Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario
Presso
Il giorno 14 giugno 2010 alle ore 15.30 presso i
locali del Rettorato dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” in Chieti, ha
avuto luogo la 3a riunione della Commissione costituita per il concorso di cui
in premessa.
Prof. Gabriele BERTOZZI - Presidente
Prof. Delia GAMBELLI - Segretario
Prof. Marie Thérèse JACQUET - Membro eletto
Prof. Lucia OMACINI - Membro eletto
Prof. Valeria POMPEJANO - Membro eletto
risulta presente al completo e pertanto la seduta è
valida.
Ogni Commissario, dopo attenta analisi del profilo
curricolare, dei titoli e delle pubblicazioni procede alla formulazione di un
giudizio individuale per ogni candidato.
GIUDIZI INDIVIDUALI
Candidato BRICCO Elisa:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Le
ricerche della candidata Elisa Bricco sono incentrate su poesia e traduzione
poetica, romanzo e comunicazione autoriale, accompagnate da un articolo di
didattica della letteratura (Il direttore
di volo: i difficili compiti del nuovo docente, nella collana di
linguistica “Biblioteca della ricerca”, Schena Editore). Alla poesia e
traduzione poetica ha dedicato due saggi, uno in volume, André Frénaud: le pacte avec son lecteur (Actes du colloque de
Cerisy, 2000); uno in rivista Guy
Goffette: la biographie, la poésie et lui-même. L’écriture poétique dans les
récits biographiques (« Littératures », 2007). Al romanzo e
comunicazione autoriale dedica sette saggi, da Mme de Staël a romanzieri
contemporanei. La candidata si presenta con un buon curriculum, con una buona
collocazione editoriale delle sue pubblicazioni e loro diffusione all'interno
della comunità scientifica, in continuità temporale di produzione. La candidata
però non offre neppure un volume a carattere monografico che mostri in modo più
esaustivo la sua preparazione scientifica, valida per ricoprire un posto di
professore di prima fascia. D’altronde, in termini di valutazione comparativa,
considero che presenta meno pubblicazioni valide di altri candidati.
Complessivamente quindi, la personalità di studiosa della candidata appare
ancora in fase di consolidamento e richiede prove ulteriori di maggiore
portata.
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
Elisa Bricco presenta una Introduzione alla
lettura di Sylvie Germain romancière des
destins perdus et retrouvés (2004) e vari articoli, tutti pubblicati dal
2000 al 2007: De “Delphine” à “Corinne”:
le pacte romanesque chez Mme de Staël (2000); Appunti per un viaggio in Volodinia (2006) ; Au spectacle chez Volodine (2007); L’art comme déclencheur de fiction chez:
Sylvie Germain, Pierre Michon, Pascal Quignard (2006); Christian Gailly: ironie et humour, aller et retour (2007); Guy Goffette: la biographie, la poésie et
lui-même. L’écriture poétique dans les récits biographiques (2007); Jean Echenoz en Italie: un problème de
réception? (2006), che verte
sostanzialmente su problemi di traduzione. Di particolare interesse l’articolo André Frénaud: le “pacte” avec son lecteur (2004),
in cui indaga i paratesti (note, epigrafi e in particolare i titoli) come elementi
atti ad aiutare la lettura e la decifrazione del testo. La produzione della
candidata, che non comprende una vera monografia, è troppo esigua per
consentire di esprimere un giudizio positivo sull’idoneità per un posto di
prima fascia. Tuttavia, alcuni suggestivi spunti di analisi testuale, la
serietà dell’impegno, la chiarezza espositiva e la padronanza del discorso
nella lingua francese come in quella italiana, appaiono comunque promesse
affidabili del raggiungimento di risultati scientifici notevoli anche in una
prospettiva di ampliamento del campo delle ricerche, attualmente sbilanciato
sull’estremo contemporaneo. Di grande rilievo, piuttosto, l’impegno didattico,
che peraltro si avvale di esperienze di grande interesse e di notevole utilità,
come quella testimoniata da Il direttore
di volo: i difficili compiti del nuovo docente (2004) e dalle numerose e interessanti
iniziative in cui è coinvolta anche a livelli di grande responsabilità.
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare
L-LIN/03. Oltre ad un intervento che si colloca nell’ambito della didattica (Il direttore di volo: i difficili compiti
del nuovo docente), presentandosi come un aggiornamento coscienzioso del
problema esaminato, la candidata si è interessata ai problemi di traduzione
nella produzione contemporanea, sottolineando le relazioni ambigue che l’Italia
intrattiene, oggi, con la letteratura francese contemporanea. La maggior parte
della sua produzione verte sulla letteratura dell’extrême contemporain, esprimendo un’apprezzabile conoscenza di
questo settore, la capacità di maneggiare una materia complessa come dimostrano
le varie pubblicazioni sugli scrittori maggiori della nostra epoca (L’art comme déclencheur de fiction
chez : Sylvie Germain, Pierre Michon, Pascal Quignard, Appunti per un viaggio in Volodinia, Au spectacle chez Volodine, Christian Gailly : ironie et humour,
aller et retour, Guy Goffette :
la biographie, la poésie et lui-même. L’écriture
poétique dans les récits biographiques, Sylvie Germain romancière des destins perdus et retrouvés). Diversi articoli presentati si concentrano
specificamente sulla tematica del patto autore-lettore (André Frénaud : le « pacte » avec son lecteur, De « Delphine » à
« Corinne » : le pacte romanesque chez Mme de Staël), tematica, senza dubbio,
particolarmente suggestiva, ma ancora da approfondire da parte di una candidata
che dispone delle opportune capacità. Alcuni altri lavori rivestono un carattere
più generale (Sylvie Germain romancière
des destins perdus et retrouvés,
Appunti per un viaggio in Volodinia) e l’agilità del trattamento tende a
prevalere sull’approfondimento dei soggetti trattati.Tra i titoli scientifici
non sono presenti monografie che testimonino le capacità della candidata di
realizzare una ricerca originale di ampio respiro.
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
L’attività di ricerca della candidata verte sul
Novecento e l’estremo contemporaneo. Fa eccezione « De Delphine à Corinne: le pacte romanesque chez Mme de Staël » che con
approccio originale studia gli apparati paratestuali e il patto autoriale. Per
quanto riguarda il campo principale della ricerca, la candidata presenta
« André Frenaud: le ‘pacte’ avec son lecteur », saggio sbilanciato
sul piano teorico ma che evidenzia in modo soddisfacente la poetica
dell’autore. L’interesse per l’estremo contemporaneo la porta ad interessarsi a
Sylvie Germain romancière des destins
perdus et retrouvés, presentazione
di carattere divulgativo, integrata dall’analisi di alcuni romanzi: lo studio
dei paratesti si rivela un utile strumento di continuità tra i romanzi, mentre
la presentazione delle tematiche non risulta abbastanza approfondita. Il lavoro
si conclude con uno studio degli incipit i cui esiti sono interessanti ai fini
della poetica dell’autore. Di maggior pregio, « Guy Goffette: la
biographie, la poésie et lui-même. L’écriture poétique dans les récits
biographiques », uno studio di un esperimento di racconto soggettivo, condotto
attraverso la biografia di Verlaine, Bernard, Auden. L’analisi procede in
maniera corretta evidenziando le caratteristiche formali di questa scrittura e
le modalità di iscrizione del ritratto nel testo. Questo lavoro, a differenza
dei precedenti, dimostra una maggiore maturità scientifica e una scrittura più
sicura. In « Christian Gailly, ‘Ecriture qui sauve’», la candidata studia le
forme del riso distinguendo tra ironia e humour
in un percorso esegetico non del tutto limpido. In « Appunti per un viaggio in
Volodinia », è presentato un autore moderno non ancora tradotto in Italia. Il
lavoro, di buona divulgazione, evidenzia in maniera chiara la poetica
dell’autore. « Jean Echenoz: une tentative modeste de description du monde »
verte sulla fortuna di Echenoz in Italia attraverso le traduzioni della sua
opera. L’analisi procede per campionature che denunciano più la piaga dei
traduttori che lo specifico poetico dell’artista. « L’art comme déclencheur de
fiction chez: Sylvie Germain, Pierre Michon, Pascal Quinard » apre sul ruolo
delle arti figurative nella letteratura contemporanea e il dialogo tra sistemi
diversi. Un più approfondito studio a livello semiotico sull’intersezione delle
due arti avrebbe potuto dare esiti maggiormente apprezzabili. L’interferenza di
ambiti culturali diversi è trattata anche in « Au spectacle chez Volodine », in
cui la metafora teatrale appare ora come rappresentazione immaginaria ora come
vero spettacolo. In campo propedeutico, « Il direttore di volo: i difficili
compiti del nuovo docente » è una interessante relazione sui nuovi compiti del
docente universitario e sul rinnovamento della didattica nel contesto della
formazione a distanza. L’insieme della produzione risulta ancora piuttosto
esile, benché comprenda meritevoli lavori di buona divulgazione. Si riscontrano
infatti valide intuizioni che meriterebbero tuttavia un maggiore
approfondimento. La candidata, studiosa seria, non ha ancora raggiunto quella
maturità scientifica che le permetta di far sentire la sua voce in maniera
autonoma.
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
La
candidata non presenta monografie né edizioni di testi. Dei dieci articoli
presentati, due sono dedicati alle teoriche relative al patto col lettore l’uno
(Frénaud) e l’altro all’approccio biografico alla lettura dei testi (Goffette).
Sette articoli affrontano il romanzo francese dell’Ottocento (con particolare
riguardo a Mme de Staël) e del Novecento dove viene privilegiato il romanzo
detto dell’estremo contemporaneo. Ne risultano studi di carattere sostanzialmente
descrittivo nonostante i numerosi riferimenti alle principali teoriche
novecentesche. L’insieme delle pubblicazioni pur testimoniando di
un’apprezzabile continuità nel tempo e di una crescita scientifica promettente,
non appare ancora sufficiente alla definizione di un profilo di studiosa che
possa ambire alla prima fascia della docenza universitaria.
Candidato BRUERA
Franca:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Si
riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della
candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. La candidata ha
orientato le sue ricerche attorno alla letteratura francese e francofona del
XIX e del XX secolo. Dimostrando sempre una buona competenza del periodo
trattato, ha offerto la sua prova di maggior valore con la monografia Jean d’Ormesson e il tempo come esperienza e
rappresentazione (Roma, Bulzoni, Biblioteca dei Quaderni del Novecento
francese 19, 1996, pp.291) di cui ha analizzato con indubbia capacità critica
sia la proiezione mitobiografica della scrittura, sia l’antinomica costante
narratologica del tempo lineare e ciclico nei romanzi pubblicati tra gli anni
’70 e ’90 del secolo scorso. Di sicuro interesse pure l’altra sua monografia Apollinaire & C. Ungaretti – Savinio –
Sanguineti (Roma, Bulzoni, Biblioteca dei quaderni del Novecento Francese
10, 1991, pp.135) non tanto per il suo contributo critico, quanto per la
documentazione prodotta e accuratamente presentata. Le tematiche risultano
attinenti al settore scientifico disciplinare. Spunti di originalità e
innovatività delle ricerche, rigore metodologico sono da considerarsi
positivamente anche per altri lavori in cui emerge e riemerge il suo interesse
per Apollinaire, Pasolini, le avanguardie storiche, il modernismo, la
riscrittura dei miti, il teatro. Ha inoltre curato una bella antologia, in
traduzione italiana, della lirica di Salah Stétié che raccoglie una selezione
di poesie pubblicate dal 1973 al 2003 accompagnata da uno studio introduttivo
volto a ripercorrere la poetica dell’autore. La produzione varia ma un po’ dispersiva
della candidata presenta spunti di originalità e vivacità di interessi, appare
tuttavia ancora priva di un più consistente centro di indagine che consenta una
piena valutazione delle sue qualità critiche. Buona la rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle
pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva
la continuità temporale della produzione scientifica. Da valutare positivamente
anche il curriculum e i titoli.
