Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario Presso la Facolta' di Lettere e Filosofia Settore L-FIL-Let/02. Pubblicato sulla Gazzetta n. 54 del 11/07/2008.

 
 
VERBALE N. 3

 

Il giorno 12 maggio 2010  alle ore  18.15, presso i locali del Rettorato dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” in Chieti, ha avuto luogo la 3^ riunione della Commissione costituita per il concorso di cui in premessa.

 

La Commissione,  composta dai seguenti  professori:

 

Prof. Paola BERNARDINI     -         Presidente

Prof. Olimpia IMPERIO          -          Segretario

Prof. Carlo BRILLANTE        -         Membro eletto

Prof. Franco MONTANARI -            Membro eletto

Prof. Renzo TOSI                   -         Membro eletto

 

risulta presente al completo e pertanto la seduta è valida.

           

            Ogni Commissario, dopo attenta analisi del profilo curricolare, dei titoli e delle pubblicazioni procede alla formulazione di un giudizio individuale per ogni candidato.

 

GIUDIZI  INDIVIDUALI

 

 

Candidato Prof. Carmine CATENACCI:

 

Giudizio del Prof. Olimpia IMPERIO

La produzione scientifica del candidato appare prevalentemente orientata verso uno studio di forme e generi della letteratura greca di età arcaica e classica, costantemente condotto secondo un approccio metodologico che lascia emergere con chiarezza la vitalità dell’intreccio sempre operante tra realtà storica e immaginario poetico-letterario. Una siffatta metodologia d’indagine emerge, in particolare: da un articolo (n. 1) dedicato al riconoscimento, nel finale dell’Odissea, delle possibili tracce dell’‘ingerenza attica’ nella recensio pisistratide dei poemi omerici; dalla molto acuta analisi dei versi dell’elegia per la battaglia di Platea con i quali Simonide procede a una pur cauta riabilitazione dell’operato dei Corinzi (n. 5); dal contributo in cui viene ripercorsa la ‘geografia’ degli epinici pindarici di committenza siceliota ed evidenziata l’ambiguità del lessico pindarico della tirannide (n. 9); e, soprattutto, dalla monografia dedicata alla figura del tiranno (n. 2), nella quale i dati ricavati da una approfondita analisi critica delle fonti, rielaborati e valutati in un quadro d’insieme ampio ed esaustivo, lasciano emergere un puntuale e suggestivo confronto tra la caratterizzazione storica delle più importanti figure di tiranni greci e la caratterizzazione letteraria di celebri figure del mito. Raffinate capacità esegetiche il candidato dimostra inoltre nel contributo dedicato ai versi finali del celebre quanto controverso monologo pronunciato da Medea (vv. 1021-1080) nell’omonimo dramma euripideo (n. 3) e nella suggestiva interpretazione delle importanti implicazioni di poetica sottese alla parodia di un iporchema pindarico per Ierone operata da Aristofane in Uccelli 904-958 (n. 10). La poliedricità degli interessi di studio del candidato si lascia apprezzare infine dall’incursione nella drammaturgia ellenistica brillantemente operata nell’articolo dedicato alla scena di chiaroveggenza ‘telestesica’ di Cassandra descritta dal fr. trag. adesp. 649 Kn-Sn. (n. 6); nell’esteso saggio, dalle importanti implicazioni antropologiche, in cui viene puntualmente analizzato il ruolo della mantica delfica nella società, nella cultura e nel folclore della Grecia arcaica e classica (n. 4); in un molto documentato contributo (n. 7) in cui il candidato individua nella ‘Coppa di Amatunte’ un convincente parallelo iconografico della cosiddetta ‘scena degli scudi’ di Eschilo, Sette contro Tebe 369-685.

