Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario
Presso
Il giorno 12 maggio
2010 alle ore 18.15, presso i locali del Rettorato
dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” in Chieti, ha avuto luogo la 3^
riunione della Commissione costituita per il concorso di cui in premessa.
Prof.
Paola BERNARDINI - Presidente
Prof.
Olimpia IMPERIO - Segretario
Prof.
Carlo BRILLANTE - Membro
eletto
Prof.
Franco MONTANARI - Membro eletto
Prof.
Renzo TOSI - Membro
eletto
risulta presente al completo e pertanto la seduta è
valida.
Ogni
Commissario, dopo attenta analisi del profilo curricolare, dei titoli e delle
pubblicazioni procede alla formulazione di un giudizio individuale per ogni
candidato.
GIUDIZI INDIVIDUALI
Candidato Prof.
Carmine CATENACCI:
Giudizio
del Prof. Olimpia IMPERIO
La produzione scientifica
del candidato appare prevalentemente orientata verso uno studio di forme e
generi della letteratura greca di età arcaica e classica, costantemente
condotto secondo un approccio metodologico che lascia emergere con chiarezza la
vitalità dell’intreccio sempre operante tra realtà storica e immaginario
poetico-letterario. Una siffatta metodologia d’indagine emerge, in particolare:
da un articolo (n. 1) dedicato al riconoscimento, nel finale dell’Odissea, delle possibili tracce
dell’‘ingerenza attica’ nella recensio
pisistratide dei poemi omerici; dalla molto acuta analisi dei versi dell’elegia
per la battaglia di Platea con i quali Simonide procede a una pur cauta
riabilitazione dell’operato dei Corinzi (n. 5); dal contributo in cui viene
ripercorsa la ‘geografia’ degli epinici pindarici di committenza siceliota ed
evidenziata l’ambiguità del lessico pindarico della tirannide (n. 9); e,
soprattutto, dalla monografia dedicata alla figura del tiranno (n. 2), nella
quale i dati ricavati da una approfondita analisi critica delle fonti,
rielaborati e valutati in un quadro d’insieme ampio ed esaustivo, lasciano
emergere un puntuale e suggestivo confronto tra la caratterizzazione storica
delle più importanti figure di tiranni greci e la caratterizzazione letteraria
di celebri figure del mito. Raffinate capacità esegetiche il candidato dimostra
inoltre nel contributo dedicato ai versi finali del celebre quanto controverso
monologo pronunciato da Medea (vv. 1021-1080) nell’omonimo dramma euripideo (n.
3) e nella suggestiva interpretazione delle importanti implicazioni di poetica
sottese alla parodia di un iporchema pindarico per Ierone operata da Aristofane
in Uccelli 904-958 (n. 10). La
poliedricità degli interessi di studio del candidato si lascia apprezzare infine
dall’incursione nella drammaturgia ellenistica brillantemente operata
nell’articolo dedicato alla scena di chiaroveggenza ‘telestesica’ di Cassandra
descritta dal fr. trag. adesp. 649 Kn-Sn. (n. 6); nell’esteso saggio, dalle
importanti implicazioni antropologiche, in cui viene puntualmente analizzato il
ruolo della mantica delfica nella società, nella cultura e nel folclore della
Grecia arcaica e classica (n. 4); in un molto documentato contributo (n. 7) in
cui il candidato individua nella ‘Coppa di Amatunte’ un convincente parallelo
iconografico della cosiddetta ‘scena degli scudi’ di Eschilo, Sette contro Tebe 369-685.
In definitiva, per ampiezza di orizzonti culturali,
spessore intellettuale, rigore metodologico, finezza di analisi e capacità di
sintesi, nonché per l’originalità dei risultati della ricerca, il candidato
appare studioso del tutto maturo, degno dunque della massima considerazione ai
fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Carlo BRILLANTE
Gli interessi scientifici di Carmine Catenacci hanno
per oggetto la poesia greca di età arcaica e classica. A questi si accompagna
un forte interesse per lo studio dei modelli culturali vigenti nella società
greca del medesimo periodo. Gli studi presentati riguardano in primo luogo
l’epos omerico, la lirica greca arcaica (con particolare riguardo a Simonide e
Pindaro), la tragedia di età classica e Aristofane. Le analisi del candidato
muovono da una lettura accurata dei testi e rivelano una sicura competenza sul
piano linguistico e filologico, indispensabile nell’esame di testi frammentari.
L’esame dei frammenti e delle testimonianze si accompagna a un equilibrio di
giudizio che tiene conto dei vari aspetti – storico-culturali, comunicativi e
pragmatici – presupposti dai testi medesimi e che sono di volta in volta
individuati sulla base di una documentazione spesso lacunosa. Di particolare
interesse, sotto questo aspetto, sono lo studio sull’iporchema di Pindaro per
Hieron (fr. 105 ab, cui è forse da
aggiungere il fr. 106 S. – M.), che
Aristofane riprende in chiave parodica negli Uccelli (vv. 904 – 958), e l’analisi di due frammenti elegiaci di
Simonide, riconducibili all’elegia per la battaglia di Platea (fr. el. 15; 16 West2), che valorizzano il ruolo
avuto dai Corinzi in questa battaglia. Il contributo sul finale dell’Odissea traccia un quadro suggestivo
delle circostanze che avrebbero posto le premesse per il discusso finale del
poema.
Altri
contributi, come quello su Delfi e sulle tradizioni oracolari, si distinguono
per la capacità di cogliere, nell’ambito di una breve sintesi storica, i tratti
qualificanti e il significato che l’oracolo delfico assunse in età arcaica e
classica fino all’inevitabile declino. Un orientamento affine emerge in uno dei
contributi più recenti – dedicato alle tirannidi di età arcaica e classica –
nel quale l’autore, attraverso un accurato esame delle testimonianze più
significative, propone un’analisi puntuale e originale del significato che la
tirannide assunse in età tardo-arcaica. Le peculiarità dell’istituzione in
questa fase emergono chiaramente dal confronto con il giudizio che si sviluppò
in età classica, rilevabile soprattutto nella tragedia e nella riflessione
filosofica di V e IV secolo. Le testimonianze letterarie trovano qui un utile
termine di confronto nell’analisi delle condizioni storiche contemporanee,
nelle critiche che in età posteriore furono rivolte alla tirannide, quindi nel
significato che la medesima istituzione assunse in Grecia in epoche successive.
In questo studio, come pure in un precedente volume, nel quale la figura del
tiranno arcaico è messa a confronto con quella dell’eroe (Il tiranno e l’eroe. Per un’archeologia del potere nella Grecia antica,
Milano 1996), il candidato mette a frutto modelli interpretativi affermatisi in
ambito storico-religioso e nella cosiddetta “antropologia del mondo antico”. La
sintesi dedicata alla figura del tiranno, seguendo un indirizzo inaugurato da
J.- P. Vernant e da B. Gentili, traccia un profilo originale di questa
istituzione e contribuisce a una migliore comprensione di vari aspetti della
poesia di questo periodo.
Di notevole
interesse sono anche i due contributi dedicati alla Medea di Euripide. Nel primo il candidato affronta con acume un
problema tradizionale della filologia euripidea attraverso il riesame del noto
monologo della protagonista (vv. 1021 – 1080). Nel secondo esamina le vicende
del medesimo personaggio in rapporto ad altre versioni, anche non ispirate al
dramma euripideo, con riferimento alle rappresentazioni figurate su vasi
magnogreci di V e IV secolo a. C.
Complessivamente gli studi presentati da Carmine Catenacci si
distinguono per l’esame puntuale dei dati, l’attitudine a inserire i problemi
nel quadro generale della storia letteraria e dei mutamenti osservabili nella
società greca contemporanea, per l’interesse manifestato verso gli orientamenti
più innovativi affermatisi nella ricerca filologica e storico-letteraria. Pur
movendosi nell’ambito di tematiche complesse, che richiedono competenze in
diversi campi di studio, le sue ricerche mostrano costantemente buona
informazione, acume ed equilibrio di giudizio. I contributi presentati per la
valutazione comparativa contribuiscono validamente al progresso delle
conoscenze nello studio della letteratura greca, soprattutto di età arcaica. Ai
fini della presente valutazione comparativa i titoli presentati dal candidato
meritano la massima considerazione.
