecteur de Ducharme appartiene, probabilmente, più alla storia dell’edizione e dei premi letterari che alla letteratura intesa come studio di testi; nell’ultimo lavoro proposto (La dissolution de l’événement dans les écrits de R. Queneau) si riscontra un tentativo suggestivo, ma non nuovo, di lettura di Queneau. Sicuramente la candidata dispone di una larga conoscenza di questo autore e della critica che di lui ha trattato. Tale bagaglio lascia prevedere possibilità di ulteriori sviluppi.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

Si evidenziano nella produzione della candidata due principali filoni di ricerca: la francofonia e Queneau, che talora si incrociano senza che si possa dire quale dei due sia dominante. « Palimpsestes, Métissages, frôlements » si inscrive nel dibattito attuale che tende a ridefinire la letteratura del Québec in ragione dei fenomeni di ibridazione in atto. Fondando solidamente la sua ricerca sulle teorie di Lotman e Bachtin, la candidata definisce le nozioni di interdiscorsività, eteroglossia, eterofonia, enterologia ed intertestualità, stabilendo una tipologia testuale a partire da un corpus di una ventina di romanzi. Ottimo lavoro che dà ragione dei cambiamenti che investono questa letteratura. « D’autres histoires, une autre Histoire: les écritures venus d’ailleurs au Québec » riprende da un punto di vista identitario le scritture migranti in autori come Monique Bosco e Régine Robin che, in maniera diversa, si pongono il problema della memoria personale incardinata nella Storia e l’illusione di tale ricerca malgrado l’originalità degli esiti “autobiografici”. « Alle origini del campo letterario francofono: il caso delle Lettres françaises (1944-1947) » studia le interazioni tra circoli intellettuali e politici francesi e il mondo coloniale. Meno originale il lavoro sulla scrittura autobiografica in Marie de l’Incarnation: « Le corps de l’autre …» anche se non esente da alcune buone intuizioni; più problematico il secondo: « Attività missionaria e mediazione interculturale in Nouvelle France…» in quanto interviene criticamente nel dibattito della critica postcoloniale anglosassone: la figura della missionaria inserita nel contesto culturale dell’epoca rivela nei suoi scritti un rapporto non convenzionale con l’Altro. Di carattere prevalentemente divulgativo, « Le cycle théâtral de Wajdi Mouawad (Littoral, Incendies, Forêts ou comment détourner le mythe d’Oedipe » comporta alcune interessanti riflessioni sulle trasformazioni in ambito francofono contemporaneo del mito di Edipo. L’autobiografia, tema ricorrente nella ricerca francofona, è ripreso in Queneau che rappresenta il secondo campo d’interesse della candidata: Raymond Queneau. L’autobiografia impossibile. Studiato in una prospettiva originale, nel rapporto con i maîtres à penser del suo tempo (Breton, Bataille, Sartre) grazie ai diari e ad alcuni inediti, la candidata presenta l’autore sotto una angolatura meno conosciuta, incentrando la sua ricerca sulle modalità di rappresentazione o di occultamento del dato personale. La minuziosa ricostruzione storico-letteraria appare funzionale allo studio della poetica dell’autore, la conoscenza dei dossiers preparatori si rivelano preziosi per determinarne l’evoluzione nell’esperienza della scrittura di sé. Sempre su Queneau vertono altri tre articoli: « Le voyage en Grèce » ; « Queneau lecteur de Ducharme »; « La dissolution de l’événement dans les Journaux de Raymond Queneau ». Il primo, di gran lunga più interessante, contribuisce a fornisce una chiave interpretativa dell’impronta classica della sua opera; il secondo, più divulgativo ricostruisce il suo ruolo nella pubblicazione delle opere di Ducharme; il terzo infine, tema di grande interesse, avrebbe richiesto un maggior approfondimento anche sul piano teorico. Si avverte curiosamente una flessione dell’impegno scientifico e una minore originalità nei lavori compresi tra 2006-2007 rispetto ai primi. Ciononostante, la produzione evidenzia nel suo complesso una figura di studiosa seria e impegnata che non lascia dubbi sulla qualità della sua produzione futura.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

Due sono gli ambiti di interesse della candidata: Raymond Queneau e la letteratura franco-canadese. Il volume dedicato a Raymond Queneau. L’autobiografia impossibile, esplora l’opera dello scrittore novecentesco dapprima nei suoi rapporti con i movimenti letterari e con il pensiero del suo tempo (Surrealisti, Bataille, Sartre) per passare poi a un’analisi testuale nel quadro di un’ipotesi che ne prevede forti implicazioni autobiografiche. Lo studio è l’esito di un’attenzione manifestata già nei tre saggi dedicati alla “dissolution de l’événement”, a Queneau lettore di Ducharme e, il più interessante dei tre, al Voyage en Grèce. Nell’insieme la candidata dimostra una conoscenza dell’autore molto approfondita e articolata in un ventaglio di approcci metodologici, il più proficuo dei quali è quello dell’originale patto autobiografico istituito all’interno dell’opera nelle incerte modulazioni dell’Io reale con l’Io della finzione. Nei saggi dedicati alla letteratura franco-canadese, viene di nuovo adottato l’approccio testuale dalla prospettiva dell’autobiografia soprattutto relativamente alle Relations della missionaria Marie de l’Incarnation, mentre, parallelamente, viene interrogata la nozione stessa di francofonia attraverso l’analisi di quei testi di immigrazione che stanno ridisegnando il carattere della scrittura letteraria nel Canada francofono. Pur riconoscndo spunti interessanti nell’approccio critico a Queneau, nel complesso non si ritiene ancora la produzione della candidata sufficiente e matura per un ruolo universitario di prima fascia

 

La seduta è sospesa alle ore 19.30 del 14/06/2010 e la Commissione si riconvoca per il 15/06/2010, alle ore 9.15.

 

Alle ore 9.15 del 15/06/2010 la Commissione riprende i lavori.

 

Candidato FUSCO GIRARD Giovannella:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per i suoi lavori sul poeta Francis Ponge cui dedica due studi monografici in volume: Francis Ponge. L’impossible “art de vivre” (Liguori, 2003); Le parole di Francis Ponge (Avagliano, 1995); Questioni di metodo. La retorica di Francis Ponge (Risposte, 1999); un articolo sulla rivista GENESIS (1998) e un articolo su “Quaderni del seminario di filologia francese” (2002). Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. Spunti di originalità e innovatività delle ricerche - ancora imperfetto il rigore metodologico con cui sono state realizzate - sono da considerarsi al pari anche per altri lavori dedicati a Baudelaire, Racine, Laclos e uno studio intitolato La storia di Cenerentola. Modelli ubanistici e dibattiti letterari fra Parigi e Napoli nel secondo Ottocento (L’Orientale Editrice, 2002). Non rilevante sul piano scientifico la sua cura del volume La Svizzera e l’Europa. Identità e Identificazione. Giornata di studio (Dadò editore, 2006). Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione scientifica. Da valutare positivamente anche il curriculum e i titoli.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

Una grande parte della produzione della candidata si concentra sulla poesia e sulla poetica di Francis Ponge, da Questioni di metodo. La retorica di Francis Ponge (1991) a Le parole di Francis Ponge (1995), a La boue et le filet de soie (1998), a ”J’aime la règle qui corrige l’émotion” (2002), fino a Francis Ponge. L’impossible art de vivre (2003). In quest’ultimo studio, il più articolato, sono passati in rassegna, nella prima parte, i criteri essenziali della poetica di Ponge; nella seconda parte è ripresa una lettura genetica, iniziata nell’articolo del 2002, sull’Ode inachevée à la boue, in cui sono presentati materiali d’archivio manoscritti e dattiloscritti che danno conto del lavoro continuo di revisione. Risulta evidente nei lavori della candidata una spiccata passione per la lettura e l’interpretazione dei testi; passione che non è sempre sufficiente a preservare dal rischio di un approccio tendenzialmente impressionistico, alimentato anche da una insufficiente contestualizzazione storico-culturale. Mancanza rilevabile anche nell’articolo su Laclos, “Deux mots suffisent” (contenuto nel volume pubblicato a sua cura del 1998, La Rosa e la Spina. Il gusto dello scarto nella produzione artistica). Un analogo approccio ispirato ma di scarsa rilevanza scientifica si nota nel saggio su Baudelaire, Charles Baudelaire. Alla fine delle parole (2007), di cui si possono tuttavia apprezzare alcune osservazioni sulla traduzione di Franco Rella. Più interessante il  breve articolo La storia di Cenerentola. Modelli urbanistici e dibattiti letterari fra Parigi e Napoli nel secondo Ottocento (2002) sull’evoluzione urbanistica di due città a confronto (Napoli e Parigi). Gli altri titoli presentati (La Svizzera e l’Europa. Identità e identificazione. Giornata di studio, Racine: silenzio e parole) appaiono difficilmente valutabili, per la brevità e soprattutto per l’inconsistenza dell’analisi. Pur ambizioso e farcito di citazioni prelevate da studi provenienti da varie discipline, i lavori della candidata non presentano una qualità esegetica idonea, mancanza attribuibile a un’impostazione prevalentemente descrittiva e soprattutto a un vaglio critico non perfettamente controllato.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n.10 pubblicazioni, di cui due curatele e tre monografie, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. La produzione presentata vanta una buona collocazione editoriale presso Liguori e la rivista “Genesis”. I lavori più importanti e innovativi al momento della loro pubblicazione riguardano F. Ponge che la candidata ha contribuito a far conoscere in Italia e che testimoniano capacità filologiche, particolarmente evidenziate in La boue et le filet de soie. Appare un argomento suggestivo e sicuramente da approfondire quello posto nell’articolo La rosa e la spina. Il gusto dello scarto nella produzione artistica. Alcune pubblicazioni (Charles Baudelaire. Alla fìne della parola, Le parole di Francis Ponge, Questioni di metodo. La retorica di Francis Ponge, Racine: silenzio e parole) appaiono meno incisive dal punto di vista critico, generiche nel loro approccio, e con un destinatario diverso da quello degli specialisti. Si sottolinea l’attenzione per un confronto tra Italia e Francia (La storia di Cenerentola. Modelli urbanistici e dibattiti letterari fra Parigi e Napoli nel Secondo Ottocento) che demistifica alcune letture un po’ semplificate.

Interessante risulta l’accostamento tra la Svizzera e l’Europa (La Svizzera e l’Europa. Identità e Identificazione), che sarebbe stato auspicabile fosse stato affrontato in maniera approfondita.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

La candidata presenta una serie di contributi centrati sulla poetica di Francis Ponge: da Questioni di metodo: la retorica di Francis Ponge (1991) fino all’ultimo lavoro sull’autore Francis Ponge (2003): l’impossible art de vivre. Se lo studio delle figure retoriche contenuto nel primo lavoro, condotto in maniera poco sistematica, non permette di enucleare chiaramente la pratica poetica dell’autore, nell’ultimo, la candidata mostra di gestire molto meglio una materia di per sé ardua mettendo in rapporto il poeta con i propri modelli e definendo la sua concezione razionalistica della poesia e la sua funzione creatrice e salvifica. Interessante la lettura genetica, uscita dapprima in Genesis sull’« Ode inachevée à la boue » in cui la candidata presenta materiali d’archivio manoscritti e studia le varianti delle diverse campagne di scrittura con quella competenza che gli studi genetici richiedono. Meno interessante l’ultimo lavoro Charles Baudelaire. Alla fine della parola in quanto piuttosto eterogeneo nei contenuti, privo di un “plan” definito che ne riveli le intenzioni, e talora poco chiaro a livello della scrittura. Lo stesso dicasi dell’articolo su Racine e della presentazione molto succinta del convegno su La Svizzera e l’Europa. Nonostante la reale difficoltà della ricerca intrapresa e alcune buone intuizioni critiche, i lavori della candidata, nel complesso poco strutturati sul piano metodologico e non esenti da alcune ingenuità critiche, non permettono di formulare un giudizio del tutto positivo sulla sua maturità scientifica.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata presenta dieci titoli tra i quali la curatela di una raccolta di studi sullo ‘scarto’ nell’arte, cui contribuisce con una prefazione di una pagina e mezzo e con un breve articolo su Laclos di carattere sostanzialmente impressionistico, e un volumetto su Baudelaire, in cui emerge sugli altri il breve capitolo dedicato a una traduzione di Franco Rella, ben confezionato ma generico nell’approccio metodologico e di scarsa consistenza scientifica. Tre studi su Francis Ponge concentrano gli interessi più concreti della candidata, strutturati e sviluppati nell’arco di un decennio e particolarmente orientati a studiare il rapporto tra parola e vita, la retorica e la relazione dialettica tra testo e paratesto con un’attenzione al ‘margine’ nella scrittura poetica di Ponge, sostenuta da argomenti critici e ampiezza di conoscenze. I due articoli su Ponge compongono un approccio ai testi complessivamente personale, con alcuni esiti apprezzabili. Un articolo di carattere culturologico prende in considerazione i rapporti intercorsi nell’Ottocento tra Parigi e Napoli. Non mostrano per contro elementi idonei a una valutazione comparativa per l’ordinariato le curatele di atti di giornate di studio su La Svizzera e l’Europa e su Racine. Si configura il profilo di una studiosa della scrittura di Francis Ponge che si distacca meritevolmente da una tendenza alla genericità evidente in tutti gli altri titoli presentati.