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
candidata dà prova di una notevole maturità critica fin dai suoi primi lavori;
comprese nell’arco cronologico 1991-2008, le sue ricerche, condotte anche in
archivi e su inediti, si concentrano tutte sul Novecento, con una eccezione per
l’estremo contemporaneo (Salah Stétié. Nel
cerchio del cerchio. Trent’anni di poesia: 1973-2003). Per qualità critica
si segnalano i contributi su Apollinaire: la monografia Apollinaire & : Ungaretti – Savinio - Sanguineti (1991), in cui
ricostruisce con apporti originali la rete di relazioni bilaterali che hanno
unito scrittori italiani ad Apollinaire, e gli articoli: Du mythe de Paris au mythe d’Apollinaire (1993), Autour de Pasolini traducteur d’Apollinaire (2004),
Guillaume Apollinaire au boulevard Saint
Germain avant 1914 (2007). La sua conoscenza del periodo è anche confermata
dall’articolo La littérature française
contemporaine et la modernité (2005), che pur nella brevità riesce a
restituire la complessità e l’eterogeneità dei movimenti letterari. Una seconda
monografia (Jean d’Ormesson e il tempo
come esperienza e rappresentazione, 1996) propone un’analisi puntuale
dell’opera di un autore di cui intende rivendicare il valore letterario - offuscato,
secondo il giudizio della candidata, da letture travisanti – attraverso lo
studio delle modalità rappresentative del tempo, che finiscono per disegnare
una ricognizione sul senso del mondo e una sorta di interrogazione
sull’identità dell’uomo. Serietà e solidità dell’impianto metodologico caratterizzano
anche l’articolo Le Jeu des “Je”:
présence et désignation de l’autre dans Les Bouches inutiles de Simone de Beauvoir, in cui si rintracciano tre tipi di
soggettività (un “je” parlante come individuo; un “je” anonimo parlante come
gruppo e un “je” collettivo che rappresenta la pluralità di voci) e nel
confermare lo scarso valore artistico riconosciuto dalla stessa autrice, ne
mette in risalto efficacemente il valore storico biografico. Meno incisivi
appaiono gli ultimi lavori sulle riscritture del mito, che la candidata ha
comunque il merito di affrontare sia sul piano narrativo sia su quello della
scrittura drammaturgica. Se quest’ultimo, relativo alla fortuna teatrale del
mito nel Novecento (De la récréation à la
recréation: le mythe antique dans le théâtre français de l’entre-deux-guerres,
del 2008), richiederebbe una contestualizzazione in ambito europeo, La nature dialogique du mythe d’Ulysse chez
Jean Giono (2008) è di fatto una lettura originale del romanzo come
riflessione sulle potenzialità della parola, sul linguaggio mitico e sulla sua
disponibilità a essere costantemente ripreso e trasformato.
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui 2 monografie. La produzione
presentata dalla candidata vanta una buona collocazione editoriale (CNR e
Bulzoni), illustra indubbie capacità di teorizzare (De la récréation à la recréation: le mythe antique dans le théâtre
français de l’entre-deux guerres), propone apporti originali, in
particolare su Apollinaire e sui suoi rapporti con l’Italia (Apollinaire & C. Ungaretti – Savinio –
Sanguineti), dimostra lucidità nel trattamento dei “luoghi comuni” (Du mythe de Paris au mythe d’Apollinaire),
rigore filologico e documentazione, attenzione al testo e ad elementi poco
studiati (La nature dialogique du mythe
d’Ulysse chez Jean Giono). La candidata dà prova di marcata sensibilità per
la lingua, come testimoniano le traduzioni presentate (Salah Stétié, Pasolini
traduttore di Apollinaire). Alcuni lavori avrebbero potuto beneficiare di un
impatto scientifico più forte con scelte letterariamente più consistenti (S. de
Beauvoir e il suo teatro o J. d’Ormesson), che avrebbero consentito alla
candidata di mettere meglio in evidenza incontestabili qualità di ricerca e di
serietà scientifica.
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
La produzione della candidata riguarda soprattutto la
letteratura francese e francofona del XX secolo. Si evidenziano tre filoni di
ricerca: le avanguardie poetiche francesi e italiane; il teatro e la riscrittura
dei miti; la narrativa novecentesca. Un numero nutrito di lavori verte su
Apollinaire. In particolare, Apollinaire e
C. Ungaretti-Savinio-Sanguineti: un
insieme di tre saggi sui rapporti di Apollinaire con i letterati italiani e la
diffusione della cultura italiana a Parigi; « Du mythe de Paris au mythe
d’Apollinaire», un interessante
studio sulla ricezione del poeta francese in Italia; « Autour de Pasolini
traducteur d’Apollinaire »,
breve contributo sulla traduzione di alcune poesie di Apollinaire da parte di
Pasolini. Predomina in questi saggi l’aspetto interculturale tra i due mondi
artistici. Lo stesso dicasi per « Guillaume Apollinaire au Boulevard
Saint-Germain avant 1914», in cui
sono evidenziati i rapporti con Sanguineti e il barone Jean Mollet
segretario/amico di Apollinaire, cui ha dedicato un libro di memorie. La
candidata ne studia le due versioni conosciute con attenzione alle varianti
stilistiche. Il commento di alcune parti rimaste inedite presenta un indubbio
interesse. Sempre nell’ambito degli studi sul Novecento si segnalano alcuni testi di ampio respiro come La littérature contemporaine et la modernité,
sguardo sulla storia letteraria contemporanea e la crisi della
rappresentazione, partendo dalle numerose interrogazioni sulla letteratura
(Blanchot, Sartre, Sarraute, Tardieu). Il lavoro mostra buona capacità di
sintesi e chiarezza espositiva. In particolare, merita attenzione il tentativo
di circoscrivere lo spazio poetico del secondo Novecento tra continuo e
discontinuo, senso e non senso. « De
la récréation à la recréation : le mythe antique dans le théâtre français
de l’entre-deux-guerres » intraprende la rivisitazione dei miti nel teatro
francese tra 1920-1940, con esempi di rovesciamento degli archetipi e di
riscritture autonome (Cocteau, Giraudoux). Anche se soltanto un abbozzo di una
problematica molto ambiziosa, la candidata mostra in questo caso una buona
padronanza dell’argomento e maturità critica. Tuttavia i troppi supporti
critici evocati attenuano talvolta l’originalità della sua voce. Il mito è
indagato anche nella scrittura narrativa « La nature dialogique du mythe
d’Ulysse chez Jean Giono ». Buon lavoro che distingue, seguendo il magistero di
Durant, perennità e derivazione, compiuto epico ed esperienza incompiuta del
personaggio. Interessante l’analisi della pratica demistificatrice che fa del
personaggio leggendario un personaggio portatore di una parola ambigua, plurale
ed eterogenea e di Naissance de
l’Odyssée, non una semplice riscrittura, ma un’operazione sulla scrittura e
le sue potenzialità. Sempre in campo teatrale, la candidata presenta : « Le jeu des Je: présence
et désignation de l’autre dans Les
Bouches inutiles de Simone de Beauvoir
». Opera che inserisce l’autore sulla
scena esistenzialista (Camus, Sartre), ne studia la struttura, le fasi di
azione drammatica, i tableaux, ecc. con qualche buon riferimento ad opere
coeve. Una monografia è dedicata inoltre alla narrativa contemporanea: Jean d’Ormesson e il tempo come esperienza e
rappresentazione, incentrata sulla costante narratologica del tempo lineare
e ciclico e sulla funzione salvatrice del romanzo, capace di risolvere
problematiche filosoficamente irrisolte. Il lavoro appare piuttosto ripetitivo
e attraversato da troppi interventi meta-operativi, mentre dal punto di vista
metodologico molti e disparati sono i testi evocati - dalla filosofia greca ai
più recenti lavori narratologici - la cui funzione non è tanto di supporto ma
di conferma delle affermazioni della candidata. Il lavoro ha comunque il merito
– forse non del tutto condivisibile - di fare di questo scrittore, spesso
denigrato dalla critica, un romanziere innovativo le cui opere anticonformiste
avrebbero contribuito a dinamizzare la scrittura romanzesca del suo tempo.
Nell’ambito della poesia contemporanea si veda Salah Stétié, Nel cerchio del cerchio. Trent’anni di poesia: 1973-2003
(con traduzione di poesie). Analisi di una scrittura complessa che coniuga
tradizioni di matrice araba e ricerca formale della tradizione occidentale. Si
avverte in questo studio un certo interesse per le forme poetiche che però
viene raramente esemplificato in maniera sistematica. E’ comunque il lavoro
della candidata che più di altri focalizza i materiali testuali. Malgrado
alcune riserve riguardanti il carattere talora didascalico dei lavori
presentati, la candidata si qualifica come una personalità di studiosa
scientificamente matura, che coniuga il gusto del testo inedito e la
ricostruzione filologica, l’analisi comparata e l’interculturalità.
Giudizio del Prof.
VALERIA POMPEJANO:
La
candidata presenta due monografie: una sulle avanguardie italiane e francesi
(Apollinaire, Ungaretti, Savinio, Sanguineti), l’altra su Jean d’Ormesson;
un’edizione con traduzione, introduzione e note delle poesie dello scrittore
franco-libanese Salah Stétié; sette articoli sulle relazioni franco-italiane e
sulla scrittura del mito nel primo Novecento. La prima monografia del 1991, che
inaugura il più solido e importante centro degli interessi di ricerca della
candidata, riunisce tre studi - su Ungaretti, Savinio, Sanguineti - fondati su
materiali d’archivio inediti che aprono a prospettive certe circa i rapporti
che legarono nel corso degli anni Dieci del Novecento giovani e non più
giovani, minori e grandi scrittori italiani – da Papini e Soffici a Raimondi,
Ravegnano e Marone – ad Apollinaire che ne tradusse gli scritti e che con loro
intrattenne una ricca e preziosa corrispondenza: un corpus documentale ineludibile per lo studio del contesto
storico-culturale di quegli anni e che permette di evitare oggi tentazioni
critiche di tipo impressionistico. Gli articoli che la candidata presenta
sviluppano la linea di ricerca espressa nel volume, coniugando l’indagine sulle
complesse e vivaci relazioni tra Italia e Francia nel nome di Apollinaire, verificabili
nelle trame della scrittura e della traduzione poetica (Pasolini traduttore di
Apollinaire), con lo studio della produttività dei miti rinnovata al filtro
della riflessione e delle pratiche primonovecentesche, nel teatro e nel romanzo
dell’entre-deux guerres (Beauvoir,
Giono, teatro). Lo studio monografico dedicato a Jean d’Ormesson riconduce
l’opera di uno scrittore segnato da una notorietà nata per effetto mediatico e
mondano entro un’indagine sulla poetica che rende alla sua produzione la dignità
della grande letteratura: ripercorrendone i nuclei tematici e metodologici
attraverso un percorso che dalla filosofia, attraverso la letteratura, la
candidata rileva nella scrittura di Jean d’Ormesson gli elementi di una moderna
originale mitografia. La recente edizione dei testi poetici, pubblicati
nell’arco di trent’anni, del poeta franco-libanese Salah Stétié con traduzione
a fronte, introduzione e cura è certamente di buona fattura, ma di carattere
carattere più divulgativo. In definitiva la candidata dimostra coerenza e
continuità nella ricerca sulle Avanguardie letterarie con sviluppi interessanti
sulle scritture del mito nel Novecento, nonché un’attenzione non banale alla
francofonia, che la rendono meritevole di seria considerazione.
Candidato DONATELLI
Bruna:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Si
riscontrano pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della candidata
con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. La produzione scientifica
della candidata si distingue soprattutto per accurati studi flaubertiani ai
quali dedica tre importanti volumi dal 1990 con Epistolario Flaubert/Sand (1863-1869), seguito da Flaubert e Taine: luoghi e tempi del dialogo
del 1998, fino al recente Le perle, il
filo e la collana. Figure e luoghi dell’opera di Flaubert del 2008,
accompagnati da tre importanti saggi: Il
Voltaire di Flaubert; “Un génie de premier ordre, Taine lecteur de Flaubert e
Effigi di “Madame Bovary”, dunque la maggior parte dei lavori presentati
per il presente concorso. Le tematiche risultano attinenti al settore
scientifico disciplinare. L’originalità e innovatività delle ricerche, il
rigore metodologico con cui sono state realizzate, sono da considerarsi
positivamente anche per altri lavori tra i quali emerge, in sintonia di scelta
con l’ampia produzione di opere sia italiane sia francesi, il suo interesse per
il tema del viaggio (con la cura, introduzione e un saggio per il volume In viaggio verso l’Europa. Suggestioni,
immagini e resoconti degli scrittori dell’Ottocento) e la notevole
esplorazione di un settore di rilevante importanza quale il rapporto tra
letteratura e fotografia (“Enfin Daguerre
vint”. L’Ottocento letterario francese e la fotografia.). Buona la
rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro
diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità
temporale della produzione scientifica. Degna di menzione egualmente la lunga
attività didattica e accademica.