Giudizio
del Prof. Renzo TOSI
Il candidato presenta dieci pubblicazioni, tutte di
ottimo livello, incentrate soprattutto sulla tradizione poetica della Grecia
arcaica e classica, con una pregevole incursione in àmbito ellenistico in un
articolo su un frammento tragico del 2002. L’opera più significativa è senza
dubbio il volume Il tiranno e l’eroe (1996), che con notevole lucidità e
intelligenza enuclea gli elementi caratteristici dei detentori di potere in
àmbito greco, partendo dalle difformità elettive per prendere poi in esame i
segni premonitori, le peculiarità famigliari ed erotiche, le doti intellettuali
ed infine la morte. Se tale volume si avvale soprattutto di una rara capacità
di dar vita ad analisi antropologiche particolarmente felici perché saldamente
ancorate ai testi, questo pregio emerge con chiarezza anche nei restanti
lavori, ad es. sia in una meditata riflessione sulla struttura oracolare
(2001), sia nell’apprezzamento dell’interrelazione fra realtà e immaginario nei
Sette a Tebe (2002); grande sensibilità per il testo e per il fatto
letterario è inoltre evidenziata da altri contributi, ad es. sul finale dell’Odissea
(1993), su Eur. Med. 1021-1080 (2000) e soprattutto in quelli
recenti su Pindaro (2006 e 2007). Studioso pienamente maturo e di alto livello,
è degno della massima considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa.
Giudizio
del Prof. Franco MONTANARI
Carmine Catenacci è Professore
Associato presso l’Università degli Studi di Chieti. Le dieci pubblicazioni
presentate consistono in una monografia, otto articoli (tutti pubblicati su
riviste o volumi italiani) e la curatela (insieme a M. Vetta) del volume
miscellaneo I luoghi e la poesia nella
Grecia antica (Atti del Convegno Chieti-Pescara 20-22 aprile 2004),
Alessandria 2006 (n. 8).
Il candidato si è occupato prevalentemente di poesia arcaica
e classica, in particolare di Omero, di lirica arcaica (fra cui Pindaro, nn. 9
e 10) e di tragedia (il n. 3 è dedicato alla Medea di Euripide, il n. 7 ai Sette
contro Tebe di Eschilo, il n.
Al centro degli interessi di Catenacci è il mito, visto
nelle sue rielaborazioni letterarie, ma soprattutto nelle sue implicazioni
antropologiche e, in senso ampio, culturali. Sintesi di questa produzione è la
monografia Il tiranno e l’eroe,
Milano 1996 (n. 2), in cui le saghe leggendarie di figure del mito quali Odisseo,
Agamennone, Edipo vengono messe a confronto con le vicende di tiranni arcaici
come Pittaco, Periandro e Pisistrato e di monarchi orientali ‘grecizzati’ come
Creso, Ciro, Dario. Da questo confronto il candidato trae la conclusione che,
in particolare nel contesto politico della Grecia arcaica, realtà e mito,
realtà e immaginario non sono fattori indipendenti, ma si completano e si
influenzano reciprocamente, producendo nelle fonti letterarie un parallelo fra
le vicende biografiche delle due tipologie di personaggi. Su questa idea di
fondo era basato il precedente articolo sulla recensio pisistratide dei poemi omerici
(n. 1), nel quale lo studioso postulava
l’esistenza di un rapporto e di un parallelo fra il plot dell’Odissea e le
vicende che portarono Pisistrato al potere, il che spiegherebbe anche le cure
‘scientifiche’ che sotto i Pisistratidi furono prodigate al testo omerico. Ai
rapporti mito-storia-letteratura sono dedicati anche gli articoli nn. 5 e 7,
che trattano rispettivamente di un frammento di Simonide e dei Sette contro Tebe di Eschilo.
Le ricerche e le pubblicazioni di Catenacci sono
fortemente concentrate su tematiche riguardanti il folclore, le tradizioni
culturali, le caratteristiche di una civiltà improntata all’oralità, le
problematiche della comunicazione nel rapporto autore-pubblico e i generi
letterari ‘minori’ nel quadro culturale della civiltà letteraria della Grecia
antica. La sua impostazione
scientifica è caratterizzata da un ampio orizzonte e da grande attenzione nei
confronti dell’antropologia, dell’archeologia e anche delle arti figurative. Si
veda per esempio l’art. n. 7, dove la trama della
tragedia di Eschilo, attraverso opportuni confronti con elementi di iconografia
vascolare, viene ricondotta al motivo popolare che prevede l’assalto di una
città da parte di un manipolo di sette guerrieri.
Il candidato Carmine Catenacci è degno di notevole considerazione
ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Paola BERNARDINI
Nell’elenco delle dieci pubblicazioni presentate
figurano un libro, un volume contenente gli
Atti del convegno I luoghi e la poesia nella Grecia antica
e otto ampi saggi. Tutti i contributi sono pertinenti al settore scientifico
disciplinare relativo alla procedura di valutazione comparativa. Nella
curatela, insieme ad altro autore, degli Atti
l’apporto individuale del candidato è ravvisabile nella scelta del tema,
consueto e caro ad ambedue i curatori,
nella selezione dei singoli argomenti e dei collaboratori, e nella
scrupolosa precisione con la quale i loro contributi sono stati editi.
Nel complesso le pubblicazioni affrontano temi
relativi alla letteratura greca arcaica e classica, non senza incursioni nella
tragedia ellenistica (n. 6), e trattano generi diversi, dall’epica omerica al teatro
eschileo ed euripideo, alla lirica corale (Simonide e Pindaro). Il candidato,
anche quando procede all’interpretazione di testi frammentari (Simon. frr.
15-16 West; Pind. fr.105a-b Maehler) ha sempre una visione globale della
produzione dell’autore e del genere
poetico e inquadra l’opera in esaustivi panorami storico- culturali. A una
preparazione teorica di notevole ampiezza (correnti metodologiche, indirizzi
linguistici, sistemi letterari) egli unisce ottime conoscenze tecniche che
vanno dalla metrica alla papirologia e paleografia, dall’epigrafia
all’archeologia, come mostrano i saggi sul frammento di tragedia ellenistica in
P.Oxy. 2746 (n. 6) e sulle tradizioni
oracolari nella Grecia arcaica e classica (n. 4).
Il prodotto più significativo di questa molteplicità
e vastità di competenze e di interessi è rappresentato dal volume sulla figura
del tiranno nella Grecia antica (n. 2). Un’opera in cui le fonti mitiche,
storiche, poetiche, iconografiche vengono sapientemente utilizzate e vagliate
con grande attenzione non solo per ricostruire personaggi del mito e della
storia, ma anche per definire l’idea di tirannide. Nell’ambito di grandi e
dibattute tematiche, come oralità e scrittura (n. 1), o come poesia corale e Geschichtsschreibung (n. 9), o come realtà
e immaginario nelle descrizioni poetiche e figurative (n. 7), il candidato ha
sempre prospettato soluzioni intelligenti, dettate da notevole sensibilità
storica e letteraria e da un maturo senso dell’esercizio intellettuale presso
gli antichi. A ciò si aggiunge una scrittura fluida, vivace e di notevole
impatto che rende facile e godibile la lettura dei testi presentati. In
definitiva il candidato è studioso degno della massima considerazione ai fini
della presente valutazione comparativa.
La
seduta è sospesa alle ore 19.30 e viene ripresa il giorno successivo, 13
maggio, alle ore 9.30.
Candidato Prof. Valter LAPINI:
Giudizio
del Prof. Olimpia IMPERIO
La selezione delle dieci pubblicazioni proposta dal
candidato non lascia ricondurre la sua attività scientifica nell’alveo di pochi
filoni di ricerca: al contrario, dischiude un orizzonte di interessi
estremamente ampio e variegato, dentro il quale si può, al più, riconoscere una
originaria propensione verso autori e temi di ambito filosofico e storico-politico,
studiati però pur sempre in una prospettiva squisitamente filologica, fondata
cioè sul solido possesso delle tecniche d’indagine proprie della papirologia,
dell’ecdotica e della critica testuale. Emblematici di un siffatto approccio
metodologico sono in particolare: il volume su P. Oxy. 664 (n. 1), dove, pur senza prendere posizione in merito
alla vexata quaestio della paternità
del dialogo filosofico conservato dal papiro, il candidato giunge a risultati
particolarmente pregevoli nella assai convincente confutazione della Spätdatierung dei Cipselidi sostenuta da
Beloch; l’ampio e ben documentato commento all’Athenaion Politeia pseudosenofontea (n. 2), che si segnala
soprattutto per la mole cospicua di approfondimenti critici su singole parole, iuncturae e figure stilistiche proprie
del lessico politico, e, come tali, utili alla definizione del quadro
ideologico entro cui si muove l’autore e alla conseguente collocazione
cronologica dell’opuscolo; una raccolta di studi su testimonianze – celebri
quanto controverse – relative ad aspetti salienti del pensiero di Senofane,
Parmenide, Empedocle, Anassagora, Socrate e Platone (n. 4), che offrono una
congerie di stimolanti suggestioni interpretative; i lavori dedicati
all’esegesi di passi tucididei estremamente problematici e al contempo
fondamentali nella ricostruzione dell’ideologia e della vicenda politica
personale dello storiografo (nn. 3 e 6). Un ulteriore ambito di indagine,
privilegiato in una fase più recente della sua attività di ricerca, è rappresentato
dalla produzione epigrammatica di Posidippo, riconsiderata alla luce della
preziosa acquisizione del celebre papiro milanese (P.Mil. Vogl. VIII 309) edito nel 2001, cui il candidato aveva già
dedicato numerosi contributi ricchi di proposte esegetiche e critico-testuali
(uno di questi è il n. 9 della selezione), molti dei quali poi rielaborati – o
integralmente riscritti – e raccolti in un recente, poderoso volume (n. 5) che
ha suscitato l’interesse di autorevoli studiosi di poesia ellenistica (eloquente,
in tal senso, la recensione curata Alexander Sens in «Bryn Mawr Classical
Review») e rappresenta un indubbio progresso nella ricostruzione del testo del
papiro.