 

Candidato LONGHI Maria Giulia:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

La candidata si presenta con pubblicazioni sulla letteratura francese del Cinquecento, Ottocento e Novecento, con particolare interesse per Balzac, Flaubert, Zola, Maupassant, la letteratura francese per l’infanzia, la ricezione della letteratura francese in Italia nel XX secolo. Particolarmente valido il suo studio monografico Introduzione a Maupassant pubblicato dagli Editori Laterza nel 1994, seguito dall’ampio saggio Maupassant préfacier. Avec une préface inédite del 1999 e la curatela (con Introduzione, note e notizie ai testi) dell’opera Tutte le novelle di Guy de Maupassant, per i Meridiani Mondadori nello stesso anno, in cui conferma la sua preparazione sull’autore. Il suo lavoro sul Cinquecento è rappresentato dall’introduzione e note delle opere Daire e Alexandre di Jacques de La Taille. I suoi studi sulla letteratura francese per l’infanzia, iniziati nel 1984 sono stati ripresi abbastanza recentemente (2007) con la pubblicazione su L’enfance pittoresque raccolta in Amici di carta. Viaggio nella letteratura per i ragazzi (Università di Milano/Skira). La candidata si è pure occupata di Valentino Bompiani e Saint-John Perse. Buono il curriculum della candidata. Pur con i dovuti apprezzamenti si segnala che la candidata si è molto impegnata in opere di divulgazione piuttosto che concentrarsi sulla ricerca scientifica e sull’originalità e innovatività delle produzione.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La parte più ampia e significativa dei titoli presentati dalla candidata è consacrata a Maupassant, a cominciare da Le roman français au XIXe siècle. II Flaubert – Zola – Maupassant (1988), strumento didattico prezioso in quanto la sintesi e la chiarezza espositiva non vanno mai a scapito dello spessore critico. Una conoscenza esemplare del contesto letterario e culturale caratterizzano gli altri lavori su Maupassant: Introduzione a Maupassant (1994), esemplare riflessione su tutta l’opera narrativa dell’autore; le note e notizie del volume II di Tutte le novelle di Maupassant per i Meridiani (1999); l’articolo sulle préfaces (Maupassant préfacier, 1999). Un analogo impegno è riscontrabile anche nei contributi dedicati ad altri autori, come nel breve articolo su Romeo Lucchese traduttore di Saint-John Perse (2001), o come nell’interessante omaggio a Valentino Bompiani e alla sua politica editoriale (2003). E questo fin dal suo primo lavoro, L’educazione esemplare. Zulma Carraud, un’amica di Balzac scrive per l’infanzia (1984), in cui attraverso la contestualizzazione storica e la comprensione dei fenomeni culturali riesce a conferire rilievo anche alla ricerca su testi minori. Sulla letteratura per l’infanzia Longhi è tornata nel suo lavoro più recente (2007): L’enfance pittoresque in cui prende in esame il “secolo d’oro” della letteratura infantile (1840-1940), la contrapposizione tra editoria provinciale e parigina, il predominio tra il 1840 e il 1870 dell’editoria cattolica, il senso delle illustrazioni. La candidata infine dà prova di competenze molto apprezzabili anche in ambiti letterari  lontani dal secolo più indagato, come dimostra la presentazione delle due tragedie di Jacques de la Taille, Daire e Alexandre (in La tragédie à l’époque d’Henri II et de Charles IX; Texte édité et présenté par M. G. Longhi, 1992), che si segnala sia per l’accuratezza con cui ricostruisce il contesto e con cui si addentra nella selva delle fonti antiche e moderne, che per lo studio attento della composizione drammaturgica. Nello stesso tempo tra le righe riesce a trasmettere anche il rapporto affettivo che è alla base dell’iniziativa editoriale intrapresa da Jean de La Taille in memoria e in onore del fratello minore prematuramente scomparso. Nel complesso Maria Giulia Longhi dimostra un approccio ammirevole per coerenza e finezza del discorso, oltre a una sorta di partecipazione profonda alla materia trattata che non diventa mai un abbassamento della lucidità e del rigore, ma conferisce una intensità maggiore all’argomentazione.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui due monografie, una curatela ed un volume ad uso didattico, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. La candidata propone un utile approfondimento dei rapporti culturali tra la Francia e l’Italia (Valentino Bompiani e la “carta” della Francia, Lecture d’un poète par son traducteur. Romeo Lucchese et Saint-John Perse). Il lavoro più consistente concerne G. de Maupassant. La collocazione editoriale è buona (Laterza e Mondadori), ma le opere di Maupassant (Tutte le novelle di Guy de Maupassant, vol. II, Milano, Mondadori «I Meridiani») sono curate per un pubblico di lettori colti piuttosto che per ricercatori e specialisti. Le roman français au XIXe siècle. II: Flaubert, Zola, Maupassant è destinato ad un uso prevalentemente didattico. Interessante l’apporto su Maupassant (Introduzione a Guy de Maupassant), soprattutto come prefatore, con la pubblicazione di un documento inedito (Maupassant préfacier. Avec une préface inédite). Con l’edizione di due tragedie di De la Taille, la candidata dimostra la partecipazione accorta e ben documentata ad un’operazione imponente di ricostruzione di un quadro culturale attraverso testi poco noti, ma suggestivi. L’educazione esemplare. Zulma Carraud, un’amica di Balzac, scrive per l’infanzia, e L’enfance pittoresque sono rappresentativi di un interesse nei confronti di un percorso, al tempo stesso, culturale e sociologico, che rimane tuttavia soprattutto descrittivo.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

Gli interessi della candidata vertono soprattutto sul romanzo dell’Ottocento, con incursioni nel Cinquecento e nel Novecento. Interessante la monografia su Zulma Carraud, amica e corrispondente di Balzac. Lavoro meritorio in quanto porta alla conoscenza del pubblico italiano un autore poco conosciuto che scrive per l’infanzia, inquadrandolo nel contesto storico-politico dell’epoca in funzione soprattutto dell’intento didattico-pedagogico che esprime. Il lavoro, di carattere tematico-descrittivo, limpido e accurato, non include tuttavia un’analisi delle modalità narrative in cui si esemplificano i soggetti e l’ideologia dell’autore. Un secondo polo d’interesse è costituito da Guy de Maupassant. A questo proposito la candidata presenta un’opera di carattere didattico, Le roman français au XIXe siècle: Flaubert, Zola, Maupassant, e una seconda di buon livello divulgativo, Introduzione a Maupassant. Più interessante sul piano scientifico e decisamente originale Maupassant Préfacier. Avec une préface inédite che studia le modalità delle prefazioni (lettere-comptes rendus)  e il loro carattere elusivo rispetto alle caratteristiche canoniche del genere. Tutti questi lavori preludono all’edizione italiana di Tutte le novelle per i “Meridiani” che confermano, nell’Introduzione e nelle note, la grande conoscenza dell’autore e del contesto di produzione mostrando nel contempo eleganza nella scrittura, semplice ed insieme essenziale. Un altro filone di ricerca è rappresentato dall’ edizione e dalla cura di due tragedie di La Taille. Lavoro accurato e molto documentato a livello delle fonti e dell’apparato critico. Pur rappresentando un interesse minore, la candidata presenta un lavoro su Saint-John Perse sulla base di una corrispondenza con un suo traduttore italiano che permette di ricostruire uno spaccato di vita intellettuale ed editoriale dell’epoca. Lo stesso dicasi per il lavoro sull’editore Bompiani e la cultura francese. Da ultimo la candidata ritorna ai suoi interessi per la letteratura dell’infanzia esaminando l’archivio Apice che testimonia l’attività di autori, editori, illustratori per l’infanzia d’oltralpe nel XIX secolo. In definitiva, la produzione della candidata generalmente corretta, scientificamente matura e per alcuni versi anche originale fa rimpiangere l’assenza di un lavoro di sintesi di più ampio respiro.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata presenta lavori relativi alla letteratura francese del Cinquecento, dell’Ottocento e del Novecento. Per il XVI secolo ha reso l’edizione di due tragedie di Jacques de La Taille, Daire e Alexandre, con introduzione e apparato di note. Riguardo al XIX secolo, il filone di ricerca più consistente e approfondito è senz’altro quello relativo alla scrittura narrativa di Guy de Maupassant di cui ha curato l’edizione del II volume di Tutte le novelle nei “Meridiani” Mondadori, con introduzione e note ai testi. È l’esito di anni di studi documentati dal volume Laterza di Introduzione a Maupassant, di alta divulgazione e dall’interessante saggio su Maupassant ‘préfacier’, corredato da un’inedita préface  a Baronnette di E. Garennes, nonché dall’ottimo esercizio di analisi testuale di Pierre et Jean contenuto nel volume a carattere didattico, Le roman français au XIXe siècle (II. Flaubert. Zola. Maupassant). L’interesse della candidata per la letteratura per l’infanzia nell’Ottocento nasce e si sviluppa a partire dall’interesse per l’opera di Zulma Carraud, la fedele amica di Balzac, cui la candidata aveva dedicato un’esauriente monografia nel 1984, per tornarvi con il saggio più recentemente dedicato alla collezione di libri illustrati per l’infanzia contenuti nel fondo Peter Wick. Ai fertili rapporti tra Francia e Italia all’inizio del XX secolo sono consacrati i due articoli sulla ricezione critica di Saint-John Perse in Italia e ai rapporti dell’editore Valentino Bompiani con la Francia. Nell’insieme, si compone il profilo di una studiosa aperta ad ambiti della storia letteraria diversi per tempi e generi: elemento che non pregiudica la finezza dell’analisi sempre scrupolosamente poggiata su una struttura filologica e critica sicura.