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
candidata presenta due volumi: Flaubert e
Taine. Luoghi e tempi di un dialogo (1996, edizione con commento, note e
bibliografia) e Le perle, il filo e la
collana. Figure e luoghi nell’opera di Flaubert (2008), raccolta di
contributi di diverso interesse esegetico, ma ricchi di motivi interessanti;
un’edizione: Epistolario Flaubert – Sand
(1863-1869) (1990, con introduzione, traduzione, note e bibliografia); una
curatela: In viaggio verso l’Europa.
Suggestioni, immagini e resoconti degli scrittori dell’Ottocento (2002) e
vari articoli, tra cui Il Voltaire di
Flaubert: “Un génie de premier ordre” (1999) e Effigi di “Madame Bovary” (2007). L’ambito delle ricerche si
concentra dunque in particolare su Flaubert, di cui studia con acutezza l’opera e la poetica nel
rapporto con altri autori, precedenti (Voltaire) o contemporanei, in
particolare Sand, e soprattutto Taine, di cui si occupa anche in Per una filosofia del viaggio, ovvero”L’art
de voyager et d’observer en voyage” secondo Hippolyte Taine: qui la
candidata enuclea i tratti essenziali del paradigma del viaggio come fonte di
vera conoscenza nella concezione dell’autore e ne ricostruisce il metodo nel
passaggio dall’osservazione empirica del presente all’analisi deduttiva del
passato. Sullo stesso autore ritorna in Taine
lecteur de Flaubert. Quand l’histoire rencontre la littérature (2001),
contributo che riprende, in un buon francese, la sua precedente introduzione al
carteggio Taine-Flaubert. Oltre al commento scarsamente incisivo proposto in Les mots de Paradis. Le Paradis des mots.
Una lettura possibile di “Paradis” di Sollers (1982), presenta un breve ma
stimolante articolo sul libretto del Rigoletto
verdiano (Les drames de Victor Hugo et
les livrets d’opéra italiens del 1989), e “Enfin Daguerre vint”. L’Ottocento letterario francese e la fotografia
(2004), agile rassegna delle posizioni di vari artisti, da Baudelaire a Valéry,
di fronte alla nuova arte. Il livello scientifico non risulta omogeneo proprio
per una indubbia maturazione progressiva, e si perfeziona nel tempo la concisione
argomentativa, resa a volte difficile per i frequenti e non sempre funzionali
rinvii alla bibliografia critica. Nel complesso, i lavori sono sempre condotti
con impegno, sicurezza, perizia e si avvalgono di una scrittura nitida e al
tempo stesso vivace.
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui due monografie e due curatele,
tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. B. Donatelli
presenta pubblicazioni con case editrici e riviste qualificate. I suoi numerosi
lavori sull’Ottocento francese, specialmente attraverso il confronto di figure
come Flaubert e Sand o Flaubert e Taine, così come si riscontra anche
dall’edizione delle loro corrispondenze, curate dalla candidata (Epistolario Flaubert/Sand (1863-1869), Flaubert et Taine: luoghi e tempi di un
dialogo), con un’attenzione particolare per Taine (Taine lecteur de Flaubert. Quand l’histoire rencontre la littérature)
e Flaubert (Il Voltaire di
Flaubert : « Un génie de premier ordre »), sono il frutto di
un lavoro ampio, erudito, con ricchezza di informazioni e con accuratezza nella
ricerca bibliografica e documentaria, ma con caratteristiche non sempre
letterarie. Si nota attenzione per i testi come, per esempio, nella lettura
originale di Paradis di Sollers. I
vari studi presentati in Le perle, il
filo e la collana. Figure e luoghi dell’opera di Flaubert dimostrano
l’attitudine della candidata nel governare una materia complessa, che,
tuttavia, avrebbe potuto essere letta con maggiore capacità di sintesi, nonché
con maggiore efficacia nelle conclusioni.
Una
cultura vasta, raffinata e nutrita ha consentito alla candidata di analizzare e
mettere in evidenza in Les Drames de
Victor Hugo et les livrets d’opéra italiens un aspetto poco noto dell’opera
di V. Hugo, nel suo sorprendente riscontro col mondo dell’opera italiana. Non
sfugge la vastità degli interessi della candidata, ad esempio, attraverso la
sua capacità di proporre analisi socio-culturale, con ricadute anche
letterarie, sia quando si occupa dell’apparizione di un nuovo mezzo artistico,
la fotografia, sia quando tratta della tradizione delle effigi.
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
Dalla produzione della candidata si evince un
interesse definito per gli studi di letteratura comparata dell’Ottocento ed in
misura minore del Novecento. La ricerca privilegia le zone di interconnessione
tra letteratura ed altri ambiti culturali, il raffronto tra autori sul piano
estetico e mostra un interesse, fondato su precise competenze metodologiche, per
l’analisi del testo con esiti talora originali sia pure in campi di studio
molto indagati. Merita attenzione l’Epistolario
Flaubert/Sand, buon lavoro, ben
documentato, interessante per le testimonianze sulla genetica dell’opera e
sulla personale concezione poetica dei due autori. Lo stesso dicasi per la
corrispondenza Flaubert/Taine, inserita in Flaubert
e Taine. Luoghi e tempi di un dialogo, lavoro di prim’ordine per la
chiarezza dell’enunciato e l’originalità dell’intento che ricostruisce il
rapporto Flaubert-Taine sulla base della loro corrispondenza ma soprattutto di
un procedimento indiziario basato su testimonianze indirette e
micro-interpretazioni testuali. Per quanto di impronta biografica, in questo
suo lavoro la candidata dimostra di saper interrogare con competenza i testi,
mettendo in rapporto le estetiche e la concezione della Storia dei due autori,
e mostrandone affinità e divergenze. La monografia Le perle, il filo e la collana, che raccoglie una serie di
contributi già pubblicati, conferma la centralità dell’interesse flaubertiano
della candidata. Come si evince dal titolo stesso, il lavoro vuole dimostrare,
con indubbia originalità critica, la coerenza interna delle opere di Flaubert
attraverso la ripresa di motivi e temi ricorrenti in un riscontro sincronico di
campioni testuali diversi. L'interesse comparativo si evidenzia anche in « Il
Voltaire di Flaubert: un génie de premier ordre », in « Taine lecteur de
Flaubert. Quand l’histoire rencontre la littérature », ripresa francese dell’introduzione
italiana del carteggio, in « Per una filosofia del viaggio ovvero ‘l’art de
voyager et d’observer en voyage’ secondo Hippolyte Taine». Sempre nell’ottica
dell’interconnessione degli ambiti culturali si segnalano un breve lavoro: «
Les drames de Victor Hugo et les livrets d’opéra italiens » ; «‘Enfin Daguerre vint’. L’Ottocento
letterario francese e la fotografia », ed infine « Effigi di Madame Bovary », interessante analisi
dello spazio di intersezione tra testo verbale e segno iconico in edizioni
illustrate. Meno determinante, in quanto un po’ parafrastico, il primo lavoro
presentato: « Les mots de Paradis, Le Paradis des mots »: una lettura possibile
di un testo in progress di Sollers,
che mette a fuoco nozioni complesse inerenti al linguaggio non senza un certo
rapporto con gli interessi che emergono negli studi successivi della candidata.
Nel complesso, nonostante la diversità dei contributi,
non sempre dello stesso livello sul piano del metodo e della qualità, la
produzione della candidata evidenzia una personalità di studiosa
scientificamente matura e originale nella scelta dei percorsi critici e negli
esiti interpretativi.
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
La
candidata presenta un’edizione dell’epistolario Flaubert-Sand (1863-1869), una monografia
su Flaubert e Taine e una raccolta di saggi sull’opera flaubertiana; una
curatela sul tema del viaggio degli scrittori nell’Ottocento e sei articoli su
Flaubert, sulla cultura letteraria nell’Ottocento e sul rapporto tra scrittura
e fotografia.La ricerca di Donatelli appare fortemente centrata sull’opera di
Flaubert, - su cui applica in modo appropriato e competente un’analisi puntuale
dei testi con esiti talora originali - e sull’elaborazione delle idee estetiche
di Flaubert nel commercio intellettuale con grandi autori del suo tempo e nella
riflessione su grandi autori che lo hanno preceduto, come Voltaire. Due volumi,
del 1990 e del 1998, percorrono rispettivamente il rapporto tra Flaubert e George
Sand e tra Flaubert e Taine, attraverso un’accurata scelta e un’attenta lettura
delle corrispondenze. Di Taine la candidata interroga, in un saggio inserito
nel volume da lei curato, In viaggio
verso l’Europa, il testo dell’Art de
voyager et d’observer en voyage da cui rileva la tensione filosofica dell’autore
verso la sociologia e l’antropologia culturale. Nel più recente volume Le perle, il filo e la collana (2008),
la candidata riunisce saggi consacrati nel tempo all’opera flaubertiana, in un
insieme in cui è dato seguire gli sviluppi e le trasformazioni metaforiche di
particolari figurazioni e di luoghi cardine presenti nell’opera stessa. Lo
studio appare scientificamente solido e con punte di capacità critica, specie
nei saggi sui luoghi, di particolare interesse. Gli articoli dedicati l’uno al
rapporto tra i drammi hugoliani e i libretti d’opera italiani, l’altro al nuovo
rapporto che l’avvento della fotografia istituisce tra letteratura e immagine (considerando
Cros, Verne, Zola, Villiers de l’Isle-Adam), configurano un interessante filone
di ricerca nella relazione inter artes
a fine Ottocento ravvivata dalle nuove tecniche di riproduzione del reale. Nell’articolo
sul testo Paradis di Philippe Sollers,
la candidata applica alla scrittura novecentesca la sua buona capacità di
analisi testuale. Nell’insieme i titoli presentati compongono un profilo maturo
di studiosa, dotata di sicurezza nell’indagine scientifica e di capacità
critica anche originale e maturata nel tempo.
Candidato FERRARO
Alessandra:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Si
riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della
candidata, con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. La candidata ha
infatti il merito di aver saputo orientare con precisione le sue ricerche su
due principali aree di ricerca distinguendosi in queste per i risultati
ottenuti. Ovvero gli studi su Raymond Queneau e quelli sulla francofonia.
A
Queneau ha dedicato un’ampia monografia (Raymond
Queneau. L’autobiografia impossibile, Udine, Forum, 2001, « Collana
“testi e saggi », 8, 194 p.) e vari saggi (“Le Voyage en Grèce di Raymond Queneau”» in Bérénice, anno 13, n. 33, marzo 2005, Atti del Convegno
Internazionale « Il Mediterraneo nell’immaginario francese moderno e
contemporaneo », pp. 42-53; « La dissolution de l’événement dans les Journaux de Raymond Queneau », in
Pierre Helmut Meter e Glaudes (eds), Le
sens de l’événement dans la littérature française des XIX et XX siècles, Actes
du colloque international (Klagenfurt, 1er -3 juin 2005), Bern,
Peter Lang, 2008, « Coll. littérature
de langue française, 6 », pp. 221-230 ; « Queneau lecteur de
Ducharme «, Cahiers de l’Association
internationale des Études françaises. (Les études françaises en Amérique anglophone.