In definitiva, per ampiezza di orizzonti culturali, spessore intellettuale, rigore metodologico, finezza di analisi e capacità di sintesi, nonché per l’originalità dei risultati della ricerca, il candidato appare studioso del tutto maturo, degno dunque della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Carlo BRILLANTE

 

Gli interessi scientifici di Carmine Catenacci hanno per oggetto la poesia greca di età arcaica e classica. A questi si accompagna un forte interesse per lo studio dei modelli culturali vigenti nella società greca del medesimo periodo. Gli studi presentati riguardano in primo luogo l’epos omerico, la lirica greca arcaica (con particolare riguardo a Simonide e Pindaro), la tragedia di età classica e Aristofane. Le analisi del candidato muovono da una lettura accurata dei testi e rivelano una sicura competenza sul piano linguistico e filologico, indispensabile nell’esame di testi frammentari. L’esame dei frammenti e delle testimonianze si accompagna a un equilibrio di giudizio che tiene conto dei vari aspetti – storico-culturali, comunicativi e pragmatici – presupposti dai testi medesimi e che sono di volta in volta individuati sulla base di una documentazione spesso lacunosa. Di particolare interesse, sotto questo aspetto, sono lo studio sull’iporchema di Pindaro per Hieron (fr. 105 ab, cui è forse da aggiungere il fr. 106 S. – M.), che Aristofane riprende in chiave parodica negli Uccelli (vv. 904 – 958), e l’analisi di due frammenti elegiaci di Simonide, riconducibili all’elegia per la battaglia di Platea (fr. el. 15; 16  West2), che valorizzano il ruolo avuto dai Corinzi in questa battaglia. Il contributo sul finale dell’Odissea traccia un quadro suggestivo delle circostanze che avrebbero posto le premesse per il discusso finale del poema.

   Altri contributi, come quello su Delfi e sulle tradizioni oracolari, si distinguono per la capacità di cogliere, nell’ambito di una breve sintesi storica, i tratti qualificanti e il significato che l’oracolo delfico assunse in età arcaica e classica fino all’inevitabile declino. Un orientamento affine emerge in uno dei contributi più recenti – dedicato alle tirannidi di età arcaica e classica – nel quale l’autore, attraverso un accurato esame delle testimonianze più significative, propone un’analisi puntuale e originale del significato che la tirannide assunse in età tardo-arcaica. Le peculiarità dell’istituzione in questa fase emergono chiaramente dal confronto con il giudizio che si sviluppò in età classica, rilevabile soprattutto nella tragedia e nella riflessione filosofica di V e IV secolo. Le testimonianze letterarie trovano qui un utile termine di confronto nell’analisi delle condizioni storiche contemporanee, nelle critiche che in età posteriore furono rivolte alla tirannide, quindi nel significato che la medesima istituzione assunse in Grecia in epoche successive. In questo studio, come pure in un precedente volume, nel quale la figura del tiranno arcaico è messa a confronto con quella dell’eroe (Il tiranno e l’eroe. Per un’archeologia del potere nella Grecia antica, Milano 1996), il candidato mette a frutto modelli interpretativi affermatisi in ambito storico-religioso e nella cosiddetta “antropologia del mondo antico”. La sintesi dedicata alla figura del tiranno, seguendo un indirizzo inaugurato da J.- P. Vernant e da B. Gentili, traccia un profilo originale di questa istituzione e contribuisce a una migliore comprensione di vari aspetti della poesia di questo periodo.

   Di notevole interesse sono anche i due contributi dedicati alla Medea di Euripide. Nel primo il candidato affronta con acume un problema tradizionale della filologia euripidea attraverso il riesame del noto monologo della protagonista (vv. 1021 – 1080). Nel secondo esamina le vicende del medesimo personaggio in rapporto ad altre versioni, anche non ispirate al dramma euripideo, con riferimento alle rappresentazioni figurate su vasi magnogreci di V e IV secolo a. C.

