Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Associato
Presso
Prof. Emilio Pasquini, Presidente
Prof. Giovanni Oliva, Segretario
Prof. Alfredo Cottignoli, Commissario
Prof. Francesco Spera, Commissario
Prof. Francesco Vitelli, Commissario
Candidato Mario
CIMINI
Profilo curriculare:
Ricercatore confermato di Letteratura italiana
presso l’Università di Chieti, ove ha tenuto, a partire dall’a.a. 2000-01, gli
insegnamenti di Letteratura italiana e Sociologia della letteratura. Nell’a.a.
1997-98 è stato professore a contratto sempre presso il medesimo Ateneo.
Fa parte del consiglio scientifico dell’ASAM e del
collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Lingua e letteratura delle
regioni dell’Italia centro-meridionale, presso cui ha tenuto lezioni sulla
metodologia della ricerca.
Ha tenuto seminari di Letteratura italiana presso
l’Università di Caen-Basse Normandie.
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Ha al suo attivo un buon numero di pubblicazioni,
fra le quali svetta la pregevole edizione commentata del Carteggio D’Annunzio-Hérelle (1891-1931), una pagina preziosa per
la storia della cultura tra i due secoli. Di qualche spicco anche due
sostanziose introduzioni: quella all’edizione carducciana delle Poesie di Gabriele Rossetti e quella
all’inedito romanzo di Giuseppe Mezzanotte, La
serrata di Pian d’Avenna. Utile il manuale di sociologia della letteratura,
di carattere nobilmente municipale il volume su letteratura e giornalismo in
Abruzzo tra l’Otto e il Novecento e l’erudita monografia sulla “Rivista nuova
di Scienze, lettere ed arti”. Alla notevole esperienza didattica assomma
un’ammirevole laboriosità: è, dunque, candidato da tenere in particolare
considerazione per il presente concorso.
Giudizio del commissario
prof. Giovanni Oliva
La produzione scientifica del candidato è improntata
ad un solido metodo storico-filologico e ad una coerenza nella ricerca, qualità
che nel corso del tempo hanno portato a risultati sicuramente originali e innovativi.
Da segnalare in primo luogo è il suo sforzo di contribuire
a dare specifica identità alla cultura regionale secondo le prospettive
dionisottiane, come mostrano i lavori su Giuseppe Mezzanotte e sul giornalismo
meridionale. Degni di nota sono il volume su «
Altri interessi sono orientati verso gli studi
dannunziani, nel cui ambito il candidato ha dato alla luce il ponderoso Carteggio D’Annunzio-Hérelle, la cui
edizione integrale, per la prima volta accuratamente commentata, era da molto
tempo attesa dagli studiosi i quali hanno ora a disposizione uno strumento
fondamentale per gli studi su D’Annunzio.
Gli altri lavori presentati non smentiscono la
novità di fondo che sta alla base delle ricerche di Cimini, il quale è tra
l’altro autore di un trattato di Sociologia
della letteratura che ne evidenzia le qualità espositive, organizzative e
didattiche.
Alla luce di quanto detto si ritiene che il
candidato abbia raggiunto la sua piena maturità e che sia meritevole della
massima considerazione.
Giudizio del
commissario prof. Alfredo Cottignoli
La figura di studioso del dott. Mario Cimini è
contrassegnata dai suoi interessi per la curatela di testi editi e inediti di
area otto-novecentesca: come bene attestano sia l’edizione di un romanzo
inedito di Giuseppe Mezzanotte, nonché quella, non meno meritoria, de “La
rivista nuova” di Carlo Del Balzo, frutto di un serio studio archivistico. Se
tali interessi per i rapporti tra letteratura e giornalismo fra Otto e
Novecento hanno trovato conferma nella sua raccolta di saggi L’evasione e il ritorno, una riprova
della laboriosità scientifica del candidato è quindi rappresentata, oltre che
dall’utile manuale di Sociologia della
letteratura, da due apprezzabili edizioni, entrambe del 2004, delle Poesie di Gabriele Rossetti e del Carteggio D’Annunzio-Hérelle. È
candidato, pertanto, degno di attenta considerazione.
Giudizio del
commissario prof. Francesco Spera
Mario
Cimini inizialmente ha studiato soprattutto la letteratura del secondo
Ottocento, come dimostra una sequenza di ragguardevoli pubblicazioni, sia
edizioni di testi, sia saggi critici. Un primo esempio è l’edizione critica del
romanzo inedito di Giuseppe Mezzanotte La
serrata di Pian D’Avenna (1991), che è preceduto da un amplissimo saggio
introduttivo, una vera monografia, dove s’intrecciano analisi delle strutture
narrative e interpretazioni più generali sulla poetica dell’autore. Un
pregevole volume appare La “Rivista nuova
di scienze lettere e arti”(1997), dove sono raccolti gli indici di questo
importante periodico napoletano e anche alcuni carteggi; di notevole rilievo
appare il lungo saggio introduttivo dove si approfondiscono il profilo
culturale della rivista, la figura del direttore Carlo Del Balzo e l’ambiente
letterario napoletano.
Alla
cultura abruzzese è dedicato il volume L’evasione
e il ritorno (2001), in cui lo studioso propone contributi critici sui
periodici regionali tra Ottocento e Novecento e compone ritratti di importanti
scrittori e intellettuali. Una sezione del volume comprende indagini
dannunziane e anche la rievocazione di una singolare iniziativa di viaggio da
Roma in Abruzzo, organizzato da alcuni scrittori e giornalisti (in appendice si
ripropongono opportunamente i servizi giornalistici che documentano il
viaggio).
Di
indubbio interesse la riproposta (2004) dell’edizione delle Poesie di Gabriele Rossetti pubblicata
da Carducci nel 1861, ma di gran lunga più rilevante la pubblicazione del Carteggio D’Annunzio-Hérelle (2004),
un’operazione di evidente valore culturale condotta a termine dal candidato con
eccellenti risultati.
Sempre
relativi al secondo Ottocento sono due articoli sulla funzione animalesca nelle
novelle di Vita dei campi (1999) e un
altro sul dibattito intorno ai cavalieri dello spirito tra Fogazzaro e Serao,
dove si apprezza la ricerca di analisi critiche non convenzionali, volte a
illuminare nuovi aspetti delle opere e delle scelte degli scrittori.
Una
conferma di questa tendenza si ritrova nella rassegna sul tema delle “Rose
vermiglie infra la neve” (2005), in cui si ricostruisce l’itinerario del topos fra poeti di diversi secoli. Gli
interessi del candidato infatti si allargano anche alla letteratura più antica,
come testimonia una lettura dantesca del canto XI del Paradiso, con una corretta interpretazione della figura di
Francesco.
Infine
merita attenzione il libro Sociologia
della letteratura (2008), con cui il candidato dà un saggio anche delle sue
attitudini alla riflessione teorica: questo genere di critica viene studiato
con completezza di informazione dalle origini ottocentesche fino alle proposte
novecentesche italiane e straniere.
Il
candidato Mario Cimini appare quindi studioso maturo, ben preparato sul piano
metodologico, con una produzione scientifica varia, ricca, e di indubbia
qualità.