In conclusione, poliedricità dei temi d’indagine,
originalità dei risultati della ricerca, acribia filologica ed efficacia
espositiva caratterizzano la produzione scientifica del candidato, dalla quale
emerge una figura di studioso di alto livello e pienamente maturo, capace di
coniugare una solida institutio con
un’instancabile operosità, e perciò degno della massima considerazione ai fini
della presente valutazione comparativa.
Giudizio del Prof. Carlo BRILLANTE
I titoli presentati da Walter Lapini trattano vari
temi, dalla letteratura greca di età arcaica all’ ellenistica. Comprendono
testi letterari, filosofici (con riferimento a un ampio arco temporale, dai
presocratici agli stoici e ai cinici) e storiografici, con particolare riguardo
al secolo V, alle Storie di Tucidide
e all’ Athenaion Politeia
pseudosenofontea. Il candidato rivela buone conoscenze linguistiche e una
lettura accurata dei testi. I contributi presentati propongono in più punti
ipotesi originali che meritano un’attenta considerazione. Un interesse minore
il candidato rivela per le analisi di carattere più generale, che inquadrino le
singole proposte interpretative, delle quali si sostanzia gran parte dei
contributi presentati, in una visione più ampia della storia letteraria, dei
generi letterari, degli indirizzi seguiti dall’autore. Il candidato preferisce
concentrare l’attenzione su singoli problemi, approfonditi nei vari aspetti, e
nella discussione, spesso minuta, di precedenti interpretazioni.
Il volume
sulla cronologia dei Cipselidi offre un’analisi ampia e puntuale di due
frammenti papiracei (POxy. 664 e
3544), riconducubili a un unico componimento. Essi trattano di eventi relativi
alla storia di Corinto arcaica e menzionano personaggi famosi quali Cipselo,
Periandro, Pisistrato. L’analisi puntuale del testo e le integrazioni proposte
permettono di ricuperare il probabile svolgimento della storia e il significato
che essa doveva assumere nell’ambito di questo dialogo “filosofico”. Anche se
l’attribuzione a Eraclide Pontico resta dubbia, l’ipotesi ricostruttiva, che
vede Periandro in lotta con i Bacchiadi rimasti a Corinto dopo l’instaurazione
della tirannide, è da considerare con la massima attenzione. La seconda parte
del volume offre un valido contributo all’annoso problema della cronologia dei
Cipselidi e di altri eventi importanti della storia greca tardo-arcaica.
Nell’ampio
volume di commento all’ Athenaion
Politeia pseudosenofontea, che il candidato presenta come preliminare a
un’edizione critica e commentata, il candidato rivela una buona conoscenza dei
temi relativi alla storia e alla società ateniese del secolo V, un’attenzione
costante per i fatti linguistici e un notevole interesse per il significato di
termini ricorrenti nell’animato confronto politico dell’Atene del secolo V. A
quest’opera è dedicato anche un ampio studio nel quale il candidato, criticando
le tesi di F. Roscalla, dimostra con buone argomentazioni l’infondatezza della
tesi che colloca la composizione di quest’opera nel secolo IV.
L’ampio
volume su Posdippo comprende contributi che riprendono, e in più punti
rinnovano, precedenti interventi dell’autore. Lo spunto iniziale è offerto
dalla pubblicazione del “nuovo Posidippo”. Il candidato discute estesamente i
vari problemi offerti dai testi (paleografici, linguistici, di contenuto) e su
vari punti propone integrazioni e interpretazioni nuove di notevole interesse.
Il terzo
volume presentato per la valutazione comparativa comprende una serie di studi
di “filologia filosofica”. Sono presi in esame una serie eterogenea di problemi
che muovono dall’interpretazione di passi di autori antichi relativi alla
tradizione biografica e al riesame di frammenti per lo più di tradizione
indiretta. L’arco cronologico interessato è piuttosto esteso: dai frammenti dei
presocratici (Pittaco, Senofane, Empedocle, Parmenide, Anassagora), fino a
Socrate, Platone, i cinici e alla settima lettera pseudoeraclitea. I diversi
contributi – tra i quali si distinguono per l’interesse delle proposte quelli
su Pittaco, Empedocle, Anassagora, Ipparchia e Platone (cui è da aggiungere
l’appendice III sul mimetes akratos)
– offrono analisi attente e puntuali e riflettono l’ampiezza e la versatilità
degli interessi maturati dal candidato in vari campi di studio.
Gli altri
contributi presentati affrontano temi diversi. Oltre a due studi dedicati a
composizioni di Posidippo, esaminate secondo i criteri anzidetti, è da
menzionare quello su un discusso passo dei Cavalieri
di Aristofane (v. 901), nel quale il candidato propone di scorgere lo
stratagemma escogitato dal tiranno Periandro per eliminare i propri nemici
interni, già esaminato nello studio sulla cronologia dei Cipselidi. Completano
il panorama delle pubblicazioni due studi su Tucidide: un volume nel quale sono
discussi vari problemi della guerra peloponnesiaca narrati nel libro VIII e un
ampio contributo nel quale è riconsiderata la tesi di L. Canfora sulla
composizione delle Storie. Il
candidato riesamina con acume le argomentazioni a sostegno delle diverse
ipotesi e giunge a una conclusione “conciliante” che prevede un esilio breve
per Tucidide dopo i fatti di Amfipoli, con la conseguente inevitabile
espunzione di ete eikosi dal discusso
secondo proemio.
La
produzione scientifica di Lapini si distingue, oltre che per l’ampiezza, per la
molteplicità degli interessi e degli argomenti affrontati. La bibliografia è
ampiamente discussa; le argomentazioni addotte e l’esposizione sono
generalmente chiare ed esaustive. Le conoscenze linguistiche e la sicura institutio filologica consentono in vari
casi di proporre interpretazioni nuove e originali anche su temi a lungo dibattuti
in ambito filologico. Anche se i contributi presentati restano essenzialmente
analitici, la produzione scientifica del candidato si distingue per la sua
qualità, l’attenzione rivolta all’esame filologico del testo e in vari casi per
l’acume e l’originalità delle proposte avanzate. Ai fini della valutazione
comparativa si esprime pertanto la massima considerazione per la sua produzione
scientifica.
Giudizio
del Prof. Renzo TOSI
I dieci lavori prescelti dal candidato, nell’àmbito di una produzione particolarmente ampia e diversificata, risultano tutti di notevole spessore scientifico, e rivelatori di affinato acume critico, eccellente institutio filologica e ottime competenze papirologiche. Ciò vale innanzi tutto per i cinque volumi: l’imprescindibile commento alla Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte (1997), l’approfondito e stimolante studio sul POxy. 664 e la cronologia dei Cipselidi (a proposito del quale si veda la recensione di C. Neri in “Eikasmós” 8 [1997] 337-349), gli importanti Studi di filologia filosofica greca (2003), quelli su Posidippo (2007) e l’analisi delle problematiche inerenti all’ottavo libro di Tucidide, che, tra l’altro, dimostra capacità di amalgamare la competenza filologica a quella di tipo storico. Lo stesso si deve dire anche per gli articoli: tra di essi va ricordato ad esempio il lavoro del 1991 su Tucidide rimpatriato¸ che prende in esame uno spinosissimo e complesso problema, affrontato dai più grandi filologi del passato, sempre imbarazzati di fronte a testimonianze tra loro intimamente contraddittorie; Walter Lapini, dopo una puntuale e intelligente disamina, giunge a una soluzione originale e senza dubbio convincente. Da tutto ciò emerge che si tratta di candidato di eccezionale valore, da tenere nella massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Franco MONTANARI
Walter Lapini è Professore Associato presso
l’Università degli Studi di Genova. Le
dieci pubblicazioni presentate consistono in cinque
monografie e cinque articoli, dei quali due (nn. 9, 10) sono stati pubblicati
su una rivista tedesca, uno (n. 8) è apparso negli atti del Congresso
Internazionale di Papirologia svoltosi a Firenze nel 1998.