 

Candidato MORGANTE Jole:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per i suoi lavori dedicati a Charles Sorel e a Molière in volumi monografici (Il libertinismo dissimulato : l’« Histoire Comique de Francion » di Charles Sorel, Fasano, Schena, 1996; Forme del comico nel teatro di Molière, Milano, Cuem, 1995). A Sorel ha pure dedicato in tempi più recenti un saggio intitolato La réécriture de la première partie du « Francion » : Techniques d’écriture libertine, (« Littératures Classiques » n.41, hiver 2001, Charles Sorel : « Histoire comique de Francion », pp.13-30). Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. L’originalità e innovatività delle ricerche, il rigore metodologico con cui sono state realizzate possono essere considerate positivamente anche per altri lavori, in particolare quelli dedicati al Régulus di Jean de Beaubreuil (1582), in La Tragédie à l’époque d’Henri III (deuxième série, vol.2, 1579-1582, Firenze-Paris, Olschki-PUF, 2000, pp.441-463), a La Fontane (L’érotisme des « Contes » de la Fontaine. Un plaisir hasardeux, « Revue d’Etudes Culturelles », n.1, printemps 2005 ; Erotisme et ordre moral, pp.133-146 ; Le merveilleux dans les « Contes et Nouvelles en vers » de la Fontaine, in Une étrange constance, sous la direction de Francis Gingras, Les Presses de l’Université de Laval, 2006, pp.171-183). Meno apprezzabile l’edizione critica con introduzione e note di En Rade di Joris-Karl Huysmans (distribuito da La Nuova Italia, 1987). Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione scientifica. Da valutare positivamente anche il curriculum e i titoli.

 

 

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La candidata presenta lavori che si concentrano soprattutto sul Seicento e spaziano in vari campi di ricerca e in più generi letterari: dall’edizione (En rade di J.-K. Huysmans, del 1987),  all’esegesi di testi complessi, allo studio dei fenomeni culturali. Serietà e impegno sono già al lavoro nella monografia Forme del comico nel teatro di Molière (1995), anche se l’analisi avrebbe potuto estendersi alle pièces molieriane più significative e avvalersi di ulteriori strumenti scientifici; la monografia successiva, Il libertinismo dissimulato. L’”Histoire comique de Francion” di Charles Sorel (1996), è uno studio eccellente (parzialmente ripreso in francese, nel 2001, in La réécriture de la première partie du Francion: techniques d’écriture libertine) per la conoscenza del contesto socio-culturale e letterario, la conduzione dell’edizione critica, la capacità di interpretare il testo mettendone in risalto le strategie segrete e le audaci intenzioni. Solidità e problematicità del discorso critico caratterizzano tutti gli altri contributi. La Méditerranée dans les Nouvelles françaises de Segrais costituisce un’interpretazione pertinente della presenza del topos del mare, della sua funzione narrativa, ma anche del suo rinnovamento in due novelle di Segrais. In L’érotisme des Contes de La Fontaine (2005) sono indagate la complessità formale e l’innovazione a livello narrativo – facendo opportunamente attenzione ai motivi di una coerenza del progetto nel suo insieme –  dei Nouveaux Contes, quarta raccolta dei Contes et Nouvelles; mentre Le merveilleux dans les Contes et nouvelles en vers de La Fontaine (2006) presenta una riflessione sulla funzione a livello narrativo e culturale degli elementi del merveilleux, sulle forme brevi, sul progetto complessivo dell’autore, individuato anche nell’intenzione di dare dignità poetica a generi “marginali”. L’articolo Finir l’”Astrée”: variabilité et achèvement in “Le Règne d’Astrée” (2008), contributo all’attività di un’équipe di Paris-Sorbonne impegnata nella costruzione di un sito web ai fini dell’edizione ipertestuale con varianti del romanzo, mette in luce l’interesse del testo per gli studi linguistici e letterari, e indica nella ripresa con variazione il principio della costruzione narrativa. Anche nell’ambito del teatro umanista del Cinquecento e della sua estetica, la candidata si muove con perizia e sicurezza: si veda l’articolo sul Régulus di Jean de Beaubreuil, in La tragédie à l’époque d’Henri III (2000). Passions françaises, passions des Français (2008), costituito da schede precedute da una parte teorica (che in realtà  avrebbe potuto avvalersi di una più vasta bibliografia sui rapporti tra le manifestazioni linguistiche e i segni corporali delle emozioni e della passione) si rivela uno strumento didattico di indubbia efficacia e funzionalità. Nel complesso la candidata affronta argomenti impegnativi con piglio deciso e grande padronanza degli strumenti più idonei.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui due monografie, un volume ad uso didattico, una edizione critica di En rade di Huysmans, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Il lavoro della candidata su L’Astrée si presenta come un studio rigoroso, con una metodologia chiaramente espressa e convincente, che attesta la capacità di suggerire un’ipotesi interpretativa originale. Il suo personale contributo (Jean de Beaubreuil, Régulus, texte édité et présenté par J. Morgante) alla raccolta “La Tragédie à l’époque d’Henri III” appare ben documentato, acccurato e di piacevole lettura. Le sue ricerche su La Fontaine (Le merveilleux dans les “Contes et Nouvelles en vers” de La Fontaine e L’érotisme des « Contes » de La Fontaine. Un plaisir hasardeux) testimoniano una documentazione ampia e metodica, in grado di proporre una lettura più completa ed innovativa di tale autore e un cambiamento di prospettiva, ulteriormente confermato, poi, in La Méditerranée dans les « Nouvelles françaises » de Segrais. A volte, la produzione propone lavori complementari e meno innovativi come La réécriture de la première partie du “Francion” : techniques d’écriture libertine, rispetto a Il libertinismo dissimulato. L’Histoire comique de Francion di Charles Sorel, un lavoro ben altrimenti compiuto. La candidata indaga, forse, un pò rapidamente su argomenti fondanti, da lei stessa individuati, come il lavoro proposto sulle varianti (Joris-Karl Huysmans, En Rade, édition critique avec introduction et notes par J. Morgante). Passions françaises passions des Français, volume ad uso più strettamente didattico, nato sotto la sua direzione, rivela la volontà della candidata di estendere le sue conoscenze e di cercare strumenti di conoscenza al di fuori della letteratura. Tale tentativo non è stato forse portato a completa maturazione.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

Gli interessi della candidata vertono quasi esclusivamente sulla letteratura del Seicento. Fa eccezione l’edizione critica di En rade di J.-K. Huysmans che contiene una descrizione materiale del testo (descrizione di due edizioni pre-originali in rivista e di un manoscritto) e un rilevamento di varianti. Le forme del comico in Molière è un utile lavoro redatto con eleganza e chiarezza ma che risulta nel suo complesso di carattere divulgativo. Buona la sintesi delle tecniche del comico e dei principali testi teorici a questo soggetto. Interessante l’applicazione delle teorie del comico alla produzione di Molière con elementi di originalità. Il libertinismo dissimulato è un importante lavoro che comporta una ricostruzione storico-critica del pensiero libertino del XVII secolo e un’indagine condotta con buona padronanza del testo, delle tecniche di composizione di Sorel con particolare attenzione all’autocensura e ai procedimenti auto-protettivi messi in opera dall’autore. L’esegesi si snoda in maniera convincente ed elegante tra le ambiguità e le allusività del testo. «La réécriture de la première partie de Francion : techniques d’écritures libertines» riprende Il libertinismo dissimulato e approfondisce l’aspetto filologico dell’opera mettendo a confronto due edizioni diverse, gli effetti di riscrittura e le conseguenti revisioni ideologiche. « La Méditerranée dans les Nouvelles françaises de Segrais » studia lo spazio marino come luogo famigliare e d’impulso all’avventura. Non del tutto chiara la funzione dello spazio all’interno della novella, l’analisi tematica e storico-letteraria non focalizza con chiarezza il proprio percorso. « L’érotisme des contes de La Fontaine » esamina la quarta raccolta di racconti dal punto di vista dell’innovazione narrativa e formale. Sono evidenziate le strategie di attenuazione della carica sovversiva e nel contempo di sublimazione delle pulsioni, che nel testo determinano una doppia postulazione tra licenziosità e “contrainte” formale e morale. Le osservazioni contenutistiche e stilistiche trovano sempre un ampio riscontro grazie all’indubbia conoscenza del contesto epocale e confermano la novità dei Nouveaux contes rispetto alla tradizione. Anche in « Le merveilleux dans les Contes et Nouvelles en vers de La Fontaine » è centrale il tema del desiderio sessuale. La censura operata dai critici appare riduttiva della complessa visione dell’opera. L’analisi del merveilleux lungi dall’essere un détour tende a mostrare la ricca articolazione dei testi e i loro risvolti culturali. Interessante la sua relazione con il reale, come anche l’interesse per le sue diverse funzioni narrative all’interno dell’intrigo. Buona l’analisi delle espressioni figées et défigées e del loro impatto sul testo. Desemantizzazione e risemantizzazione di alcuni termini contribuiscono all’arricchimento espressivo della raccolta. Il progetto ambizioso non sempre trova un adeguato riscontro nell’analisi ravvicinata del testo. Jean de Beaubreuil, Régulus in La tragédie à l’époque d’Henri III : buona edizione critica di un testo teatrale poco conosciuto. L’introduzione comporta una sufficiente contestualizzazione dell’autore e dell’opera, un attento rilevamento delle caratteristiche materiali del supporto testuale. Interessante il rilievo riguardante le infrazioni del testo in rapporto alla tradizione umanistica, suffragato dallo studio delle fonti che permette di mettere in luce in maniera convincente alcuni elementi di originalità dell’autore. Infine Passions françaises, passions des Français è un lavoro nato nell’ambito dell’insegnamento di Cultura francese (Master di Lingue e Culture internazionali) e messa on line di documenti in grado di allargare lo spazio didattico (lavoro interattivo). La riflessione teorica non appare sufficiente, più sviluppati i campi d’applicazione. Poco presente il mondo contemporaneo anche per mancanza di riferimenti bibliografici appropriati. Per questa ragione il lavoro, pur di grande merito per gli scopi didattici che si propone, non presenta un grande interesse scientifico ai fini di questo concorso. Per l’ampiezza e la complessità degli argomenti trattati, per la serietà della démarche critica, per le indubbie conoscenze dimostrate nel campo di sua competenza, la candidata merita la massima attenzione.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata presenta due edizioni di testi: l’edizione della tragedia di Jean de Beaubreuil, Régulus del 1582, con introduzione, testo e apparato di note. L’accuratezza filologica corrisponde allo studio puntuale del contesto storico in cui la tragedia si colloca; l’introduzione mette bene in evidenza la particolarità del sistema dei personaggi e della struttura drammatica nel quadro della produzione teatrale coeva; l’edizione critica con introduzione, note e varianti di En rade di J.-K. Huysmans del 1887 secondo un impianto filologico rigoroso cui si accompagna una pertinente analisi critica. Uno studio monografico è consacrato alla prima versione del 1623 del Francion di Charles Sorel in relazione alle successive versioni del 1626 e del 1633, dove la candidata studia analiticamente gli elementi del libertinismo dell’autore progressivamente dissimulati, secondo un uso sapiente delle tecniche di occultamento, ma mai elusi, studiandone tutte le manifestazioni, di costume e filosofiche, nel quadro dello sviluppo del libero pensiero nella prima metà del Seicento. Studi successivi testimoniano della continuità e dell’evoluzione degli interessi della candidata verso le forme brevi della narrazione, “conte” e “nouvelle”, nella seconda parte del Seicento nell’opera di autori come La Fontaine, lo stesso Sorel, e Segrais. Un più recente studio prende in esame le ‘continuazioni’ dell’Astrée. Una seconda monografia esplora le forme del comico molieresco fondandosi su uno studio attento dell’estetica teatrale del tempo e sulle teorie del  riso enunciate da Bergson e da Freud. Una schedatura, esito di un’esperienza di didattica sul campo, propone uno studio sulle passioni dei Francesi, evidenziando elementi interessanti per una proposta d’indagine culturologica. Si configura nell’insieme una produzione scientifica di livello alto, fondata su solide basi filologiche, orientata secondo prospettive critiche interessanti, con esiti originali negli studi su Sorel.