Giudizio del
commissario prof. Francesco Vitelli
Il candidato dimostra un serio impegno scientifico
sulla produzione letteraria tra Ottocento e Novecento, anche se non mancano
taluni felici affondi nella letteratura delle Origini.
L’edizione del Carteggio
D’Annunzio-Hérelle (1891-1931) offre una definitiva sistemazione editoriale
e critica di una documentazione epistolare di notevole importanza che tocca un
arco ampio della vita di D’Annunzio: attraverso la costante interlocuzione con
il traduttore viene offerto uno stimolante spaccato che interseca l’opera
dannunziana e la sua fortuna in Francia. Questo lavoro dimostra una brillante e
sicura competenza archivistica e filologica che si riscontra nella
puntualissima nota al testo e nel dovizioso apparato, assai utile per
ricostruire le intricate vicende dannunziane, l’intertestualità creativa e la
circolazione delle opere; nel saggio introduttivo con agire spigliato vengono
affrontate problematiche critiche che riguardano gli aspetti teorici e
applicativi della traduzione, nonché la costruzione del successo dannunziano
fuori d’Italia.
Il candidato aveva già dato prova efficace delle sue
capacità filologiche con l’edizione dell’inedito romanzo di Mezzanotte La serrata di Pian d’Avenna: vi è
preposto uno studio così denso che meglio faremmo a considerare volume a sé. Il
romanzo è letto con notevole acribia filologica e critica che privilegia la
storia della composizione attraverso il fine riscontro dei meccanismi creativi,
ma ciò si integra perfettamente con la contestualizzazione all’interno della
crisi del Positivismo e delle contrastate aperture verso la modernità
primonovecentesca.
I due volumi La
“Rivista Nuova di Scienze, Lettere ed Arti” (1879-1881). Storia, indici e carteggio e L’evasione e il ritorno sviluppano
indagini sul rapporto tra letteratura e giornalismo.
Con il volume L’evasione
e il ritorno, che propone un attraversamento di vicende giornalistiche e
letterarie dalla fine del Settecento alla metà del Novecento, Cimini, senza
disperdere la proficuità del metodo geo-storico, ne realizza un suo
arricchimento con originale slargo verso il più vasto sistema della
comunicazione letteraria.
Il volume Sociologia
della letteratura, al di là della pur efficace finalità
didattico-manualistica, dà modo di apprezzare la riflessione di Cimini sul
versante teorico e metodologico.
Mentre i saggi su Verga e su Fogazzaro-Serao
rientrano nel privilegiato ambito ottocentesco, i due saggi sul Canto XI del Paradiso e quello su “Rose vermiglie infra la neve” spostano
l’attenzione dell’autore verso territori assai diversi con privilegio di
un’indagine tematica e intertestuale lungo un percorso che va da Guinizzelli a
Torquato Accetto.
L’attività critica del candidato predilige il
recupero di materiali dispersi e poco noti al fine di arricchire il quadro
storico-letterario specie tra Otto e Novecento; in questo suo operare Cimini
evidenzia un profilo di sicura maturità scientifica con convincenti e
innovativi risultati e allargamento del metodo geo-storico verso significative
aperture.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei
cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale
Il candidato è da tenere in particolare
considerazione per la laboriosità e la concretezza innovativa dei risultati del
suo lavoro scientifico.
Candidata
Annalisa CIPOLLONE
Profilo curriculare:
Ha conseguito il dottorato di ricerca in Italian
Studies presso l’Università di Reading. Dal 1999 al 2001 è stata Research
Assistant presso
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Ha curato in collaborazione con Carlo Caruso gli
atti della giornata di studi a St. Andrews su Petrarca e Boccaccio. Modelli letterari fra Medioevo e Umanesimo,
al cui interno si legge un suo saggio su organizzazione e struttura nei Rerum vulgarium fragmenta, indagati
anche in un buon saggio del 1998, quello sulla sestina XXIII. Garbato
l’intervento sul XVI del Purgatorio,
mentre i suoi risultati più persuasivi vanno ravvisati nell’articolo sulle
Carte Barbieri all’Archiginnasio di Bologna (2003) e nelle nutrite pagine su
Bonagiunta da Lucca specie per la tenzone con Guinizzelli (2002) e per Feruto son, et chi di me è ferente
(2008). Studiosa seria, padrona della lingua inglese (in cui ha offerto due
prove, su ritmo e metro nella poesia narrativa del Rinascimento e su Dante e
Bonagiunta), ma non ancora giunta a un’equilibrata personalità.
Giudizio del commissario
prof. Giovanni Oliva
La candidata ha al suo attivo una serie di saggi
sulla letteratura medievale con particolare riguardo a Bonagiunta, Dante e
Petrarca e mostra buone capacità e attitudini alla ricerca filologica.
Dall’insieme del suo lavoro si evince una adeguata formazione culturale che
lascia presagire ulteriori sviluppi che, ci si augura, si concretizzeranno in
ricerche più compatte e unitarie.
Giudizio del commissario
prof. Alfredo Cottignoli
La
candidata si caratterizza, sin dai suoi primi interventi, per i suoi seri
interessi intertestuali verso la nostra lirica due-trecentesca: dal saggio su La chiusa di RVF XXIII a I quattro sensi della scrittura di
Bonagiunta, sino alle sue pregevoli note su Struttura e organizzazione di un libro di poesia trecentesco. Di
tali coerenti interessi filologici sono un’apprezzabile conferma gli Appunti per una rilettura delle Carte
Barbieri ed il più recente saggio su Bonagiunta da Lucca (2008).
È
quindi una studiosa promettente, di cui si attendono altre prove che ne
confermino la raggiunta maturità.
Giudizio del
commissario prof. Francesco Spera
La
candidata presenta otto pubblicazioni, quasi tutte dedicate alla letteratura
delle Origini. In particolare tre articoli riguardano la figura e le rime di
Bonagiunta da Lucca. Oltre alla lettura del sonetto Feruto sono, et chi di me è ferente (2008), sono da segnalare
l’articolo sui rapporti del poeta lucchese con Dante (pubblicato in inglese nel
1999) e soprattutto l’articolo I quattro
sensi della scrittura di Bonagiunta (2000), dove l’autrice confronta con
acutezza i testi della tenzone con Guinizzelli, sostenendo persuasivamente il
rilievo letterario e culturale delle questioni trattate da Bonagiunta (appunto “i quattro sensi” della scrittura).
La
candidata presenta inoltre un’esauriente lettura del canto XVI del Purgatorio dantesco (2001), analizzato a
più livelli: dalle scelte stilistiche all’individuazione delle fonti,
dall’approfondimento delle questioni politiche all’indagine sulla figura di
Marco Lombardo.
Un
interessante approccio metodologico si rileva nell’analisi dei componimenti del
Canzoniere petrarchesco, che si
ripresenta in due contributi (1998 e 2005): l’autrice dimostra con convincente
dovizia di esempi la funzione portante del sistema delle rime a livello sia
intertestuale sia intratestuale.