I temi di ricerca del candidato sono di
straordinaria ampiezza e varietà e hanno dato luogo a una produzione
scientifica inusitatamente ricca nel panorama nazionale e internazionale. Gli
interessi documentati nelle pubblicazioni presentate vanno dalla storiografia
all’epigrammatistica e dalla filosofia al teatro, e comprendono sia prosatori
che poeti. All’età arcaica si riconducono gli studi di filologia presocratica
(n. 4); all’età classica quelli su Erodoto (n. 1), Tucidide (nn. 3, 6),
Pseudo-Senofonte (nn. 2, 7) e Aristofane (n. 8); al IV secolo quelli su Eschine
(n. 10) ed Eraclide Pontico (n. 1); all’Ellenismo quelli su Posidippo (nn. 5,
9).
Dal curriculum si ricava che i suoi studi
spaziano su numerosi altri argomenti e che si è occupato anche, fra l’altro, di
tragedia del V sec.; delle Elleniche di Ossirinco; di Teofrasto, Plutarco,
Diogene Laerzio. La sua attività scientifica è di alto livello e si segnala per
produttività e continuità del tutto rilevanti.
Walter Lapini è uno studioso molto esperto, che
dimostra una profonda sensibilità per il fatto linguistico, una totale
padronanza delle problematiche della disciplina, correttezza metodologica e
ampiezza di documentazione. La robusta formazione filologica, linguistica e
storica, unita alle cospicue conoscenze in fatto di storiografia, pensiero
filosofico e papirologia letteraria, lo porta a raggiungere esiti brillanti e
innovativi anche accostandosi a testi altamente problematici. Assai rilevanti,
in particolare, i recenti contributi testuali e interpretativi sui nuovi
epigrammi di Posidippo rinvenuti in un papiro e recentemente pubblicati: per
questo il suo apporto è stato ampiamente riconosciuto e apprezzato dagli
studiosi (cfr. per es. K. Gutzwiller (ed.), The New Posidippus: A Hellenistic Poetry
Book, Oxford 2005).
Oggetti particolari di studio sono i rapporti
filologia-letteratura, filosofia-letteratura, filosofia-filologia, ma il
candidato ha dato prova di sapersi cimentare, con uguale perizia, con tutte le
specialità della disciplina, compreso il commento continuo (vedi n. 2). È
caratteristico del lavoro di Lapini il fatto di partire da una serrata analisi
(fondata su competenze indiscutibilmente ampie e solide) di uno o più dati
puntuali, per poi allargare progressivamente il campo d’indagine, fino a
raggiungere ampie sintesi esegetiche e storico-culturali, grazie a conoscenze
interdisciplinari di grande vastità e spessore (vedi soprattutto i nn. 1, 3, 6,
7).
Il candidato Walter Lapini è assolutamente degno della massima
considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Paola BERNARDINI
Tra le dieci pubblicazioni presentate ai fini della
valutazione comparativa il candidato annovera cinque libri e cinque saggi.
Tutti i contributi sono pertinenti al settore scientifico disciplinare relativo
alla procedura di valutazione comparativa. La produzione scientifica verte
principalmente su storiografia, filosofia e Posidippo, anche se sono presenti
un contributo su Aristofane (n. 8) ed un articolo sull’uso di kai ge e ede ge nei testi greci (n.10). Tutti i lavori del candidato
mostrano una grande erudizione, un aggiornamento continuo sotto il profilo
bibliografico, un’ottima conoscenza delle fonti e degli strumenti di ricerca.
La propensione per la congettura e un approccio talvolta ipercritico ai testi e
alla relativa bibliografia lo inducono a polemizzare con altri editori e interpreti, a confutare in maniera molto dettagliata le
loro proposte e a prendere posizioni personali. Questa tendenza si rivela in
particolar nel libro Studi di filologia
filosofica greca, Firenze
Candidato Prof. Liana LOMIENTO:
Giudizio
del Prof. Olimpia IMPERIO
L’edizione commentata dei Meliambi di Cercida (n. 1) occupa un posto di assoluto rilievo
nella produzione scientifica della candidata. Il volume rappresenta infatti per
vari aspetti un progresso rispetto all’autorevole precedente rappresentato
dall’edizione di Enrico Livrea, specie per quel che riguarda il commento,
puntuale e ricco di fini osservazioni metriche e linguistiche, alle quali
peraltro ampio spazio viene dato già nella estesa e ben documentata Introduzione, dove viene lucidamente
delineata la originale collocazione del poeta-filosofo nell’ambito del pensiero
cinico e nel più vasto quadro della cultura greca del terzo secolo a.C. Ma
l’interesse prevalente nell’attività di ricerca della candidata è decisamente
orientato verso l’analisi delle strutture metrico-ritmiche e dei moduli formali
dei testi poetici: come dimostrano, in particolare, un contributo dedicato alla
colometria antica delle Olimpiche IV
e V (n. 2), uno studio preliminare dei tratti tipologici dei corali aristofanei
(n. 9) e l’Introduzione al volume
sull’enjambement nella poesia antica
e moderna (n. 10), volume del quale la candidata ha condiviso con Giorgio
Cerboni Baiardi e Franca Perusino la curatela. Il manuale di metrica e ritmica,
approntato in collaborazione con Bruno Gentili (n. 4) – di cui peraltro è stata
di recente curata da Christian Kopff una importante traduzione in lingua
inglese – rappresenta senza dubbio uno dei risultati più cospicui e maturi
della sua attività scientifica, frutto delle fondamentali acquisizioni operate,
in questo settore di studi, da Bruno Gentili e da Liana Lomiento. La finezza e
l’originalità delle indagini condotte dalla candidata su testi della poesia
corale lirica, comica e tragica, nelle quali l’esegesi storico-letteraria non
viene mai disgiunta dalla parallela analisi del rapporto tra metro e sintassi e
della dimensione performativa, sono egregiamente testimoniate da altri tre dei
dieci contributi selezionati (nn. 6, 7 e 8). Degna di nota, in questa
prospettiva, anche la panoramica ampia e riccamente articolata – ancorché
necessariamente tarata sulle esigenze di una prospettiva manualistica
dell’esposizione – sulla storia della trasmissione dei testi nella Grecia
antica offerta dalla candidata all’interno del volume miscellaneo La civiltà dei Greci (n. 3).
Nel complesso la candidata dimostra solida institutio, acute doti critiche e ottima
padronanza delle metodologie d’indagine, anche in ambiti estremamente
settoriali: qualità che consentono di riconoscere nella figura di questa
candidata una studiosa matura e di alto livello e di considerarla perciò degna
di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Carlo BRILLANTE
I titoli presentati mostrano un notevole interesse
per la prosodia e la metrica greca, considerata sia sotto l’aspetto teorico sia
in rapporto ai numerosi luoghi discussi della lirica greca arcaica, della
tragedia e della commedia aristofanea. L’esame è sempre condotto con dottrina e
intelligenza interpretativa, come rivela la tendenza a considerare la
realizzazione metrica in rapporto ai contenuti e alle circostanze
dell’esecuzione. Gli interessi della candidata in questo settore emergono con
chiarezza anche nell’edizione di Cercida, il titolo maggiore presentata dalla
candidata. Questa nuova edizione dei Meliambi
si segnala per l’esauriente introduzione, l’analisi metrica, l’ampio e accurato
commento. Il manuale di metrica e ritmica greca, scritto insieme con Bruno
Gentili, presenta un ampio quadro della metrica greca, di fatto una vera e
propria “storia delle forme poetiche nella Grecia antica”, come recita il
sottotitolo. Le conoscenze maturate in questo campo in molti anni di studio
trovano qui modo di esprimersi non soltanto nell’interpretazione di singoli
passi e composizioni, pur di notevole interesse esegetico, ma anche in una
riflessione teorica che valorizza la tradizione antica nell’ambito di un’ampia
e accurata ricostruzione storica.
Anche gli
altri studi della candidata si distinguono per l’interesse all’analisi metrica
e testuale. L’esame non è mai disgiunto dalla considerazione puntuale dei
contenuti, dei caratteri del genere letterario e degli altri aspetti formali
della composizione, secondo un indirizzo affermatosi ormai da tempo nello
studio della metrica greca. Significativi in tal senso sono i due contributi
sull’ Olimpica IV di Pindaro, per la
quale la candidata si discosta in più punti dalle proposte di Snell e Maehler,
e quello sul secondo stasimo delle Coefore,
analizzato opportunamente in rapporto ai contenuti e alle circostanze
dell’azione. L’originale analisi dell’ Olimpica
V di Pindaro si distingue sia per l’attenzione portata ai vari indizi testuali
che permettono di circoscrivere le circostanze della composizione (e di proporre quindi una datazione alta),
sia per l’attento esame dei dati ricavabili dagli scoli. Nel lavoro sull’enjambement, che introduce una serie di saggi sull’argomento, il
fenomeno è opportunamente analizzato in rapporto all’uso sintattico e agli
altri fenomeni che nei diversi contesti danno forma al testo poetico.
