Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Associato Presso la Facolta' di Lettere e Filosofia dell’università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara Settore L-FIL-LET/10 Pubblicato sulla Gazzetta n. 54  del 11-07- 2008 (D.R. N. 684 del 30-06-2008)

 

 

VERBALE TERZA SEDUTA

 

La Commissione costituita per il concorso di cui in premessa con D.R. n. 314 del 05-02-2010 e  pubblicata su G.U. – Serie Speciale – Concorsi ed Esami, n. 14 del 19-02-2010, è composta dai seguenti  professori:

 

Prof. Emilio Pasquini, Presidente

Prof. Giovanni Oliva, Segretario

Prof. Alfredo Cottignoli, Commissario

Prof. Francesco Spera, Commissario

Prof. Francesco Vitelli, Commissario

 

La Commissione si è riunita presso la sede del Rettorato dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara il giorno 14 giugno 2010 alle ore 9.45.

 

La Commissione, sulla base dei criteri già deliberati nel verbale preliminare, esprime su ognuno dei candidati i seguenti giudizi individuali:

 

 

Candidato Mario CIMINI

 

Profilo curriculare:

Ricercatore confermato di Letteratura italiana presso l’Università di Chieti, ove ha tenuto, a partire dall’a.a. 2000-01, gli insegnamenti di Letteratura italiana e Sociologia della letteratura. Nell’a.a. 1997-98 è stato professore a contratto sempre presso il medesimo Ateneo.

Fa parte del consiglio scientifico dell’ASAM e del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Lingua e letteratura delle regioni dell’Italia centro-meridionale, presso cui ha tenuto lezioni sulla metodologia della ricerca.

Ha tenuto seminari di Letteratura italiana presso l’Università di Caen-Basse Normandie.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Ha al suo attivo un buon numero di pubblicazioni, fra le quali svetta la pregevole edizione commentata del Carteggio D’Annunzio-Hérelle (1891-1931), una pagina preziosa per la storia della cultura tra i due secoli. Di qualche spicco anche due sostanziose introduzioni: quella all’edizione carducciana delle Poesie di Gabriele Rossetti e quella all’inedito romanzo di Giuseppe Mezzanotte, La serrata di Pian d’Avenna. Utile il manuale di sociologia della letteratura, di carattere nobilmente municipale il volume su letteratura e giornalismo in Abruzzo tra l’Otto e il Novecento e l’erudita monografia sulla “Rivista nuova di Scienze, lettere ed arti”. Alla notevole esperienza didattica assomma un’ammirevole laboriosità: è, dunque, candidato da tenere in particolare considerazione per il presente concorso.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

La produzione scientifica del candidato è improntata ad un solido metodo storico-filologico e ad una coerenza nella ricerca, qualità che nel corso del tempo hanno portato a risultati  sicuramente originali e  innovativi.

Da segnalare in primo luogo è il suo sforzo di contribuire a dare specifica identità alla cultura regionale secondo le prospettive dionisottiane, come mostrano i lavori su Giuseppe Mezzanotte e sul giornalismo meridionale. Degni di nota sono il volume su «La Rivista nuova» di Carlo Del Balzo (1997), nato dall’esplorazione dell’archivio inedito dello scrittore napoletano, nonché la raccolta di saggi L’evasione e il ritorno (2001) dedicata all’ambiente culturale abruzzese tra Otto e Novecento. In questi volumi Cimini è abile nel ricostruire contesti e nell’intrecciare relazioni tra personaggi minori e maggiori dando un contributo di prima mano alla conoscenza di aspetti poco sondati della cultura letteraria.

Altri interessi sono orientati verso gli studi dannunziani, nel cui ambito il candidato ha dato alla luce il ponderoso Carteggio D’Annunzio-Hérelle, la cui edizione integrale, per la prima volta accuratamente commentata, era da molto tempo attesa dagli studiosi i quali hanno ora a disposizione uno strumento fondamentale per gli studi su D’Annunzio.

Gli altri lavori presentati non smentiscono la novità di fondo che sta alla base delle ricerche di Cimini, il quale è tra l’altro autore di un trattato di Sociologia della letteratura che ne evidenzia le qualità espositive, organizzative e didattiche.

Alla luce di quanto detto si ritiene che il candidato abbia raggiunto la sua piena maturità e che sia meritevole della massima considerazione.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

La figura di studioso del dott. Mario Cimini è contrassegnata dai suoi interessi per la curatela di testi editi e inediti di area otto-novecentesca: come bene attestano sia l’edizione di un romanzo inedito di Giuseppe Mezzanotte, nonché quella, non meno meritoria, de “La rivista nuova” di Carlo Del Balzo, frutto di un serio studio archivistico. Se tali interessi per i rapporti tra letteratura e giornalismo fra Otto e Novecento hanno trovato conferma nella sua raccolta di saggi L’evasione e il ritorno, una riprova della laboriosità scientifica del candidato è quindi rappresentata, oltre che dall’utile manuale di Sociologia della letteratura, da due apprezzabili edizioni, entrambe del 2004, delle Poesie di Gabriele Rossetti e del Carteggio D’Annunzio-Hérelle. È candidato, pertanto, degno di attenta considerazione.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

Mario Cimini inizialmente ha studiato soprattutto la letteratura del secondo Ottocento, come dimostra una sequenza di ragguardevoli pubblicazioni, sia edizioni di testi, sia saggi critici. Un primo esempio è l’edizione critica del romanzo inedito di Giuseppe Mezzanotte La serrata di Pian D’Avenna (1991), che è preceduto da un amplissimo saggio introduttivo, una vera monografia, dove s’intrecciano analisi delle strutture narrative e interpretazioni più generali sulla poetica dell’autore. Un pregevole volume appare La “Rivista nuova di scienze lettere e arti”(1997), dove sono raccolti gli indici di questo importante periodico napoletano e anche alcuni carteggi; di notevole rilievo appare il lungo saggio introduttivo dove si approfondiscono il profilo culturale della rivista, la figura del direttore Carlo Del Balzo e l’ambiente letterario napoletano.

Alla cultura abruzzese è dedicato il volume L’evasione e il ritorno (2001), in cui lo studioso propone contributi critici sui periodici regionali tra Ottocento e Novecento e compone ritratti di importanti scrittori e intellettuali. Una sezione del volume comprende indagini dannunziane e anche la rievocazione di una singolare iniziativa di viaggio da Roma in Abruzzo, organizzato da alcuni scrittori e giornalisti (in appendice si ripropongono opportunamente i servizi giornalistici che documentano il viaggio).

Di indubbio interesse la riproposta (2004) dell’edizione delle Poesie di Gabriele Rossetti pubblicata da Carducci nel 1861, ma di gran lunga più rilevante la pubblicazione del Carteggio D’Annunzio-Hérelle (2004), un’operazione di evidente valore culturale condotta a termine dal candidato con eccellenti risultati.

Sempre relativi al secondo Ottocento sono due articoli sulla funzione animalesca nelle novelle di Vita dei campi (1999) e un altro sul dibattito intorno ai cavalieri dello spirito tra Fogazzaro e Serao, dove si apprezza la ricerca di analisi critiche non convenzionali, volte a illuminare nuovi aspetti delle opere e delle scelte degli scrittori.