La
candidata allega anche una pubblicazione in lingua inglese (Rhythm and Metre in Renaissance Narrative Poetry), firmata da lei ma anche da altri due
studiosi. Importante è infine il contributo Appunti
per una rilettura delle Carte Barbieri (2003), dove la studiosa analizza L’arte del rimare, un fondamentale trattato
sulla poesia romanza indagato nei suoi molteplici aspetti filologici e
letterari.
Le
pubblicazioni della studiosa non sono di grande entità, ma comunque mostrano
una buona padronanza di metodologia filologica e stilistica.
Giudizio del
commissario Prof. Francesco Vitelli
La produzione della candidata è concentrata sulla
letteratura dalle Origini a Petrarca, escludendo il saggio, in collaborazione,
su Rhytm and Metre in Renaissance Narrative Poetry. Il nucleo di saggi su
Bonagiunta (Dante and Bonagiunta, I quattro sensi della scrittura di Bonagiunta, Bonagiunta
da Lucca) evidenzia una particolare conoscenza del poeta lucchese, che
viene indagato e approfondito utilizzando con merito gli strumenti
filologico-testuali e la critica delle fonti, senza peraltro trascurare i
procedimenti stilistici e metrici. Un uguale sicuro possesso metodologico è
confermato dagli altri saggi presentati (“Né
per nova figura il primo alloro”, Purgatorio
XVI, Appunti per una rilettura della
Carte Barbieri, La canzone XXIII nei Rerum
vulgarium fragmenta).
La candidata, che pur dimostra una sicura attitudine
alla ricerca – lo attesta del resto l’ospitalità di suoi scritti in sedi
scientificamente qualificate e anche in lingua inglese – ha presentato tuttavia
una produzione piuttosto limitata quantitativamente, il che fa pensare a un
processo di crescita come d’improvviso interrotto.
Conclusa l’enunciazione dei
giudizi individuali dei cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in
seguito alla quale
Studiosa seria con contributi tuttavia circoscritti
e tali da non consentire una valutazione di piena maturità scientifica.
Candidata
Elisabetta DE TROJA
Profilo curriculare:
È ricercatrice confermata di Letteratura italiana
presso l’Università di Firenze dove ricopre l’insegnamento di Sociologia della
letteratura.
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Ha al suo attivo pubblicazioni gravitanti fra il
Seicento e il Novecento, con esiti di qualche efficacia già ai suoi esordi,
nell’ambito del romanzo religioso barocco (1980), poi dell’opera di Anton
Giulio Brignole Sale (1990). Di vario pregio le brevi monografie sulle affinità
romanzesche fra i due “avventurieri della penna”, Luca Assarino e Giacomo
Casanova (1985), su Luigi Gualdo (1990) e sul Goldoni, specie autobiografico
(1997).
Riassuntivo della sua varietà d’interessi il recente
volume (2007) su Variazioni epistolari tra
Settecento e Novecento, dove s’illuminano inediti spaccati di otto
carteggi, da Madame Riccoboni, corrispondente di Robert Liston, all’Alexis di Marguerite Yourcenar.
Ammirevole nella candidata la curiosità erudita, quasi mai fine a se stessa; ma
forse i suoi contributi non giungono mai a una prova di largo respiro.
Giudizio del commissario
prof. Giovanni Oliva
La candidata presenta una produzione che verte su
aspetti diversi della letteratura italiana, con contributi in prevalenza
centrati sulla narrativa di Luigi Gualdo, sull’autobiografia di Goldoni, sul
romanzo del Sei-Settecento, sulla scrittura epistolare. I suoi lavori sono
interessanti e mostrano buone attitudini all’analisi testuale e al disegno di
prospettive storico-critiche, anche se non sempre sono in grado di superare
l’ambito descrittivo e di raggiungere obiettivi davvero innovativi.
Giudizio del commissario
prof. Alfredo Cottignoli
La candidata si è soprattutto occupata di
letteratura teatrale e romanzesca fra Sei e Settecento (dallo studio tematico e
strutturale del romanzo religioso barocco agli studi su Goldoni, la scrittura, le forme). Al territorio sette-novecentesco
risalgono invece la buona monografia su Luigi Gualdo, e le più recenti Variazioni epistolari fra Settecento e
Novecento.
Pur nell’ambito di tali circoscritti interessi di
ricerca, appare studiosa apprezzabile.
Giudizio del
commissario prof. Francesco Spera
La
candidata presenta alcune pubblicazioni sulla letteratura barocca. In
particolare sul romanzo di tematica religiosa (1980). Interessante il volume
dove sono analizzate due opere di Assarino e di Casanova (1985). Un’altra
sintetica monografia riguarda Goldoni (1997). Originale la monografia dedicata
al genere epistolare My dear Bob. Variazioni epistolari tra Settecento e
Novecento (2007). Un ulteriore saggio monografico riguarda l’opera
narrativa di Luigi Gualdo (1990). La candidata aggiunge anche articoli su
Brignole Sale, Rospigliosi, Ada Negri, Cantoni.
Elisabetta
De Troja ha studiato autori e questioni letterarie di secoli diversi, con
alterni risultati, più convincenti sugli autori del Seicento e del Settecento.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Vitelli
L’attività
scientifica della candidata si concentra in maniera prevalente in un arco della
letteratura italiana che va dal Seicento all’Ottocento con significativi
attraversamenti di vari generi letterari, dal romanzo al teatro,
dall’autobiografia all’epistolografia.
Il
volume su Goldoni (Goldoni, la scrittura,
le forme) ha due punti di forza, e anche di novità: i rapporti con la
cultura francese, con le possibili incidenze dei trattati poetici di Rapin e Du
Bos, l’amicizia con Madame Riccoboni e la traduzione della sua Istoria di Miss Jenny; le opere a sfondo
autobiografico vagliate alla luce della categoria critica del “parlar di sé”.
L’amico di Robert è una monografia su Luigi Gualdo che, con analisi
attenta e circostanziata, attraversa l’opera narrativa entrando nel merito
delle problematiche sollevate in continuo confronto dialettico con la critica.
Variazioni epistolari tra Settecento e Novecento è una raccolta di saggi a più livelli tesa a
indagare casi emblematici della scrittura epistolare che, nella diversa gamma
della sua natura, si estende tra filosofia e politica, sfogo confidenziale e
d’amore, osservazione morale e indagine sociale. Il riferimento è a
protagonisti famosi, ma con recupero anche di personalità poco note.
Il
profilo scientifico della candidata si presenta con una produzione apprezzabile
nella quale si applica una metodologia aperta sia alla ricostruzione di
contesti e rapporti socio-culturali che all’analisi di strutture narrative e
linguistiche; tutto ciò sulla base di una riconosciuta sensibilità estetica e
conoscenza della letteratura straniera, specie francese.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei
cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale
Studiosa dotata di una notevole energia erudita ma
che non giunge a prove di largo respiro.