Louis-Sébastien Mercier. Les Littératures du Québec face à
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
Nella
produzione presentata dalla candidata si evidenziano tre linee di ricerca, che
a volte si intrecciano: Raymond Queneau, la scrittura autobiografica e la letteratura
francofona del Québec. Su Raymond Queneau vertono una monografia e tre brevi
articoli di diseguale interesse (Queneau
lecteur de Ducharme, del 2006; La
dissolution de l’événement dans les Journaux de Raymond Queneau, del 2008; Le
Voyage en Grèce di Raymond Queneau,
del 2005, che è il contributo più consistente per la messa in luce del ruolo
giocato da alcune riviste degli anni Trenta e in particolare da “Le Voyage en
Grèce”). Nello studio monografico Raymond
Queneau. L’autobiografia impossibile (2001), la candidata affronta il
rapporto difficile e complesso dello scrittore con il patto autobiografico. La
parte più meritevole, grazie anche alle frequenti e sempre opportune citazioni
in cui la voce è data ai protagonisti del tempo, è proprio la ricostruzione del
tessuto culturale ideologico e politico in quei decenni nevralgici della storia
di Francia. Si tratta di un lavoro indubbiamente serio per conoscenza del
corpus di uno tra gli autori più rappresentativi del Novecento e che con una
esposizione chiara, agile ed elegante si muove nell’intreccio di testimonianze
contemporanee e nel conflitto vorticoso tra autore reale e fittizio. La seconda
linea di ricerca si esplica attraverso articoli dedicati alla francofonia. Tra
questi spiccano per intelligenza critica e acutezza analitica gli articoli Palimpsestes, métissages, frôlements. Textes
migrants et littérature québécoise, del
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui una monografia ed una curatela,
tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Le ricerche che
riguardano il Québec sono costituite da alcuni articoli (Palimpsestes, métissages, frôlements. Textes migrants et littérature
québécoise; D’autres histoires, une autre Histoire : les écritures venues
d’ailleurs au Québec) che pongono questioni importanti e problematiche
sulla nozione di “letteratura quebecchese”, sul rapporto tra autoctoni ed
ibridazione, in un’ottica risolutamente moderna e senza apriori, appoggiandosi
su metodologie adeguate praticate su un corpus non privo di interesse. Sempre
nell’ambito della francofonia, la candidata si interessa, con scrupolo e
precisione, dei rapporti tra
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
Si evidenziano nella produzione della candidata due
principali filoni di ricerca: la francofonia e Queneau, che talora si
incrociano senza che si possa dire quale dei due sia dominante. « Palimpsestes,
Métissages, frôlements » si inscrive nel dibattito attuale che tende a ridefinire
la letteratura del Québec in ragione dei fenomeni di ibridazione in atto.
Fondando solidamente la sua ricerca sulle teorie di Lotman e Bachtin, la
candidata definisce le nozioni di interdiscorsività, eteroglossia, eterofonia,
enterologia ed intertestualità, stabilendo una tipologia testuale a partire da
un corpus di una ventina di romanzi.
Ottimo lavoro che dà ragione dei cambiamenti che investono questa letteratura.
« D’autres histoires, une autre Histoire: les écritures venus d’ailleurs au
Québec » riprende da un punto di vista identitario le scritture migranti in
autori come Monique Bosco e Régine Robin che, in maniera diversa, si pongono il
problema della memoria personale incardinata nella Storia e l’illusione di tale
ricerca malgrado l’originalità degli esiti “autobiografici”. « Alle origini del
campo letterario francofono: il caso delle Lettres
françaises (1944-1947) » studia le interazioni tra circoli intellettuali e
politici francesi e il mondo coloniale. Meno originale il lavoro sulla
scrittura autobiografica in Marie de l’Incarnation: « Le corps de l’autre …»
anche se non esente da alcune buone intuizioni; più problematico il secondo: «
Attività missionaria e mediazione interculturale in Nouvelle France…» in quanto
interviene criticamente nel dibattito della critica postcoloniale anglosassone:
la figura della missionaria inserita nel contesto culturale dell’epoca rivela nei
suoi scritti un rapporto non convenzionale con l’Altro. Di carattere
prevalentemente divulgativo, « Le cycle théâtral de Wajdi Mouawad (Littoral, Incendies, Forêts ou comment
détourner le mythe d’Oedipe » comporta alcune interessanti riflessioni sulle
trasformazioni in ambito francofono contemporaneo del mito di Edipo. L’autobiografia,
tema ricorrente nella ricerca francofona, è ripreso in Queneau che rappresenta
il secondo campo d’interesse della candidata: Raymond Queneau. L’autobiografia impossibile. Studiato in una
prospettiva originale, nel rapporto con i maîtres
à penser del suo tempo (Breton, Bataille, Sartre) grazie ai diari e ad
alcuni inediti, la candidata presenta l’autore sotto una angolatura meno
conosciuta, incentrando la sua ricerca sulle modalità di rappresentazione o di
occultamento del dato personale. La minuziosa ricostruzione storico-letteraria
appare funzionale allo studio della poetica dell’autore, la conoscenza dei dossiers preparatori si rivelano
preziosi per determinarne l’evoluzione nell’esperienza della scrittura di sé. Sempre su Queneau vertono
altri tre articoli: « Le voyage en Grèce » ; « Queneau lecteur de Ducharme
»; « La dissolution de l’événement dans les Journaux
de Raymond Queneau ». Il primo, di
gran lunga più interessante, contribuisce a fornisce una chiave interpretativa
dell’impronta classica della sua opera; il secondo, più divulgativo
ricostruisce il suo ruolo nella pubblicazione delle opere di Ducharme; il terzo
infine, tema di grande interesse, avrebbe richiesto un maggior approfondimento
anche sul piano teorico. Si avverte curiosamente una flessione dell’impegno
scientifico e una minore originalità nei lavori compresi tra 2006-2007 rispetto
ai primi. Ciononostante, la produzione evidenzia nel suo complesso una figura
di studiosa seria e impegnata che non lascia dubbi sulla qualità della sua
produzione futura.
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
Due
sono gli ambiti di interesse della candidata: Raymond Queneau e la letteratura
franco-canadese. Il volume dedicato a Raymond
Queneau. L’autobiografia impossibile, esplora l’opera dello scrittore
novecentesco dapprima nei suoi rapporti con i movimenti letterari e con il
pensiero del suo tempo (Surrealisti, Bataille, Sartre) per passare poi a
un’analisi testuale nel quadro di un’ipotesi che ne prevede forti implicazioni
autobiografiche. Lo studio è l’esito di un’attenzione manifestata già nei tre
saggi dedicati alla “dissolution de l’événement”, a Queneau lettore di Ducharme
e, il più interessante dei tre, al Voyage
en Grèce. Nell’insieme la candidata dimostra una conoscenza dell’autore
molto approfondita e articolata in un ventaglio di approcci metodologici, il
più proficuo dei quali è quello dell’originale patto autobiografico istituito
all’interno dell’opera nelle incerte modulazioni dell’Io reale con l’Io della
finzione. Nei saggi dedicati alla letteratura franco-canadese, viene di nuovo
adottato l’approccio testuale dalla prospettiva dell’autobiografia soprattutto
relativamente alle Relations della
missionaria Marie de l’Incarnation, mentre, parallelamente, viene interrogata
la nozione stessa di francofonia attraverso l’analisi di quei testi di
immigrazione che stanno ridisegnando il carattere della scrittura letteraria
nel Canada francofono. Pur riconoscndo spunti
interessanti nell’approccio critico a Queneau, nel complesso non si ritiene
ancora la produzione della candidata sufficiente e matura per un ruolo
universitario di prima fascia
La seduta è sospesa alle ore 19.30 del 14/06/2010 e
Alle ore 9.15 del 15/06/2010
Candidato FUSCO
GIRARD Giovannella:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Si
riscontra buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della
candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per
i suoi lavori sul poeta Francis Ponge cui dedica due studi monografici in
volume: Francis Ponge. L’impossible
“art de vivre” (Liguori, 2003); Le parole
di Francis Ponge (Avagliano, 1995); Questioni
di metodo. La retorica di Francis Ponge (Risposte, 1999); un articolo sulla
rivista GENESIS (1998) e un articolo
su “Quaderni del seminario di filologia francese” (2002). Le tematiche
risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. Spunti di originalità
e innovatività delle ricerche - ancora imperfetto il rigore metodologico con
cui sono state realizzate - sono da considerarsi al pari anche per altri lavori
dedicati a Baudelaire, Racine, Laclos e uno studio intitolato La storia di Cenerentola. Modelli ubanistici
e dibattiti letterari fra Parigi e Napoli nel secondo Ottocento (L’Orientale
Editrice, 2002). Non rilevante sul piano scientifico la sua cura del volume
Giudizio
del Prof. Delia GAMBELLI:
Una
grande parte della produzione della candidata si concentra sulla poesia e sulla
poetica di Francis Ponge, da Questioni di
metodo. La retorica di Francis Ponge (1991) a Le parole di Francis Ponge (1995), a La boue et le filet de soie (1998), a ”J’aime la règle qui corrige l’émotion” (2002), fino a Francis Ponge. L’impossible art de vivre
(2003). In quest’ultimo studio, il più articolato, sono passati in rassegna,
nella prima parte, i criteri essenziali della poetica di Ponge; nella seconda
parte è ripresa una lettura genetica, iniziata nell’articolo del 2002, sull’Ode inachevée à la boue, in cui sono
presentati materiali d’archivio manoscritti e dattiloscritti che danno conto
del lavoro continuo di revisione. Risulta evidente nei lavori della candidata
una spiccata passione per la lettura e l’interpretazione dei testi; passione
che non è sempre sufficiente a preservare dal rischio di un approccio tendenzialmente
impressionistico, alimentato anche da una insufficiente contestualizzazione
storico-culturale. Mancanza rilevabile anche nell’articolo su Laclos, “Deux
mots suffisent” (contenuto nel volume pubblicato a sua cura del 1998,
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n.10 pubblicazioni, di cui due curatele e tre monografie,
tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. La produzione
presentata vanta una buona collocazione editoriale presso Liguori e la rivista
“Genesis”. I lavori più importanti e innovativi al momento della loro
pubblicazione riguardano F. Ponge che la candidata ha contribuito a far
conoscere in Italia e che testimoniano capacità filologiche, particolarmente
evidenziate in La boue et le filet de
soie. Appare un argomento suggestivo e sicuramente da approfondire quello
posto nell’articolo La rosa e la spina.
Il gusto dello scarto nella produzione artistica. Alcune pubblicazioni (Charles Baudelaire. Alla fìne della parola,
Le parole di Francis Ponge, Questioni di metodo. La retorica di Francis Ponge,
Racine: silenzio e parole) appaiono meno incisive dal punto di vista
critico, generiche nel loro approccio, e con un destinatario diverso da quello
degli specialisti. Si sottolinea l’attenzione per un confronto tra Italia e
Francia (La storia di Cenerentola.
Modelli urbanistici e dibattiti letterari fra Parigi e Napoli nel Secondo
Ottocento) che demistifica alcune letture un po’ semplificate.