Una conferma di questa tendenza si ritrova nella rassegna sul tema delle “Rose vermiglie infra la neve” (2005), in cui si ricostruisce l’itinerario del topos fra poeti di diversi secoli. Gli interessi del candidato infatti si allargano anche alla letteratura più antica, come testimonia una lettura dantesca del canto XI del Paradiso, con una corretta interpretazione della figura di Francesco.

Infine merita attenzione il libro Sociologia della letteratura (2008), con cui il candidato dà un saggio anche delle sue attitudini alla riflessione teorica: questo genere di critica viene studiato con completezza di informazione dalle origini ottocentesche fino alle proposte novecentesche italiane e straniere.

Il candidato Mario Cimini appare quindi studioso maturo, ben preparato sul piano metodologico, con una produzione scientifica varia, ricca, e di indubbia qualità.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Vitelli

Il candidato dimostra un serio impegno scientifico sulla produzione letteraria tra Ottocento e Novecento, anche se non mancano taluni felici affondi nella letteratura delle Origini.

L’edizione del Carteggio D’Annunzio-Hérelle (1891-1931) offre una definitiva sistemazione editoriale e critica di una documentazione epistolare di notevole importanza che tocca un arco ampio della vita di D’Annunzio: attraverso la costante interlocuzione con il traduttore viene offerto uno stimolante spaccato che interseca l’opera dannunziana e la sua fortuna in Francia. Questo lavoro dimostra una brillante e sicura competenza archivistica e filologica che si riscontra nella puntualissima nota al testo e nel dovizioso apparato, assai utile per ricostruire le intricate vicende dannunziane, l’intertestualità creativa e la circolazione delle opere; nel saggio introduttivo con agire spigliato vengono affrontate problematiche critiche che riguardano gli aspetti teorici e applicativi della traduzione, nonché la costruzione del successo dannunziano fuori d’Italia.

Il candidato aveva già dato prova efficace delle sue capacità filologiche con l’edizione dell’inedito romanzo di Mezzanotte La serrata di Pian d’Avenna: vi è preposto uno studio così denso che meglio faremmo a considerare volume a sé. Il romanzo è letto con notevole acribia filologica e critica che privilegia la storia della composizione attraverso il fine riscontro dei meccanismi creativi, ma ciò si integra perfettamente con la contestualizzazione all’interno della crisi del Positivismo e delle contrastate aperture verso la modernità primonovecentesca.

I due volumi La “Rivista Nuova di Scienze, Lettere ed Arti” (1879-1881). Storia, indici e carteggio e L’evasione e il ritorno sviluppano indagini sul rapporto tra letteratura e giornalismo.

La Rivista Nuova di Scienze, Lettere ed Arti ricostruisce con precisione la storia di un periodico meridionale che nell’Italia postunitaria si pone come un eccezionale strumento di progettualità realistica nel suo primo tempo, grazie all’attivismo del fondatore Carlo Del Balzo che aggrega intorno a sé intellettuali e scrittori di grande levatura. Rende prezioso e utile il volume un ricco corredo di lettere inedite di importanti interlocutori quali Verga e Capuana, nonché la presenza di indici sistematici secondo un modello esemplare per lavori di questo tipo.

Con il volume L’evasione e il ritorno, che propone un attraversamento di vicende giornalistiche e letterarie dalla fine del Settecento alla metà del Novecento, Cimini, senza disperdere la proficuità del metodo geo-storico, ne realizza un suo arricchimento con originale slargo verso il più vasto sistema della comunicazione letteraria.

Il volume Sociologia della letteratura, al di là della pur efficace finalità didattico-manualistica, dà modo di apprezzare la riflessione di Cimini sul versante teorico e metodologico.

Mentre i saggi su Verga e su Fogazzaro-Serao rientrano nel privilegiato ambito ottocentesco, i due saggi sul Canto XI del Paradiso e quello su “Rose vermiglie infra la neve” spostano l’attenzione dell’autore verso territori assai diversi con privilegio di un’indagine tematica e intertestuale lungo un percorso che va da Guinizzelli a Torquato Accetto.

L’attività critica del candidato predilige il recupero di materiali dispersi e poco noti al fine di arricchire il quadro storico-letterario specie tra Otto e Novecento; in questo suo operare Cimini evidenzia un profilo di sicura maturità scientifica con convincenti e innovativi risultati e allargamento del metodo geo-storico verso significative aperture.

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato dott. Mario CIMINI:

Il candidato è da tenere in particolare considerazione per la laboriosità e la concretezza innovativa dei risultati del suo lavoro scientifico.

 

Candidata Annalisa CIPOLLONE

 

Profilo curriculare:

Ha conseguito il dottorato di ricerca in Italian Studies presso l’Università di Reading. Dal 1999 al 2001 è stata Research Assistant presso la British Academy. Dall’a. a. 1996-97 all’a. a. 1998-99 ha tenuto corsi di letteratura italiana e di Lingua e cultura italiana presso l’Università di Reading. Negli anni accademici 2001-02 e 2002-03 ha tenuto corsi di Letteratura italiana presso l’Università di St. Andrews. Negli anni accademici 2004-05 e 2005-06 ha tenuto corsi di Letteratura italiana presso l’Università di Warwick. Nell’a. a. 2005-06 ha tenuto corsi di Letteratura italiana presso le Università di Reading e Leicester.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Ha curato in collaborazione con Carlo Caruso gli atti della giornata di studi a St. Andrews su Petrarca e Boccaccio. Modelli letterari fra Medioevo e Umanesimo, al cui interno si legge un suo saggio su organizzazione e struttura nei Rerum vulgarium fragmenta, indagati anche in un buon saggio del 1998, quello sulla sestina XXIII. Garbato l’intervento sul XVI del Purgatorio, mentre i suoi risultati più persuasivi vanno ravvisati nell’articolo sulle Carte Barbieri all’Archiginnasio di Bologna (2003) e nelle nutrite pagine su Bonagiunta da Lucca specie per la tenzone con Guinizzelli (2002) e per Feruto son, et chi di me è ferente (2008). Studiosa seria, padrona della lingua inglese (in cui ha offerto due prove, su ritmo e metro nella poesia narrativa del Rinascimento e su Dante e Bonagiunta), ma non ancora giunta a un’equilibrata personalità.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

La candidata ha al suo attivo una serie di saggi sulla letteratura medievale con particolare riguardo a Bonagiunta, Dante e Petrarca e mostra buone capacità e attitudini alla ricerca filologica. Dall’insieme del suo lavoro si evince una adeguata formazione culturale che lascia presagire ulteriori sviluppi che, ci si augura, si concretizzeranno in ricerche più compatte e unitarie.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

La candidata si caratterizza, sin dai suoi primi interventi, per i suoi seri interessi intertestuali verso la nostra lirica due-trecentesca: dal saggio su La chiusa di RVF XXIII a I quattro sensi della scrittura di Bonagiunta, sino alle sue pregevoli note su Struttura e organizzazione di un libro di poesia trecentesco. Di tali coerenti interessi filologici sono un’apprezzabile conferma gli Appunti per una rilettura delle Carte Barbieri ed il più recente saggio su Bonagiunta da Lucca (2008).