Candidata
Antonella DI NALLO
Profilo curriculare
Ricercatrice confermata presso l’Università di
Chieti con dottorato di ricerca in Lingua e letteratura dell’Italia
centro-meridionale conseguito presso la medesima Università. Sempre
nell’Università di Chieti dall’a.a. 2001-
Ha svolto attività d’insegnamento presso
l’Università di Caen Basse-Normandie e
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Si contraddistingue per il prevalente interesse
verso la cultura locale (di qui la collaborazione al probo volume dei Moduli di letteratura regionale abruzzese) indagata in particolare in uno dei
suoi rappresentanti più significativi e prolifici, Giuseppe Mezzanotte, vissuto
tra il 1855 e il 1935 (la candidata ne ha curato in tre distinti volumi le
novelle, i romanzi e i Racconti di
Samuele Weller). Di qualche pregio la monografia su Roberto Bracco e la società teatrale tra Otto e Novecento; più
interessanti i sondaggi su Corrado Alvaro e su Gabriele Rossetti; un po’
avventuroso il parallelo D’Annunzio-Mishima.
La candidata non ha ancora offerto prove sicure
della sua competenza al di là dell’orizzonte regionale.
Giudizio del
commissario prof. Giovanni Oliva
La candidata ha dedicato buona parte della sua
attenzione al recupero dell’opera omnia
dello scrittore Giuseppe Mezzanotte, di cui ha pubblicato, in edizione
filologicamente corretta, Tutti i romanzi
e Tutte le novelle, offrendo una
conoscenza più ampia e approfondita della narrativa ottocentesca, specialmente
sul terreno dei rapporti tra l’Abruzzo e Napoli. Di questo passo, sfruttando i
suoi spiccati interessi di letteratura teatrale, si è rivolta allo studio di
Roberto Bracco, sul quale ha prodotto l’unica monografia di rilievo oggi in
circolazione, degna di considerazione per le felici intuizioni critiche e la
numerosa documentazione inedita.
Inoltre non sfuggono a questa prospettiva i lavori
sul teatro decadente, soprattutto quelli dedicati a D’Annunzio, sempre rigorosi
nell’impostazione metodologica e sorprendenti per la novità dei risultati.
In genere tutta la produzione scientifica della Di
Nallo è fondata su una paziente ricerca d’archivio e presenta elementi di
concretezza e di originalità nelle prospettive esegetiche e nelle
contestualizzazioni storico-filologiche, non prive di densi riferimenti alla
cultura europea. Per queste ragioni la candidata è degna di considerazione ai
fini del presente concorso.
Giudizio del commissario
prof. Alfredo Cottignoli
La
candidata si è interessata soprattutto della narrativa abruzzese fra Otto e
Novecento: come attestano la curatela, dal 1998 al 1999, di Tutti i romanzi e Tutte le novelle di Giuseppe Mezzanotte, e la sua collaborazione
ai due volumi sui Moduli di letteratura
regionale abruzzese. Di più largo
raggio appaiono altre sue prove, come la monografia del 2003 su Roberto Bracco e la società teatrale fra
Ottocento e Novecento, nonché gli sporadici interventi su D’Annunzio,
Rossetti, Alvaro, del triennio 2003-2006.
Si
auspica che la studiosa dia altre prove delle proprie doti di ricerca al di là
del ristretto ambito regionale.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Spera
Tra
le sue pubblicazioni emergono tre curatele di opere di Giuseppe Mezzanotte.
Prima la studiosa pubblica la raccolta dei
Racconti di Samuele Weller (1995); in seguito due ponderosi volumi: Tutti i romanzi (1998) e Tutte le novelle (1999). In queste
pubblicazioni si può apprezzare l’ingente lavoro della studiosa che accompagna
i testi con un grande apparato di chiare introduzioni e soprattutto di ricche
note bibliografiche.
La
candidata presenta anche una monografia che dal punto di vista scientifico
appare tra i risultati migliori della sua produzione: Roberto Bracco e la società teatrale fra Ottocento e Novecento (2003).
Apre il volume un sintetico ma intelligente profilo dello scrittore drammaturgo
napoletano; segue una preziosa sezione bibliografica dove sono riportate
esaurienti elenchi della critica e della recensioni, oltre a dettagliatissimi
cataloghi di tutte le opere drammatiche, in prosa, scritti giornalistici;
chiude una significativa raccolta di lettere.
La
candidata ha al suo attivo anche la cura di due atti di convegno tenuti a Caen
nel 2004 e nel 2005, uno dedicato ad Alvaro e l’altro a D’Annunzio, pubblicati
in un unico volume di “Studi Medievali e Moderni” (2006). La studiosa vi appare
anche come autrice di due contributi: uno di carattere tematico, sulla presenza
del treno nella narrativa di Alvaro; l’altro, più impegnativo, mira a comparare
il dramma La città morta di D’Annunzio con le opere e il
pensiero di Rilke e Hofmannsthal. Ancora di taglio comparatistico è l’articolo Lo stile senza frontiere nel segno del
Martyre: D’Annunzio e Mishima (apparso in una pubblicazione francese del
2003).
Infine
la candidata presenta anche un articolo sulla “primissima formazione di
Gabriele Rossetti” (2004), che le permette di illustrare la figura dell’erudito
di Vasto Benedetto Maria Betti e anche di suo figlio Filippo, autore di un
singolare commento dantesco. Di taglio manualistico sono invece due capitoli
compresi in Moduli di letteratura abruzzese (2007).
Da
queste pubblicazioni si può desumere un giudizio positivo sulla candidata
Antonella Di Nallo, che appare studiosa capace di indagini scrupolose e
corrette.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Vitelli
Il curriculum scientifico della candidata evidenzia
una centralità della ricerca sull’Otto-Novecento. Gli studi su Giuseppe
Mezzanotte con edizioni di testi e saggi (I
racconti di Samuele Weller, Tutti i romanzi, Tutte le novelle) hanno dato un contributo importante alla
rivalutazione di uno scrittore che, a partire dagli anni Settanta del
Novecento, ha ricevuto significativa attenzione da parte della critica. Il
lavoro della candidata si è contraddistinto per le calibrate e illuminanti
introduzioni critiche e l’idoneo uso della strumentazione filologica,
all’interno della quale si segnalano in modo particolare la nota al testo e
l’analisi del lavoro redazionale nei Racconti
di Samuele Weller.
Il volume Roberto
Bracco e la società teatrale fra Otto e Novecento attraverso una ricca
documentazione inedita e una fruttuosa ricerca bibliografica disegna il profilo
di un autore di notevole spessore emarginato dal Fascismo. Il suddetto profilo
fa perno su un’attenta analisi delle peculiarità drammaturgiche, su
un’articolata contestualizzazione storica e sulla ricostruzione della fortuna
critica.
A completamento degli interessi otto-novecenteschi
vanno segnalati i saggi su Rossetti, D’Annunzio, Alvaro (Sulla primissima formazione di Gabriele Rossetti; Tra Rilke
e Hofmannsthal e Lo stile senza
frontiere nel segno del Martyre; Sui
binari della memoria) in cui la candidata dà prova di una ricerca di
qualità: si cimenta con una puntuale indagine sulle fonti della prima formazione
di Rossetti, con una ramificata analisi dei riferimenti europei e orientali di
D’Annunzio (originale l’accostamento a Mishima), con un suggestivo scandaglio
tematico in Alvaro.