 

Candidato PIETROMARCHI Luca:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica del candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per i suoi lavori in volume dedicati ad Alberto Savinio (Dal manichino all’uomo di ferro. Alberto Savinio a Parigi (1910-1914), Milano, Unicopli, 1984, pp. 127), Gustave Flaubert (L’illusione orientale. Gustave Flaubert e l’esotismo romantico, Milano, Guerini e Associati, 1990, pp. 169), Patrice de La Tour du Pin (Les Anges Sauvages. “La Quête de Joie” de Patrice de La Tour du Pin, Paris, Champion, 2001, pp. 300). Nel pregevole e ben documentato volume dedicato a Savinio ricostruisce con vivacità il primo soggiorno francese dello scrittore seguito da una penetrante esposizione della sua estetica e un approfondito esame degli Chants de la demi-mort con ottimi riferimenti al Futurismo e ad Apollinaire. L’opera dedicata a Flaubert testimonia l’eleganza e la capacità critica sempre presenti nella produzione del candidato. Pietromarchi vi ricostruisce con vera capacità la posizione orientalistica dello scrittore, dai sogni giovanili all’esperienza del reale. Di gradevole lettura, oltre che forte di un solido apparato critico, si presenta pure il lavoro dedicato all’analisi della raccolta più conosciuta di Patrice de la Tour du Pin. Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. Il rigore metodologico e soprattutto l’originalità e innovatività delle ricerche con cui sono state realizzate sono da considerarsi molto positivamente anche per altri lavori dedicati a Baudelaire cui dedica tre articoli (Plonger au fond du gouffre: Baudelaire e la poetica romantica del naufragio, in AA. VV., Pothos. Il viaggio, la nostalgia, a cura di F. Zambon e F. Rosa, Trento, Dipartimento di Scienze Filologiche, 1995, pp. 247-276; Le portrait du poète: Baudelaire par Gautier, “Cahiers de l’Association Internationale des Etudes Françaises”, 55, 2003, pp. 519-531; Tagliare il serpente, figure e motivi del frammento da Hugo a Baudelaire, in Théorie et pratique du fragment, a cura di L. Omacini, Genève, Slatkine, 2004, pp. 123-136) e una edizione delle Fleurs du mal (Baudelaire, I Fiori del male, trad. di Giorgio Caproni, Venezia, Marsilio, 2008, “Introduzione” e “Nota alla traduzione”, pp. 21-59; “Commento”, pp. 401-559), a Flaubert (Flaubert, le parche e il filo del romanzo, in AA. VV., La trama nel romanzo del Novecento, a cura di L. Pietromarchi, Roma, Bulzoni, 2002, pp. 11-13 e pp. 43-58). Il candidato ha pure curato le seguenti edizioni: G. de Nerval, La regina del mattino e Solimano principe dei geni, Venezia, Marsilio, 1992, “Introduzione” (pp. 9-43), note e traduzione; A. Soffici, Arthur Rimbaud, Trento, Editrice Università di Trento, 2001, “Introduzione” (pp. VII-XXV). Il complesso di queste ricerche configura una personalità organica e coerente di studioso della letteratura francese, che pare al sottoscritto positivamente proponibile per una cattedra di prima fascia.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La produzione del candidato, che si addentra in territori comunque impervii, molto frequentati o appartati che siano, si segnala per alcuni aspetti singolari e rarissimi nella pratica esegetica della letteratura. A cominciare dall’indagine penetrante dei funzionamenti testuali più segreti, e dalla capacità di ritrovare accordi e consonanze estremamente convincenti sia in altri momenti dello stesso corpus preso in esame, sia nelle opere di altri autori, in modo tale che i testi si aprano e si illuminino reciprocamente, avvalendosi tra l’altro di una conoscenza vastissima del contesto culturale, come testimonia da subito la monografia Dal manichino all’uomo di ferro. Alberto Savinio a Parigi (1910-1914), del 1984, in cui è rievocata la prodigiosa attività di un ambiente artistico e delle sue componenti anche musicali e pittoriche indissolubilmente intrecciate. Doti e valori che sono confermati anche nella cura di La regina del mattino e Solimano principe dei geni di Nerval (1992, con introduzione, note e traduzione) e in quella dell’Arthur Rimbaud di Ardengo Soffici (2001): lì e qui sono affrontati con lucidità e perizia i nodi delle transizioni nevralgiche dal primo romanticismo al simbolismo alle avanguardie. Inoltre, il percorso scientifico del candidato è caratterizzato dalla presenza di costanti esegetiche: la doppia postulazione dell’analisi testuale, volta da una parte a cogliere i microelementi linguistici, e nel caso prosodici, e dall’altra a rintracciare sotto le trame il filo del senso attraverso eventuali modifiche successive d’autore (a volte minime ma sempre significative, come in Le portrait du poète: Baudelaire par Gautier, del 2003): la riflessione su una poetica del frammento. Riflessione che porta sempre a esiti originali; nella monografia, del 2001, Les Anges sauvages. “La Quête de Joie” de Patrice de La Tour du Pin (in cui proprio la memoria di multiple e vaste relazioni intertestuali mette in risalto i tratti pertinenti e affascinanti di una poesia dalla struttura dialogica tortuosa e dalla tensione spirituale irrisolta); nell’articolo Tagliare il serpente, figure e motivi del frammento da Hugo a Baudelaire (2004), in cui prende in considerazione il frammento non come germe di un progetto in divenire, ma piuttosto come figura di crisi, di mutilazione irrimediabile; nella cura dei Fiori del male di Baudelaire (2008). Tutti materiali osservati alla luce delle architetture compositive mutanti nel tempo. L’edizione delle Fleurs du mal, presentate come un canzoniere nell’accezione moderna, è corredata per ogni poesia da un commento in nota di estremo interesse. Non ultimo motivo di pregio è infine individuabile nella presenza di motivi tematici ricorrenti di ampia portata scientifica nelle sue ricerche: il viaggio (soprattutto, il viaggio in Oriente), di cui esalta tutte le valenze simboliche, culturali, mitologiche, ontologiche, come mostrano la monografia L’illusione orientale. Gustave Flaubert e l’esotismo romantico (1990) e l’articolo Plonger au fond du gouffre: Baudelaire e la poetica romantica del naufragio (1995). Magistrale la sua lettura della poetica di Flaubert, esaminata nel momento della sua definizione o nel momento in cui l’identificazione delle strutture narrative con una metafora tessile tradizionale è messa in crisi e ribaltata (in Flaubert, le parche e il filo del romanzo, del 2002; volume a sua cura in cui scrive anche l’introduzione). Il tutto è reso scorrevole e suggestivo da una scrittura limpida e insieme di grande efficacia.

Giudizio del  Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

Il candidato presenta n. 10 pubblicazioni, di cui tre monografie e tre volumi di opere da lui curate, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Si tratta di una produzione imponente e variegata, che copre più settori di ricerca (prosa e poesia, Ottocento e Novecento) e denota una cultura letteraria ampia, che oltrepassa la sola francesistica. Sia l’analisi sull’opera in francese di Savinio (Dal manichino allì’uomo di ferro. Alberto Savinio a Parigi, 1910-1914) che l’introduzione alla riedizione anastatica del Rimbaud di A. Soffici ne costituiscono una illustrazione particolarmente convincente. Tale ricerca è accompagnata da una documentazione critica trasversale, intelligentemente utilizzata, spesso di difficile reperimento (come nel lavoro su Savinio, per es.).Il candidato ha contribuito a fare conoscere in Italia e, paradossalmente, anche in Francia, un autore ancora poco trattato, Patrice de La Tour du Pin, con una analisi precisa ed originale di una parte dell’opera. Pietromarchi presenta alcuni approfonditi lavori su Baudelaire, sia nella prospettiva della “poetica romantica del naufragio”, sia nella edizione dei Fiori del male, tradotti da Giorgio Caproni, con una introduzione che situa, senza condizionamenti, il poeta nella produzione del secolo, accompagnando la traduzione di commenti che rivelano una evidente sensibilità poetica. Il candidato dimostra pieno possesso delle metodologie di ricerca che abbinano abilmente teoria e pratica, come dimostrano in maniera evidente Flaubert, le parche e il filo del romanzo e Tagliare il serpente, figure e motivi del frammento da Hugo a Baudelaire. La sua serietà scientifica gli consente di riprendere tematiche ritenute esaurite, ribaltandole e dimostrando, con grande perspicacia, il valore soprattutto artistico dell’Oriente per Flaubert e per Nerval. La scrittura del candidato non manca di eleganza e raffinatezza.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

Il candidato presenta tre saggi che, in maniera diversa ma complementare, delineano con chiarezza la personalità dello studioso, i suoi interessi e il suo personale approccio ai testi. Il primo ambito di ricerca verte sulle avanguardie storiche francesi considerate da una prospettiva italiana, attraverso le opere francesi di Alberto Savinio. Dal manichino all’uomo di ferro evidenzia un campo d’indagine in cui confluiscono letteratura, arte e musica. Partendo dall’analisi del dramma lirico Chant de la Mi-Mort, il candidato ricostruisce i rapporti di Savinio con la musica e la pittura impressionista, individuando territori lirici nell’ambito della realtà empirica molto lontani dall’evasione romantica, definisce altresì le concezioni estetiche dell’autore in rapporto alle avanguardie francesi e italiane cogliendo sempre con grande precisione differenze e sfumature tra posizioni solo apparentemente simili. Il manichino, espressione e cardine dell’Esprit nouveau, esito inquietante della trasformazione dell’uomo romantico, è qui caratterizzato nelle sue diverse espressioni artistiche ed interpretato nelle sue valenze di senso. A questa prospettiva critica si allaccia lo studio introduttivo del saggio Arthur Rimbaud di Ardengo Soffici, che ricostruisce l’esperienza francese dell’autore e, in particolare, il distacco dall’idealismo simbolista alla ricerca di una maggiore concretezza del reale e di un nuovo linguaggio di cui Rimbaud è l’indubbio capofila. Il secondo ambito verte sull’Orientalismo con particolare riferimento a Flaubert e Nerval. Sempre nel crocevia tra espressione artistiche diverse e con la stessa attenzione rivolta all’evoluzione di problematiche fondanti, il secondo saggio, L’illusione orientale, mostra con argomentazioni convincenti il rovesciamento dell’immaginario esotico romantico nel referente metaforico della condizione universale del dolore. L’analisi incentrata essenzialmente su Flaubert e le immagini esotiche disseminate nei suoi testi, ricostruisce le modalità del motivo del viaggio in epoca romantica attraverso le esperienze di Chateaubriand, Lamartine, Hugo, Baudelaire, Byron, Quinet, con un apporto decisamente originale allo studio del modello e della sua evoluzione. Si collega a questo ambito il saggio introduttivo e la cura del racconto di Gérard de Nerval, La regina del mattino e Solimano principe dei geni, testo complesso in cui il discrimine tra reale e immaginario appare assai labile perché innesta in una matrice unica materiale mitico, religioso, cronaca e leggenda configurandosi come una sfida unitaria tipicamente romantica che si oppone alla forza disgregante del tempo. Il terzo ambito verte sulla poesia del Novecento e dell’Ottocento. Il primo saggio, Les Anges sauvages. La Quête de Joie di Patrice de La Tour du Pin, è un lavoro di ampio respiro che colloca l’opera dell’autore nell’ambito della poesia di ispirazione religiosa a lui contemporanea, ma che si applica con altrettanto rigore allo studio delle fonti e dell’articolazione strutturale e dialettica della raccolta. Parallelamente a questa linea di ricerca si situa l’interesse costante per Baudelaire rappresentata da alcuni contributi di rilievo che contribuiscono ad arricchire una ricerca già di per sé molto articolata. Merita attenzione « ‘Plonger au fond du gouffre’. Baudelaire e la poetica romantica del naufragio » sul tema ambivalente del viaggio, del mare e del naufragio. Studio tutto fondato sul rovesciamento semantico dei valori, indagato nell’opera di Baudelaire e in un ampio spaccato della poesia coeva. « Le portrait du poète: Baudelaire par Gautier »: un Baudelaire che Gautier difende contro se stesso, mettendo tuttavia in guardia il lettore contro il realismo minaccioso della sua poesia. Anche “Tagliare il serpente. Figure del frammento da Hugo à Baudelaire » apre ad un’ampia riflessione sulla poesia del tempo partendo dalla nozione di frammento nella sua accezione ambivalente di progetto in fieri e di unità perduta: e quindi figura della crisi. Questi studi sfoceranno nell’ottima edizione riccamente commentata dei Fiori del male, canzoniere moderno fondato sulla figura dell’ossimoro, in cui gli opposti appaiono tuttavia giustapposti e mai fusi, mentre la bellezza, disertando le zone della perfezione canonica s’incardina sul reale restituito da un verso violentato in grado di rifletterne tutto l’orrore ma privo di ogni dimensione salvifica. Va segnalato anche « Flaubert, le Parche e il filo del romanzo » che identifica un altro filone di ricerca, già ben rappresentato dallo studio sul frammento e a questo strettamente legato: studia infatti con grande ampiezza di esemplificazioni il lascito che il romanzo moderno ha ricevuto da Flaubert in riferimento alla disarticolazione del romanzo. Da ultimo va detto che la finezza critica dello studioso è sempre supportata da una vasta conoscenza tanto storico-letteraria che teorico-formale e da una scrittura elegante e matura che fa dell’opera critica un godibile oggetto estetico, in sintonia con la migliore tradizione di critica saggistica.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