   Complessivamente gli studi presentati da Carmine Catenacci si distinguono per l’esame puntuale dei dati, l’attitudine a inserire i problemi nel quadro generale della storia letteraria e dei mutamenti osservabili nella società greca contemporanea, per l’interesse manifestato verso gli orientamenti più innovativi affermatisi nella ricerca filologica e storico-letteraria. Pur movendosi nell’ambito di tematiche complesse, che richiedono competenze in diversi campi di studio, le sue ricerche mostrano costantemente buona informazione, acume ed equilibrio di giudizio. I contributi presentati per la valutazione comparativa contribuiscono validamente al progresso delle conoscenze nello studio della letteratura greca, soprattutto di età arcaica. Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli presentati dal candidato meritano la massima considerazione.

 

Giudizio del Prof. Renzo TOSI

 

Il candidato presenta dieci pubblicazioni, tutte di ottimo livello, incentrate soprattutto sulla tradizione poetica della Grecia arcaica e classica, con una pregevole incursione in àmbito ellenistico in un articolo su un frammento tragico del 2002. L’opera più significativa è senza dubbio il volume Il tiranno e l’eroe (1996), che con notevole lucidità e intelligenza enuclea gli elementi caratteristici dei detentori di potere in àmbito greco, partendo dalle difformità elettive per prendere poi in esame i segni premonitori, le peculiarità famigliari ed erotiche, le doti intellettuali ed infine la morte. Se tale volume si avvale soprattutto di una rara capacità di dar vita ad analisi antropologiche particolarmente felici perché saldamente ancorate ai testi, questo pregio emerge con chiarezza anche nei restanti lavori, ad es. sia in una meditata riflessione sulla struttura oracolare (2001), sia nell’apprezzamento dell’interrelazione fra realtà e immaginario nei Sette a Tebe (2002); grande sensibilità per il testo e per il fatto letterario è inoltre evidenziata da altri contributi, ad es. sul finale dell’Odissea (1993), su Eur. Med. 1021-1080 (2000) e soprattutto in quelli recenti su Pindaro (2006 e 2007). Studioso pienamente maturo e di alto livello, è degno della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del Prof. Franco MONTANARI

Carmine Catenacci è Professore Associato presso l’Università degli Studi di Chieti. Le dieci pubblicazioni presentate consistono in una monografia, otto articoli (tutti pubblicati su riviste o volumi italiani) e la curatela (insieme a M. Vetta) del volume miscellaneo I luoghi e la poesia nella Grecia antica (Atti del Convegno Chieti-Pescara 20-22 aprile 2004), Alessandria 2006 (n. 8).

Il candidato si è occupato prevalentemente di poesia arcaica e classica, in particolare di Omero, di lirica arcaica (fra cui Pindaro, nn. 9 e 10) e di tragedia (il n. 3 è dedicato alla Medea di Euripide, il n. 7 ai Sette contro Tebe di Eschilo, il n. 6 a un frammento di tragedia ellenistica).

Al centro degli interessi di Catenacci è il mito, visto nelle sue rielaborazioni letterarie, ma soprattutto nelle sue implicazioni antropologiche e, in senso ampio, culturali. Sintesi di questa produzione è la monografia Il tiranno e l’eroe, Milano 1996 (n. 2), in cui le saghe leggendarie di figure del mito quali Odisseo, Agamennone, Edipo vengono messe a confronto con le vicende di tiranni arcaici come Pittaco, Periandro e Pisistrato e di monarchi orientali ‘grecizzati’ come Creso, Ciro, Dario. Da questo confronto il candidato trae la conclusione che, in particolare nel contesto politico della Grecia arcaica, realtà e mito, realtà e immaginario non sono fattori indipendenti, ma si completano e si influenzano reciprocamente, producendo nelle fonti letterarie un parallelo fra le vicende biografiche delle due tipologie di personaggi. Su questa idea di fondo era basato il precedente articolo sulla recensio pisistratide dei poemi omerici (n. 1), nel quale lo studioso postulava l’esistenza di un rapporto e di un parallelo fra il plot dell’Odissea e le vicende che portarono Pisistrato al potere, il che spiegherebbe anche le cure ‘scientifiche’ che sotto i Pisistratidi furono prodigate al testo omerico. Ai rapporti mito-storia-letteratura sono dedicati anche gli articoli nn. 5 e 7, che trattano rispettivamente di un frammento di Simonide e dei Sette contro Tebe di Eschilo.