La candidata dimostra sicuro possesso di una
metodologia che privilegia la linea geo-storica e una funzionale ricerca
archivistica che vengono applicate con rigore a una precisa area regionale;
ugualmente, con apprezzabile flessibilità e risultati di rilievo si piega a una
metodologia comparatistica e interdisciplinare.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei
cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale
All’interno di una ricerca in area
centro-meridionale mostra buone capacità critico-filologiche ancora in via di
maturazione.
Candidata
Rosa GIULIO
Profilo curriculare
È ricercatrice confermata presso l’Università di
Salerno, ove ha tenuto l’insegnamento di Letteratura italiana dall’a. a.
2002-03 all’a. a. 2007-08, corsi presso
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Ha associato volenterose indagini a largo raggio con
accertamenti su zone minori della nostra cultura, non senza qualche intervento
più incisivo su autori e testi di maggior rilievo. Da una parte stanno le
pagine sull’Ellade fra mito e storia in Foscolo e Nievo (Sotto il segno di Athena), su Tempo
dell’Inquisizione, tempo dell’ascesi dal Tasso al Settecento; dall’altra,
quelle su certi minori del XVIII secolo, un tragico come Annibale Marchese (Il Crispo e L’Ermenegildo) e un poeta come Nicola Maria Salerno. Le prove più
persuasive vanno ritrovate nel volume sul Minturno
del Tasso e in quello (Il dio ignoto)
che affronta anche un testo complesso come
Fisionomia di studiosa che non ha ancora trovato un
suo giusto equilibrio tra il generale e il particolare.
Giudizio del
commissario prof. Giovanni Oliva
Gli interessi della
candidata sono concentrati su un’area cronologica che va dal tardo Cinquecento
alla modernità letteraria, con particolare riferimento all’opera del Tasso,
alla cultura rinascimentale e alle forme tragiche del Settecento. In
quest’ultimo campo
Giudizio del
commissario prof. Alfredo Cottignoli
Gli
interessi scientifici della candidata sono orientati da un lato allo
studio della teoresi drammaturgica sei-settecentesca (come attesta il volume
del 2000 Di Fedra il cieco furor) ed
al recupero di testi tragici minori (quali Il
Crispo e L’Ermenegildo di
Annibale Marchese), oltre che delle Rime
di Nicola Maria Salerno (cui s’accompagna lo studio complementare della
letteratura cinque-settecentesca: vedi i volumi del 2004, Tempo dell’Inquisizione, tempo dell’ascesi e del 2008, Il dio ignoto); dall’altro sono rivolti
all’analisi del rapporto tra mito, storia e romanzo nella letteratura
ottocentesca.
I
risultati più apprezzabili, in tali due ambiti, appaiono i più recenti, ossia
quelli relativi al Minturno tassiano
ed all’anamnesi della questione ellenica nel Foscolo inglese e nel Nievo delle Confessioni (Sotto il segno di Athena, 2008).
È
quindi studiosa promettente, ma di cui si attendono altre prove che ne
confermino la raggiunta maturità.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Spera
Per
questa valutazione la candidata Rosa Giulio presenta alcune edizioni di testi.
In primo luogo le Rime di Nicola
Maria Salerno (1997), un canzoniere del 1732 composto in onore della moglie
morta. Nell’ampia e documentata introduzione e nei cappelli introduttivi la
studiosa illustra il prevalente stile petrarchesco dei componimenti, nonché la
presenza di qualche residuo barocco. Presenta inoltre l’edizione di due tragedie
di Annibale Marchese: Il Crispo nel
volume Di Fedra il cieco furor (2000) e L’Ermenengildo
nel volume Gli eroi d’invitta pazienza
(2002). In entrambi i casi le opere sono precedute da un cospicuo saggio con
lucide analisi testuali, un’erudita individuazione delle fonti, illuminanti
confronti con altri autori che trattano la stessa situazione drammatica, non
senza indispensabili rimandi al quadro culturale del tempo e riflessioni sulle
questioni teoriche del genere e in particolare del “tragico cristiano”.
Altro
importante polo di interesse critico è l’opera di Torquato Tasso con una
pregevole monografia: Tasso: inchiesta
sulla bellezza (2008), in cui l’autrice, analizzando il dialogo Il
Minturno, approfondisce con acutezza il rapporto dello scrittore con la
tradizione filosofica (Platone, Plotino, Ficino) e propone interpretazioni sui
vari nodi concettuali (di notevole valore, ad esempio, le pagine sull’idea di
una bellezza proteiforme). Ancora su Tasso sono imperniati due capitoli del
volume Tempo dell’Inquisizione tempo
dell’ascesi (2004): nel primo in particolare s’indagano alcuni passaggi
fondamentali del tormentato itinerario intellettuale e spirituale dello
scrittore. Nello stesso volume l’autrice ritorna sul prediletto tema del genere
tragico nel Settecento, focalizzando l’attenzione sulle opere prodotte a Napoli
e sull’influenza di Gravina.
Nel
volume Sotto il segno di Athena
(2008) sono compresi studi che hanno per denominatore
Di
minore rilievo la composita raccolta Il
dio ignoto (2008), dove l’autrice riprende alcuni temi già affrontati, ma
inserisce anche una persuasiva indagine sui personaggi femminili delle Confessioni neviane.
Il
complesso delle pubblicazioni presentate da Rosa Giulio ha il merito di
spaziare sull’arco di più secoli: la studiosa passa dai grandi autori ai minori
dimostrando capacità di elaborare discorsi critici a diversi livelli, dalla
spiegazione del testo all’interpretazione tematica, alla ricostruzione del
quadro storico culturale.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Vitelli
La candidata ha sviluppato il suo percorso di
ricerca coprendo l’ampio arco della letteratura italiana che va dal Cinquecento
al Novecento; i risultati, cospicui, sono raccolti in ben sette volumi.
Gli studi su Tasso (Tempo dell’Inquisizione tempo dell’ascesi, Tasso: inchiesta sulla bellezza) individuano ed esaminano con acume
alcuni nodi problematici di natura storico-letteraria, filosofica e filologica
che vanno a intrecciarsi con la biografia del poeta. Il discorso,
particolarmente attento al dato testuale, è completato dal recupero di alcuni
scritti di Tasso.
Tale propensione critica e acribia filologica vengono
confermate dall’edizione di alcune opere sei-settecentesche – dalle Rime di Nicola Maria Salerno al Crispo e all’Ermenegildo di Annibale Marchese –
riproposte con una ricostruzione storica solida e ad ampio spettro in
cui si evidenzia con efficacia l’evoluzione dei generi letterari, in
particolare della tragedia, dal Barocco all’Arcadia – teorie graviniane,
erudizione muratoriana, presenza di Vico – in connessione con il quadro storico
politico del primo Settecento napoletano segnato dalla presenza austriaca e
dalla attenuazione della politica giurisdizionalista.