Il candidato presenta tre monografie (Savinio, Flaubert, Patrice de La Tour du Pin); tre edizioni (Nerval ; il Rimbaud di Soffici ; Baudelaire) e quattro articoli (Baudelaire; Flaubert; il frammento da Hugo a Baudelaire). Le pubblicazioni presentate delineano quattro ambiti di ricerca nella letteratura francese dell’Ottocento e del Novecento. Il primo riguarda le Avanguardie storiche francesi studiate dalla prospettiva italiana ed è inaugurato dalla monografia del 1984 sugli scritti francesi di Alberto Savinio e particolarmente su Les Chants de la mi-mort, da cui emerge la figura del manichino che ricorrerà nella poesia di Apollinaire e nelle sperimentazioni futuriste. L’edizione del saggio su Rimbaud di Ardengo Soffici, il primo in Italia, che il candidato propone con una pregevole introduzione completa tale settore di ricerca. Un secondo importante filone degli interessi del candidato è costituito dai cospicui studi sul tema del viaggio in Oriente nella letteratura ottocentesca. Per questo analizza gli stilemi romantici dell’esotismo orientale in Gautier, in Nerval, di cui rende l’edizione de La regina del mattino e Solimano…, con introduzione, note e traduzione, fino all’apoteosi, ma anche alla sua implosione, nel testo flaubertiano. L’ampio studio L’Illusione orientale. Gustave Flaubert e l’esotismo romantico penetra con strumenti sicuri per un’analisi prevalentemente tematica, nelle pieghe più segrete del Voyage, della corrispondenza, dei racconti giovanili di Flaubert, nei quali ravvisa affinità di tessitura con il Voyage en Orient. L’introduzione al volume La trama nel romanzo del 900, a cura del candidato e il saggio su Flaubert ivi contenuto completano, approfondendolo, il tema con apporti originali e con suggestioni di notevole intelligenza critica. L’ampio studio pubblicato da Champion nel 2001, su Patrice de La Tour du Pin, dove il candidato riconosce nella Quête de joie (1933) il nucleo portante dell’intera Somme de poésie, inaugura il filone degli studi sulla poesia tra 800 e 900. L’analisi delle strutture tematiche, della genesi, della produzione del Verbo poetico come manifestazione del sacro si compone in una monografia di alto livello scientifico e di raffinata fattura dove la poetica della Quête appare centrale nel vivace dibattito in corso al tempo su poesia e spiritualità nelle dinamiche della modernità. La familiarità con gli strumenti d’analisi della poesia ha prodotto un interesse crescente per il testo baudelairiano saggiato fin dallo studio del 1994 dedicato al tema del naufragio nelle Fleurs du mal e maturato nell’edizione del 2008 dei Fiori del male nella seconda traduzione inedita di Giorgio Caproni, corredata da un’esauriente Introduzione, da una nota alla traduzione, note e da un corposo “Commento” di tutti i testi della raccolta che costituisce di per sé un pregevolissimo libro a parte. Il “Commento” quintessenzia un’acuta penetrazione del testo baudeleriano, passata al filtro di una ricognizione scrupolosa dell’abbondante letteratura critica sull’argomento (di cui si rende esaustivamente conto in Bibliografia) ed esprime sensibilità e libertà di lettura critica. Si configura un profilo di studioso maturo, di alto livello scientifico, capace di dominare teorie e metodi con scrupolo ma anche libertà di sintesi, producendo risultati di raffinata originalità e vivacità critica che certamente contribuiscono alla crescita della disciplina.

 

La seduta è sospesa alle ore 13.30 del 15/06/2010 e la Commissione si riconvoca per le ore 15.30 dello stesso giorno.

Alle ore 15.30 del 15/06/2010 la Commissione riprende i lavori.

 

Candidato PREDA Alessandra:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per un suo lavoro dedicato a Giordano Bruno (Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del “Candelaio” di Giordano Bruno (1582-1665), Milano, Led, 2007), dove appunto, dopo essersi soffermata su suggestioni italiane nella Francia del primo Seicento, si è occupata per diversi aspetti dell’edizione parigina del Candelaio (traduzioni, presenze di Cyrano e La Fontaine) per offrire infine, in appendice, l’edizione critica del manoscritto francese dell’opera. Le tematiche risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. L’originalità e innovatività dell’insieme delle sue ricerche non sono rilevanti, ma il rigore metodologico con cui sono state realizzate è da considerarsi positivamente come nei suoi studi dedicati in particolare alla ricezione di autori del Cinquecento italiano nel teatro e nella poesia francese, tra il Rinascimento e l’Età barocca. Si segnala: « Tra Tasso e Montaigne : il petrarchismo di Claude Expilly », in Les Poètes français de la Renaissance et Pétrarque, textes réunis et publiés par Jean Balsamo, Genève, Droz, 2004, pp.411-425 ; « ‘Vergine bella che di sol vestita’ : fragmenta spirirituali di Petrarca nella poesia francese del Cinquecento », in Studi Francesi, 147, 2004, pp. 73-94; « Les enjeux de la traduction de l’Arioste », in Étienne de la Boétie : sage révolutionnaire et poète périgourdin, Actes du Colloque international Duke University, 26-28 mars 1999, textes réunis par Marcel Tetel, Paris, Champion, 2004 ; « ‘Les siècles à venir te loueront à bon droit’ : Montaigne et Claude Expilly », La Familia de Montaigne, sous la direction de J. O’Brien and Ph. Desan, Chicago, Montaigne Studies, 2001, pp.187-205. E, insieme con Liana Nissim, ha curato il volume che raccoglie gli atti del convegno dedicato a Magia, gelosia, vendetta. Il mito di Medea nelle lettere francesi, contribuendo con un proprio saggio (La rondine e la statua: Medee cinquecentesche).Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione scientifica.Da valutare positivamente anche il curriculum e i titoli.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La produzione della candidata verte essenzialmente sui rapporti tra letteratura francese e italiana nel Cinquecento, con particolare riguardo alle traduzioni in Francia di Giordano Bruno, di Petrarca e di Ariosto. Personalità di studiosa seria che coniuga la passione filologica e l’erudizione alla capacità non solo di contestualizzare i testi analizzati nel milieu culturale, ma anche di mostrarli nelle loro allusioni alla situazione politica in un momento estremamente delicato e complesso, e di scorgere tra le righe le intenzioni di un’epoca segnata dal passaggio di testimone tra le due culture sullo sfondo di conflitti politici, ideologici ed estetici. Il titolo più importante e ambizioso è indubbiamente costituito dalla monografia Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del ‘Candelaio’ di Giordano Bruno (1582-1665), del 2007. A partire dall’edizione parigina della commedia di Bruno e dalle due traduzioni in francese (una manoscritta, di cui è presentata un’accurata edizione critica in appendice), la candidata si interroga sulla fortuna in Francia di quest’opera sullo sfondo di una prolifica, ma presto in declino, produzione satirica e nel contesto del dibattito filosofico ed estetico tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento. Appaiono particolarmente apprezzabili la ricostruzione dei motivi profondi e dell’ambiente libertino in cui tale fortuna si è sviluppata, e l’attenzione all’impatto che lo sperimentalismo linguistico di Bruno ha avuto negli ambienti francesi e di cui rimane traccia in dizionari dell’epoca. Sempre di alto livello scientifico, anche se meno incisiva, l’analisi delle tracce bruniane in autori francesi, da Cyrano a Molière, a La Fontaine. Alcuni di questi temi erano già stati esposti, in una scorrevole ed elegante lingua francese, nell’articolo De la Commedia au Livre, du manuscrit à la comédie en prose: le parcours parisien du Candelaio de Giordano Bruno (2002). Da segnalare in particolare I ”vers rapportés” di Etienne Jodelle. Sovversione di una retorica dell’unità (2003, 1021-1031): lettura esemplare della funzione e del funzionamento di una forma metrica mirata a disegnare un sistema di analogie di cui è osservata la sovversione in un sonetto di Jodelle. Di interesse diseguale, ma sempre condotti con padronanza della materia e sicurezza metodologica, gli altri articoli, dove peraltro talvolta digressioni erudite (in particolare, l’eventuale indugio sulle notizie biografiche, dettate dalla scarsa notorietà di molti traduttori) risultano non utili alla linearità del discorso e rischiano di disperdere il filo dell’analisi. Anche se va riconosciuto che proprio quelle “digressioni” restituiscono la vivacità e la ricchezza di un fermento irripetibile, e danno conto di un contesto in cui letteratura, cultura e politica erano esemplarmente intrecciati.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui una monografia, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. L’insieme della produzione della candidata mette in evidenza una consistente erudizione supportata da una vasta documentazione e da un ricco apparato illustrativo. Vari studi (“Les siècles à venir te loueront à bon droit”: Montaigne et Claude Expilly, Le poète correcteur de ses oeuvres: les deux éditions des “Poèmes” de C. Expilly e Tra Tasso e Montaigne: il petrarchismo di Claude Expilly) consentono un lavoro di ricostituzione suggestiva di un humus culturale, in particolare attraverso la figura di C. Expilly, ben analizzata e presentata, e forniscono elementi informativi anche riguardanti Montaigne. Vari contributi eruditi chiariscono le influenze culturali tra l’Italia e la Francia, a partire dai lavori intorno ad Ariosto, a Petrarca e, in particolar modo, a Giordano Bruno (Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del “Candelaio” di Giordano Bruno). La rondine e la statua: Medee cinquecentesche risulta un nuova lettura su quella che si considera la prima tragedia francese pubblicata. La lettura attenta delle sottolineature flaubertiane des Essais consente alla candidata di arrichire un settore già ampiamente sviluppato della ricerca intorno a Flaubert, persona e scrittore.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