È quindi una studiosa promettente, di cui si attendono altre prove che ne confermino la raggiunta maturità.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

La candidata presenta otto pubblicazioni, quasi tutte dedicate alla letteratura delle Origini. In particolare tre articoli riguardano la figura e le rime di Bonagiunta da Lucca. Oltre alla lettura del sonetto Feruto sono, et chi di me è ferente (2008), sono da segnalare l’articolo sui rapporti del poeta lucchese con Dante (pubblicato in inglese nel 1999) e soprattutto l’articolo I quattro sensi della scrittura di Bonagiunta (2000), dove l’autrice confronta con acutezza i testi della tenzone con Guinizzelli, sostenendo persuasivamente il rilievo letterario e culturale delle questioni trattate da Bonagiunta  (appunto “i quattro sensi”  della scrittura).

La candidata presenta inoltre un’esauriente lettura del canto XVI del Purgatorio dantesco (2001), analizzato a più livelli: dalle scelte stilistiche all’individuazione delle fonti, dall’approfondimento delle questioni politiche all’indagine sulla figura di Marco Lombardo.

Un interessante approccio metodologico si rileva nell’analisi dei componimenti del Canzoniere petrarchesco, che si ripresenta in due contributi (1998 e 2005): l’autrice dimostra con convincente dovizia di esempi la funzione portante del sistema delle rime a livello sia intertestuale sia intratestuale.

La candidata allega anche una pubblicazione in lingua inglese (Rhythm and Metre in Renaissance Narrative Poetry), firmata da lei ma anche da altri due studiosi. Importante è infine il contributo Appunti per una rilettura delle Carte Barbieri (2003), dove la studiosa analizza L’arte del rimare, un fondamentale trattato sulla poesia romanza indagato nei suoi molteplici aspetti filologici e letterari.

Le pubblicazioni della studiosa non sono di grande entità, ma comunque mostrano una buona padronanza di metodologia filologica e stilistica.

 

Giudizio del commissario Prof. Francesco Vitelli

La produzione della candidata è concentrata sulla letteratura dalle Origini a Petrarca, escludendo il saggio, in collaborazione, su Rhytm and Metre in Renaissance Narrative Poetry. Il nucleo di saggi su Bonagiunta (Dante and Bonagiunta, I quattro sensi della scrittura di Bonagiunta, Bonagiunta da Lucca) evidenzia una particolare conoscenza del poeta lucchese, che viene indagato e approfondito utilizzando con merito gli strumenti filologico-testuali e la critica delle fonti, senza peraltro trascurare i procedimenti stilistici e metrici. Un uguale sicuro possesso metodologico è confermato dagli altri saggi presentati (“Né per nova figura il primo alloro”, Purgatorio XVI, Appunti per una rilettura della Carte Barbieri, La canzone XXIII nei Rerum vulgarium fragmenta).

La candidata, che pur dimostra una sicura attitudine alla ricerca – lo attesta del resto l’ospitalità di suoi scritti in sedi scientificamente qualificate e anche in lingua inglese – ha presentato tuttavia una produzione piuttosto limitata quantitativamente, il che fa pensare a un processo di crescita come d’improvviso interrotto.

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa Annalisa CIPOLLONE:

Studiosa seria con contributi tuttavia circoscritti e tali da non consentire una valutazione di piena maturità scientifica.

 

Candidata Elisabetta DE TROJA

 

Profilo curriculare:

È ricercatrice confermata di Letteratura italiana presso l’Università di Firenze dove ricopre l’insegnamento di Sociologia della letteratura.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Ha al suo attivo pubblicazioni gravitanti fra il Seicento e il Novecento, con esiti di qualche efficacia già ai suoi esordi, nell’ambito del romanzo religioso barocco (1980), poi dell’opera di Anton Giulio Brignole Sale (1990). Di vario pregio le brevi monografie sulle affinità romanzesche fra i due “avventurieri della penna”, Luca Assarino e Giacomo Casanova (1985), su Luigi Gualdo (1990) e sul Goldoni, specie autobiografico (1997).

Riassuntivo della sua varietà d’interessi il recente volume (2007) su Variazioni epistolari tra Settecento e Novecento, dove s’illuminano inediti spaccati di otto carteggi, da Madame Riccoboni, corrispondente di Robert Liston, all’Alexis di Marguerite Yourcenar. Ammirevole nella candidata la curiosità erudita, quasi mai fine a se stessa; ma forse i suoi contributi non giungono mai a una prova di largo respiro.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

La candidata presenta una produzione che verte su aspetti diversi della letteratura italiana, con contributi in prevalenza centrati sulla narrativa di Luigi Gualdo, sull’autobiografia di Goldoni, sul romanzo del Sei-Settecento, sulla scrittura epistolare. I suoi lavori sono interessanti e mostrano buone attitudini all’analisi testuale e al disegno di prospettive storico-critiche, anche se non sempre sono in grado di superare l’ambito descrittivo e di raggiungere obiettivi davvero innovativi.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

La candidata si è soprattutto occupata di letteratura teatrale e romanzesca fra Sei e Settecento (dallo studio tematico e strutturale del romanzo religioso barocco agli studi su Goldoni, la scrittura, le forme). Al territorio sette-novecentesco risalgono invece la buona monografia su Luigi Gualdo, e le più recenti Variazioni epistolari fra Settecento e Novecento.

Pur nell’ambito di tali circoscritti interessi di ricerca, appare studiosa apprezzabile.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

La candidata presenta alcune pubblicazioni sulla letteratura barocca. In particolare sul romanzo di tematica religiosa (1980). Interessante il volume dove sono analizzate due opere di Assarino e di Casanova (1985). Un’altra sintetica monografia riguarda Goldoni (1997). Originale la monografia dedicata al genere epistolare My dear Bob. Variazioni epistolari tra Settecento e Novecento (2007). Un ulteriore saggio monografico riguarda l’opera narrativa di Luigi Gualdo (1990). La candidata aggiunge anche articoli su Brignole Sale, Rospigliosi, Ada Negri, Cantoni.

Elisabetta De Troja ha studiato autori e questioni letterarie di secoli diversi, con alterni risultati, più convincenti sugli autori del Seicento e del Settecento.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Vitelli

L’attività scientifica della candidata si concentra in maniera prevalente in un arco della letteratura italiana che va dal Seicento all’Ottocento con significativi attraversamenti di vari generi letterari, dal romanzo al teatro, dall’autobiografia all’epistolografia.

Il volume su Goldoni (Goldoni, la scrittura, le forme) ha due punti di forza, e anche di novità: i rapporti con la cultura francese, con le possibili incidenze dei trattati poetici di Rapin e Du Bos, l’amicizia con Madame Riccoboni e la traduzione della sua Istoria di Miss Jenny; le opere a sfondo autobiografico vagliate alla luce della categoria critica del “parlar di sé”.

L’amico di Robert è una monografia su Luigi Gualdo che, con analisi attenta e circostanziata, attraversa l’opera narrativa entrando nel merito delle problematiche sollevate in continuo confronto dialettico con la critica.

Variazioni epistolari tra Settecento e Novecento è una raccolta di saggi a più livelli tesa a indagare casi emblematici della scrittura epistolare che, nella diversa gamma della sua natura, si estende tra filosofia e politica, sfogo confidenziale e d’amore, osservazione morale e indagine sociale. Il riferimento è a protagonisti famosi, ma con recupero anche di personalità poco note.

Il profilo scientifico della candidata si presenta con una produzione apprezzabile nella quale si applica una metodologia aperta sia alla ricostruzione di contesti e rapporti socio-culturali che all’analisi di strutture narrative e linguistiche; tutto ciò sulla base di una riconosciuta sensibilità estetica e conoscenza della letteratura straniera, specie francese.