Il breve ma
denso saggio aristofaneo esamina a fondo le varie forme di “stilizzazione”
adottate dal poeta nelle sezioni corali. Accanto alla parodia, soprattutto
tragica, che ha sempre destato un vivo interesse, la candidata esamina quelli
che, con termine mutuato da Bachtin, chiama “generi intercalari”, analizzati
sistematicamente nelle loro diverse forme. Questo contributo è completato da
un’importante tavola sinottica, che distingue le diverse forme di stilizzazione
(generi intercalari, parodie, forme ibride) in rapporto all’intera produzione
aristofanea e da una serie di osservazioni puntuali raccolte nell’ “Appendice”.
Nello studio sugli Uccelli di
Aristofane la candidata mostra con buoni argomenti come i versi presi in esame
(1470 – 1481; 1553 – 1564; 1694 - 1705) sviluppino una tematica centrale nel
dramma attraverso un processo di rovesciamento che permette di guardare ad
Atene e ai suoi conflitti interni da un mondo nuovo, creato appositamente
dall’eroe comico.
Gli altri
due saggi presentati per la valutazione comparativa testimoniano degli
interessi maturati in altri contigui campi di ricerca. Nel saggio su Dionigi di
Alicarnasso sono prese in esame alcune notevoli riflessioni presenti nel De compositione verborum, relative ai
rapporti tra poesia e prosa d’arte, alle quali segue un’acuta riflessione sulla
colometria dei testi poetici trasmessa dai papiri e dai codici. La candidata
mostra con buoni argomenti come i cola
lirici mettano in rilievo alcune misure del testo che sono parte costitutiva
della composizione poetica e del canto. L’ampio studio sulla trasmissione dei testi
nella Grecia antica offre un utile e chiaro panorama critico della trasmissione
dei testi greci dall’età tardo-arcaica all’augustea (Didimo). Questo lavoro si
distingue per la ricchezza dell’informazione e la trattazione di molti altri
temi variamente connessi con la trasmissione dei testi: dalle forme più antiche
di diffusione e “pubblicazione” al cosiddetto “riuso”, al ruolo svolto dalla
scrittura nelle varie età, al rinnovamento rappresentato dalla filologia
alessandrina.
Complessivamente gli interessi maggiori dei titoli presentati dalla
candidata per la valutazione comparativa
sono orientati sulla metrica greca, sulla colometria dei papiri e dei codici,
sulla critica del testo; a questi si accompagna un costante interesse per la
storia letteraria e le tradizioni dei generi letterari. Questi lavori rivelano
una solida institutio, una buona
attitudine all’analisi e una fine capacità critica. Tali premesse consentono di
proporre spesso interpretazioni originali di sicuro interesse. Ai fini della presente
valutazione comparativa i titoli presentati dalla candidata meritano una
notevole considerazione.
Giudizio
del Prof. Renzo TOSI
La produzione presentata riguarda Cercida, Pindaro,
la trasmissione dei testi nella Grecia antica, il teatro tragico e comico e
soprattutto la metrica. Vanno in primo luogo segnalate l'edizione critica -
corredata di ampio commento - di testimonianze e frammenti di Cercida (1993),
che costituisce un punto fermo negli studi su questo autore, e il trattato di
metrica scritto in collaborazione con Bruno Gentili, che evidenzia una
concezione storica intelligentemente duttile di tale ardua disciplina. E’
proprio la capacità di sapersi destreggiare in complessi e scabrosi problemi
metrici l’elemento che maggiormente risalta nei lavori di Liana Lomiento, una
capacità che evidenzia non solo competenza tecnica, ma anche sensibilità per il
testo, per la sua constitutio e la sua interpretazione: alla luce della
metrica, infatti, si prospetta la soluzione di difficili nodi testuali ed esegetici
sia in Pindaro (si vedano gli articoli sulle Olimpiche quinta e quarta,
del 1999 e del 2006) sia in Aesch. Choe. 794-799 (in un lavoro del
2006), sia nei corali aristofanei (2007). Si tratta di studiosa dunque di
indubbio valore e preparazione, degna di notevole considerazione ai fini della
presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Franco MONTANARI
Liana Lomiento è Professore Associato presso
l’Università degli Studi di Urbino. Le
dieci pubblicazioni presentate consistono in sette articoli (tutti pubblicati
su riviste o volumi italiani), una edizione critica con introduzione,
traduzione e commento (n. 1), la “Introduzione” a un volume miscellaneo
sull’enjambement dall’antichità al Novecento (esito di un seminario tenutosi a
Urbino nel 2005, n. 10) e infine un manuale di metrica e ritmica, scritto in
collaborazione con Bruno Gentili.
Gli interessi scientifici della candidata sono
orientati soprattutto sulla metrica greca antica, intesa sia come teoria che
come analisi metrico-ritmica dei testi poetici, rilevante sia dal punto di
vista filologico in relazione all’ecdotica sia per la storia delle forme
poetiche. Si è occupata di autori di generi lirici (Pindaro, nn. 2 e 7) e di
autori di teatro (Aristofane, nn. 6 e 9; Eschilo, n. 8). Interessante
l’articolo su Dionigi di Alicarnasso, dedicato alle problematiche riguardanti
il colon nella prosa e nella poesia
(n. 5). Il suo lavoro di maggiore impegno e importanza resta l’edizione critica di Cercida, pubblicata nel 1993 (n. 1),
come esito di approfondite ricerche.
Il capitolo sulla trasmissione dei testi,
appartenente a un volume di largo respiro e ampia divulgazione su La civiltà dei Greci (n. 3), offre
un’utile sintesi senza pretese di originalità scientifica e con qualche
debolezza.
Dal curriculum si ricava che la sua produzione
ha toccato diversi altri argomenti, sia in particolare appunto su Cercida, che
sulla lirica arcaica (soprattutto Pindaro), sulla metrica greca, sui testi
teatrali ateniesi di età classica (Eschilo, Euripide, Aristofane).
La candidata dimostra una competenza
particolarmente robusta sulle problematiche evidenziate, considerevoli capacità di analisi e
interpretazione dei testi, una solida formazione per quanto riguarda le
tecniche e i metodi della disciplina e una notevole ampiezza di documentazione.
Il suo contributo alle ricerche nei settori indicati è certamente di rilievo
nel panorama degli studi.
La candidata Liana Lomiento è degna di notevole
considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Paola BERNARDINI
Tra le pubblicazioni prescelte ai fini della
procedura di valutazione comparativa presenta due libri, di cui uno in
collaborazione, e otto saggi. Tutti i contributi sono pertinenti al settore
scientifico disciplinare relativo. Il curriculum si segnala per le numerose e
qualificanti iniziative in campo scientifico prese in ambito nazionale e
internazionale.
Nel volume, in collaborazione con altro autore,
sulla metrica e ritmica nella poesia greca (Mondadori 2003) la candidata – come
risulta dalla numerosa bibliografia – sintetizza le ricerche di base condotte
per molti anni sulla versificazione, sui metri e sulla musica nelle forme
poetiche della Grecia antica, da Omero fino al tardo Ellenismo. In questo
settore gode di fama internazionale ed è considerata specialista degna di stima
e di credito. Espongono i risultati
raggiunti in questo campo anche i contributi n. 2 e n.
Candidato Prof. Maria Pia PATTONI
Giudizio del Prof. Olimpia IMPERIO
Oggetto privilegiato dell’attività di ricerca della
candidata è – come emerge già solo dalla tipologia di sette (nn. 1, 2, 5, 7, 8,
9 e 10) delle dieci pubblicazioni esibite ai fini della presente valutazione
comparativa – la tragedia attica del quinto secolo: un posto di assoluto
rilievo occupa, in questo ambito di studi, il volume (n. 1) dedicato alla vexata quaestio della paternità eschilea
del Prometeo incatenato, difesa dalla
candidata con argomentazioni che, pur senza dirimere definitivamente la
questione (si vedano le riserve espresse in merito da Malcom Davies in una
importante recensione al volume, e ribadite, ancora nel 2004, da Martin West
nei recenti Oxford Readings
eschilei), ribattono in maniera efficace e puntuale, e con un rigore
metodologico che le ha guadagnato il plauso di Sebastiano Timpanaro, le
posizioni negazionistiche di studiosi del calibro di Mark Griffith. Gli altri
contributi afferenti a questo ambito d’indagine offrono ampie e articolate
discussioni su passi particolarmente controversi sul piano ecdotico ed
esegetico, quali i versi conclusivi del terzo stasimo delle Coefore eschilee (n. 7) o il frammento
anepigrafo 941 R. di Sofocle (n. 5), ovvero studi di più ampio respiro su forme
e modelli consolidati della topica tragica, quali la sympatheia del coro (n. 2), il motivo del kakós philos e gli spunti
‘tragicomici’ nell’Alcesti euripidea
(nn. 10 e 8), ovvero le implicazioni ideologiche connesse al trattamento del
ciclo mitico argivo da parte dei tragediografi ateniesi (n. 9). Altri due dei
contributi presentati (nn. 4 e 3) testimoniano delle incursioni della candidata
nei campi della poesia omerica e di quella teocritea, con dotti interventi di
taglio squisitamente linguistico e poetologico. Indice della versatilità
intellettuale della candidata è anche una pregevole traduzione del romanzo di
Longo Sofista (n. 6), corredata, oltre che da agili ma ben documentate note di
commento, da un esteso e stimolante saggio introduttivo, nel quale modelli
letterari e tecniche di ‘creazione-ricreazione’ e di ‘citazione-contaminazione’
dei generi sono oggetto di una lucida e raffinata disamina.