Le ricerche e le pubblicazioni di Catenacci sono fortemente concentrate su tematiche riguardanti il folclore, le tradizioni culturali, le caratteristiche di una civiltà improntata all’oralità, le problematiche della comunicazione nel rapporto autore-pubblico e i generi letterari ‘minori’ nel quadro culturale della civiltà letteraria della Grecia antica. La sua impostazione scientifica è caratterizzata da un ampio orizzonte e da grande attenzione nei confronti dell’antropologia, dell’archeologia e anche delle arti figurative. Si veda per esempio l’art. n. 7, dove la trama della tragedia di Eschilo, attraverso opportuni confronti con elementi di iconografia vascolare, viene ricondotta al motivo popolare che prevede l’assalto di una città da parte di un manipolo di sette guerrieri.

Il candidato Carmine Catenacci è degno di notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del Prof. Paola BERNARDINI

 

Nell’elenco delle dieci pubblicazioni presentate figurano un libro, un volume contenente gli  Atti del convegno I luoghi e la poesia nella Grecia antica e otto ampi saggi. Tutti i contributi sono pertinenti al settore scientifico disciplinare relativo alla procedura di valutazione comparativa. Nella curatela, insieme ad altro autore, degli Atti l’apporto individuale del candidato è ravvisabile nella scelta del tema, consueto e caro ad ambedue i curatori,  nella selezione dei singoli argomenti e dei collaboratori, e nella scrupolosa precisione con la quale i loro contributi sono stati editi.

Nel complesso le pubblicazioni affrontano temi relativi alla letteratura greca arcaica e classica, non senza incursioni nella tragedia ellenistica (n. 6), e trattano generi diversi, dall’epica omerica al teatro eschileo ed euripideo, alla lirica corale (Simonide e Pindaro). Il candidato, anche quando procede all’interpretazione di testi frammentari (Simon. frr. 15-16 West; Pind. fr.105a-b Maehler) ha sempre una visione globale della produzione dell’autore  e del genere poetico e inquadra l’opera in esaustivi panorami storico- culturali. A una preparazione teorica di notevole ampiezza (correnti metodologiche, indirizzi linguistici, sistemi letterari) egli unisce ottime conoscenze tecniche che vanno dalla metrica alla papirologia e paleografia, dall’epigrafia all’archeologia, come mostrano i saggi sul frammento di tragedia ellenistica in P.Oxy. 2746 (n. 6) e sulle tradizioni oracolari nella Grecia arcaica e classica (n. 4).

Il prodotto più significativo di questa molteplicità e vastità di competenze e di interessi è rappresentato dal volume sulla figura del tiranno nella Grecia antica (n. 2). Un’opera in cui le fonti mitiche, storiche, poetiche, iconografiche vengono sapientemente utilizzate e vagliate con grande attenzione non solo per ricostruire personaggi del mito e della storia, ma anche per definire l’idea di tirannide. Nell’ambito di grandi e dibattute tematiche, come oralità e scrittura (n. 1), o come poesia corale e Geschichtsschreibung (n. 9), o come realtà e immaginario nelle descrizioni poetiche e figurative (n. 7), il candidato ha sempre prospettato soluzioni intelligenti, dettate da notevole sensibilità storica e letteraria e da un maturo senso dell’esercizio intellettuale presso gli antichi. A ciò si aggiunge una scrittura fluida, vivace e di notevole impatto che rende facile e godibile la lettura dei testi presentati. In definitiva il candidato è studioso degno della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

            La seduta è sospesa alle ore 19.30 e viene ripresa il giorno successivo, 13 maggio, alle ore 9.30.