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa Elisabetta DE TROJA:

Studiosa dotata di una notevole energia erudita ma che non giunge a prove di largo respiro.

 

Candidata Antonella DI NALLO

 

Profilo curriculare

Ricercatrice confermata presso l’Università di Chieti con dottorato di ricerca in Lingua e letteratura dell’Italia centro-meridionale conseguito presso la medesima Università. Sempre nell’Università di Chieti dall’a.a. 2001-02 ha tenuto l’insegnamento di Letteratura italiana e, dall’a.a. 2004-05, anche quello di Letteratura teatrale italiana; presso l’Università del Molise dall’a. a. 2001-02 all’a. a. 2003-04 ha tenuto l’insegnamento di Letteratura italiana e dall’a. a. 2004-05 all’a. a. 2055-06 quello di Letteratura teatrale italiana.

Ha svolto attività d’insegnamento presso l’Università di Caen Basse-Normandie e la University of Island di Reykjavik. Fa parte del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Lingua e letteratura delle regioni d’Italia e del consiglio scientifico dell’ASAM.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Si contraddistingue per il prevalente interesse verso la cultura locale (di qui la collaborazione al probo volume dei Moduli di letteratura regionale abruzzese) indagata in particolare in uno dei suoi rappresentanti più significativi e prolifici, Giuseppe Mezzanotte, vissuto tra il 1855 e il 1935 (la candidata ne ha curato in tre distinti volumi le novelle, i romanzi e i Racconti di Samuele Weller). Di qualche pregio la monografia su Roberto Bracco e la società teatrale tra Otto e Novecento; più interessanti i sondaggi su Corrado Alvaro e su Gabriele Rossetti; un po’ avventuroso il parallelo D’Annunzio-Mishima.

La candidata non ha ancora offerto prove sicure della sua competenza al di là dell’orizzonte regionale.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

La candidata ha dedicato buona parte della sua attenzione al recupero dell’opera omnia dello scrittore Giuseppe Mezzanotte, di cui ha pubblicato, in edizione filologicamente corretta, Tutti i romanzi e Tutte le novelle, offrendo una conoscenza più ampia e approfondita della narrativa ottocentesca, specialmente sul terreno dei rapporti tra l’Abruzzo e Napoli. Di questo passo, sfruttando i suoi spiccati interessi di letteratura teatrale, si è rivolta allo studio di Roberto Bracco, sul quale ha prodotto l’unica monografia di rilievo oggi in circolazione, degna di considerazione per le felici intuizioni critiche e la numerosa documentazione inedita.

Inoltre non sfuggono a questa prospettiva i lavori sul teatro decadente, soprattutto quelli dedicati a D’Annunzio, sempre rigorosi nell’impostazione metodologica e sorprendenti per la novità dei risultati.

In genere tutta la produzione scientifica della Di Nallo è fondata su una paziente ricerca d’archivio e presenta elementi di concretezza e di originalità nelle prospettive esegetiche e nelle contestualizzazioni storico-filologiche, non prive di densi riferimenti alla cultura europea. Per queste ragioni la candidata è degna di considerazione ai fini del presente concorso.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

La candidata si è interessata soprattutto della narrativa abruzzese fra Otto e Novecento: come attestano la curatela, dal 1998 al 1999, di Tutti i romanzi e Tutte le novelle di Giuseppe Mezzanotte, e la sua collaborazione ai due volumi sui Moduli di letteratura regionale abruzzese. Di più largo raggio appaiono altre sue prove, come la monografia del 2003 su Roberto Bracco e la società teatrale fra Ottocento e Novecento, nonché gli sporadici interventi su D’Annunzio, Rossetti, Alvaro, del triennio 2003-2006.

Si auspica che la studiosa dia altre prove delle proprie doti di ricerca al di là del ristretto ambito regionale.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

Tra le sue pubblicazioni emergono tre curatele di opere di Giuseppe Mezzanotte. Prima la studiosa pubblica la raccolta dei Racconti di Samuele Weller (1995); in seguito due ponderosi volumi: Tutti i romanzi (1998) e Tutte le novelle (1999). In queste pubblicazioni si può apprezzare l’ingente lavoro della studiosa che accompagna i testi con un grande apparato di chiare introduzioni e soprattutto di ricche note bibliografiche.

La candidata presenta anche una monografia che dal punto di vista scientifico appare tra i risultati migliori della sua produzione: Roberto Bracco e la società teatrale fra Ottocento e Novecento (2003). Apre il volume un sintetico ma intelligente profilo dello scrittore drammaturgo napoletano; segue una preziosa sezione bibliografica dove sono riportate esaurienti elenchi della critica e della recensioni, oltre a dettagliatissimi cataloghi di tutte le opere drammatiche, in prosa, scritti giornalistici; chiude una significativa raccolta di lettere.

La candidata ha al suo attivo anche la cura di due atti di convegno tenuti a Caen nel 2004 e nel 2005, uno dedicato ad Alvaro e l’altro a D’Annunzio, pubblicati in un unico volume di “Studi Medievali e Moderni” (2006). La studiosa vi appare anche come autrice di due contributi: uno di carattere tematico, sulla presenza del treno nella narrativa di Alvaro; l’altro, più impegnativo, mira a comparare il dramma La città morta di D’Annunzio con le opere e il pensiero di Rilke e Hofmannsthal. Ancora di taglio comparatistico è l’articolo Lo stile senza frontiere nel segno del Martyre: D’Annunzio e Mishima (apparso in una pubblicazione francese del 2003).

Infine la candidata presenta anche un articolo sulla “primissima formazione di Gabriele Rossetti” (2004), che le permette di illustrare la figura dell’erudito di Vasto Benedetto Maria Betti e anche di suo figlio Filippo, autore di un singolare commento dantesco. Di taglio manualistico sono invece due capitoli compresi in Moduli di letteratura abruzzese (2007).

Da queste pubblicazioni si può desumere un giudizio positivo sulla candidata Antonella Di Nallo, che appare studiosa capace di indagini scrupolose e corrette.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Vitelli

Il curriculum scientifico della candidata evidenzia una centralità della ricerca sull’Otto-Novecento. Gli studi su Giuseppe Mezzanotte con edizioni di testi e saggi (I racconti di Samuele Weller, Tutti  i romanzi, Tutte le novelle) hanno dato un contributo importante alla rivalutazione di uno scrittore che, a partire dagli anni Settanta del Novecento, ha ricevuto significativa attenzione da parte della critica. Il lavoro della candidata si è contraddistinto per le calibrate e illuminanti introduzioni critiche e l’idoneo uso della strumentazione filologica, all’interno della quale si segnalano in modo particolare la nota al testo e l’analisi del lavoro redazionale nei Racconti di Samuele Weller.

Il volume Roberto Bracco e la società teatrale fra Otto e Novecento attraverso una ricca documentazione inedita e una fruttuosa ricerca bibliografica disegna il profilo di un autore di notevole spessore emarginato dal Fascismo. Il suddetto profilo fa perno su un’attenta analisi delle peculiarità drammaturgiche, su un’articolata contestualizzazione storica e sulla ricostruzione della fortuna critica.