In definitiva, l’attività di ricerca della candidata
denuncia metodico e acuto esercizio filologico sui testi, solida institutio linguistica e letteraria,
estrema padronanza delle tematiche trattate ed esemplare limpidezza
argomentativa: doti che ne fanno una studiosa pienamente matura e degna di
notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Carlo BRILLANTE
Gran parte degli studi presentati da Maria Pia
Pattoni sono dedicati alla tragedia di età classica, che rappresenta il suo
principale campo di interesse. A questi si aggiungono un ampio studio
sull’idillio III di Teocrito e il commento, preceduto da un’ampia introduzione,
di fatto uno studio vero e proprio, al romanzo di Longo Sofista.
La
produzione scientifica si distingue per una pronunciata attitudine all’analisi,
che investe sia l’aspetto filologico sia quello storico-letterario. I testi
sono esaminati puntualmente sulla base di un’estesa bibliografia ampiamente
discussa nel testo e in nota. La candidata mostra la propensione a considerare
i temi sia in rapporto alle restanti opere dell’autore sia alle tradizioni del
genere letterario. Ciò le consente di proporre interpretazioni nuove anche di
testi lungamente discussi. L’attitudine critica, non disgiunta da una spiccata
sensibilità nell’apprezzamento del testo poetico, conferiscono a questi
contributi un interesse notevole e in più punti consentono un avanzamento delle
conoscenze.
Lo studio
sul Prometeo pone le premesse per
un’attenta rilettura del dramma attraverso un esame sistematico corredato da
osservazioni e critiche che rivelano estese e sicure competenze in ambito
linguistico e metrico. L’ampio commento al romanzo di Longo Sofista offre una
guida affidabile e puntuale. Nonostante
la collocazione in una collana di divulgazione scientifica, le numerose
osservazioni qui raccolte e l’ampia introduzione nella quale si indagano i
precedenti di un’opera erede al tempo stesso della poesia bucolica e del
romanzo, fanno di questo libro un importante strumento di lavoro anche per
ricerche future.
Gli studi
dedicati alla tragedia successivi al saggio sul Prometeo riguardano vari autori e argomenti. Lo studio sulla sympatheia del coro nelle parodoi analizza sistematicamente la
funzione parenetica e consolatoria che il coro svolge nei confronti del
protagonista. Si segnalano in quest’ambito le analisi delle parodoi dell’ Elettra di Sofocle e dell’ Elena
di Euripide.
Due studi
sono dedicati all’ Alcesti di
Euripide. Nel saggio sul “falso philos”
la candidata, movendo dalla figura di Ferete, indaga con acume il ruolo di un
personaggio che presenta caratteri propri e svolge un ruolo importante nella
caratterizzazione dei personaggi. Interessanti elementi di confronto sono
istituiti con il Menelao dell’ Oreste
euripideo e con Oceano del dramma eschileo. Nel secondo saggio (“Dakruoen gelasai. Sorridere tra le
lacrime nell’ Alcesti di Euripide”)
gli spunti più interessanti sono offerti dall’esame di quei tratti che esaltano
l’eroicità della protagonista, opportunamente messa a confronto con il modello
epico e tragico.
Lo studio
sul fr. 941 R. di Sofocle è di particolare interesse sia per l’analisi
filologica sia per l’esame dei contenuti. Movendo dai modelli epici utilizzati
dal poeta (la seduzione di Zeus in Il.
XIV e l’incipit dell’inno omerico a
Afrodite), la candidata mette in luce, partendo dal lessico, le modalità di
intervento della divinità nel mondo naturale, secondo un modello che ha i suoi
precedenti in Omero e in Empedocle e che sarebbe stato ripreso da Lucrezio. Di
notevole interesse è anche la proposta di lettura dei vv. 969-971 delle Coefore, lungamente discussi dalla
critica; la sua interpretazione integra la rappresentazione che di Oreste e di
Elettra offrono altri luoghi della tragedia. L’ampio studio dedicato alla
rappresentazione di Argo nella tragedia pone a confronto, evidenziandone
convergenze e diversità, il ruolo svolto dalla città nelle Supplici e nelle Eumenidi
di Eschilo con quello svolto dalla medesima città nelle Supplici di Euripide.
Degli
interessi coltivati dalla candidata offrono ancora testimonianza due saggi
dedicati a Omero e a Teocrito. Il primo evidenzia acutamente un procedimento
compositivo che trova impiego in contesti monologici (o paramonologici) già
nell’ Iliade, allorché il personaggio
è chiamato a prendere una decisione in una condizione di difficoltà; il secondo
propone un’ampia analisi dei numerosi ed eterogenei elementi ricorrenti nel
componimento, adattati con abilità e inventiva al nuovo contesto.
La
produzione scientifica di Maria Pia Pattoni manifesta ampiezza di interessi,
una notevole attitudine all’analisi in rapporto sia all’analisi filologica sia
allo studio dei modelli letterari. Ciò le consente di valorizzare i testi nella
loro specificità e complessità e di porre in luce le scelte compiute di volta
in volta dall’autore. L’acume critico, la chiarezza nell’esposizione e
l’equilibrio del giudizio fanno sì che gli studi presentati risultino di
notevole interesse per la qualità delle proposte e la novità dei risultati
raggiunti. Ai fini della valutazione comparativa i titoli della candidata
presentano un notevole interesse scientifico.
Giudizio
del Prof. Renzo TOSI
Studiosa particolarmente acuta e puntigliosa, Maria
Pia Pattoni si è segnalata soprattutto per i suoi lavori sui tragici: dei dieci
titoli presentati ai fini del presente concorso ben sette riguardano questo
ambito. Tra essi va senz’altro ricordato l’importante volume sul Prometeo
incatenato del 1987, nel quale la candidata difende con cura e precisione
la paternità eschilea dell’opera, contestando puntualmente le tesi di M.
Griffith e dando prova di ottima institutio filologica, una qualità che
è pienamente confermata dai restanti lavori, tra i quali figurano originali
proposte d’interpretazione (come quella di Choe. 969-971), interventi
testuali (particolarmente convincente quello in Soph. fr. 941 R., con una
felice congettura sui vv. 9-12), analisi di tipo scenico (cf. l’articolo del
2007 sulla scena di Ferete nell’Alcesti euripidea) ed altre di tipo
storico-politico (si veda lo studio sulla presenza e la funzione di Argo, del
2007). Al di fuori della tragedia, di particolare rilevanza sono gli interessi
per Longo Sofista, che hanno portato al bel volume edito dalla BUR nel 2005,
con introduzione, traduzione e commento di Dafni e Cloe. Si tratta di
studiosa dunque di indubbio valore e preparazione, degna di notevole
considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Franco MONTANARI
Maria Pia Pattoni è Professore Associato presso
l’Università Cattolica di Milano, sede di Brescia. Le dieci pubblicazioni presentate consistono in una
monografia (n. 1), otto articoli in riviste o volumi (uno dei quali su una rivista tedesca, n. 7) e una traduzione con
introduzione e commento del romanzo di Longo Sofista, pubblicata in una collana
di ampia divulgazione (n. 6).
Gli interessi scientifici della candidata sono
concentrati soprattutto sulla tragedia greca di età classica. All’importante
volume del 1987 sul Prometeo Incatenato
di Eschilo (n. 1), nel quale sostiene l’autenticità eschilea della discussa
tragedia, hanno fatto seguito articoli - tutti di considerevole ampiezza - sul
tema della philia fra coro e
personaggi in alcune parodoi (n. 2), su un frammento di Sofocle (n. 5), su un
problematico passo delle Coefore di
Eschilo (n. 7), sull’Alcesti di
Euripide (nn. 8 e 10), sul significato politico della presenza di Argo nella
tragedia del V secolo (n. 9). Gli altri due articoli sono dedicati al terzo
idillio di Teocrito (n. 3, di fatto una piccola monografia di oltre 80 pagine)
e all’analisi di una formula omerica nell’Iliade
e nell’Odissea (n. 4).
Dal curriculum si ricava che la sua produzione
su Eschilo, Sofocle ed Euripide, e in generale sulla tragedia, ha toccato
diversi altri argomenti e che su Longo Sofista ha pubblicato anche articoli
scientifici (oltre al già citato volume, n. 6).