In area ottocentesca si colloca il volume Sotto il segno di Athena, centrato sul
rapporto storia/romanzo attraverso l’analisi di alcuni scritti inglesi di
Foscolo e delle Confessioni di un italiano
di Nievo: un’indagine forte tra filologia e storia, che fa risaltare due
letture diverse dei temi peculiari del dibattito politico-culturale nell’Età
del Risorgimento, quale, ad esempio, il principio dell’autodeterminazione dei
popoli. Il suddetto volume contiene una prima parte, Verso la dolce patria, in cui con accentuato e proficuo taglio
comparatistico vengono analizzate le reincarnazioni del mito di Ulisse e di
altri personaggi omerici, dalla letteratura classica alle letterature europee
fino al Novecento.
Il volume Il
dio ignoto, insieme alla riproposta di saggi già editi, contiene uno studio
sulla Mirra di Alfieri considerata
come un’anticipazione del dramma borghese ottocentesco; un esame analitico di
alcuni personaggi delle Confessioni
di Nievo a riscontro con personaggi reali della Rivoluzione napoletana del
1799; infine, un saggio sull’Aspasia leopardiana
attraverso le pagine del critico A. Zottoli.
La candidata, che ha maturato e sviluppato il suo
impegno scientifico nel tempo senza soluzione di continuità, mostra una decisa
personalità e una solida preparazione che le consentono di spaziare in un ampio
ventaglio di generi e temi della tradizione letteraria italiana indagata
peraltro con appropriata metodologia in cui risaltano il necessario supporto
storico-filologico e una perspicua capacità di analisi aperta a fruttuosi
slarghi comparatistici e interdisciplinari.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei
cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in esito alla quale
Studiosa seria e di apprezzabile laboriosità
scientifica, con proposte coraggiose ma con risultati a volte discontinui.
Candidata
Gianfranca LAVEZZI
Profilo curriculare
Ricercatrice confermata presso l’Università di Pavia
con affidamento dell’insegnamento di Letteratura italiana dall’a.a. 2001-02
all’a.a. 2007-08 e di Metrica e stilistica dall’a. a. 2004-05; dall’a.a. 1999-2000 all’a.a. 2004-
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Si raccomanda come candidata tecnicamente assai
dotata (si vedano la Guida alla metrica
italiana e il Breve dizionario di
retorica e stilistica, oltre che i saggi sparsi, sulla metrica di Giorgio
Vigolo e sulle note metriche della “Carducciana”), ma capace anche di
rivolgersi a un pubblico non specialistico: così nell’edizione del Foscolo
traduttore del Viaggio sentimentale di Sterne. Il meglio della sua produzione è concentrato nei dieci saggi di
metrica e stilistica che compongono il volume Dalla parte dei poeti: da Metastasio a Montale, ove si apprezzano
in particolare, coi montaliani, gli scritti sul D’Annunzio di Alcyone e su Petrarca e la metrica del
Novecento. Sullo stesso piano si pongono le collaborazioni al commento di vari
testi di Montale, in prosa (Le prime alla
Scala) e in poesia (prezioso il recupero di una cinquantina di inediti in La casa di Olgiate e altre poesie), ma
soprattutto le indagini filologicamente agguerrite (nella sede prestigiosa
degli “Studi di filologia italiana” del 1986) su Quasi un racconto di Umberto Saba. Si ricordi infine che per lo
stesso autore la Lavezzi ha collaborato con la Saccani all’edizione delle Lettere famigliari (1945-1953), tratte
anch’esse dall’Archivio pavese.
Per qualità di scrittura e padronanza degli
strumenti più raffinati della filologia, la candidata appare pienamente degna
dell’idoneità a professore associato.
Giudizio del
commissario prof. Giovanni Oliva
La produzione della candidata è costituita in gran
parte da manuali di metrica italiana e da saggi di analisi metrica, oltre che
da alcune collaborazioni a edizioni di Foscolo, Saba e Montale. Se si tolgono
alcuni interventi sette-ottocenteschi (Metastasio, Monti), gli interessi più
decisi della Lavezzi sono orientati verso la poesia contemporanea. Gli studi di
metrica, come i suoi manuali, si distinguono per chiarezza di esposizione e
ampiezza di argomentazioni e fanno della candidata una vera specialista di
quella disciplina. Tali lavori però, se brillano su questo versante, non sono
sempre confortati da ampie e risolutive prospettive storico-critiche.
Giudizio del
commissario prof. Alfredo Cottignoli
La
studiosa spicca sugli altri candidati per la costanza dei suoi interessi ed il
frutto delle sue ricerche, specie sotto il versante metrico e filologico, nei
confronti di due autori novecenteschi quali Saba e Montale: dalla curatela con
la Saccani delle Lettere famigliari
(1945-1953) di Saba, alle note e meritorie edizioni degli Scritti musicali (1996) di Montale e di
altri suoi testi poetici inediti (La casa
di Olgiate e altre poesie, in collaborazione con Renzo Cremante). Né va
sottovalutata, in ambito ottocentesco, la sua cura editoriale della traduzione
foscoliana del Viaggio sentimentale dello
Sterne, dell’orazione inaugurale pavese e dei saggi inglesi sul Petrarca.
Una
riprova della sua maturità di studiosa è infine offerta da eccellenti strumenti
come la Guida alla metrica italiana e
il Breve dizionario di retorica e
stilistica, non meno che dai suoi più recenti Dieci saggi di metrica e stilistica, che raccolgono il
meglio della sua produzione saggistica tra Sette e Novecento.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Spera
La
candidata ha al suo attivo una serie di studi che coprono un arco temporale dal
Settecento al Novecento. Presenta numerose edizioni di testi, a cominciare
dalla curatela di due opere di Foscolo: Viaggio
sentimentale di Yorick e l’Orazione
inaugurale, comprese nel secondo volume dell’edizione delle opere
foscoliane (1995). I testi sono adeguatamente introdotti e copiosamente
annotati.
Autore
particolarmente studiato dalla candidata è Montale. Di rilievo le curatele di Prime alla Scala e Altri scritti musicali, due ampie sezioni comprese nel volume Il secondo mestiere (1996). Anche in
questo caso l’apparato risulta impeccabile e ricco di notazioni. La Lavezzi è
inoltre curatrice della seconda parte del volume di poesie inedite di Montale La casa di Olgiate e altre poesie (2006).
Altro
autore molto coltivato è Saba. Qui presenta l’edizione di lettere Atroce paese che amo. Lettere famigliari (1987). Si tratta della corrispondenza
del poeta con la moglie Lina e la figlia Linuccia: alla candidata si deve la
precisa introduzione e la cura in particolare di una parte delle lettere. In
parallelo la studiosa ha pubblicato anche un corposo saggio, Storia e cronistoria di “Quasi un racconto”,
dove, giovandosi del materiale autografo conservato presso il Fondo manoscritti
di Pavia, può seguire il percorso della composizione di questi versi con
un’attenta prospettiva filologica.