A completamento degli interessi otto-novecenteschi vanno segnalati i saggi su Rossetti, D’Annunzio, Alvaro (Sulla primissima formazione di Gabriele Rossetti; Tra Rilke e Hofmannsthal e Lo stile senza frontiere nel segno del Martyre; Sui binari della memoria) in cui la candidata dà prova di una ricerca di qualità: si cimenta con una puntuale indagine sulle fonti della prima formazione di Rossetti, con una ramificata analisi dei riferimenti europei e orientali di D’Annunzio (originale l’accostamento a Mishima), con un suggestivo scandaglio tematico in Alvaro.

La candidata dimostra sicuro possesso di una metodologia che privilegia la linea geo-storica e una funzionale ricerca archivistica che vengono applicate con rigore a una precisa area regionale; ugualmente, con apprezzabile flessibilità e risultati di rilievo si piega a una metodologia comparatistica e interdisciplinare.

 

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa Antonella DI NALLO:

All’interno di una ricerca in area centro-meridionale mostra buone capacità critico-filologiche ancora in via di maturazione.

 

Candidata Rosa GIULIO

 

Profilo curriculare

È ricercatrice confermata presso l’Università di Salerno, ove ha tenuto l’insegnamento di Letteratura italiana dall’a. a. 2002-03 all’a. a. 2007-08, corsi presso la SSIS e curato seminari di scrittura. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Discipline linguistiche, letterarie e filologiche presso l’Università di Bari. Ha coordinato un progetto scientifico per giovani ricercatori finanziato dall’Università di Salerno. Ha avuto la direzione scientifica di corsi in ambito linguistico e teatrale. Ha diretto seminari di studio presso la Fondazione Filiberto Menna. È condirettrice presso Edisud della collana “Civiltà letteraria italiana”. È componente della commissione per l’assegnazione dei fondi di ricerca FARB e della Giunta dell’Area didattica di Lettere e Beni culturali dell’Università di Salerno. Fa parte del Collegio dei docenti del dottorato in Italianistica dell’Università di Salerno.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Ha associato volenterose indagini a largo raggio con accertamenti su zone minori della nostra cultura, non senza qualche intervento più incisivo su autori e testi di maggior rilievo. Da una parte stanno le pagine sull’Ellade fra mito e storia in Foscolo e Nievo (Sotto il segno di Athena), su Tempo dell’Inquisizione, tempo dell’ascesi dal Tasso al Settecento; dall’altra, quelle su certi minori del XVIII secolo, un tragico come Annibale Marchese (Il Crispo e L’Ermenegildo) e un poeta come Nicola Maria Salerno. Le prove più persuasive vanno ritrovate nel volume sul Minturno del Tasso e in quello (Il dio ignoto) che affronta anche un testo complesso come la Mirra alfieriana.

Fisionomia di studiosa che non ha ancora trovato un suo giusto equilibrio tra il generale e il particolare.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

Gli interessi della candidata sono concentrati su un’area cronologica che va dal tardo Cinquecento alla modernità letteraria, con particolare riferimento all’opera del Tasso, alla cultura rinascimentale e alle forme tragiche del Settecento. In quest’ultimo campo la Giulio ha prodotto una serie di volumi, nonché edizioni di testi che rivelano un metodo di lavoro coerente, anche se non sempre soddisfacente sul piano degli apparati testuali.Tra questi si segnalano gli studi su Annibale Marchese (Il Crispo e L’Ermenegildo) e l’edizione delle Rime di Nicola Maria Salerno, oltre ai lavori sulla spiritualità del tempo dell’Inquisizione e a quelli sulla reviviscenza del mondo classico, che qualche volta però indugiano nell’erudizione. La peculiarità delle ricerche svolte, che pongono peraltro in buona luce lo specifico rapporto tra centri e periferie, dimostra ampia competenza sui temi indagati.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

Gli interessi scientifici della candidata sono orientati da un lato allo studio della teoresi drammaturgica sei-settecentesca (come attesta il volume del 2000 Di Fedra il cieco furor) ed al recupero di testi tragici minori (quali Il Crispo e L’Ermenegildo di Annibale Marchese), oltre che delle Rime di Nicola Maria Salerno (cui s’accompagna lo studio complementare della letteratura cinque-settecentesca: vedi i volumi del 2004, Tempo dell’Inquisizione, tempo dell’ascesi e del 2008, Il dio ignoto); dall’altro sono rivolti all’analisi del rapporto tra mito, storia e romanzo nella letteratura ottocentesca.

I risultati più apprezzabili, in tali due ambiti, appaiono i più recenti, ossia quelli relativi al Minturno tassiano ed all’anamnesi della questione ellenica nel Foscolo inglese e nel Nievo delle Confessioni (Sotto il segno di Athena, 2008).

È quindi studiosa promettente, ma di cui si attendono altre prove che ne confermino la raggiunta maturità.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

Per questa valutazione la candidata Rosa Giulio presenta alcune edizioni di testi. In primo luogo le Rime di Nicola Maria Salerno (1997), un canzoniere del 1732 composto in onore della moglie morta. Nell’ampia e documentata introduzione e nei cappelli introduttivi la studiosa illustra il prevalente stile petrarchesco dei componimenti, nonché la presenza di qualche residuo barocco. Presenta inoltre l’edizione di due tragedie di Annibale Marchese: Il Crispo nel volume Di Fedra il cieco furor  (2000) e L’Ermenengildo nel volume Gli eroi d’invitta pazienza (2002). In entrambi i casi le opere sono precedute da un cospicuo saggio con lucide analisi testuali, un’erudita individuazione delle fonti, illuminanti confronti con altri autori che trattano la stessa situazione drammatica, non senza indispensabili rimandi al quadro culturale del tempo e riflessioni sulle questioni teoriche del genere e in particolare del “tragico cristiano”.

Altro importante polo di interesse critico è l’opera di Torquato Tasso con una pregevole monografia: Tasso: inchiesta sulla bellezza (2008), in cui l’autrice, analizzando il  dialogo Il Minturno, approfondisce con acutezza il rapporto dello scrittore con la tradizione filosofica (Platone, Plotino, Ficino) e propone interpretazioni sui vari nodi concettuali (di notevole valore, ad esempio, le pagine sull’idea di una bellezza proteiforme). Ancora su Tasso sono imperniati due capitoli del volume Tempo dell’Inquisizione tempo dell’ascesi (2004): nel primo in particolare s’indagano alcuni passaggi fondamentali del tormentato itinerario intellettuale e spirituale dello scrittore. Nello stesso volume l’autrice ritorna sul prediletto tema del genere tragico nel Settecento, focalizzando l’attenzione sulle opere prodotte a Napoli e sull’influenza di Gravina.

Nel volume Sotto il segno di Athena (2008) sono compresi studi che hanno per denominatore la Grecia antica e moderna. Da segnalare l’ambizioso saggio sulla presenza nella letteratura italiana e anche straniera del personaggio di Ulisse, figura di volta in volta “riusata” per la sua forte carica significativa. Si aggiungono due saggi più brevi: sull’interesse di Foscolo per la vicenda di Parga e sulla rappresentazione dei personaggi di origine greca nelle Confessioni di Nievo.

Di minore rilievo la composita raccolta Il dio ignoto (2008), dove l’autrice riprende alcuni temi già affrontati, ma inserisce anche una persuasiva indagine sui personaggi femminili delle Confessioni neviane.