La produzione della candidata verte quasi esclusivamente sul Cinquecento. Fa eccezione «Flaubert et son exemplaire des Essais: être et disparaître en suivant Montaigne», lavoro di riflessione estetica sulla base di alcune testimonianze e di un’edizione glossata. I suoi lavori più specialistici mostrano tre orientamenti. Il primo è rappresentato dal confronto tra autori, già evidente nel primo saggio, con un’accentuazione fortemente erudita. Ne sono dimostrazione : «‘Les siècles à venir te loueront à bon droit’ : Montaigne et Claude Expilly» e « Le poète correcteur de ses Lumières: les deux éditions des poèmes de Claude Expilly ». Il secondo orientamento, di più ampio respiro, verte sulla penetrazione della letteratura italiana in Francia. Vi si richiamano « De la Commedia au Livre, du manuscrit à la comédie en prose : le parcours français du Candelaio de Giordano Bruno », lavoro serio che ricostruisce con grande meticolosità il contesto storico dell’epoca e fornisce risultati bio-bibliografici di rilievo sul piano dell’interpretazione, dell’ecdotica e della documentazione. La ricezione del testo di Giordano Bruno in Francia sarà ripreso in Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del ‘Candelaio’ di Giordano Bruno (1582-1665), ampia monografia contenente una panoramica sul repertorio teatrale dell’epoca e l’edizione critica di una traduzione anonima. L’intreccio tra filosofia e teatro appaiono fattori determinanti per la penetrazione di Giordano Bruno in Francia mentre si riscontrano influssi in Cyrano de Bergerac, Molière, La Fontaine. « Les enjeux de la traduction de l’Arioste » esamina la traduzione di La Boétie del canto XXXII dell’Ariosto e la sua fortuna in Francia. Di grande interesse la digressione sul lavoro di traduzione nel Cinquecento. In « Tra Tasso e Montaigne: il petrarchismo di Claude Expilly », la candidata studia l’influsso del Canzoniere e delle Rime del Tasso in Francia. Il terzo orientamento si caratterizza per il confronto linguistico tra testo “source” e traduzione. Nel caso del Candelaio, la ricostruzione del quadro generale non sacrifica i fenomeni linguistici, gli effetti di scarto nei confronti della fonte, indugiando con grande competenza su problemi di canone, di stile, di estetica mediante attente disamine comparative dei testi. La candidata analizza infatti due traduzioni francesi della commedia, mostrandone le trasformazioni. Parimenti in « I vers rapportés di Etienne Jodelle: sovversione di una retorica dell’unità », la candidata esamina le funzioni di queste composizioni in un’analisi formale accurata e competente. Lo stesso dicasi per « Vergine bella che di sol vestita: frammenta spirituali di Petrarca nella poesia francese del Cinquecento », centrato sul prestigio del Petrarca, oggetto di imitazione e polemica in ambito francese. Accurata l’analisi delle traduzioni, delle trasformazioni, delle varianti. In « La rondine e la statua: Medee cinquecentesche », la candidata mette a fuoco il lavoro dei francesi su testi di tradizione italiana o antica. Nell’evoluzione della sua ricerca, la candidata attenua la sua iniziale acribia erudita, indubbiamente fondamentale per questo tipo di studi ma che imprime un andamento eccentrico al lavoro con un effetto di dispersione. Tuttavia, il profilo scientifico della studiosa appare ben definito e la sua produzione sufficientemente ampia perché se ne possa formulare un giudizio sostanzialmente positivo.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

Le pubblicazioni presentate dalla candidata si distinguono per coerenza tematica e metodologica nello studio della letteratura francese del Cinquecento sia nelle dinamiche interne di prestiti e confronti, di cui sono testimonianza i saggi dedicati a Montaigne e a Claude Expilly e al teatro di E. Jodelle, sia nelle sue relazioni: con la tradizione degli Anciens naturalmente, come risulta dal saggio sul mito di Medea nel teatro di Jean de la Perouse, ma anche e soprattutto con la letteratura italiana di cui esplora gli influssi della tradizione petrarchista nella poesia, delle traduzioni dell’Ariosto come laboratorio per la riflessione teorica in Etienne de la Boétie, e soprattutto attraverso lo studio della penetrazione del pensiero di Giordano Bruno e della sua influenza sul libertinismo in via di elaborazione in Francia tra Cinque e Seicento. Il volume del 2007 sulla fortuna francese del Candelaio, la difficile, ostica commedia del filosofo nolano pubblicata in Francia, di cui si rende in appendice un’accurata edizione critica del ms BNF, è l’approdo degli studi che la candidata ha condotto nel corso di molti anni con esiti di notevole ricchezza e densità, manifestando una sicura capacità di utilizzare criticamente i materiali eruditi di cui dispone, elaborati e combinati con un’analisi filologica rigorosa, contribuendo alla comprensione di un tempo complesso delle lettere francesi. Il saggio su Flaubert lettore di Montaigne sembra aprire una prospettiva sulla presenza della letteratura cinquecentesca nella grande letteratura moderna, inaugurando forse un’auspicabile ulteriore orizzonte di studio che vada a consolidare il serio profilo di studiosa della candidata.

 

Candidato PROIA Francesco

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Dal curriculum del candidato emerge il profilo di uno studioso scientificamente preparato e seriamente impegnato nell’attività didattica. Ha ricoperto pure diverse supplenze e incarichi di responsabilità dimostrando professionalità e molteplicità d’interessi come traspare sia dalla partecipazione a vari convegni internazionali, sia dall’attività editoriale come direttore di varie collane universitarie e membro del comitato di redazione di riviste qualificate. La sua produzione scientifica, di là della diversità d’approccio imposta dalle differenti tematiche, dimostra originalità, innovatività e rigore metodologico, congruenza della attività del candidato con le discipline comprese nel settore scientifico-disciplinare L-LIN/03; rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle sue pubblicazione e loro diffusione all’interno della comunità scientifica; continuità temporale della produzione scientifica; pregevole attività didattica. Una delle caratteristiche dell’insieme della produzione del candidato, che va sicuramente ad arricchire i suoi indiscutibili meriti, è quella di essersi quasi sempre rivolto a temi, problemi, autori sui quali non fossero già stati scritti una grande quantità di libri. Sugli autori da lui scelti inoltre c’è da dire nello specifico che, se in termini di letteratura generale essi non figurano tra i “maggiori”, “maggiori” invece possono essere considerati nel contesto delle avanguardie storiche e in particolare con gli straordinari recuperi dei cosiddetti precursori operati dal Surrealismo (si veda per esempio L’Anthologie de l’humour noir d’André Breton). Vi sono state e vi sono ancora scuole universitarie che ritengono decisamente positivo questo allargare i confini della ricerca su autori non ampiamente noti. Tra le sue pubblicazioni emergono i seguenti volumi: Di qua e di là dall’immagine. Letteratura e cinema nelle avanguardie francesi del Primo Novecento. Relativamente poco studiato circa venti anni or sono, l’opera prende in esame l’importante rapporto tra cinema e letteratura nelle avanguardie francesi del Primo Novecento, approfondendo alcuni rilevanti autori come Robert Desnos del quale vengono ben approfondite le attività di critico cinematografico e sceneggiatore, e precisando con competenza la differenza fra linguaggio letterario e linguaggio cinematografico. L’opera si conclude con la presentazione di tre sceneggiature inedite di Pierre Albert-Birot. L’altra storia della Luisiana. Il punto di vista della Francia (2 voll.). Si può senz’altro ritenere che il complesso campo della francofonia si sia decisamente allargato con questo notevolissimo contributo del candidato. La ricchezza di documenti di grande utilità e di estremo interesse, utilizzati con vera sapienza, viene infatti a colmare un vuoto di cui si avvertiva il disagio. La ricostruzione brillante e sicura delle vicende di uno dei più affascinanti territori del sud degli attuali Stati Uniti Americani è condotta con una lingua chiara e di godibile lettura. Les routes initiatiques de Germain Nouveau pubblicato in occasione del 150° anno della nascita del poeta, con prefazione di Louis Forestier e Alphonse Allais: les noces du rire et de l’humour noir rappresentano due profonde, limpide e godibili monografie capaci di illustrare il percorso biografico e soprattutto la poetica di due personalità da ritenere eminenti tra i rivoluzionari della letteratura moderna e contemporanea. Di grande scioltezza la scrittura in francese e in italiano. Si ritiene pertanto il candidato uno studioso pienamente degno di coprire un posto di professore di I fascia del settore scientifico-disciplinare L-LIN/03.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La produzione del candidato (consistente in tre volumi, uno dei quali in due tomi, e in vari articoli), che si sviluppa lungo l’arco cronologico 1993-2008, si caratterizza per l’originalità; pur mantenendo il proprio campo di ricerche all’interno del settore scientifico per il quale si presenta, Francesco Proia tende a collocarlo in zone di frontiere quasi a sfidare lucidamente i confini della letteratura. Di qua e di là dall’immagine. Letteratura e cinema nelle avanguardie francesi del primo Novecento (1992) ha il merito di mettere in luce, in particolare nel capitolo su Desnos, aspetti e nodi significativi di un periodo culturale particolarmente dinamico e inquieto, indagando con sensibilità e perspicacia i rapporti tra letteratura e cinema, il cui avvento è stato anche una nuova occasione di riflessione sui legami tra arte e realtà. L’altra storia della Luisiana. Il punto di vista della Francia (2 tomi, 1997 e 2000) è un contributo alla storia del colonialismo francese e allo scontro / confronto di culture (europee e indigene) ricostruiti con materiali francesi (diari, cronache, scambi epistolari…), ma con un punto di vista di più ampio respiro. La questione del colonialismo è ripresa nell’articolo Légitime Défense (1993), primo e unico numero di una rivista che si scaglia contro la borghesia, anche quella di colore, sullo sfondo anche qui di un contesto socio culturale rappresentato essenzialmente dal Surrealismo. Anche nelle monografie di ambito chiaramente letterario: Les routes initiatiques de Germain Nouveau (2001), e Alphonse Allais. Les noces du rire et de l’humour noir, la scelta del candidato si orienta verso autori in diversa misura marginali – rispetto al canone vigente – e ne ripercorre l’evoluzione della personalità poetica ma anche psicologica ed etica nel contesto culturale tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento, mettendo in luce gli aspetti innovatori, inconsueti. Particolarmente apprezzabile la presentazione di Allais, di cui Proia esalta opportunamente la qualità e la sostanza di un riso intrecciato all’umor nero e che non esita a confrontarsi con le grandi questioni esistenziali. Una scelta analoga lo porta a occuparsi, negli ultimi lavori, di temi e questioni attraversati dall’insofferenza verso il conformismo e le convenzioni, come testimoniano l’interessante articolo Qu’est-ce que “L’après Rimbaud” (2006) e persino la sua lettura delle pagine di Gracq che, in visita a Roma, demistifica i luoghi comuni del turismo nella Ville éternelle (Julien Gracq. Voyage en Italie, in Le voyage français en Italie, 2007).

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

Il candidato presenta n. 7 pubblicazioni, di cui quattro monografie, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Differenti settori di ricerca attestano una varietà di attenzione e una capacità metodologica di approccio assai ampi, vista la diversità delle scritture prese in considerazione, che si traducono in una produzione critica cospicua. Nello spettro di interessi rientrano le francofonie a partire dalla rivisitazione della rivista (Légitime Défense) che ha lanciato la rinascita della letteratura delle Antille, e di uno studio in due volumi che documentano un episodio specifico della storia del colonialismo (L’altra storia della Luisiana. Il punto di vista della Francia.): sono questi lavori che aprono un settore di ricerca originale e promettente. In questa analisi più strettamente storico-culturale, risulta particolarmente apprezzabile la scelta di una postura critica scevra da preconcetti, qualità determinante in uno studioso, che, peraltro, viene poi confermata dall’analisi della posizione di J. Gracq, scopritore disincantato di Roma e dall’articolo Qu’est-ce que “L’après-Rimbaud”. Di qua e di là dall’immagine. Letteratura e cinema nelle avanguardie francesi del Primo Novecento propone, oltre ad una capacità di sintesi, aperture trasversali e confronti utili alla comprensione di un rapporto letteratura/cinema, al momento, ancora in fase di costituzione. La figura di Desnos, rappresentativa di un’epoca e di una nuova configurazione dei rapporti tra le arti, appare molto ben delineata in un volume di piacevole lettura. Il lavoro viene completato con la pubblicazione di tre sceneggiature inedite di Pierre Albert-Birot. Un’altro filone di interesse riguarda lo studio di due scrittori (A. Allais et G. Nouveau) che contribuiranno alla nascità delle avanguardie. Il lavoro Alphonse Allais. Les noces du rire et de l’humour noir mostra ampie conoscenze sul periodo in questione e fornisce un quadro più preciso di un personaggio per molti aspetti controverso e determinante, la cui opera è ancora in parte da scoprire. Con Les routes initiatiques de Germain Nouveau, si propone un testo ricco di suggestioni, che traccia l’itinerario psicologico e spirituale di un poeta straordinariamente moderno nelle sue contraddizioni.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