 

 

 

Candidato Prof. Valter LAPINI:

 

Giudizio del Prof. Olimpia IMPERIO

 

La selezione delle dieci pubblicazioni proposta dal candidato non lascia ricondurre la sua attività scientifica nell’alveo di pochi filoni di ricerca: al contrario, dischiude un orizzonte di interessi estremamente ampio e variegato, dentro il quale si può, al più, riconoscere una originaria propensione verso autori e temi di ambito filosofico e storico-politico, studiati però pur sempre in una prospettiva squisitamente filologica, fondata cioè sul solido possesso delle tecniche d’indagine proprie della papirologia, dell’ecdotica e della critica testuale. Emblematici di un siffatto approccio metodologico sono in particolare: il volume su P. Oxy. 664 (n. 1), dove, pur senza prendere posizione in merito alla vexata quaestio della paternità del dialogo filosofico conservato dal papiro, il candidato giunge a risultati particolarmente pregevoli nella assai convincente confutazione della Spätdatierung dei Cipselidi sostenuta da Beloch; l’ampio e ben documentato commento all’Athenaion Politeia pseudosenofontea (n. 2), che si segnala soprattutto per la mole cospicua di approfondimenti critici su singole parole, iuncturae e figure stilistiche proprie del lessico politico, e, come tali, utili alla definizione del quadro ideologico entro cui si muove l’autore e alla conseguente collocazione cronologica dell’opuscolo; una raccolta di studi su testimonianze – celebri quanto controverse – relative ad aspetti salienti del pensiero di Senofane, Parmenide, Empedocle, Anassagora, Socrate e Platone (n. 4), che offrono una congerie di stimolanti suggestioni interpretative; i lavori dedicati all’esegesi di passi tucididei estremamente problematici e al contempo fondamentali nella ricostruzione dell’ideologia e della vicenda politica personale dello storiografo (nn. 3 e 6). Un ulteriore ambito di indagine, privilegiato in una fase più recente della sua attività di ricerca, è rappresentato dalla produzione epigrammatica di Posidippo, riconsiderata alla luce della preziosa acquisizione del celebre papiro milanese (P.Mil. Vogl. VIII 309) edito nel 2001, cui il candidato aveva già dedicato numerosi contributi ricchi di proposte esegetiche e critico-testuali (uno di questi è il n. 9 della selezione), molti dei quali poi rielaborati – o integralmente riscritti – e raccolti in un recente, poderoso volume (n. 5) che ha suscitato l’interesse di autorevoli studiosi di poesia ellenistica (eloquente, in tal senso, la recensione curata Alexander Sens in «Bryn Mawr Classical Review») e rappresenta un indubbio progresso nella ricostruzione del testo del papiro.

In conclusione, poliedricità dei temi d’indagine, originalità dei risultati della ricerca, acribia filologica ed efficacia espositiva caratterizzano la produzione scientifica del candidato, dalla quale emerge una figura di studioso di alto livello e pienamente maturo, capace di coniugare una solida institutio con un’instancabile operosità, e perciò degno della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del Prof. Carlo BRILLANTE

 

I titoli presentati da Walter Lapini trattano vari temi, dalla letteratura greca di età arcaica all’ ellenistica. Comprendono testi letterari, filosofici (con riferimento a un ampio arco temporale, dai presocratici agli stoici e ai cinici) e storiografici, con particolare riguardo al secolo V, alle Storie di Tucidide e all’ Athenaion Politeia pseudosenofontea. Il candidato rivela buone conoscenze linguistiche e una lettura accurata dei testi. I contributi presentati propongono in più punti ipotesi originali che meritano un’attenta considerazione. Un interesse minore il candidato rivela per le analisi di carattere più generale, che inquadrino le singole proposte interpretative, delle quali si sostanzia gran parte dei contributi presentati, in una visione più ampia della storia letteraria, dei generi letterari, degli indirizzi seguiti dall’autore. Il candidato preferisce concentrare l’attenzione su singoli problemi, approfonditi nei vari aspetti, e nella discussione, spesso minuta, di precedenti interpretazioni.