Il complesso delle pubblicazioni presentate da Rosa Giulio ha il merito di spaziare sull’arco di più secoli: la studiosa passa dai grandi autori ai minori dimostrando capacità di elaborare discorsi critici a diversi livelli, dalla spiegazione del testo all’interpretazione tematica, alla ricostruzione del quadro storico culturale.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Vitelli

La candidata ha sviluppato il suo percorso di ricerca coprendo l’ampio arco della letteratura italiana che va dal Cinquecento al Novecento; i risultati, cospicui, sono raccolti in ben sette volumi.

Gli studi su Tasso (Tempo dell’Inquisizione tempo dell’ascesi, Tasso: inchiesta sulla bellezza) individuano ed esaminano con acume alcuni nodi problematici di natura storico-letteraria, filosofica e filologica che vanno a intrecciarsi con la biografia del poeta. Il discorso, particolarmente attento al dato testuale, è completato dal recupero di alcuni scritti di Tasso.

Tale propensione critica e acribia filologica vengono confermate dall’edizione di alcune opere sei-settecentesche – dalle Rime di Nicola Maria Salerno al Crispo e all’Ermenegildo di Annibale Marchese –  riproposte con una ricostruzione storica solida e ad ampio spettro in cui si evidenzia con efficacia l’evoluzione dei generi letterari, in particolare della tragedia, dal Barocco all’Arcadia – teorie graviniane, erudizione muratoriana, presenza di Vico – in connessione con il quadro storico politico del primo Settecento napoletano segnato dalla presenza austriaca e dalla attenuazione della politica giurisdizionalista.

In area ottocentesca si colloca il volume Sotto il segno di Athena, centrato sul rapporto storia/romanzo attraverso l’analisi di alcuni scritti inglesi di Foscolo e delle Confessioni di un italiano di Nievo: un’indagine forte tra filologia e storia, che fa risaltare due letture diverse dei temi peculiari del dibattito politico-culturale nell’Età del Risorgimento, quale, ad esempio, il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Il suddetto volume contiene una prima parte, Verso la dolce patria, in cui con accentuato e proficuo taglio comparatistico vengono analizzate le reincarnazioni del mito di Ulisse e di altri personaggi omerici, dalla letteratura classica alle letterature europee fino al Novecento.

Il volume Il dio ignoto, insieme alla riproposta di saggi già editi, contiene uno studio sulla Mirra di Alfieri considerata come un’anticipazione del dramma borghese ottocentesco; un esame analitico di alcuni personaggi delle Confessioni di Nievo a riscontro con personaggi reali della Rivoluzione napoletana del 1799; infine, un saggio sull’Aspasia leopardiana attraverso le pagine del critico A. Zottoli.

La candidata, che ha maturato e sviluppato il suo impegno scientifico nel tempo senza soluzione di continuità, mostra una decisa personalità e una solida preparazione che le consentono di spaziare in un ampio ventaglio di generi e temi della tradizione letteraria italiana indagata peraltro con appropriata metodologia in cui risaltano il necessario supporto storico-filologico e una perspicua capacità di analisi aperta a fruttuosi slarghi comparatistici e interdisciplinari.

 

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa Rosa GIULIO:

Studiosa seria e di apprezzabile laboriosità scientifica, con proposte coraggiose ma con risultati a volte discontinui.

 

 

Candidata Gianfranca LAVEZZI

 

Profilo curriculare

Ricercatrice confermata presso l’Università di Pavia con affidamento dell’insegnamento di Letteratura italiana dall’a.a. 2001-02 all’a.a. 2007-08 e di Metrica e stilistica dall’a. a.  2004-05; dall’a.a. 1999-2000 all’a.a. 2004-05 ha tenuto l’insegnamento di Didattica della letteratura presso la SILSIS.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Si raccomanda come candidata tecnicamente assai dotata (si vedano la Guida alla metrica italiana e il Breve dizionario di retorica e stilistica, oltre che i saggi sparsi, sulla metrica di Giorgio Vigolo e sulle note metriche della “Carducciana”), ma capace anche di rivolgersi a un pubblico non specialistico: così nell’edizione del Foscolo traduttore del Viaggio sentimentale di Sterne. Il meglio della sua produzione è concentrato nei dieci saggi di metrica e stilistica che compongono il volume Dalla parte dei poeti: da Metastasio a Montale, ove si apprezzano in particolare, coi montaliani, gli scritti sul D’Annunzio di Alcyone e su Petrarca e la metrica del Novecento. Sullo stesso piano si pongono le collaborazioni al commento di vari testi di Montale, in prosa (Le prime alla Scala) e in poesia (prezioso il recupero di una cinquantina di inediti in La casa di Olgiate e altre poesie), ma soprattutto le indagini filologicamente agguerrite (nella sede prestigiosa degli “Studi di filologia italiana” del 1986) su Quasi un racconto di Umberto Saba. Si ricordi infine che per lo stesso autore la Lavezzi ha collaborato con la Saccani all’edizione delle Lettere famigliari (1945-1953), tratte anch’esse dall’Archivio pavese.

Per qualità di scrittura e padronanza degli strumenti più raffinati della filologia, la candidata appare pienamente degna dell’idoneità a professore associato.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

La produzione della candidata è costituita in gran parte da manuali di metrica italiana e da saggi di analisi metrica, oltre che da alcune collaborazioni a edizioni di Foscolo, Saba e Montale. Se si tolgono alcuni interventi sette-ottocenteschi (Metastasio, Monti), gli interessi più decisi della Lavezzi sono orientati verso la poesia contemporanea. Gli studi di metrica, come i suoi manuali, si distinguono per chiarezza di esposizione e ampiezza di argomentazioni e fanno della candidata una vera specialista di quella disciplina. Tali lavori però, se brillano su questo versante, non sono sempre confortati da ampie e risolutive prospettive storico-critiche.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

La studiosa spicca sugli altri candidati per la costanza dei suoi interessi ed il frutto delle sue ricerche, specie sotto il versante metrico e filologico, nei confronti di due autori novecenteschi quali Saba e Montale: dalla curatela con la Saccani delle Lettere famigliari (1945-1953) di Saba, alle note e meritorie edizioni degli Scritti musicali (1996) di Montale e di altri suoi testi poetici inediti (La casa di Olgiate e altre poesie, in collaborazione con Renzo Cremante). Né va sottovalutata, in ambito ottocentesco, la sua cura editoriale della traduzione foscoliana del Viaggio sentimentale dello Sterne, dell’orazione inaugurale pavese e dei saggi inglesi sul Petrarca.

Una riprova della sua maturità di studiosa è infine offerta da eccellenti strumenti come la Guida alla metrica italiana e il Breve dizionario di retorica e stilistica, non meno che dai suoi più recenti Dieci saggi di metrica e stilistica, che raccolgono il meglio della sua produzione saggistica tra Sette e Novecento.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

La candidata ha al suo attivo una serie di studi che coprono un arco temporale dal Settecento al Novecento. Presenta numerose edizioni di testi, a cominciare dalla curatela di due opere di Foscolo: Viaggio sentimentale di Yorick e l’Orazione inaugurale, comprese nel secondo volume dell’edizione delle opere foscoliane (1995). I testi sono adeguatamente introdotti e copiosamente annotati.