Si evidenzia nella produzione del candidato una triplice articolazione rappresentata da lavori di tipo interdisciplinare, storico culturale e più specificamente letterario. Di qua e di là dall’immagine è un buon saggio di tipo interdisciplinare che mette in relazione le avanguardie novecentesche con il cinema mostrandone le interrelazioni e le reciproche implicazioni. Di piacevole lettura, il lavoro è sostanzialmente saggistico. Il secondo campo di ricerca è di carattere storico-culturale e verte sul problema del colonialismo. Sempre partendo dall’interesse per le avanguardie, il candidato studia attraverso la protesta dei giovani redattori del giornale « Légitime défense » la letteratura delle Antille e il risveglio culturale del paese. Di più ampio respiro L’altra storia della Luisiana I e II. Il punto di vista della Francia che studia la storia della conquista della Luisiana. Anche in questo caso si tratta di un saggio di tipo divulgativo ma ben documentato, intessuto di citazioni ben scelte: un libro di storia evenemenziale che riesce a coniugare l’evento alla cultura dei popoli studiati. Quanto alle monografie di carattere letterario si segnalano Les routes initiatiques de Germain Nouveau e Alphonse Allais. Les noces du rire et de l’humour noir. Il primo lavoro è una buona biografia psicologica e spirituale di un poeta complesso, dal percorso poetico tortuoso, teso fra sacro e profano; l’analisi più contenutistica che formale mette tuttavia in evidenza, con grande ricchezza di documentazione, i temi del percorso creativo dell’autore, il contesto in cui visse, gli influssi letterari, l’evoluzione della sua poetica. Per quanto riguarda, più particolarmente, lo studio del materiale poetico, risulta apprezzabile e non privo di originalità la tecnica del reimpiego adottato dall’autore. Interessanti sono inoltre gli esempi di simbiosi tra Nouveau e Rimbaud. A quest’ultimo, il candidato dedica un saggio « Qu’est-ce que l’après Rimbaud » di carattere informativo sul gruppo di lavoro post-rimbaldiano, nato nell’università di appartenenza del candidato. La seconda monografia di carattere letterario è consacrata ad una figura di umorista : Alphonse Allais. Les noces du rire et de l’humour noir. Scrittore eclettico di racconti brevi, apprezzato dai Surrealisti, interessato al linguaggio e alle sue potenzialità. Anche questo studio si configura come un percorso di tipo biografico-esegetico che intraprende tuttavia una formulazione tipologica come conviene in un autore dall’incontestabile riflessione semiotica. Non manca in questo lavoro l’attenzione all’arte della composizione e ai procedimenti retorici. L’ultimo saggio presentato è « Julien Gracq. Voyage en Italie ». Come per altri autori trattati, il candidato mostra il carattere dissacratorio delle note di viaggio di Gracq, fuori dal coro dei viaggiatori entusiasti dell’Italia, e il loro carattere demistificatorio nei confronti dello stesso genere. Alla luce di quanto evidenziato, il profilo del candidato appare ben delineato e la sua produzione scientifica sufficientemente ampia e solida perché se ne possa formula un giudizio positivo.

Giudizio del  Prof. VALERIA POMPEJANO:

Il candidato presenta tre monografie (su letteratura e cinema nelle avanguardie del 900; su Germain Nouveau; su Alphonse Allais), due volumi sulla colonizzazione francese in Luisiana e alcuni articoli (su “Légitime défense”; sul movimento inista; su Julien Gracq). Nel volume del 1992, Di qua e di là dell’immagine sono riuniti studi precedenti attinenti al rapporto tra letteratura e cinema dall’inizio del 900 agli anni Trenta. La prima parte del libro prende in considerazione le sperimentazioni messe in pratica alla nascita della cinematografia nel confronto con le parallele sperimentazioni poetiche; segue un più corposo e interessante capitolo dedicato a Robert Desnos tra poesia e cinema; tre sceneggiature inedite di Pierre Albert-Birot chiudono il volume che nel suo insieme offre un contributo importante all’approfondimento del tema, còlto alle origini. I due volumi, del 1997 e del 2000, di ambito culturologico, dedicati a L’Altra storia della Luisiana, restituiscono, attraverso una ricostruzione fondata su materiali sicuri (lettere, memorie, relazioni di viaggio, ecc.) un’importante pagina della storia del colonialismo dalla prospettiva francese, offrendo un solido apporto all’approfondimento delle conoscenze per gli studi di francofonia. L’articolo dedicato al numero unico di “Légitime défense” del giugno 1943 bene si iscrive in questo stesso settore degli interessi del candidato. Le due monografie di carattere più specificamente critico-letterario, consacrate al poeta Germain Nouveau e all’umorista Alphonse Allais, coniugano all’attenzione per i rispettivi percorsi biografici nel quadro della vita culturale del tempo, una lettura critica dei testi pertinente e appassionata che offre ulteriori elementi chiarificatori su due elementi-chiave dell’elaborazione estetica, la poesia e l’humour, tra Otto e Novecento. Nel complesso la produzione del candidato si distende su ambiti che ben combinano gli interessi culturologici all’approfondimento critico del lavoro delle avanguardie storiche in una prospettiva di comparazione inter artes che produce esiti originali.

 

Candidato RAFFI Maria Emanuela:

Giudizio del Prof. Gabriele Bertozzi:

Decisamente marcata dall’interesse per André Breton e il Surrealismo cui dedica due monografie, André Breton e il surrealismo nella cultura italiana (1925-1950), CLEUP, 1986; André Breton e la scrittura della poesia, Unipress, 1996, accompagnate dalla curatela degli atti di un convegno internazionale André Breton. À suivre, Unipress, 1998, la ricerca della candidata si è pure concentrata più recentemente sulla figura d’Ernest de Gengenbach, autore pure questo legato al Surrealismo, cui dedica il suo studio monografico più importante, Autobiographie et imaginaire dans l’œuvre d’Ernest de Gengenbach (L’Harmattan, 2008). Tra i precedenti studi ricordati si distinguono per la ricerca svolta André Breton e il surrealismo nella cultura italiana e lo studio André Breton e la scrittura della poesia. Da considerare corretta la curatela degli atti del convegno André Breton. À suivre, con una pagina d’introduzione. I rimanenti brevi studi che completano l’insieme delle pubblicazioni presentate (ancora in area surrealista con le tre pagine di prefazione alla Bellezza barocca di Claude Gauvreau e un Piccolo erbario surrealista accompagnato da escursioni su Gautier, Rimbaud, Rémy de Gourmont) presentano spunti di ricerca degni di attenzione, ma pure di un necessario approfondimento. Buono il curriculum della candidata.

Giudizio del Prof. Delia GAMBELLI:

La produzione della candidata si concentra soprattutto intorno ad André Breton, a cui dedica due monografie, André Breton e il Surrealismo nella cultura italiana (1925-1950) (1986),  André Breton e la scrittura della poesia (1996) e la curatela degli Atti di un Convegno da lei organizzato: André Breton. A suivre (1997), con un suo contributo. Ricca di dati interessanti, la ricostruzione da una parte, della fortuna italiana del Surrealismo, dall’altra, della rete di relazioni e di filiazioni tra la poesia francese e quella italiana, è condotta con scrupolo e con un approccio metodologico adeguato, anche se l’impianto rimane tendenzialmente descrittivo. A un autore meno conosciuto e appartenente allo stesso milieu poetico e culturale è dedicata una terza monografia, che è anche il suo lavoro più recente (Autobiographie et imaginaire dans l’oeuvre d’Ernest de Gengenbach, del 2008), accurato resoconto della vita e dell’opera di uno scrittore nella sfera di Breton, in cui lettura dei testi e elementi biografici si confondono continuamente intorno a una personalità abitata da contrasti drammatici e miti personali. Altri articoli affrontano poi temi della poesia del secondo Ottocento, con particolare attenzione ai punti in comune, le risonanze e gli intrecci con il Surrealismo: La lyre et le clairon: dissonances musicales dans l'oeuvre de Rimbaud (1992); Ce qu'on dit au poète… a proposito delle Litanies de la rose (1997); Pourquoi la digitale? (1998); Théophile Gautier, (Baudelaire) e la concezione antirealista (2002); Piccolo erbario surrealista. Immagini vegetali in Clair de terre (2003). Questi contributi sulla poesia mostrano una propensione all’analisi testuale condotta con finezza, anche se con esiti scientifici di interesse diseguale. La ripresa di argomenti simili o affini, conseguenza di un ridotto campo di ricerca, dà luogo inevitabilmente a qualche ripetizione e incoraggia un’empatia con gli autori indagati che non sempre giova all’approfondimento esegetico.

Giudizio del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:

La candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui tre monografie ed una curatela, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. La produzione della candidata presenta vivacità intellettuale e solidità di informazione, già ben illustrate nel testo del 1986 (André Breton e il surrealismo nella cultura italiana :1925-1950), che costituì, in quel momento, un utile strumento di orientamento. La sua fedeltà al testo e il suo rigore metodologico sono alla base del volume su André Breton e la scrittura della poesia, che mostra ampia conoscenza dell’argomento. L’originalità nella scelta dei soggetti e nelle maniere di trattarli (La « lyre » et le « clairon »: dissonances musicales dans l’œuvre de Rimbaud) contraddistingue anche la produzione della candidata, che spesso insiste su sfaccettature poco note e, tuttavia, emblematiche, ben illustrata dalle sue riflessioni su un’immagine surrealista indecifrabile (“la rosée à tête de chatte”), come dimostrato dai tentativi di Genette o Riffaterre e dai vari articoli sulla flora (Ce qu’on a dit au poète...: a proposito delle Litanies de la rose”, Pourquoi la digitale?, Piccolo erbario surrealista. Immagini vegetali in “Clair de terre”), esaminati con angolature critiche diverse e attraverso scrittori lontani tra di loro, che avrebbero potuto fornire materiale per una più ampia e globale riflessione. La riflessione della candidata nell’articolo inserito nel volume sul Dibattito francese sulla funzione della letteratura fra Otto e Novecento mostra sicura agilità interpretativa. Sorprende il fatto che ad un testo ritenuto degno di pubblicazione si anteponga una breve, seppur chiara, introduzione (traduzione di C. Gauvreau). Il volume dedicato a Ernest de Gengenbach propone un’analisi che garantisce padronanza dell’opera e del periodo studiato, fornendo elementi documentari e critici di riferimento determinanti per gli studiosi.