Interessante
risulta l’accostamento tra
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
La candidata presenta una serie di contributi centrati
sulla poetica di Francis Ponge: da Questioni
di metodo: la retorica di Francis Ponge (1991) fino all’ultimo lavoro sull’autore
Francis Ponge (2003): l’impossible art de vivre. Se lo
studio delle figure retoriche contenuto nel primo lavoro, condotto in maniera
poco sistematica, non permette di enucleare chiaramente la pratica poetica
dell’autore, nell’ultimo, la candidata mostra di gestire molto meglio una
materia di per sé ardua mettendo in rapporto il poeta con i propri modelli e
definendo la sua concezione razionalistica della poesia e la sua funzione
creatrice e salvifica. Interessante la lettura genetica, uscita dapprima in Genesis sull’« Ode inachevée à la boue »
in cui la candidata presenta materiali d’archivio manoscritti e studia le
varianti delle diverse campagne di scrittura con quella competenza che gli
studi genetici richiedono. Meno interessante l’ultimo lavoro Charles Baudelaire. Alla fine della parola
in quanto piuttosto eterogeneo nei contenuti, privo di un “plan” definito che
ne riveli le intenzioni, e talora poco chiaro a livello della scrittura. Lo
stesso dicasi dell’articolo su Racine e della presentazione molto succinta del
convegno su
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
La
candidata presenta dieci titoli tra i quali la curatela di una raccolta di
studi sullo ‘scarto’ nell’arte, cui contribuisce con una prefazione di una
pagina e mezzo e con un breve articolo su Laclos di carattere sostanzialmente
impressionistico, e un volumetto su Baudelaire, in cui emerge sugli altri il
breve capitolo dedicato a una traduzione di Franco Rella, ben confezionato ma
generico nell’approccio metodologico e di scarsa consistenza scientifica. Tre
studi su Francis Ponge concentrano gli interessi più concreti della candidata,
strutturati e sviluppati nell’arco di un decennio e particolarmente orientati a
studiare il rapporto tra parola e vita, la retorica e la relazione dialettica
tra testo e paratesto con un’attenzione al ‘margine’ nella scrittura poetica di
Ponge, sostenuta da argomenti critici e ampiezza di conoscenze. I due articoli
su Ponge compongono un approccio ai testi complessivamente personale, con
alcuni esiti apprezzabili. Un articolo di carattere culturologico prende in
considerazione i rapporti intercorsi nell’Ottocento tra Parigi e Napoli. Non
mostrano per contro elementi idonei a una valutazione comparativa per
l’ordinariato le curatele di atti di giornate di studio su
Candidato LONGHI
Maria Giulia:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
La
candidata si presenta con pubblicazioni sulla letteratura francese del
Cinquecento, Ottocento e Novecento, con particolare interesse per Balzac,
Flaubert, Zola, Maupassant,
Giudizio
del Prof. Delia GAMBELLI:
La
parte più ampia e significativa dei titoli presentati dalla candidata è
consacrata a Maupassant, a cominciare da Le
roman français au XIXe siècle. II Flaubert – Zola – Maupassant (1988),
strumento didattico prezioso in quanto la sintesi e la chiarezza espositiva non
vanno mai a scapito dello spessore critico. Una conoscenza esemplare del
contesto letterario e culturale caratterizzano gli altri lavori su Maupassant: Introduzione a Maupassant (1994),
esemplare riflessione su tutta l’opera narrativa dell’autore; le note e notizie
del volume II di Tutte le novelle di
Maupassant per i Meridiani (1999); l’articolo sulle préfaces (Maupassant
préfacier, 1999). Un analogo impegno è riscontrabile anche nei contributi dedicati
ad altri autori, come nel breve articolo su Romeo Lucchese traduttore di
Saint-John Perse (2001), o come nell’interessante omaggio a Valentino Bompiani
e alla sua politica editoriale (2003). E questo fin dal suo primo lavoro, L’educazione esemplare. Zulma Carraud,
un’amica di Balzac scrive per l’infanzia (1984), in cui attraverso la
contestualizzazione storica e la comprensione dei fenomeni culturali riesce a
conferire rilievo anche alla ricerca su testi minori. Sulla letteratura per
l’infanzia Longhi è tornata nel suo lavoro più recente (2007): L’enfance pittoresque in cui prende in
esame il “secolo d’oro” della letteratura infantile (1840-1940), la
contrapposizione tra editoria provinciale e parigina, il predominio tra il 1840
e il 1870 dell’editoria cattolica, il senso delle illustrazioni. La candidata
infine dà prova di competenze molto apprezzabili anche in ambiti letterari lontani dal secolo più indagato, come
dimostra la presentazione delle due tragedie di Jacques de
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui due monografie, una curatela ed
un volume ad uso didattico, tutte pertinenti al settore
scientifico-disciplinare L-LIN/03. La candidata propone un utile
approfondimento dei rapporti culturali tra
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
Gli interessi della candidata vertono soprattutto sul
romanzo dell’Ottocento, con incursioni nel Cinquecento e nel Novecento.
Interessante la monografia su Zulma Carraud, amica e corrispondente di Balzac. Lavoro
meritorio in quanto porta alla conoscenza del pubblico italiano un autore poco
conosciuto che scrive per l’infanzia, inquadrandolo nel contesto
storico-politico dell’epoca in funzione soprattutto dell’intento
didattico-pedagogico che esprime. Il lavoro, di carattere tematico-descrittivo,
limpido e accurato, non include tuttavia un’analisi delle modalità narrative in
cui si esemplificano i soggetti e l’ideologia dell’autore. Un secondo polo
d’interesse è costituito da Guy de Maupassant. A questo proposito la candidata
presenta un’opera di carattere didattico, Le
roman français au XIXe siècle: Flaubert, Zola, Maupassant, e una seconda di
buon livello divulgativo, Introduzione a
Maupassant. Più interessante sul piano scientifico e decisamente originale Maupassant Préfacier. Avec une préface
inédite che studia le modalità delle prefazioni (lettere-comptes
rendus) e il loro carattere elusivo
rispetto alle caratteristiche canoniche del genere. Tutti questi lavori
preludono all’edizione italiana di Tutte
le novelle per i “Meridiani” che confermano, nell’Introduzione e nelle
note, la grande conoscenza dell’autore e del contesto di produzione mostrando
nel contempo eleganza nella scrittura, semplice ed insieme essenziale. Un altro
filone di ricerca è rappresentato dall’ edizione e dalla cura di due tragedie
di
Giudizio
del Prof. VALERIA POMPEJANO:
La
candidata presenta lavori relativi alla letteratura francese del Cinquecento,
dell’Ottocento e del Novecento. Per il XVI secolo ha reso l’edizione di due
tragedie di Jacques de
Candidato
MORGANTE Jole:
Giudizio
del Prof. Gabriele Bertozzi:
Si riscontra buona pertinenza e congruenza
dell’attività scientifica della candidata con il settore scientifico
disciplinare L-LIN/03, in particolare per i suoi lavori dedicati a Charles
Sorel e a Molière in volumi monografici (Il
libertinismo dissimulato : l’« Histoire Comique de Francion » di
Charles Sorel, Fasano, Schena, 1996; Forme
del comico nel teatro di Molière, Milano, Cuem, 1995). A Sorel ha pure
dedicato in tempi più recenti un saggio intitolato La réécriture de la première partie du « Francion » :
Techniques d’écriture libertine, (« Littératures Classiques »
n.41, hiver 2001, Charles Sorel :
« Histoire comique de Francion », pp.13-30). Le tematiche
risultano attinenti al settore scientifico disciplinare. L’originalità e
innovatività delle ricerche, il rigore metodologico con cui sono state
realizzate possono essere considerate positivamente anche per altri lavori, in
particolare quelli dedicati al Régulus
di Jean de Beaubreuil (1582), in
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
candidata presenta lavori che si concentrano soprattutto sul Seicento e
spaziano in vari campi di ricerca e in più generi letterari: dall’edizione (En rade di J.-K. Huysmans, del 1987), all’esegesi di testi complessi, allo studio
dei fenomeni culturali. Serietà e impegno sono già al lavoro nella monografia Forme del comico nel teatro di Molière (1995),
anche se l’analisi avrebbe potuto estendersi alle pièces molieriane più
significative e avvalersi di ulteriori strumenti scientifici; la monografia
successiva, Il libertinismo dissimulato.
L’”Histoire comique de Francion” di Charles Sorel (1996), è uno studio
eccellente (parzialmente ripreso in francese, nel
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui due monografie, un volume ad uso
didattico, una edizione critica di En
rade di Huysmans, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare
L-LIN/03. Il lavoro della candidata su L’Astrée
si presenta come un studio rigoroso, con una metodologia chiaramente
espressa e convincente, che attesta la capacità di suggerire un’ipotesi
interpretativa originale. Il suo personale contributo (Jean de Beaubreuil, Régulus, texte édité et présenté par J.
Morgante) alla raccolta “
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
Gli interessi della candidata vertono quasi
esclusivamente sulla letteratura del Seicento. Fa eccezione l’edizione critica
di En rade di J.-K. Huysmans che
contiene una descrizione materiale del testo (descrizione di due edizioni
pre-originali in rivista e di un manoscritto) e un rilevamento di varianti. Le forme del comico in Molière è un
utile lavoro redatto con eleganza e chiarezza ma che risulta nel suo complesso
di carattere divulgativo. Buona la sintesi delle tecniche del comico e dei
principali testi teorici a questo soggetto. Interessante l’applicazione delle
teorie del comico alla produzione di Molière con elementi di originalità. Il libertinismo dissimulato è un
importante lavoro che comporta una ricostruzione storico-critica del pensiero
libertino del XVII secolo e un’indagine condotta con buona padronanza del testo,
delle tecniche di composizione di Sorel con particolare attenzione
all’autocensura e ai procedimenti auto-protettivi messi in opera dall’autore.
L’esegesi si snoda in maniera convincente ed elegante tra le ambiguità e le
allusività del testo. «La réécriture de la première partie de Francion : techniques d’écritures libertines»
riprende Il libertinismo dissimulato e
approfondisce l’aspetto filologico dell’opera mettendo a confronto due edizioni
diverse, gli effetti di riscrittura e le conseguenti revisioni ideologiche. «
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
La
candidata presenta due edizioni di testi: l’edizione della tragedia di Jean de
Beaubreuil, Régulus del 1582, con
introduzione, testo e apparato di note. L’accuratezza filologica corrisponde
allo studio puntuale del contesto storico in cui la tragedia si colloca;
l’introduzione mette bene in evidenza la particolarità del sistema dei
personaggi e della struttura drammatica nel quadro della produzione teatrale
coeva; l’edizione critica con introduzione, note e varianti di En rade di J.-K. Huysmans del 1887
secondo un impianto filologico rigoroso cui si accompagna una pertinente
analisi critica. Uno studio monografico è consacrato alla prima versione del
1623 del Francion di Charles Sorel in
relazione alle successive versioni del 1626 e del 1633, dove la candidata
studia analiticamente gli elementi del libertinismo dell’autore
progressivamente dissimulati, secondo un uso sapiente delle tecniche di
occultamento, ma mai elusi, studiandone tutte le manifestazioni, di costume e
filosofiche, nel quadro dello sviluppo del libero pensiero nella prima metà del
Seicento. Studi successivi testimoniano della continuità e dell’evoluzione
degli interessi della candidata verso le forme brevi della narrazione, “conte”
e “nouvelle”, nella seconda parte del Seicento nell’opera di autori come
Candidato PIETROMARCHI
Luca:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Si
riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica del
candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per
i suoi lavori in volume dedicati ad Alberto Savinio (Dal manichino all’uomo di ferro. Alberto Savinio a Parigi (1910-1914),
Milano, Unicopli, 1984, pp. 127), Gustave Flaubert (L’illusione orientale. Gustave Flaubert e
l’esotismo romantico, Milano, Guerini e Associati, 1990, pp. 169), Patrice de
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
produzione del candidato, che si addentra in territori comunque impervii, molto
frequentati o appartati che siano, si segnala per alcuni aspetti singolari e
rarissimi nella pratica esegetica della letteratura. A cominciare dall’indagine
penetrante dei funzionamenti testuali più segreti, e dalla capacità di
ritrovare accordi e consonanze estremamente convincenti sia in altri momenti dello
stesso corpus preso in esame, sia nelle opere di altri autori, in modo tale che
i testi si aprano e si illuminino reciprocamente, avvalendosi tra l’altro di
una conoscenza vastissima del contesto culturale, come testimonia da subito la
monografia Dal manichino all’uomo di
ferro. Alberto Savinio a Parigi (1910-1914), del
Giudizio del
Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:
Il
candidato presenta n. 10 pubblicazioni, di cui tre monografie e tre volumi di
opere da lui curate, tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare
L-LIN/03. Si tratta di una produzione imponente e variegata, che copre più
settori di ricerca (prosa e poesia, Ottocento e Novecento) e denota una cultura
letteraria ampia, che oltrepassa la sola francesistica. Sia l’analisi
sull’opera in francese di Savinio (Dal
manichino allì’uomo di ferro. Alberto Savinio a Parigi, 1910-1914) che
l’introduzione alla riedizione anastatica del Rimbaud di A. Soffici ne costituiscono una illustrazione
particolarmente convincente. Tale ricerca è accompagnata da una documentazione
critica trasversale, intelligentemente utilizzata, spesso di difficile
reperimento (come nel lavoro su Savinio, per es.).Il candidato ha contribuito a
fare conoscere in Italia e, paradossalmente, anche in Francia, un autore ancora
poco trattato, Patrice de
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
Il candidato presenta tre saggi che, in
maniera diversa ma complementare, delineano con chiarezza la personalità dello
studioso, i suoi interessi e il suo personale approccio ai testi. Il primo
ambito di ricerca verte sulle avanguardie storiche francesi considerate da una
prospettiva italiana, attraverso le opere francesi di Alberto Savinio. Dal manichino all’uomo di ferro
evidenzia un campo d’indagine in cui confluiscono letteratura, arte e musica.