Autore particolarmente studiato dalla candidata è Montale. Di rilievo le curatele di Prime alla Scala e Altri scritti musicali, due ampie sezioni comprese nel volume Il secondo mestiere (1996). Anche in questo caso l’apparato risulta impeccabile e ricco di notazioni. La Lavezzi è inoltre curatrice della seconda parte del volume di poesie inedite di Montale La casa di Olgiate e altre poesie (2006).

Altro autore molto coltivato è Saba. Qui presenta l’edizione di lettere Atroce paese che amo. Lettere famigliari (1987). Si tratta della corrispondenza del poeta con la moglie Lina e la figlia Linuccia: alla candidata si deve la precisa introduzione e la cura in particolare di una parte delle lettere. In parallelo la studiosa ha pubblicato anche un corposo saggio, Storia e cronistoria di “Quasi un racconto”, dove, giovandosi del materiale autografo conservato presso il Fondo manoscritti di Pavia, può seguire il percorso della composizione di questi versi con un’attenta prospettiva filologica.

La candidata manifesta anche un costante interesse per la metrica, su cui  è tornata più volte nei suoi studi. Ne è testimonianza esemplare un contributo su Vigolo: La musica nelle parole. Note sulla metrica di Giorgio Vigolo (2003), e anche l’originale contributo Quando la misura è nel commento. Le annotazioni metriche nei volumi della “Carducciana”(2006), sulla forte presenza di note metriche nelle edizioni di classici curate da Carducci e, sulla sua scia, anche dai suoi allievi.

Un rilevante complesso di capitoli poetici e “metrici” è costituito dal volume Dalla parte dei poeti: da Metastasio a Montale. Dieci saggi di metrica e stilistica (2008). In questa raccolta è possibile verificare con positiva evidenza l’approccio critico della candidata, la sua esperta coerenza e capacità di sfruttare i metodi privilegiati della filologia, dell’analisi metrica e stilistica. Non a caso la studiosa è anche l’autrice di due agili e utili strumenti di lavoro, I numeri della poesia. Guida alla metrica italiana (2002) e Breve dizionario di retorica e stilistica (2004), che testimoniano la sua padronanza di questi campi della critica.

Gianfranca Lavezzi presenta quindi una notevole serie di  pubblicazioni, alcune di eccellente valore, sia nelle edizioni di testi, sia nei saggi critici, da studiosa valente e completa.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Vitelli

Dalla produzione della candidata emerge una rigorosa formazione filologica che ha proiettato con sicura competenza e impegno di lungo corso su autori e testi della letteratura italiana moderna e contemporanea. Privilegiata è soprattutto la produzione poetica, che ne esce assai efficacemente illuminata grazie anche al pieno possesso di una strumentazione metrica, stilistica e retorica; di che viene conferma dai manuali di qualità di cui la candidata  è autrice (I numeri della poesia. Guida alla metrica italiana e Breve dizionario di retorica e stilistica).

Il volume Dalla parte dei poeti: da Metastasio a Montale raccoglie dieci saggi di metrica e stilistica su autori distribuiti in un arco temporale che va dal Settecento al Novecento: da Metastasio e Monti a De Marchi, Pascoli, D’Annunzio, Saba, Montale, al riuso petrarchesco nella poesia novecentesca. Un ampio ventaglio che esibisce profondità d’indagine, coniugando in sintesi di notevole originalità l’acribia filologica, la scaltrezza dell’esame linguistico e metrico-stilistico, l’attenzione ai dati biografici e comunicativi.

Per ragioni di affinità tipologica conviene qui aggregare i saggi Quando la misura è nel commento: le note metriche della “Carducciana”e La musica nella parola, che è contributo dedicato alla poesia di Giorgio Vigolo.

Il corposo saggio Storia e cronistoria di “Quasi un racconto”, apparso su “Studi di filologia italiana”, conferma l’abilità della candidata a muoversi con agio tra i materiali autografi sabiani e può essere dato come un modo esemplare per prospettare un caso di “filologia d’autore”. Ugualmente, all’interesse per Saba è da annettere la puntuale curatela filologica, in collaborazione, delle lettere famigliari.

Nei lavori su Montale, sia sulla poesia (La casa di Olgiate e altre poesie), sia sulla prosa (Il secondo mestiere. Arte, musica, società), con note al testo e apparato esegetico e variantistico assai accurati la candidata ha piegato l’indiscutibile perizia filologica a un corretto modo di editare i testi.

Se è vero che la candidata privilegia il testo poetico e l’amato Novecento, non manca tuttavia di praticare fruttuose incursioni su materiali letterari diversi e cronologicamente arretrati; basti pensare al consistente e importante lavoro svolto per l’edizione di Foscolo (Opere, II, Prose e saggi) in cui ha stabilito filologicamente il testo con puntualissimo apparato, schede introduttive e note esegetiche di Viaggio sentimentale di Yorick, Dell’origine e dell’ufficio della letteratura, Essays on Petrarch, Saggi sopra il Petrarca.

Il profilo della candidata si delinea con competenze critiche e filologiche di sicura maturità che vengono applicate con forme e sensibilità moderne. Da sottolineare che gran parte dei lavori ha avuto una collocazione editoriale di importante valenza scientifica e con notevole diffusione all’interno della comunità degli studiosi: l’edizione foscoliana per Einaudi-Gallimard,  quelle montaliane e sabiana per Mondadori e Bompiani, il saggio sabiano sulla prestigiosa rivista di “Studi di filologia italiana”.

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo alla candidata dott.ssa Gianfranca LAVEZZI:

Studiosa filologicamente assai agguerrita, scientificamente matura e degna di ogni attenzione.

 

Candidato Giorgio Silvio Andrea PANIZZA

 

Profilo curriculare

Ricercatore confermato presso l’Università di Pavia, dove è stato professore a contratto di Letteratura italiana dall’a.a. 2001-02 all’a. a. 2003-04 e presso la SILSS dall’a. a. 1999-2000 all’a. a. 2003-04.

 

Giudizio del commissario prof. Emilio Pasquini

Esibisce una serie di lavori tutti di buon livello tra Sette e Novecento. Ha esordito con Leopardi, dando alle stampe una pregevole antologia commentata delle Operette morali, sulle quali è ritornato nel 2002 in una prospettiva fiorentina, dopo aver procurato l’edizione di una lettera inedita a Charlotte Bonaparte e aver indagato il rapporto fra Leopardi e i giornali letterari. Il secondo suo autore è Pietro Verri, affrontato anch’esso da più punti di vista: notevole, per energia erudita, L’Archivio Verri, edito in due puntate, la seconda delle quali in collaborazione con Barbara Costa; ma è pregevole anche lo studio sui rapporti del Verri col pittore Francesco Corneliani. Si è giunti così al traguardo dell’allestimento filologico per l’Edizione nazionale dei Discorsi e altri scritti degli anni Settanta. Nel 2008 infine ha sondato le origini del Pasticciaccio di Gadda e ha curato l’edizione degli Scritti sul fascismo e sulla Resistenza di Dionisotti.

Personalità di studioso autentico, ma dal quale si attendono prove più consistenti.

 

Giudizio del commissario prof. Giovanni Oliva

La produzione del candidato si distingue per le buone attitudini alle edizioni dei testi, da Pietro Verri a Leopardi, agli scritti sul fascismo di Carlo Dionisotti. Anche quando questi lavori non sono diretti ad un ambito prettamente specialistico, si presentano accurati e bibliograficamente informati. Degni di particolare attenzione sono quelli su Pietro Verri che si avvalgono delle ricerche condotte nell’archivio dello scrittore lombardo, anche se talvolta indugiano in notizie e dati eruditi che fanno perdere di vista il più ampio orizzonte storico-critico. In sostanza Panizza è studioso di valore, ma deve ancora perfettamente equilibrare le prevalenti tendenze filologiche con la valutazione critica e problematica.