Giudizio del Prof. LUCIA OMACINI:

La candidata è una specialista del testo poetico dell’Ottocento e del Novecento. André Breton e il Surrealismo nella cultura italiana (1925-1950) è un accurato lavoro sulla penetrazione del Surrealismo in Italia. Si tratta di una ricerca storico-biografica che ricostruisce l’atmosfera culturale di quegli anni con particolare riferimento a Soffici, Rossi, Ungaretti, Bontempelli Savinio, Servadio, Capasso, Bo. André Breton e la scrittura della poesia è una riflessione sulla scrittura della poesia che ricostruisce nel contempo la rete di filiazioni tra Breton e la poesia francese (Mallarmé, Rimbaud, Apollinaire), Breton e Ungaretti. La candidata dedica un ultimo capitolo alla scrittura di Nadja. Il lavoro è certamente serio, mostra una conoscenza indubbia dell’autore e competenza nell’approccio al testo. « Riflessione su un’immagine surrealista » è un articolo contenuto negli Atti di un Convegno organizzato dalla candidata: André Breton. A suivre in cui si conferma la buona capacità di lettura del testo poetico in questo caso riguardante le singolarità di un’immagine surrealista “rosée à la tête de chatte”. La candidata riprende due interpretazioni celebri smontandole e procedendo nell’esegesi tramite una serie di associazioni che percorrono il testo. Legato anch’esso al mondo surrealista, Autobiographie et imaginaire dans l’oeuvre d’Ernest de Gengenbach è un lavoro monografico che, più dei precedenti, rivela maturazione critica. Esso intesse un intreccio interessante di biografia, di analisi testuali e di ricostruzione del mondo intellettuale frequentato da Ernest de Gengenbach (Breton e Surrealisti). Per quanto riguarda la poesia dell’Ottocento « La lyre et le clairon: dissonances musicales dans l’oeuvre de Rimbaud », la candidata interviene sul ruolo della musica nell’opera di Rimbaud; studia le frequenze dei termini musicali nell’opera e degli epiteti che le accompagnano. L’analisi mostra un’indubbia attenzione rivolta al materiale linguistico, che procede per confronti interni all’opera e confronti esterni (filiazione baudelairiana). L’apparente semplicità indotta dall’analisi lessicale sistematica sfocia comunque in alcune affermazioni ribadite con autorità che tendono ad inficiare posizioni di critici affermati (Guyaux). « Ce qu’on dit au poète… a proposito delle Litanie de la rose » analizza con buoni esiti le consonanze tra la parodia floreale in Rimbaud e Gourmont, in entrambi i casi finalizzati alla deprecazione della società contemporanea, senza tuttavia giungere a risultati di rilievo, malgrado l’originalità della démarche critica. L’elemento floreale è oggetto di studio anche in « Pourquoi la digitale? » breve analisi del poema di Rimbaud, Fleurs e la digitale. L’analisi lessicale sempre accurata pratica l’analogia con altri testi, in questo caso con Pascoli, Digitale purpurea. L’interesse per l’analisi comparata dei testi si conferma in « Théophile Gautier, (Baudelaire) e la concezione antirealista » (in questo caso, Le Flacon e La morte amoureuse): analisi della dimensione fantastica, rapportata a Hoffmann e a Cazotte. Un fantastico che non procede tuttavia in maniera conforme ai modelli ma presenta elementi vistosi di distorsione. Come in Baudelaire, in Gautier si riscontra un fenomeno di frammentazione che mina la concezione di realismo. La candidata possiede una buona competenza analitica in campo poetico in cui ha fornito una serie di esemplificazioni originali, molto minuziose, dimostrando al tempo stesso una indubbia capacità di stabilire convergenze tematiche e stilistiche tra autori diversi e di ricostruire con intelligenza contesti culturali soprattutto novecenteschi. I primi lavori su Breton, per quanto apprezzabili, non raggiungono il grado di maturità richiesta, dall’altro le analisi dei singoli testi poetici appaiono talvolta dispersivi per eccessiva minuzia analitica. Si auspicherebbe una migliore integrazione, certo di non facile attuazione, tra l’interesse storico-letterario e l’esegesi poetica.

Giudizio del Prof. VALERIA POMPEJANO:

La candidata presenta tre monografie, una curatela degli Atti di un convegno su Breton e sei articoli sulla poesia tra Otto e Novecento intorno al Surrealismo o ai suoi antecedenti. Lo studio monografico dedicato alla scrittura autobiografica e all’immaginario di Ernest de Gengenbach, figura eccentrica nel panorama surrealista, costantemente abitata da una particolare tensione religiosa, quale che ne sia la forma dall’ortodossia all’esoterismo, e che trova realizzazione in una scrittura variamente autobiografica. La candidata studia l’opera di Gengenbach nelle sue diverse forme assumendo la prospettiva autobiografica anche come osservatorio metodologico privilegiato. E’ questo il risultato più recente della carriera della candidata che mette qui a frutto la solida competenza sul movimento surrealista, centro dei suoi interessi di studio, acquisita dagli anni Ottanta. Le altre due monografie sono infatti consacrate l’una a Breton e il surrealismo nelle sue ricadute sulla cultura italiana tra il 1925 e il 1950, l’altra a Breton e la scrittura della poesia. Altri articoli presentati esplorano anche alcuni antecedenti del surrealismo, configurando nell’insieme un percorso di ricerca molto concentrato con buoni esiti sul piano divulgativo ma che non sembrano offrire un contributo scientifico particolarmente rilevante nelle conoscenze sull’argomento. Nel complesso la produzione della candidata appare fortemente settoriale pur con buoni risultati soprattutto nell’analisi poetica.

 

La seduta è sospesa alle ore 19.30 del 15/06/2010 e la Commissione si riconvoca  per il 16/06/2010, alle ore 9.15.

 

La seduta riprende alle ore 9.15 del 16/06/2010.

 

GIUDIZI COLLEGIALI

 

La Commissione quindi procede alla formulazione dei giudizi collegiali. Per ciascun candidato si perviene alla formulazione di un giudizio collegiale sintetico e conclusivo, che si riporta di seguito.

 

Candidato BRICCO Elisa

Le ricerche della candidata sono incentrate quasi esclusivamente sul Novecento, con una particolare attenzione all’estremo contemporaneo. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Suggestivi spunti di analisi testuale, serietà dell’impegno, chiarezza espositiva e padronanza del discorso appaiono, anche in assenza di una monografia, premesse per il raggiungimento di buoni risultati scientifici.

 

Candidato BRUERA Franca

La candidata ha orientato le sue ricerche attorno alla letteratura francese del XIX e del XX secolo nonché alla letteratura francofona. Il più solido e importante centro dei suoi interessi riguarda le ricerche su Apollinaire e le avanguardie. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nonostante alcune riserve sui lavori più recenti che appaiono meno incisivi, la candidata si qualifica come una studiosa scientificamente matura, che coniuga il gusto del testo inedito e la ricostruzione filologica, l’analisi comparata e l’interculturalità.

 

Candidato DONATELLI Bruna

Dalla produzione della candidata si evince un interesse definito per gli studi di letteratura comparata dell’Ottocento e, in misura minore, del Novecento. La ricerca privilegia le zone di interconnessione tra letteratura e altri ambiti culturali. Il livello scientifico non risulta omogeneo nonostante le comprovate competenze metodologiche, per l’analisi del testo, con esiti a volte originali sia pure in campi di studio molto indagati. Si riscontrano pertinenza e congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel complesso i lavori della candidata evidenziano una personalità di studiosa scientificamente matura.

 

Candidato FERRARO Alessandra

La candidata ha orientato le sue ricerche su due aree: Raymond Queneau e la francofonia. Su Queneau ha svolto un lavoro indubbiamente serio per conoscenza del corpus e del contesto storico-culturale. Sul versante francofono la candidata interviene efficacemente nel dibattito attuale sulla nozione di letteratura del Québec; altri lavori appaiono meno importanti. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona la rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e la loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel suo insieme si evidenzia una personalità interessante e promettente di studiosa.

 

Candidato FUSCO GIRARD Giovannella

Le ricerche della candidata riguardano essenzialmente Francis Ponge. Risulta evidente nei suoi lavori la passione per la lettura e l’interpretazione dei testi, non sempre sufficiente tuttavia a preservare dal rischio di un approccio impressionistico, alimentato anche dalla mancanza di contestualizzazione storico-culturale. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nonostante alcune buone intuizioni critiche, i lavori della candidata, nel complesso poco strutturati sul piano metodologico e non esenti da alcune ingenuità, non permettono di formulare un giudizio positivo sulla sua maturità scientifica.

 

Candidato LONGHI Maria Giulia

Gli interessi della candidata vertono soprattutto sul romanzo dell’Ottocento, con incursioni nel Cinquecento e nel Novecento e con particolare attenzione a Maupassant. Gli studi su questo autore, destinati a una divulgazione di alto livello, si caratterizzano per la conoscenza approfondita dell’argomento, del contesto di produzione e l’eleganza della scrittura. Analoga competenza è presente anche negli studi in altri ambiti della storia letteraria. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel complesso, pur riconoscendo ai lavori della candidata maturità scientifica nonché elementi di originalità, si avverte l’assenza di uno studio monografico di più ampio respiro.

 

La seduta è sospesa alle ore 13.30 del 16/06/2010 e la commissione si riconvoca per le ore 15 dello stesso giorno.

 

I lavori riprendono alle ore 15 dello stesso giorno

 

Candidato MORGANTE Jole

La candidata presenta titoli che si concentrano soprattutto sul Seicento e spaziano in vari campi di ricerca e in più generi letterari. Si evidenziano accuratezza filologica, notevole capacità di ricostruzione storico-critica e di analisi testuale. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nonostante talvolta affronti un po’ sbrigativamente argomenti impegnativi, la produzione della candidata si segnala per serietà critica e indubbie competenze.

 

Candidato PIETROMARCHI Luca

I lavori presentati dal candidato delineano quattro ambiti di ricerca nella letteratura francese dell’Ottocento e del Novecento: il romanzo dell’Ottocento, la poesia dell’Otto e del Novecento, le avanguardie storiche. La sua produzione si segnala per alcuni aspetti originali nella pratica esegetica della letteratura. La ricerca è accompagnata da una documentazione critica trasversale, intelligentemente utilizzata, da finezza critica e da una scrittura elegante e matura che inserisce la sua produzione nella migliore tradizione della critica saggistica Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività del candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel complesso si configura una personalità scientifica compiuta e coerente di studioso della letteratura francese, che la commissione ritiene pienamente degno e senz’altro proponibile per un posto di Professore di I fascia nel settore scientifico-disciplinare L-LIN/03.

 

Candidato PREDA Alessandra

La produzione della candidata verte essenzialmente sui rapporti tra letteratura francese e italiana nel Cinquecento, con particolare riguardo alle traduzioni in Francia di Giordano Bruno, di Petrarca e di Ariosto. Personalità di studiosa seria che coniuga la passione filologica alla capacità di contestualizzare i testi e di confrontare con profitto le due culture. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nell’evoluzione della sua ricerca si rileva la progressiva attenuazione di una tendenza all’acribia erudita che imprime al lavoro un effetto di dispersione. Nell’insieme il profilo scientifico della studiosa appare ben definito e la sua produzione sufficientemente ampia perché se ne possa formulare un giudizio sostanzialmente positivo.

 

Candidato PROIA Francesco

Si evidenzia nella produzione del candidato una triplice articolazione: le francofonie, i rapporti tra letteratura e cinema, le avanguardie. Rigore metodologico, ricchezza di documentazione, originalità nella scelta degli argomenti e nell’approccio interdisciplinare ai testi contraddistinguono i suoi lavori che si segnalano anche per la gradevolezza e l’agilità della scrittura, sia in francese sia in italiano. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività del candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel loro insieme queste ricerche configurano una personalità scientifica compiuta e coerente di studioso della letteratura francese, che la commissione ritiene pienamente degno e senz’altro proponibile per un posto di Professore di I fascia nel settore scientifico-disciplinare L-LIN/03.

 

Candidato RAFFI Maria Emanuela

Le ricerche della candidata si concentrano sulla poesia dell’Otto e del Novecento, con particolare riguardo al Surrealismo. Possiede buone capacità analitiche in campo poetico, in cui ha fornito esemplificazioni molto minuziose, dimostrando al tempo stesso una indubbia capacità di stabilire convergenze tematiche e stilistiche tra autori diversi e di ricostruire contesti culturali soprattutto novecenteschi. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività del candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. I lavori, per quanto apprezzabili, risentono della mancanza di un’ulteriore integrazione tra l’interesse storico-letterario e l’esegesi poetica.

 

        La seduta è tolta alle ore 20 del giorno 16/06/2010 e la Commissione si riconvoca per il 17/06/2010, alle ore 9.15.

 

        Letto, approvato e sottoscritto seduta stante.

 

 

La Commissione:

 

Prof. Presidente Gabriele Bertozzi

 

Prof. Segretario Delia Gambelli

 

Prof. Marie Thérèse Jacquet

 

Prof. Lucia Omacini

 

Prof. Valeria Pompejano