Partendo dall’analisi del dramma lirico Chant
de
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
Il
candidato presenta tre monografie (Savinio, Flaubert, Patrice de
La seduta è sospesa alle ore 13.30 del 15/06/2010 e
Alle ore 15.30 del 15/06/2010
Candidato PREDA
Alessandra:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Si
riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività scientifica della
candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03, in particolare per
un suo lavoro dedicato a Giordano Bruno (Ilarità
e tristezza. Percorsi francesi del “Candelaio” di Giordano Bruno
(1582-1665), Milano, Led, 2007), dove appunto, dopo essersi soffermata su
suggestioni italiane nella Francia del primo Seicento, si è occupata per
diversi aspetti dell’edizione parigina del Candelaio
(traduzioni, presenze di Cyrano e
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
produzione della candidata verte essenzialmente sui rapporti tra letteratura
francese e italiana nel Cinquecento, con particolare riguardo alle traduzioni
in Francia di Giordano Bruno, di Petrarca e di Ariosto. Personalità di studiosa
seria che coniuga la passione filologica e l’erudizione alla capacità non solo di
contestualizzare i testi analizzati nel milieu
culturale, ma anche di mostrarli nelle loro allusioni alla situazione politica
in un momento estremamente delicato e complesso, e di scorgere tra le righe le
intenzioni di un’epoca segnata dal passaggio di testimone tra le due culture
sullo sfondo di conflitti politici, ideologici ed estetici. Il titolo più
importante e ambizioso è indubbiamente costituito dalla monografia Ilarità e tristezza. Percorsi francesi del ‘Candelaio’
di Giordano Bruno (1582-1665), del
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui una monografia, tutte pertinenti
al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. L’insieme della produzione della
candidata mette in evidenza una consistente erudizione supportata da una vasta
documentazione e da un ricco apparato illustrativo. Vari studi (“Les siècles à venir te loueront à bon
droit”: Montaigne et Claude Expilly, Le poète correcteur de ses oeuvres: les
deux éditions des “Poèmes” de C. Expilly e Tra Tasso e Montaigne: il petrarchismo di Claude Expilly)
consentono un lavoro di ricostituzione suggestiva di un humus culturale, in
particolare attraverso la figura di C. Expilly, ben analizzata e presentata, e
forniscono elementi informativi anche riguardanti Montaigne. Vari contributi
eruditi chiariscono le influenze culturali tra l’Italia e
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
La produzione della candidata verte quasi
esclusivamente sul Cinquecento. Fa eccezione «Flaubert et son exemplaire
des Essais: être et disparaître en
suivant Montaigne», lavoro di riflessione estetica sulla base di alcune
testimonianze e di un’edizione glossata. I suoi lavori più specialistici
mostrano tre orientamenti. Il primo è rappresentato dal confronto tra autori,
già evidente nel primo saggio, con un’accentuazione fortemente erudita. Ne sono
dimostrazione : «‘Les siècles à venir te loueront à bon droit’ :
Montaigne et Claude Expilly» e « Le poète correcteur de ses Lumières: les deux
éditions des poèmes de Claude Expilly ». Il secondo orientamento, di più ampio respiro, verte sulla penetrazione
della letteratura italiana in Francia. Vi si richiamano « De
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
Le
pubblicazioni presentate dalla candidata si distinguono per coerenza tematica e
metodologica nello studio della letteratura francese del Cinquecento sia nelle
dinamiche interne di prestiti e confronti, di cui sono testimonianza i saggi
dedicati a Montaigne e a Claude Expilly e al teatro di E. Jodelle, sia nelle
sue relazioni: con la tradizione degli Anciens
naturalmente, come risulta dal saggio sul mito di Medea nel teatro di Jean de
Candidato PROIA
Francesco
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Dal
curriculum del candidato emerge il
profilo di uno studioso scientificamente preparato e seriamente impegnato
nell’attività didattica. Ha ricoperto pure diverse supplenze e incarichi di
responsabilità dimostrando professionalità e molteplicità d’interessi come
traspare sia dalla partecipazione a vari convegni internazionali, sia
dall’attività editoriale come direttore di varie collane universitarie e membro
del comitato di redazione di riviste qualificate. La sua produzione
scientifica, di là della diversità d’approccio imposta dalle differenti
tematiche, dimostra originalità, innovatività e rigore metodologico, congruenza
della attività del candidato con le discipline comprese nel settore scientifico-disciplinare
L-LIN/03; rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle sue
pubblicazione e loro diffusione all’interno della comunità scientifica;
continuità temporale della produzione scientifica; pregevole attività
didattica. Una delle caratteristiche dell’insieme della produzione del candidato,
che va sicuramente ad arricchire i suoi indiscutibili meriti, è quella di
essersi quasi sempre rivolto a temi, problemi, autori sui quali non fossero già
stati scritti una grande quantità di libri. Sugli autori da lui scelti inoltre
c’è da dire nello specifico che, se in termini di letteratura generale essi non
figurano tra i “maggiori”, “maggiori” invece possono essere considerati nel
contesto delle avanguardie storiche e in particolare con gli straordinari
recuperi dei cosiddetti precursori operati dal Surrealismo (si veda per esempio
L’Anthologie de l’humour noir d’André
Breton). Vi sono state e vi sono ancora scuole universitarie che ritengono
decisamente positivo questo allargare i confini della ricerca su autori non
ampiamente noti. Tra le sue pubblicazioni emergono i seguenti volumi: Di qua
e di là dall’immagine. Letteratura e cinema nelle avanguardie francesi del
Primo Novecento. Relativamente poco studiato circa venti anni or sono,
l’opera prende in esame l’importante rapporto tra cinema e letteratura nelle
avanguardie francesi del Primo Novecento, approfondendo alcuni rilevanti autori
come Robert Desnos del quale vengono ben approfondite le attività di critico
cinematografico e sceneggiatore, e precisando con competenza la differenza fra
linguaggio letterario e linguaggio cinematografico. L’opera si conclude con la
presentazione di tre sceneggiature inedite di Pierre Albert-Birot. L’altra
storia della Luisiana. Il punto di vista della Francia (2 voll.). Si può
senz’altro ritenere che il complesso campo della francofonia si sia decisamente
allargato con questo notevolissimo contributo del candidato. La ricchezza di
documenti di grande utilità e di estremo interesse, utilizzati con vera
sapienza, viene infatti a colmare un vuoto di cui si avvertiva il disagio. La
ricostruzione brillante e sicura delle vicende di uno dei più affascinanti
territori del sud degli attuali Stati Uniti Americani è condotta con una lingua
chiara e di godibile lettura. Les routes initiatiques de Germain Nouveau
pubblicato in occasione del 150° anno della nascita del poeta, con prefazione
di Louis Forestier e Alphonse Allais:
les noces du rire et de l’humour noir rappresentano due profonde, limpide e
godibili monografie capaci di illustrare il percorso biografico e soprattutto
la poetica di due personalità da ritenere eminenti tra i rivoluzionari della
letteratura moderna e contemporanea. Di grande
scioltezza la scrittura in francese e in italiano. Si ritiene pertanto il candidato uno studioso
pienamente degno di coprire un posto di professore di I fascia del settore
scientifico-disciplinare L-LIN/03.
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
produzione del candidato (consistente in tre volumi, uno dei quali in due tomi,
e in vari articoli), che si sviluppa lungo l’arco cronologico 1993-2008, si
caratterizza per l’originalità; pur mantenendo il proprio campo di ricerche
all’interno del settore scientifico per il quale si presenta, Francesco Proia
tende a collocarlo in zone di frontiere quasi a sfidare lucidamente i confini
della letteratura. Di qua e di là
dall’immagine. Letteratura e cinema nelle avanguardie francesi del primo
Novecento (1992) ha il merito di mettere in luce, in particolare nel
capitolo su Desnos, aspetti e nodi significativi di un periodo culturale
particolarmente dinamico e inquieto, indagando con sensibilità e perspicacia i
rapporti tra letteratura e cinema, il cui avvento è stato anche una nuova
occasione di riflessione sui legami tra arte e realtà. L’altra storia della Luisiana. Il punto di vista della Francia (2 tomi,
1997 e 2000) è un contributo alla storia del colonialismo francese e allo
scontro / confronto di culture (europee e indigene) ricostruiti con materiali
francesi (diari, cronache, scambi epistolari…), ma con un punto di vista di più
ampio respiro. La questione del colonialismo è ripresa nell’articolo Légitime Défense (1993), primo e unico
numero di una rivista che si scaglia contro la borghesia, anche quella di
colore, sullo sfondo anche qui di un contesto socio culturale rappresentato
essenzialmente dal Surrealismo. Anche nelle monografie di ambito chiaramente
letterario: Les routes initiatiques de
Germain Nouveau (2001), e Alphonse
Allais. Les noces du rire et de l’humour noir, la scelta del candidato si
orienta verso autori in diversa misura marginali – rispetto al canone vigente –
e ne ripercorre l’evoluzione della personalità poetica ma anche psicologica ed
etica nel contesto culturale tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento,
mettendo in luce gli aspetti innovatori, inconsueti. Particolarmente
apprezzabile la presentazione di Allais, di cui Proia esalta opportunamente la
qualità e la sostanza di un riso intrecciato all’umor nero e che non esita a
confrontarsi con le grandi questioni esistenziali. Una scelta analoga lo porta
a occuparsi, negli ultimi lavori, di temi e questioni attraversati
dall’insofferenza verso il conformismo e le convenzioni, come testimoniano l’interessante
articolo Qu’est-ce que “L’après Rimbaud”
(2006) e persino la sua lettura delle pagine di Gracq che, in visita a Roma,
demistifica i luoghi comuni del turismo nella Ville éternelle (Julien Gracq. Voyage en Italie, in Le voyage français en Italie, 2007).
Giudizio
del Prof. mARIE tHéRèSE jACQUET:
Il
candidato presenta n. 7 pubblicazioni, di cui quattro monografie, tutte
pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. Differenti settori di
ricerca attestano una varietà di attenzione e una capacità metodologica di
approccio assai ampi, vista la diversità delle scritture prese in
considerazione, che si traducono in una produzione critica cospicua. Nello
spettro di interessi rientrano le francofonie a partire dalla rivisitazione
della rivista (Légitime Défense) che
ha lanciato la rinascita della letteratura delle Antille, e di uno studio in
due volumi che documentano un episodio specifico della storia del colonialismo
(L’altra storia della Luisiana. Il punto
di vista della Francia.): sono questi lavori che aprono un settore di
ricerca originale e promettente. In questa analisi più strettamente
storico-culturale, risulta particolarmente apprezzabile la scelta di una
postura critica scevra da preconcetti, qualità determinante in uno studioso,
che, peraltro, viene poi confermata dall’analisi della posizione di J. Gracq,
scopritore disincantato di Roma e dall’articolo Qu’est-ce que “L’après-Rimbaud”. Di qua e di là dall’immagine. Letteratura e cinema nelle avanguardie
francesi del Primo Novecento propone, oltre ad una capacità di sintesi,
aperture trasversali e confronti utili alla comprensione di un rapporto
letteratura/cinema, al momento, ancora in fase di costituzione. La figura di
Desnos, rappresentativa di un’epoca e di una nuova configurazione dei rapporti
tra le arti, appare molto ben delineata in un volume di piacevole lettura. Il
lavoro viene completato con la pubblicazione di tre sceneggiature inedite di
Pierre Albert-Birot. Un’altro filone di interesse riguarda lo studio di due
scrittori (A. Allais et G. Nouveau) che contribuiranno alla nascità delle
avanguardie. Il lavoro Alphonse Allais.