 

Giudizio del commissario prof. Alfredo Cottignoli

Il candidato si distingue soprattutto per le buone prove editoriali offerte in area sette-ottocentesca: dalla scelta commentata delle Operette morali del Leopardi (autore su cui più volte egli sarebbe poi tornato dal 1996 al 2002), alla notevole curatela del volume terzo dell’Edizione nazionale delle Opere di Pietro Verri (2004).

Che tale sua dedizione all’autore milanese poggi su solide basi è d’altra parte confermato dallo studio dell’Archivio Verri (se ne veda, in collaborazione con Barbara Costa, la Parte seconda-La raccolta verriana del 2000). Resta a sé stante, rispetto alle più assidue frequentazioni leopardiane e verriane, la recente edizione 2008 degli Scritti sul fascismo e sulla Resistenza di Carlo Dionisotti.

È studioso filologicamente preparato, che si attende dia altre prove della sua maturità.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Spera

Il candidato Giorgio Panizza presenta un complesso di titoli concentrati su Pietro Verri e Giacomo Leopardi. Di sicuro valore appare la curatela del volume I «Discorsi» e altri scritti degli anni Settanta (2004), che rientra come terzo volume nell’Edizione nazionale delle opere di Pietro Verri. All’opera hanno collaborato altri due studiosi, che hanno dato un contributo circoscritto e debitamente segnalato, mentre il candidato risulta il curatore generale dell’opera, autore di un ricco  apparato di introduzioni, note e commenti. Notevole è anche il lavoro compreso nel volume L’archivio Verri. Parte seconda. La «Raccolta verriana» (2000), dove ha curato la sezione di Pietro (tranne due capitoli) con una puntuale e accurata descrizione e storia dei diversi documenti. Di misura più breve è l’interessante riflessione sulle opinioni artistiche e teatrali di Pietro compresa nell’articolo La “vera commedia” del Corneliani e le ‘passioni’ di Pietro Verri (1996). Di chiaro ed esauriente taglio manualistico sono infine le voci Beccaria, Filangieri, Genovesi, Alfieri, nel volume Letteratura italiana di Le Monnier (1999).

L’altro autore più studiato da Giorgio Panizza è Leopardi, cui è dedicata un’antologia delle Operette morali (1991). Al di là della destinazione scolastica la pubblicazione si distingue per la completezza del discorso critico e per la chiarezza dell’esposizione e dell’apparato di note e commento. A Leopardi sono dedicati ancora alcuni articoli: una ricca ricostruzione degli strumenti di informazione del poeta, in particolare dei periodici (Letture di un momento: un’indagine su Leopardi e i giornali letterari, 2000); una calibrata individuazione della storia delle Operette (Dopo Eleandro: le Operette morali a Firenze, 2002); l’edizione di una singolare lettera in francese a Charlotte Bonaparte con relativo inquadramento storico (Lettre inédite de Giacomo Leopardi à Charlotte Bonaparte retrouvée à Paris en 1993, 1996).

Il candidato presenta inoltre un articolo sulla fonte del Pasticciaccio di Gadda, dove individua persuasivamente l’autentico fatto di cronaca che ispirò l’efferato delitto al centro del romanzo (Da due sorelle a due cugine: alle origini del Pasticciaccio, 2008). Infine ha curato l’importante volume Carlo Dionisotti, Scritti sul fascismo e sulla Resistenza, 2008, dove si segnala il prezioso lavoro di edizione del testo e l’illuminante introduzione sul grande critico e intellettuale piemontese.

Con questa produzione scientifica Giorgio Panizza si dimostra studioso solido, capace di approfondite indagini storiche e di impeccabili edizioni filologiche.

 

Giudizio del commissario prof. Francesco Vitelli

L’impegno scientifico più importante del candidato riguarda il lavoro sull’Archivio Verri e l’edizione delle opere di Pietro Verri nell’ambito dell’Edizione nazionale: L’Archivio Verri, realizzato in collaborazione con Barbara Costa ma con parti distinte; I “Discorsi” e altri scritti degli anni Settanta, ugualmente in collaborazione ma con parti distinte.

Nel primo lavoro il candidato realizza un inventario dell’Archivio che va ben oltre il puro regesto o repertorio di carte; esso si configura piuttosto come un racconto storico-filologico e biografico di maggiore fruibilità, pur rispondendo alle imprescindibili esigenze scientifiche.

La poderosa edizione dei “Discorsi” e altri scritti degli anni Settanta fa emergere una perizia filologica e critica applicata a materiali di diversa matrice letteraria, come si evince dalle note al testo; molto informato è il percorso storico-critico che emerge dalla prefazione e dalle varie note introduttive ai singoli testi. Il candidato si muove con padronanza anche nel riscontro con il quadro storico-culturale in cui i testi si collocano.

Già nei saggi su Leopardi (Lettere inedite di Giacomo Leopardi a Charlotte Bonaparte, Letture di un momento, Dopo Eleandro, Le “Operette morali” a Firenze) e nella edizione delle Operette morali per la “Collezione dei Classici italiani commentati” diretta da Cesare Segre, il candidato aveva mostrato buone qualità filologiche e critiche, conseguendo risultati che hanno contribuito a caratterizzare la pur sterminata critica leopardiana.

Il saggio su Gadda (Da due sorelle a due cugine: alle origini del “Pasticciaccio”) – apparso su “Strumenti critici” – conferma che il candidato riesce a muoversi con abilità anche su testi novecenteschi.

La curatela degli Scritti sul fascismo e sulla Resistenza di Carlo Dionisotti – con documentata e densa introduzione e accurato apparato di note ai testi – amplia e completa un’attività scientifica degna di attenzione.

Il profilo del candidato evidenzia un serio impegno concentrato prevalentemente nell’ambito settecentesco e leopardiano; specie nel primo ha dispiegato un lavoro encomiabile e una riconosciuta maturità scientifica. Anche gli slarghi novecenteschi sono apprezzabili. Da segnalare la qualificata collocazione editoriale dei lavori settecenteschi: L’Edizione nazionale delle opere di Pietro Verri e la Fondazione Raffaele Mattioli di Milano.

 

Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio collegiale relativo al candidato dott. Giorgio Silvio Andrea PANIZZA:

Studioso di indubbio valore ma con una gamma di argomenti ancora limitata.

 

Terminate le operazioni di formulazione e discussione dei giudizi individuali e collegiali la seduta è tolta alle ore 18.10 e la Commissione si riconvoca per il giorno 15.06.2010 alle ore 08.15 presso la sede del Rettorato dell’Università di Chieti per la predisposizione dei temi per la prova didattica e per la discussione delle pubblicazioni.

 

 Chieti, lì 14 giugno 2010

 

 

LA COMMISSIONE:

 

Il Presidente 

 

Prof. Emilio Pasquini                                                             

 

I Commissari 

 

Prof. Alfredo Cottignoli                             

 

Prof. Francesco Spera                               

 

Prof. Francesco Vitelli                               

 

Il Segretario

 

Prof. Giovanni Oliva