   Il volume sulla cronologia dei Cipselidi offre un’analisi ampia e puntuale di due frammenti papiracei (POxy. 664 e 3544), riconducubili a un unico componimento. Essi trattano di eventi relativi alla storia di Corinto arcaica e menzionano personaggi famosi quali Cipselo, Periandro, Pisistrato. L’analisi puntuale del testo e le integrazioni proposte permettono di ricuperare il probabile svolgimento della storia e il significato che essa doveva assumere nell’ambito di questo dialogo “filosofico”. Anche se l’attribuzione a Eraclide Pontico resta dubbia, l’ipotesi ricostruttiva, che vede Periandro in lotta con i Bacchiadi rimasti a Corinto dopo l’instaurazione della tirannide, è da considerare con la massima attenzione. La seconda parte del volume offre un valido contributo all’annoso problema della cronologia dei Cipselidi e di altri eventi importanti della storia greca tardo-arcaica.

   Nell’ampio volume di commento all’ Athenaion Politeia pseudosenofontea, che il candidato presenta come preliminare a un’edizione critica e commentata, il candidato rivela una buona conoscenza dei temi relativi alla storia e alla società ateniese del secolo V, un’attenzione costante per i fatti linguistici e un notevole interesse per il significato di termini ricorrenti nell’animato confronto politico dell’Atene del secolo V. A quest’opera è dedicato anche un ampio studio nel quale il candidato, criticando le tesi di F. Roscalla, dimostra con buone argomentazioni l’infondatezza della tesi che colloca la composizione di quest’opera nel secolo IV.

   L’ampio volume su Posdippo comprende contributi che riprendono, e in più punti rinnovano, precedenti interventi dell’autore. Lo spunto iniziale è offerto dalla pubblicazione del “nuovo Posidippo”. Il candidato discute estesamente i vari problemi offerti dai testi (paleografici, linguistici, di contenuto) e su vari punti propone integrazioni e interpretazioni nuove di notevole interesse.

   Il terzo volume presentato per la valutazione comparativa comprende una serie di studi di “filologia filosofica”. Sono presi in esame una serie eterogenea di problemi che muovono dall’interpretazione di passi di autori antichi relativi alla tradizione biografica e al riesame di frammenti per lo più di tradizione indiretta. L’arco cronologico interessato è piuttosto esteso: dai frammenti dei presocratici (Pittaco, Senofane, Empedocle, Parmenide, Anassagora), fino a Socrate, Platone, i cinici e alla settima lettera pseudoeraclitea. I diversi contributi – tra i quali si distinguono per l’interesse delle proposte quelli su Pittaco, Empedocle, Anassagora, Ipparchia e Platone (cui è da aggiungere l’appendice III sul mimetes akratos) – offrono analisi attente e puntuali e riflettono l’ampiezza e la versatilità degli interessi maturati dal candidato in vari campi di studio.

   Gli altri contributi presentati affrontano temi diversi. Oltre a due studi dedicati a composizioni di Posidippo, esaminate secondo i criteri anzidetti, è da menzionare quello su un discusso passo dei Cavalieri di Aristofane (v. 901), nel quale il candidato propone di scorgere lo stratagemma escogitato dal tiranno Periandro per eliminare i propri nemici interni, già esaminato nello studio sulla cronologia dei Cipselidi. Completano il panorama delle pubblicazioni due studi su Tucidide: un volume nel quale sono discussi vari problemi della guerra peloponnesiaca narrati nel libro VIII e un ampio contributo nel quale è riconsiderata la tesi di L. Canfora sulla composizione delle Storie. Il candidato riesamina con acume le argomentazioni a sostegno delle diverse ipotesi e giunge a una conclusione “conciliante” che prevede un esilio breve per Tucidide dopo i fatti di Amfipoli, con la conseguente inevitabile espunzione di ete eikosi dal discusso secondo proemio.