La
candidata manifesta anche un costante interesse per la metrica, su cui è tornata più volte nei suoi studi. Ne è testimonianza
esemplare un contributo su Vigolo: La
musica nelle parole. Note sulla metrica di Giorgio Vigolo (2003), e anche
l’originale contributo Quando la misura è
nel commento. Le annotazioni metriche nei volumi della “Carducciana”(2006),
sulla forte presenza di note metriche nelle edizioni di classici curate da
Carducci e, sulla sua scia, anche dai suoi allievi.
Un
rilevante complesso di capitoli poetici e “metrici” è costituito dal volume Dalla parte dei poeti: da Metastasio a
Montale. Dieci saggi di metrica e stilistica (2008). In questa raccolta è
possibile verificare con positiva evidenza l’approccio critico della candidata,
la sua esperta coerenza e capacità di sfruttare i metodi privilegiati della
filologia, dell’analisi metrica e stilistica. Non a caso la studiosa è anche
l’autrice di due agili e utili strumenti di lavoro, I numeri della poesia. Guida alla metrica italiana (2002) e Breve dizionario di retorica e stilistica
(2004), che testimoniano la sua padronanza di questi campi della critica.
Gianfranca
Lavezzi presenta quindi una notevole serie di
pubblicazioni, alcune di eccellente valore, sia nelle edizioni di testi,
sia nei saggi critici, da studiosa valente e completa.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Vitelli
Dalla produzione della candidata emerge una rigorosa
formazione filologica che ha proiettato con sicura competenza e impegno di
lungo corso su autori e testi della letteratura italiana moderna e
contemporanea. Privilegiata è soprattutto la produzione poetica, che ne esce
assai efficacemente illuminata grazie anche al pieno possesso di una
strumentazione metrica, stilistica e retorica; di che viene conferma dai
manuali di qualità di cui la candidata è
autrice (I numeri della poesia. Guida
alla metrica italiana e Breve
dizionario di retorica e stilistica).
Il volume Dalla
parte dei poeti: da Metastasio a Montale raccoglie dieci saggi di metrica e
stilistica su autori distribuiti in un arco temporale che va dal Settecento al
Novecento: da Metastasio e Monti a De Marchi, Pascoli, D’Annunzio, Saba,
Montale, al riuso petrarchesco nella poesia novecentesca. Un ampio ventaglio
che esibisce profondità d’indagine, coniugando in sintesi di notevole
originalità l’acribia filologica, la scaltrezza dell’esame linguistico e
metrico-stilistico, l’attenzione ai dati biografici e comunicativi.
Per ragioni di affinità tipologica conviene qui
aggregare i saggi Quando la misura è nel
commento: le note metriche della “Carducciana”e La musica nella parola, che è contributo dedicato alla poesia di
Giorgio Vigolo.
Il corposo saggio Storia e cronistoria di “Quasi un racconto”, apparso su “Studi di
filologia italiana”, conferma l’abilità della candidata a muoversi con agio tra
i materiali autografi sabiani e può essere dato come un modo esemplare per
prospettare un caso di “filologia d’autore”. Ugualmente, all’interesse per Saba
è da annettere la puntuale curatela filologica, in collaborazione, delle
lettere famigliari.
Nei lavori su Montale, sia sulla poesia (La casa di Olgiate e altre poesie), sia
sulla prosa (Il secondo mestiere. Arte,
musica, società), con note al testo e apparato esegetico e variantistico
assai accurati la candidata ha piegato l’indiscutibile perizia filologica a un
corretto modo di editare i testi.
Se è vero che la candidata privilegia il testo
poetico e l’amato Novecento, non manca tuttavia di praticare fruttuose
incursioni su materiali letterari diversi e cronologicamente arretrati; basti
pensare al consistente e importante lavoro svolto per l’edizione di Foscolo (Opere, II, Prose e saggi) in cui ha stabilito filologicamente il testo con
puntualissimo apparato, schede introduttive e note esegetiche di Viaggio sentimentale di Yorick, Dell’origine e dell’ufficio della
letteratura, Essays on Petrarch, Saggi sopra il Petrarca.
Il profilo della candidata si delinea con competenze
critiche e filologiche di sicura maturità che vengono applicate con forme e
sensibilità moderne. Da sottolineare che gran parte dei lavori ha avuto una
collocazione editoriale di importante valenza scientifica e con notevole
diffusione all’interno della comunità degli studiosi: l’edizione foscoliana per
Einaudi-Gallimard, quelle montaliane e
sabiana per Mondadori e Bompiani, il saggio sabiano sulla prestigiosa rivista
di “Studi di filologia italiana”.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei
cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la
Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio
collegiale relativo alla candidata dott.ssa
Gianfranca LAVEZZI:
Studiosa filologicamente assai agguerrita,
scientificamente matura e degna di ogni attenzione.
Candidato
Giorgio Silvio Andrea PANIZZA
Profilo curriculare
Ricercatore confermato presso l’Università di Pavia,
dove è stato professore a contratto di Letteratura italiana dall’a.a. 2001-02
all’a. a. 2003-04 e presso la SILSS dall’a. a. 1999-2000 all’a. a. 2003-04.
Giudizio del
commissario prof. Emilio Pasquini
Esibisce una serie di lavori tutti di buon livello
tra Sette e Novecento. Ha esordito con Leopardi, dando alle stampe una
pregevole antologia commentata delle Operette
morali, sulle quali è ritornato nel 2002 in una prospettiva fiorentina,
dopo aver procurato l’edizione di una lettera inedita a Charlotte Bonaparte e
aver indagato il rapporto fra Leopardi e i giornali letterari. Il secondo suo
autore è Pietro Verri, affrontato anch’esso da più punti di vista: notevole,
per energia erudita, L’Archivio Verri,
edito in due puntate, la seconda delle quali in collaborazione con Barbara
Costa; ma è pregevole anche lo studio sui rapporti del Verri col pittore
Francesco Corneliani. Si è giunti così al traguardo dell’allestimento
filologico per l’Edizione nazionale dei Discorsi
e altri scritti degli anni Settanta. Nel 2008 infine ha sondato le origini
del Pasticciaccio di Gadda e ha
curato l’edizione degli Scritti sul
fascismo e sulla Resistenza di Dionisotti.
Personalità di studioso autentico, ma dal quale si
attendono prove più consistenti.
Giudizio del
commissario prof. Giovanni Oliva
La produzione del candidato si distingue per le
buone attitudini alle edizioni dei testi, da Pietro Verri a Leopardi, agli
scritti sul fascismo di Carlo Dionisotti. Anche quando questi lavori non sono
diretti ad un ambito prettamente specialistico, si presentano accurati e
bibliograficamente informati. Degni di particolare attenzione sono quelli su
Pietro Verri che si avvalgono delle ricerche condotte nell’archivio dello
scrittore lombardo, anche se talvolta indugiano in notizie e dati eruditi che
fanno perdere di vista il più ampio orizzonte storico-critico. In sostanza
Panizza è studioso di valore, ma deve ancora perfettamente equilibrare le
prevalenti tendenze filologiche con la valutazione critica e problematica.
Giudizio del
commissario prof. Alfredo Cottignoli
Il
candidato si distingue soprattutto per le buone prove editoriali offerte in
area sette-ottocentesca: dalla scelta commentata delle Operette morali del Leopardi (autore su cui più volte egli sarebbe
poi tornato dal 1996 al 2002), alla notevole curatela del volume terzo dell’Edizione
nazionale delle Opere di Pietro Verri
(2004).