La candidata dimostra non comuni capacità di
analisi e interpretazione dei testi, una solida formazione per quanto riguarda
le tecniche e i metodi della disciplina e una notevole ampiezza di
documentazione. Il suo contributo agli studi sulla tragedia greca di età
classica è certamente di grande rilievo nel panorama degli studi. Di alto
valore sono anche i suoi interventi su Teocrito e su Longo Sofista.
La candidata Maria Pia Pattoni è degna della massima
considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Paola BERNARDINI
Nell’elenco delle opere presentate dalla candidata
rientrano due libri e otto voluminosi e densi saggi. Tutti i lavori sono perfettamente
congruenti con il settore scientifico disciplinare relativo alla procedura di
valutazione comparativa e sono pubblicati in sedi qualificate.
L’attività scientifica, realizzata nell’ambito di
progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale, è degna di apprezzamento
e mostra interessanti e validi sviluppi anche a livello internazionale. La
candidata ha iniziato il suo percorso di studiosa con una prima prova, ottima,
occupandosi dell’autenticità del Prometeo
incatenato di Eschilo; un’opera condotta
con estremo equilibrio e con argomentazioni stringate e convincenti.
L’attribuzione a Eschilo della tragedia ne esce confermata e la struttura
drammatica, l’assetto metrico, le particolarità prosodiche, la lingua vengono
illustrate nei vari capitoli con chiarezza e maestria. Proseguendo
nell’attività di ricerca la studiosa ha ancor più affinato queste sue doti,
raggiungendo risultati degni di ogni considerazione perché ha spaziato in vari
settori della letteratura greca, da Omero al romanzo di Longo Sofista, a
Teocrito e perché ha dato prova di intelligenza interpretativa e di sensibilità
linguistica. Nel volume dedicato al romanzo Dafni
e Cloe di Longo Sofista, oltre alla traduzione, elegante e puntuale, si
segnalano la ricca bibliografia, l’ampia introduzione e le ‘schede
informative’, che forniscono al lettore una buona informazione sui più diversi
aspetti del romanzo, dalla storia della tradizione manoscritta alla fortuna,
dallo stile allo sfondo socio-culturale dell’opera. Un abbondante apparato di
note storico-letterarie e stilistiche contribuisce alla comprensione del testo
di Longo e arricchisce il volume. Né manca nei contributi più puntuali un’
avveduta capacità filologica che porta la candidata a suggerire letture
convincenti (per es. in Theocr.Id.3,
18 lipos,
variante antica
riportata dagli scoli, in luogo del tradito lithos in n.3), o a operare scelte testuali originali e mai
banali (ad es. n. 5). Nel complesso M.P.Pattoni è non solo studiosa seria e
competente in vari campi della letteratura greca (anche quelli più tecnici come
metrica, tecniche drammaturgiche, lessicografia e semantica), ma è anche in
grado di esporre e trattare con chiarezza le questioni più difficili e
complesse. In definitiva la candidata è degna di notevole considerazione ai
fini della presente valutazione comparativa.
Candidato Prof. Roberto VELARDI
Giudizio
del Prof. Olimpia IMPERIO
L’attività di ricerca del candidato risulta
decisamente orientata verso lo studio di alcuni importanti quanto controversi
aspetti della produzione retorica e filosofica tra la fine del quinto e la
prima metà del quarto secolo a.C. Dei due volumi che, esibiti tra le dieci
pubblicazioni oggetto della presente valutazione, rappresentano i frutti più
cospicui e originali delle ricerche condotte dal candidato, il primo (n. 1)
mette in luce le peculiarità della innovativa concezione platonica della poesia
qual è veicolata, nello Ione, da una
originale nozione di enthousiasmós;
il secondo (n. 5) raccoglie quattro saggi sulla retorica greca, nei quali: a)
vengono puntualmente esaminate le cosiddette ‘figure gorgiane’ (in particolare
quella del logismós); b) è affrontato
il problema della seconda possibile redazione – dal candidato ritenuta
posticcia e di matrice ateniese – del gorgiano Encomio di Elena; c) si trovano classificate le differenti
tipologie strutturali e stilistiche dei dialoghi platonici; d) viene discussa
la controversa questione della paternità dell’Epistula premessa alla Retorica
ad Alexandrum di Anassimene di Lampsaco (a parere del candidato un ‘falso’,
composto dallo stesso Anassimene a firma di Aristotele). Ulteriori
pubblicazioni mirano a riconoscere forme strutturali e immagini canoniche nella
topica metaforica della prosa retorica e filosofica (nn. 2, 3, 7 e 10) ovvero
ricostruiscono momenti salienti della biografia gorgiana (al soggiorno tebano e
al definitivo ritorno in Sicilia è dedicato il contributo n. 4). Altro
importante aspetto della produttività del candidato è rappresentato dalla sua
attività di traduttore, documentata dalla traduzione del Fedro platonico (n. 8), corredata da un’introduzione ampia e
dettagliata (in cui Velardi dà conto dell’articolazione dei contenuti del
dialogo e offre un’utile carrellata relativa alle figure storiche dei maestri
di retorica ivi menzionati) e da note di commento che – pur in linea con le
esigenze editoriali della Collana risultano ricche e bibliograficamente
aggiornate.
In definitiva, la produzione scientifica più
rilevante del candidato denota un’attenzione rivolta alla storia del pensiero e
del logos nella Grecia antica, e alle
relative elaborazioni concettuali, piuttosto che alle forme letterarie in
quanto tali, ed è caratterizzata da un marcato interesse per i temi filosofici
e retorici: in quest’ambito egli si muove sempre con competenza e capacità di
approfondimento, rinunciando però talvolta, nell’esegesi dei testi presi in
esame, a un metodico esercizio ecdotico e a un approccio propriamente
filologico. È perciò degno di considerazione ai fini della presente valutazione
comparativa.
Giudizio
del Prof. Carlo BRILLANTE
I titoli presentati da Roberto Velardi riguardano
essenzialmente due settori di studio: i dialoghi di Platone e la storia della
retorica greca, esaminata dalle manifestazioni iniziali fino agli sviluppi di
età imperiale.
Gli studi di
maggior impegno, dedicati al pensiero platonico, sono il volume sull’ enthousiasmòs e il commento al Fedro per
Negli altri
contributi sui dialoghi il candidato mostra un interesse costante per la
struttura complessiva dei testi, esaminata con cura, e per il significato che
l’opera platonica assuma nella tradizione letteraria e nei rapporti con la
retorica. Lo studio sulle origini dell’inno in prosa tra V e IV secolo a. C.
pone bene in luce come questo genere, che ebbe fortuna in età imperiale (Elio
Aristide), fosse già presente, non solo come abbozzo, in alcuni dialoghi quali
il Simposio, il Fedro, il Teeteto. Uno
studio successivo, dedicato a una serie di dialoghi platonici che presentano la
forma del dialogo parlato, presenta un’analisi accurata, costellata di buone
osservazioni puntuali.
I rapporti
del pensiero platonico con i procedimenti di apprendimento propri della
retorica sono oggetto di un’acuta analisi che parte dall’esame di un passo del Fedro (228 D 1 – 4). I contributi sulla
storia della retorica riguardano vari aspetti. Alcuni ne indagano le origini,
con riferimento alle figure dei fondatori. Nel saggio “Tisia, Corace e
l’argomento del corvo”, il candidato, sulla scia di una tesi di Cole, mostra
con buoni argomenti come la figura di Corace non sia da considerare un
personaggio storico e tragga origine dalla tradizione biografica relativa a
Tisia. Nel saggio sull’ Epistula ad
Alexandrum premessa alla Retorica tramandata
nel corpus aristotelico ma da
attribuire ad Anassimene di Lampsaco, il candidato tenta di ricostruire il
percorso che ha portato alla falsa attribuzione e propone di farne risalire
l’origine allo stesso Anassimene. Il lavoro è ben informato, anche se la
ricostruzione resta ipotetica.
Tra gli
studi sulla storia della retorica si segnalano quelli su Gorgia. Nel più
recente, dedicato all’ Encomio di Elena,
l’opera è considerata in rapporto ai diversi strumenti dell’argomentazione.
Degno di nota è qui il riesame del termine logismos,
condotto alla luce delle occorrenze contemporanee. Un precedente saggio sulla
medesima opera analizza la convergenza tra discorso poetico e parola magica. Un
notevole contributo è infine quello sulla permanenza del vecchio Gorgia a Tebe,
prima del definitivo ritorno in Sicilia. Rivalutando con buoni argomenti una
testimonianza di Plutarco, il candidato sostiene la fondatezza di una
permanenza a Tebe del pitagorico Liside, accolto dal suo vecchio allievo
Epaminonda.
Nell’ampio
studio dedicato ai rapporti tra parola poetica e immagine il candidato propone di
individuare le premesse di questo fecondo rapporto già nella poesia omerica, in
particolare nell’Odissea, e ne segue
gli sviluppi nella rappresentazione tragica, nella retorica e nella filosofia.