Les noces du rire et de l’humour noir
mostra ampie conoscenze sul periodo in questione e fornisce un quadro più preciso di un personaggio per molti aspetti
controverso e determinante, la cui opera è ancora in parte da scoprire. Con Les routes initiatiques de Germain Nouveau,
si propone un testo ricco di suggestioni, che traccia l’itinerario psicologico
e spirituale di un poeta straordinariamente moderno nelle sue contraddizioni.
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
Si evidenzia nella produzione del candidato una
triplice articolazione rappresentata da lavori di tipo interdisciplinare,
storico culturale e più specificamente letterario. Di qua e di là dall’immagine è un buon saggio di tipo
interdisciplinare che mette in relazione le avanguardie novecentesche con il
cinema mostrandone le interrelazioni e le reciproche implicazioni. Di piacevole
lettura, il lavoro è sostanzialmente saggistico. Il secondo campo di ricerca è
di carattere storico-culturale e verte sul problema del colonialismo. Sempre
partendo dall’interesse per le avanguardie, il candidato studia attraverso la
protesta dei giovani redattori del giornale « Légitime défense » la letteratura
delle Antille e il risveglio culturale del paese. Di più ampio respiro L’altra storia della Luisiana I e II. Il punto di vista della Francia che
studia la storia della conquista della Luisiana. Anche in questo caso si tratta
di un saggio di tipo divulgativo ma ben documentato, intessuto di citazioni ben
scelte: un libro di storia evenemenziale che riesce a coniugare l’evento alla
cultura dei popoli studiati. Quanto alle monografie di carattere letterario si
segnalano Les routes initiatiques de
Germain Nouveau e Alphonse Allais.
Les noces du rire et de l’humour noir. Il
primo lavoro è una buona biografia psicologica e spirituale di un poeta complesso,
dal percorso poetico tortuoso, teso fra sacro e profano; l’analisi più
contenutistica che formale mette tuttavia in evidenza, con grande ricchezza di
documentazione, i temi del percorso creativo dell’autore, il contesto in cui
visse, gli influssi letterari, l’evoluzione della sua poetica. Per quanto
riguarda, più particolarmente, lo studio del materiale poetico, risulta
apprezzabile e non privo di originalità la tecnica del reimpiego adottato
dall’autore. Interessanti sono inoltre gli esempi di simbiosi tra Nouveau e
Rimbaud. A quest’ultimo, il candidato dedica un saggio « Qu’est-ce que l’après
Rimbaud » di carattere informativo sul gruppo di lavoro post-rimbaldiano, nato
nell’università di appartenenza del candidato. La seconda monografia di carattere
letterario è consacrata ad una figura di umorista : Alphonse Allais. Les noces du rire et de l’humour noir. Scrittore
eclettico di racconti brevi, apprezzato dai Surrealisti, interessato al
linguaggio e alle sue potenzialità. Anche questo studio si configura come un
percorso di tipo biografico-esegetico che intraprende tuttavia una formulazione
tipologica come conviene in un autore dall’incontestabile riflessione
semiotica. Non manca in questo lavoro l’attenzione all’arte della composizione
e ai procedimenti retorici. L’ultimo saggio presentato è « Julien Gracq. Voyage
en Italie ». Come per altri autori trattati, il candidato mostra il carattere
dissacratorio delle note di viaggio di Gracq, fuori dal coro dei viaggiatori
entusiasti dell’Italia, e il loro carattere demistificatorio nei confronti
dello stesso genere. Alla luce di quanto evidenziato, il profilo del candidato
appare ben delineato e la sua produzione scientifica sufficientemente ampia e
solida perché se ne possa formula un giudizio positivo.
Giudizio del
Prof. VALERIA POMPEJANO:
Il
candidato presenta tre monografie (su letteratura e cinema nelle avanguardie
del 900; su Germain Nouveau; su Alphonse Allais), due volumi sulla
colonizzazione francese in Luisiana e alcuni articoli (su “Légitime défense”;
sul movimento inista; su Julien Gracq). Nel volume del 1992, Di qua e di là dell’immagine sono
riuniti studi precedenti attinenti al rapporto tra letteratura e cinema
dall’inizio del 900 agli anni Trenta. La prima parte del libro prende in
considerazione le sperimentazioni messe in pratica alla nascita della
cinematografia nel confronto con le parallele sperimentazioni poetiche; segue
un più corposo e interessante capitolo dedicato a Robert Desnos tra poesia e
cinema; tre sceneggiature inedite di Pierre Albert-Birot chiudono il volume che
nel suo insieme offre un contributo importante all’approfondimento del tema,
còlto alle origini. I due volumi, del 1997 e del 2000, di ambito culturologico,
dedicati a L’Altra storia della Luisiana,
restituiscono, attraverso una ricostruzione fondata su materiali sicuri
(lettere, memorie, relazioni di viaggio, ecc.) un’importante pagina della
storia del colonialismo dalla prospettiva francese, offrendo un solido apporto
all’approfondimento delle conoscenze per gli studi di francofonia. L’articolo
dedicato al numero unico di “Légitime défense” del giugno 1943 bene si iscrive
in questo stesso settore degli interessi del candidato. Le due monografie di
carattere più specificamente critico-letterario, consacrate al poeta Germain
Nouveau e all’umorista Alphonse Allais, coniugano all’attenzione per i
rispettivi percorsi biografici nel quadro della vita culturale del tempo, una
lettura critica dei testi pertinente e appassionata che offre ulteriori
elementi chiarificatori su due elementi-chiave dell’elaborazione estetica, la
poesia e l’humour, tra Otto e Novecento. Nel complesso la produzione del
candidato si distende su ambiti che ben combinano gli interessi culturologici
all’approfondimento critico del lavoro delle avanguardie storiche in una
prospettiva di comparazione inter artes
che produce esiti originali.
Candidato RAFFI
Maria Emanuela:
Giudizio del Prof.
Gabriele Bertozzi:
Decisamente
marcata dall’interesse per André Breton e il Surrealismo cui dedica due
monografie, André Breton e il surrealismo
nella cultura italiana (1925-1950), CLEUP, 1986; André Breton e
Giudizio del Prof. Delia
GAMBELLI:
La
produzione della candidata si concentra soprattutto intorno ad André Breton, a
cui dedica due monografie, André Breton e
il Surrealismo nella cultura italiana (1925-1950) (1986), André
Breton e la scrittura della poesia (1996) e la curatela degli Atti di un
Convegno da lei organizzato: André
Breton. A suivre (1997), con un suo contributo. Ricca di dati interessanti,
la ricostruzione da una parte, della fortuna italiana del Surrealismo,
dall’altra, della rete di relazioni e di filiazioni tra la poesia francese e
quella italiana, è condotta con scrupolo e con un approccio metodologico
adeguato, anche se l’impianto rimane tendenzialmente descrittivo. A un autore
meno conosciuto e appartenente allo stesso milieu
poetico e culturale è dedicata una terza monografia, che è anche il suo lavoro
più recente (Autobiographie et imaginaire
dans l’oeuvre d’Ernest de Gengenbach, del 2008), accurato resoconto della
vita e dell’opera di uno scrittore nella sfera di Breton, in cui lettura dei
testi e elementi biografici si confondono continuamente intorno a una
personalità abitata da contrasti drammatici e miti personali. Altri articoli
affrontano poi temi della poesia del secondo Ottocento, con particolare
attenzione ai punti in comune, le risonanze e gli intrecci con il Surrealismo: La lyre et le clairon: dissonances musicales
dans l'oeuvre de Rimbaud (1992); Ce
qu'on dit au poète… a proposito delle Litanies de la rose (1997); Pourquoi la digitale? (1998); Théophile Gautier, (Baudelaire) e la
concezione antirealista (2002); Piccolo
erbario surrealista. Immagini vegetali in Clair de terre (2003). Questi
contributi sulla poesia mostrano una propensione all’analisi testuale condotta
con finezza, anche se con esiti scientifici di interesse diseguale. La ripresa
di argomenti simili o affini, conseguenza di un ridotto campo di ricerca, dà
luogo inevitabilmente a qualche ripetizione e incoraggia un’empatia con gli
autori indagati che non sempre giova all’approfondimento esegetico.
Giudizio del Prof. mARIE
tHéRèSE jACQUET:
La
candidata presenta n. 10 pubblicazioni, di cui tre monografie ed una curatela,
tutte pertinenti al settore scientifico-disciplinare L-LIN/03. La produzione
della candidata presenta vivacità intellettuale e solidità di informazione, già
ben illustrate nel testo del 1986 (André
Breton e il surrealismo nella cultura italiana :1925-1950), che costituì,
in quel momento, un utile strumento di orientamento. La sua fedeltà al testo e
il suo rigore metodologico sono alla base del volume su André Breton e la scrittura della poesia, che mostra ampia
conoscenza dell’argomento. L’originalità nella scelta dei soggetti e nelle
maniere di trattarli (La
« lyre » et le « clairon »: dissonances musicales dans
l’œuvre de Rimbaud) contraddistingue anche la produzione della candidata,
che spesso insiste su sfaccettature poco note e, tuttavia, emblematiche, ben
illustrata dalle sue riflessioni su un’immagine surrealista indecifrabile (“la rosée à tête de chatte”), come
dimostrato dai tentativi di Genette o Riffaterre e dai vari articoli sulla
flora (Ce qu’on a dit au poète...: a proposito
delle Litanies de la rose”, Pourquoi la digitale?, Piccolo erbario surrealista.
Immagini vegetali in “Clair de terre”), esaminati con angolature critiche
diverse e attraverso scrittori lontani tra di loro, che avrebbero potuto
fornire materiale per una più ampia e globale riflessione. La riflessione della
candidata nell’articolo inserito nel volume sul Dibattito francese sulla funzione della letteratura fra Otto e
Novecento mostra sicura agilità interpretativa. Sorprende il fatto che ad
un testo ritenuto degno di pubblicazione si anteponga una breve, seppur chiara,
introduzione (traduzione di C. Gauvreau). Il volume dedicato a Ernest de
Gengenbach propone un’analisi che garantisce padronanza dell’opera e del
periodo studiato, fornendo elementi documentari e critici di riferimento
determinanti per gli studiosi.
Giudizio del Prof. LUCIA
OMACINI:
La candidata è una specialista del testo poetico dell’Ottocento
e del Novecento. André Breton e il
Surrealismo nella cultura italiana (1925-1950) è un accurato lavoro sulla
penetrazione del Surrealismo in Italia. Si tratta di una ricerca
storico-biografica che ricostruisce l’atmosfera culturale di quegli anni con
particolare riferimento a Soffici, Rossi, Ungaretti, Bontempelli Savinio,
Servadio, Capasso, Bo. André Breton e la
scrittura della poesia è una riflessione sulla scrittura della poesia che
ricostruisce nel contempo la rete di filiazioni tra Breton e la poesia francese
(Mallarmé, Rimbaud, Apollinaire), Breton e Ungaretti. La candidata dedica un
ultimo capitolo alla scrittura di Nadja.
Il lavoro è certamente serio, mostra una conoscenza indubbia dell’autore e
competenza nell’approccio al testo. « Riflessione su un’immagine surrealista »
è un articolo contenuto negli Atti di un Convegno organizzato dalla candidata: André Breton. A suivre in cui si
conferma la buona capacità di lettura del testo poetico in questo caso
riguardante le singolarità di un’immagine surrealista “rosée à la tête de
chatte”. La candidata riprende due interpretazioni celebri smontandole e
procedendo nell’esegesi tramite una serie di associazioni che percorrono il
testo. Legato anch’esso al mondo surrealista, Autobiographie et imaginaire dans l’oeuvre d’Ernest de Gengenbach è
un lavoro monografico che, più dei precedenti, rivela maturazione critica. Esso
intesse un intreccio interessante di biografia, di analisi testuali e di
ricostruzione del mondo intellettuale frequentato da Ernest de Gengenbach
(Breton e Surrealisti). Per quanto riguarda la poesia dell’Ottocento « La lyre
et le clairon: dissonances musicales dans l’oeuvre de Rimbaud », la candidata
interviene sul ruolo della musica nell’opera di Rimbaud; studia le frequenze
dei termini musicali nell’opera e degli epiteti che le accompagnano. L’analisi
mostra un’indubbia attenzione rivolta al materiale linguistico, che procede per
confronti interni all’opera e confronti esterni (filiazione baudelairiana).