Che
tale sua dedizione all’autore milanese poggi su solide basi è d’altra parte
confermato dallo studio dell’Archivio
Verri (se ne veda, in collaborazione con Barbara Costa, la Parte seconda-La raccolta verriana del 2000).
Resta a sé stante, rispetto alle più assidue frequentazioni leopardiane e
verriane, la recente edizione 2008 degli Scritti
sul fascismo e sulla Resistenza di Carlo Dionisotti.
È
studioso filologicamente preparato, che si attende dia altre prove della sua
maturità.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Spera
Il
candidato Giorgio Panizza presenta un complesso di titoli concentrati su Pietro
Verri e Giacomo Leopardi. Di sicuro valore appare la curatela del volume I «Discorsi»
e altri scritti degli anni Settanta (2004), che rientra come terzo volume
nell’Edizione nazionale delle opere di Pietro Verri. All’opera hanno
collaborato altri due studiosi, che hanno dato un contributo circoscritto e
debitamente segnalato, mentre il candidato risulta il curatore generale
dell’opera, autore di un ricco apparato
di introduzioni, note e commenti. Notevole è anche il lavoro compreso nel
volume L’archivio Verri. Parte seconda.
La «Raccolta verriana» (2000), dove ha curato la sezione di Pietro (tranne
due capitoli) con una puntuale e accurata descrizione e storia dei diversi
documenti. Di misura più breve è l’interessante riflessione sulle opinioni
artistiche e teatrali di Pietro compresa nell’articolo La “vera commedia”
del Corneliani e le ‘passioni’ di Pietro Verri (1996). Di chiaro ed esauriente taglio manualistico sono infine le
voci Beccaria, Filangieri, Genovesi, Alfieri, nel volume Letteratura
italiana di Le Monnier (1999).
L’altro autore più studiato da Giorgio Panizza è
Leopardi, cui è dedicata un’antologia delle Operette morali (1991). Al
di là della destinazione scolastica la pubblicazione si distingue per la
completezza del discorso critico e per la chiarezza dell’esposizione e
dell’apparato di note e commento. A Leopardi sono dedicati ancora alcuni
articoli: una ricca ricostruzione degli strumenti di informazione del poeta, in
particolare dei periodici (Letture
di un momento: un’indagine su Leopardi e i giornali letterari, 2000); una calibrata
individuazione della storia delle Operette (Dopo Eleandro: le Operette morali a Firenze, 2002); l’edizione di una singolare lettera
in francese a Charlotte Bonaparte con relativo inquadramento storico (Lettre
inédite de Giacomo Leopardi à Charlotte Bonaparte retrouvée à Paris en 1993,
1996).
Il candidato presenta inoltre un articolo sulla
fonte del Pasticciaccio di Gadda, dove individua persuasivamente
l’autentico fatto di cronaca che ispirò l’efferato delitto al centro del
romanzo (Da due sorelle a due cugine: alle origini del Pasticciaccio, 2008). Infine ha curato l’importante
volume Carlo Dionisotti, Scritti sul fascismo e sulla Resistenza, 2008, dove si segnala il prezioso lavoro
di edizione del testo e l’illuminante introduzione sul grande critico e
intellettuale piemontese.
Con questa produzione scientifica Giorgio Panizza
si dimostra studioso solido, capace di approfondite indagini storiche e di
impeccabili edizioni filologiche.
Giudizio del commissario prof.
Francesco Vitelli
L’impegno scientifico più importante del candidato
riguarda il lavoro sull’Archivio Verri e l’edizione delle opere di Pietro Verri
nell’ambito dell’Edizione nazionale: L’Archivio
Verri, realizzato in
collaborazione con Barbara Costa ma con parti distinte; I “Discorsi” e altri scritti degli anni Settanta, ugualmente in collaborazione
ma con parti distinte.
Nel primo lavoro il candidato realizza un inventario
dell’Archivio che va ben oltre il puro regesto o repertorio di carte; esso si
configura piuttosto come un racconto storico-filologico e biografico di
maggiore fruibilità, pur rispondendo alle imprescindibili esigenze
scientifiche.
La poderosa edizione dei “Discorsi” e altri scritti degli
anni Settanta fa emergere una perizia filologica e critica applicata a
materiali di diversa matrice letteraria, come si evince dalle note al testo;
molto informato è il percorso storico-critico che emerge dalla prefazione e
dalle varie note introduttive ai singoli testi. Il candidato si muove con
padronanza anche nel riscontro con il quadro storico-culturale in cui i testi
si collocano.
Già nei saggi su Leopardi (Lettere inedite di Giacomo Leopardi a Charlotte Bonaparte, Letture di un momento, Dopo Eleandro, Le “Operette morali” a Firenze) e nella edizione delle Operette morali per la “Collezione dei
Classici italiani commentati” diretta da Cesare Segre, il candidato aveva
mostrato buone qualità filologiche e critiche, conseguendo risultati che hanno
contribuito a caratterizzare la pur sterminata critica leopardiana.
Il saggio su Gadda (Da due sorelle a due cugine: alle origini del “Pasticciaccio”) –
apparso su “Strumenti critici” – conferma che il candidato riesce a muoversi
con abilità anche su testi novecenteschi.
La curatela degli Scritti sul fascismo e sulla Resistenza di Carlo Dionisotti – con
documentata e densa introduzione e accurato apparato di note ai testi – amplia
e completa un’attività scientifica degna di attenzione.
Il profilo del candidato evidenzia un serio impegno
concentrato prevalentemente nell’ambito settecentesco e leopardiano; specie nel
primo ha dispiegato un lavoro encomiabile e una riconosciuta maturità
scientifica. Anche gli slarghi novecenteschi sono apprezzabili. Da segnalare la
qualificata collocazione editoriale dei lavori settecenteschi: L’Edizione
nazionale delle opere di Pietro Verri e la Fondazione Raffaele Mattioli di
Milano.
Conclusa l’enunciazione dei giudizi individuali dei
cinque Commissari, il Presidente apre la discussione in seguito alla quale la
Commissione perviene alla formulazione, all’unanimità, del seguente giudizio
collegiale relativo al candidato dott.
Giorgio Silvio Andrea PANIZZA:
Studioso di indubbio valore ma con una gamma di
argomenti ancora limitata.
Terminate
le operazioni di formulazione e discussione dei giudizi individuali e collegiali la seduta è tolta alle ore 18.10 e la
Commissione si riconvoca per il giorno 15.06.2010 alle ore 08.15 presso la sede
del Rettorato dell’Università di Chieti per la predisposizione dei temi per la
prova didattica e per la discussione delle pubblicazioni.
Chieti, lì 14
giugno 2010
LA
COMMISSIONE:
Il Presidente
Prof. Emilio Pasquini
I Commissari
Prof. Alfredo Cottignoli
Prof.
Francesco Spera
Prof. Francesco Vitelli
Il
Segretario
Prof.
Giovanni Oliva