Completa la serie delle pubblicazioni uno stimolante saggio sulle forme attuali
di apprendimento e trasmissione della conoscenza, chiamata a misurarsi con la
multimedialità.
I
contributi presentati da Roberto Velardi, pur limitati ad alcuni aspetti della
riflessione platonica e della storia della retorica, comprendono un ampio arco
temporale e riguardano vari autori. Essi manifestano un costante interesse per
le diverse modalità con le quali si è affermata in Grecia una riflessione sulla
parola: da quella poetica a quella filosofica e retorica. Questi studi rivelano
una sicura institutio e una capacità
argomentativa che in vari casi permette di raggiungere risultati di indubbio
interesse. Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli presentati
dal candidato meritano un’attenta considerazione.
Giudizio
del Prof. Renzo TOSI
Le pubblicazioni presentate riflettono gli interessi
del candidato, essenzialmente incentrati sulla storia della retorica classica:
gli autori trattati sono Gorgia, Anassimene, Menandro retore, e soprattutto
Platone. In effetti, è soprattutto a proposito dell’opera platonica che Roberto
Velardi ha prodotto i lavori più interessanti e convincenti, a cominciare dal
volume Enthousiasmòs del 1989, per proseguire coi saggi contenuti in Retorica
filosofia letteratura del 2001, con l’introduzione, traduzione e commento
del Fedro per i tipi della BUR del 2006, e per finire con un saggio sul
tema cruciale della memoria, del 2007. Apprezzabile è anche il lavoro
sull’antico problema del rapporto fra parola e immagine, studiato anche in
relazione a Italo Calvino (2004) e che evidenzia ampi interessi e capacità di
collegare letterature classiche e moderne. In conclusione, si tratta di
studioso serio e valido, che va preso in considerazione ai fini della presente
valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Franco MONTANARI
Roberto Velardi è Professore Associato presso l’Università
degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Le dieci pubblicazioni presentate
consistono in due monografie (nn. 1 e 5), sette articoli (tutti pubblicati su
riviste o volumi italiani) e una traduzione con
introduzione e commento del Fedro di
Platone, pubblicata in una collana di ampia divulgazione (n. 8).
Al centro degli interessi di Velardi è la storia della
poetica e della retorica nella cultura greca antica. Gli autori più presenti
nelle sue ricerche sono Platone e Gorgia. Il volume del 1989 (n. 1) riguarda la
teoria della poetica in Platone e si concentra in particolare sullo Ione, esaminando l’attività poetica come
fenomeno religioso e rituale. In seguito, il candidato è tornato a più riprese
a occuparsi di Platone (nn. 2, 5, 8 e 9), sia affrontando ancora problematiche
relative alla poetica, sia occupandosi del Fedro.
Un altro autore molto studiato da Velardi è Gorgia (nn. 3, 4
e 5), al quale sono dedicati contributi significativi, soprattutto all’analisi
dell’Encomio di Elena, ma anche per
quanto riguarda la sua posizione nella storia della retorica e oratoria greca
di età classica. Il volume del 2001 raccoglie alcuni saggi, che riguardano
ancora Platone e Gorgia, e inoltre Anassimene di Lampsaco (del quale si
analizza l’epistola ad Alessandro premessa alla Rhetorica). Infine, nell’articolo n. 10 si discute in particolare
sul tema delle origini della retorica nel mondo greco e sulle problematiche
figure tradizionalmente ad esso collegate nelle fonti, cioè Tisia e Corace.
Le ricerche e le pubblicazioni di Velardi sono
fortemente concentrate in particolare sulle già evidenziate tematiche
riguardanti la poetica e la retorica nel quadro culturale della civiltà
letteraria della Grecia antica.
Il candidato Roberto
Velardi è degno di considerazione ai fini della
presente valutazione comparativa.
Giudizio
del Prof. Paola BERNARDINI
Nell’elenco delle dieci pubblicazioni vengono
presentati tre libri e sette saggi. I dieci titoli sono decisamente orientati
verso il settore della prosa greca. Prevalgono in maniera evidente le tematiche
filosofiche e retoriche. Lodevole è l’organizzazione di iniziative in campo
scientifico, soprattutto a livello nazionale. La produzione del candidato risponde
nel complesso agli interessi manifestati sin dall’inizio della sua attività di
ricerca con il libro Enthousiasmòs.
Possessione rituale e teoria della comunicazione poetica in Platone. Le
teorie della comunicazione, Platone, la retorica, il pensiero filosofico sono i
temi più spesso affrontati sia nei tre volumi, sia negli articoli, ampi e ben
argomentati. L’interesse per i problemi culturali e per la odierna didattica e
ricezione scolastica è dimostrato dal saggio n.6. Nel settore della retorica
antica il candidato è sicuramente competente sia sotto il profilo teorico che
sotto quello della conoscenza dei testi. I saggi su Menandro retore e Platone
(n.2), su Gorgia e l’analisi tipologica del discorso nell’Encomio
di Elena (n. 3), su Gorgia a
Tebe (n.4), denotano una lunga consuetudine
con le questioni relative alla comunicazione e una sicura conoscenza
delle fonti, non disgiunte da una visione personale e originale. Nel contributo
n. 4 dopo l’iniziale e necessaria ricostruzione del contenuto del De genio Socratis di Plutarco, l’A. si
sofferma sull’incontro a Tebe del pitagorico Liside, ospite della famiglia di
Epaminonda, con Gorgia (583 B), recuperando una testimonianza assente in
Diels-Kranz e nelle raccolte successive di testimonia
e frammenti, e chiarendo il ruolo di mediazione avuto da Gorgia nei rapporti
tra Giasone di Tessaglia ed Epaminonda di Tebe. La dimestichezza con i temi
della retorica, sempre sotto il profilo
storico, traspare anche nel contributo n. 10 nel quale si portano argomenti
convincenti per l’eliminazione dalla scena dell’insegnamento retorico di Corace
(Corvo) e per la confutazione dell’aneddoto sulla disputa tra Tisia e il suo
presunto maestro. Di più ampio respiro il saggio n. 7 che affronta temi quali
il rapporto tra parola e immagine, visione e ascolto, lettura e fruizione
dell’immagine visiva. L’interesse filosofico si è concentrato soprattutto su
Platone, Anassimene di Lampsaco e Gorgia, come dimostra il volume pubblicato
nel Quaderno n. 6 di AION.
Nel volume Platone.
Fedro, per la casa editrice Rizzoli la traduzione del dialogo è condotta
con eleganza e maestria ed è presente un ricco apparato di note
storico-culturali, con in più preziose schede relative ai maestri di retorica
menzionati nel Fedro. Nel complesso
un’opera utile e pregevole. La produzione del candidato è di buon livello e
sicuramente frutto di impegno culturale e di esercizio intellettuale. Le
tematiche affrontate sono tuttavia limitate ad alcuni aspetti della letteratura
greca e obliterano settori vitali della cultura del mondo ellenico come la
poesia, la tragedia, la storiografia. In conclusione il candidato è senz’altro
degno di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.
GIUDIZI COLLEGIALI
Candidato: Prof.
Carmine CATENACCI
Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al
settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e
assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I
risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono
originali, innovativi e di alto livello, per cui portano a rilevanti progressi
della conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento
all’inquadramento culturale, storico e antropologico dei fatti letterari.
Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in base ai
giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime
giudizio totalmente positivo.
Candidato: Prof. Valter LAPINI
Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al
settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e
assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I
risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono
originali, innovativi e di alto livello, per cui portano a rilevanti progressi
della conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento allo
studio analitico dei problemi testuali e alla soluzione di questioni storiche e
filosofiche. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e
in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione
esprime giudizio totalmente positivo.
Candidato: Prof. Liana LOMIENTO
Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al
settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e
assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I
risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono
originali, maturi e di notevole livello, per cui portano a progressi della
conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento alle
questioni metrico-ritmiche e ai problemi testuali e letterari ad esse
collegati. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e
in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime
giudizio fortemente positivo.
Candidato Prof. Maria Pia PATTONI
Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al
settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e
assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I
risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono
originali, maturi e di notevole livello, per cui portano a progressi della
conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento alle
problematiche inerenti al teatro tragico, alla storia dei generi letterari e al
romanzo. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in
base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione
esprime giudizio fortemente positivo.
Candidato Prof. Roberto VELARDI
Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al
settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e
assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I
risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, presentano
aspetti di originalità e di personale rielaborazione di problematiche
filosofiche e retoriche, per cui portano a progressi della conoscenza nei campi
oggetto d’indagine. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività
didattica e in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la
commissione esprime giudizio positivo.
La seduta è tolta alle ore
13.15 e
Letto, approvato e
sottoscritto seduta stante.
Prof. Presidente Paola BERNARDINI
Prof. Segretario Olimpia IMPERIO
Prof. Carlo BRILLANTE
Prof. Franco MONTANARI
Prof. Renzo TOSI