L’apparente semplicità indotta dall’analisi lessicale sistematica sfocia
comunque in alcune affermazioni ribadite con autorità che tendono ad inficiare
posizioni di critici affermati (Guyaux). « Ce qu’on dit au poète… a proposito
delle Litanie de la rose » analizza con buoni esiti le consonanze
tra la parodia floreale in Rimbaud e Gourmont, in entrambi i casi finalizzati
alla deprecazione della società contemporanea, senza tuttavia giungere a
risultati di rilievo, malgrado l’originalità della démarche critica. L’elemento floreale è oggetto di studio anche in
« Pourquoi la digitale? » breve
analisi del poema di Rimbaud, Fleurs e la digitale. L’analisi
lessicale sempre accurata pratica l’analogia con altri testi, in questo caso
con Pascoli, Digitale purpurea.
L’interesse per l’analisi comparata dei testi si conferma in « Théophile
Gautier, (Baudelaire) e la concezione antirealista » (in questo caso, Le Flacon e La morte amoureuse): analisi della dimensione fantastica,
rapportata a Hoffmann e a Cazotte. Un fantastico che non procede tuttavia in
maniera conforme ai modelli ma presenta elementi vistosi di distorsione. Come
in Baudelaire, in Gautier si riscontra un fenomeno di frammentazione che mina
la concezione di realismo. La candidata possiede una buona competenza analitica
in campo poetico in cui ha fornito una serie di esemplificazioni originali,
molto minuziose, dimostrando al tempo stesso una indubbia capacità di stabilire
convergenze tematiche e stilistiche tra autori diversi e di ricostruire con
intelligenza contesti culturali soprattutto novecenteschi. I primi lavori su
Breton, per quanto apprezzabili, non raggiungono il grado di maturità
richiesta, dall’altro le analisi dei singoli testi poetici appaiono talvolta
dispersivi per eccessiva minuzia analitica. Si auspicherebbe una migliore
integrazione, certo di non facile attuazione, tra l’interesse storico-letterario
e l’esegesi poetica.
Giudizio del Prof. VALERIA
POMPEJANO:
La
candidata presenta tre monografie, una curatela degli Atti di un convegno su
Breton e sei articoli sulla poesia tra Otto e Novecento intorno al Surrealismo
o ai suoi antecedenti. Lo studio monografico dedicato alla scrittura
autobiografica e all’immaginario di Ernest de Gengenbach, figura eccentrica nel
panorama surrealista, costantemente abitata da una particolare tensione
religiosa, quale che ne sia la forma dall’ortodossia all’esoterismo, e che
trova realizzazione in una scrittura variamente autobiografica. La candidata
studia l’opera di Gengenbach nelle sue diverse forme assumendo la prospettiva
autobiografica anche come osservatorio metodologico privilegiato. E’ questo il
risultato più recente della carriera della candidata che mette qui a frutto la
solida competenza sul movimento surrealista, centro dei suoi interessi di
studio, acquisita dagli anni Ottanta. Le altre due monografie sono infatti
consacrate l’una a Breton e il surrealismo nelle sue ricadute sulla cultura
italiana tra il 1925 e il 1950, l’altra a Breton e la scrittura della poesia.
Altri articoli presentati esplorano anche alcuni antecedenti del surrealismo,
configurando nell’insieme un percorso di ricerca molto concentrato con buoni
esiti sul piano divulgativo ma che non sembrano offrire un contributo
scientifico particolarmente rilevante nelle conoscenze sull’argomento. Nel
complesso la produzione della candidata appare fortemente settoriale pur con
buoni risultati soprattutto nell’analisi poetica.
La
seduta è sospesa alle ore 19.30 del 15/06/2010 e
La
seduta riprende alle ore 9.15 del 16/06/2010.
GIUDIZI COLLEGIALI
Candidato BRICCO
Elisa
Le
ricerche della candidata sono incentrate quasi esclusivamente sul Novecento,
con una particolare attenzione all’estremo contemporaneo. Si riscontrano buona
pertinenza e congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare
L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e
loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità
temporale della produzione. Suggestivi spunti di analisi testuale, serietà
dell’impegno, chiarezza espositiva e padronanza del discorso appaiono, anche in
assenza di una monografia, premesse per il raggiungimento di buoni risultati
scientifici.
Candidato BRUERA
Franca
La
candidata ha orientato le sue ricerche attorno alla letteratura francese del
XIX e del XX secolo nonché alla letteratura francofona. Il più solido e
importante centro dei suoi interessi riguarda le ricerche su Apollinaire e le
avanguardie. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività con il
settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale
delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva
la continuità temporale della produzione. Nonostante alcune riserve sui lavori
più recenti che appaiono meno incisivi, la candidata si qualifica come una
studiosa scientificamente matura, che coniuga il gusto del testo inedito e la
ricostruzione filologica, l’analisi comparata e l’interculturalità.
Candidato DONATELLI
Bruna
Dalla
produzione della candidata si evince un interesse definito per gli studi di
letteratura comparata dell’Ottocento e, in misura minore, del Novecento. La
ricerca privilegia le zone di interconnessione tra letteratura e altri ambiti
culturali. Il livello scientifico non risulta omogeneo nonostante le comprovate
competenze metodologiche, per l’analisi del testo, con esiti a volte originali
sia pure in campi di studio molto indagati. Si riscontrano pertinenza e
congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03.
Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro
diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità
temporale della produzione. Nel complesso i lavori della candidata evidenziano
una personalità di studiosa scientificamente matura.
Candidato FERRARO
Alessandra
La
candidata ha orientato le sue ricerche su due aree: Raymond Queneau e la
francofonia. Su Queneau ha svolto un lavoro indubbiamente serio per conoscenza
del corpus e del contesto storico-culturale. Sul versante francofono la
candidata interviene efficacemente nel dibattito attuale sulla nozione di letteratura
del Québec; altri lavori appaiono meno importanti. Si riscontrano buona
pertinenza e congruenza dell’attività della candidata con il settore
scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona la rilevanza della collocazione
editoriale delle pubblicazioni e la loro diffusione all'interno della comunità
scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel suo insieme
si evidenzia una personalità interessante e promettente di studiosa.
Candidato FUSCO
GIRARD Giovannella
Le
ricerche della candidata riguardano essenzialmente Francis Ponge. Risulta
evidente nei suoi lavori la passione per la lettura e l’interpretazione dei
testi, non sempre sufficiente tuttavia a preservare dal rischio di un approccio
impressionistico, alimentato anche dalla mancanza di contestualizzazione
storico-culturale. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività
della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona
rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione
all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della
produzione. Nonostante alcune buone intuizioni critiche, i lavori della
candidata, nel complesso poco strutturati sul piano metodologico e non esenti
da alcune ingenuità, non permettono di formulare un giudizio positivo sulla sua
maturità scientifica.
Candidato LONGHI
Maria Giulia
Gli
interessi della candidata vertono soprattutto sul romanzo dell’Ottocento, con
incursioni nel Cinquecento e nel Novecento e con particolare attenzione a
Maupassant. Gli studi su questo autore, destinati a una divulgazione di alto
livello, si caratterizzano per la conoscenza approfondita dell’argomento, del
contesto di produzione e l’eleganza della scrittura. Analoga competenza è
presente anche negli studi in altri ambiti della storia letteraria. Si
riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività con il settore
scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione
editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno della comunità
scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione. Nel complesso,
pur riconoscendo ai lavori della candidata maturità scientifica nonché elementi
di originalità, si avverte l’assenza di uno studio monografico di più ampio
respiro.
La seduta è sospesa alle ore
13.30 del 16/06/2010 e la commissione si riconvoca per le ore 15 dello stesso
giorno.
I lavori riprendono alle ore
15 dello stesso giorno
Candidato MORGANTE
Jole
La
candidata presenta titoli che si concentrano soprattutto sul Seicento e
spaziano in vari campi di ricerca e in più generi letterari. Si evidenziano
accuratezza filologica, notevole capacità di ricostruzione storico-critica e di
analisi testuale. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività
della candidata con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona
rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione
all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della
produzione. Nonostante talvolta affronti un po’ sbrigativamente argomenti
impegnativi, la produzione della candidata si segnala per serietà critica e
indubbie competenze.
Candidato PIETROMARCHI
Luca
I
lavori presentati dal candidato delineano quattro ambiti di ricerca nella
letteratura francese dell’Ottocento e del Novecento: il romanzo dell’Ottocento,
la poesia dell’Otto e del Novecento, le avanguardie storiche. La sua produzione
si segnala per alcuni aspetti originali nella pratica esegetica della
letteratura. La ricerca è accompagnata da una documentazione critica
trasversale, intelligentemente utilizzata, da finezza critica e da una
scrittura elegante e matura che inserisce la sua produzione nella migliore
tradizione della critica saggistica Si riscontrano buona pertinenza e
congruenza dell’attività del candidato con il settore scientifico disciplinare
L-LIN/03. Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e
loro diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità
temporale della produzione. Nel complesso si configura una personalità
scientifica compiuta e coerente di studioso della letteratura francese, che la
commissione ritiene pienamente degno e senz’altro proponibile per un posto di
Professore di I fascia nel settore scientifico-disciplinare L-LIN/03.
Candidato PREDA
Alessandra
La produzione della
candidata verte essenzialmente sui rapporti tra letteratura francese e italiana
nel Cinquecento, con particolare riguardo alle traduzioni in Francia di
Giordano Bruno, di Petrarca e di Ariosto. Personalità di studiosa seria che
coniuga la passione filologica alla capacità di contestualizzare i testi e di
confrontare con profitto le due culture. Si riscontrano buona pertinenza e
congruenza dell’attività con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona
rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione
all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della
produzione. Nell’evoluzione della sua ricerca si rileva la progressiva
attenuazione di una tendenza all’acribia erudita che imprime al lavoro un
effetto di dispersione. Nell’insieme il profilo scientifico della studiosa
appare ben definito e la sua produzione sufficientemente ampia perché se ne
possa formulare un giudizio sostanzialmente positivo.
Candidato PROIA
Francesco
Si
evidenzia nella produzione del candidato una triplice articolazione: le
francofonie, i rapporti tra letteratura e cinema, le avanguardie. Rigore
metodologico, ricchezza di documentazione, originalità nella scelta degli
argomenti e nell’approccio interdisciplinare ai testi contraddistinguono i suoi
lavori che si segnalano anche per la gradevolezza e l’agilità della scrittura,
sia in francese sia in italiano. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza
dell’attività del candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03.
Buona rilevanza della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro
diffusione all'interno della comunità scientifica. Positiva la continuità
temporale della produzione. Nel loro insieme queste ricerche configurano una
personalità scientifica compiuta e coerente di studioso della letteratura
francese, che la commissione ritiene pienamente degno e senz’altro proponibile
per un posto di Professore di I fascia nel settore scientifico-disciplinare
L-LIN/03.
Candidato RAFFI
Maria Emanuela
Le
ricerche della candidata si concentrano sulla poesia dell’Otto e del Novecento,
con particolare riguardo al Surrealismo. Possiede buone capacità analitiche in
campo poetico, in cui ha fornito esemplificazioni molto minuziose, dimostrando
al tempo stesso una indubbia capacità di stabilire convergenze tematiche e
stilistiche tra autori diversi e di ricostruire contesti culturali soprattutto
novecenteschi. Si riscontrano buona pertinenza e congruenza dell’attività del
candidato con il settore scientifico disciplinare L-LIN/03. Buona rilevanza
della collocazione editoriale delle pubblicazioni e loro diffusione all'interno
della comunità scientifica. Positiva la continuità temporale della produzione.
I lavori, per quanto apprezzabili, risentono della mancanza di un’ulteriore
integrazione tra l’interesse storico-letterario e l’esegesi poetica.
La
seduta è tolta alle ore 20 del giorno 16/06/2010 e
Letto,
approvato e sottoscritto seduta stante.
Prof. Presidente Gabriele Bertozzi
Prof. Segretario Delia Gambelli
Prof.
Marie Thérèse Jacquet
Prof. Lucia Omacini
Prof.
Valeria Pompejano