   La produzione scientifica di Lapini si distingue, oltre che per l’ampiezza, per la molteplicità degli interessi e degli argomenti affrontati. La bibliografia è ampiamente discussa; le argomentazioni addotte e l’esposizione sono generalmente chiare ed esaustive. Le conoscenze linguistiche e la sicura institutio filologica consentono in vari casi di proporre interpretazioni nuove e originali anche su temi a lungo dibattuti in ambito filologico. Anche se i contributi presentati restano essenzialmente analitici, la produzione scientifica del candidato si distingue per la sua qualità, l’attenzione rivolta all’esame filologico del testo e in vari casi per l’acume e l’originalità delle proposte avanzate. Ai fini della valutazione comparativa si esprime pertanto la massima considerazione per la sua produzione scientifica.

 

 

Giudizio del Prof. Renzo TOSI

 

I dieci lavori prescelti dal candidato, nell’àmbito di una produzione particolarmente ampia e diversificata, risultano tutti di notevole spessore scientifico, e rivelatori di  affinato acume critico, eccellente institutio filologica e ottime competenze papirologiche. Ciò vale innanzi tutto per i cinque volumi: l’imprescindibile commento alla Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte (1997), l’approfondito e stimolante studio sul POxy. 664 e la cronologia dei Cipselidi (a proposito del quale si veda la recensione di C. Neri in “Eikasmós” 8 [1997] 337-349), gli importanti Studi di filologia filosofica greca (2003),  quelli su Posidippo (2007) e l’analisi delle problematiche inerenti all’ottavo libro di Tucidide, che, tra l’altro, dimostra capacità di amalgamare la competenza filologica a quella di tipo storico. Lo stesso si deve dire anche per gli articoli: tra di essi va ricordato ad esempio il lavoro del 1991 su Tucidide rimpatriato¸ che prende in esame uno spinosissimo e complesso problema, affrontato dai più grandi filologi del passato, sempre imbarazzati di fronte a testimonianze tra loro intimamente contraddittorie; Walter Lapini, dopo una puntuale e intelligente disamina, giunge a una soluzione originale e senza dubbio convincente. Da tutto ciò emerge che si tratta di candidato di eccezionale valore, da tenere nella massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Franco MONTANARI

 

Walter Lapini è Professore Associato presso l’Università degli Studi di Genova. Le dieci pubblicazioni presentate consistono in cinque monografie e cinque articoli, dei quali due (nn. 9, 10) sono stati pubblicati su una rivista tedesca, uno (n. 8) è apparso negli atti del Congresso Internazionale di Papirologia svoltosi a Firenze nel 1998.

I temi di ricerca del candidato sono di straordinaria ampiezza e varietà e hanno dato luogo a una produzione scientifica inusitatamente ricca nel panorama nazionale e internazionale. Gli interessi documentati nelle pubblicazioni presentate vanno dalla storiografia all’epigrammatistica e dalla filosofia al teatro, e comprendono sia prosatori che poeti. All’età arcaica si riconducono gli studi di filologia presocratica (n. 4); all’età classica quelli su Erodoto (n. 1), Tucidide (nn. 3, 6), Pseudo-Senofonte (nn. 2, 7) e Aristofane (n. 8); al IV secolo quelli su Eschine (n. 10) ed Eraclide Pontico (n. 1); all’Ellenismo quelli su Posidippo (nn. 5, 9).

Dal curriculum si ricava che i suoi studi spaziano su numerosi altri argomenti e che si è occupato anche, fra l’altro, di tragedia del V sec.; delle Elleniche di Ossirinco; di Teofrasto, Plutarco, Diogene Laerzio. La sua attività scientifica è di alto livello e si segnala per produttività e continuità del tutto rilevanti.

Walter Lapini è uno studioso molto esperto, che dimostra una profonda sensibilità per il fatto linguistico, una totale padronanza delle problematiche della disciplina, correttezza metodologica e ampiezza di documentazione. La robusta formazione filologica, linguistica e storica, unita alle cospicue conoscenze in fatto di storiografia, pensiero filosofico e papirologia letteraria, lo porta a raggiungere esiti brillanti e innovativi anche accostandosi a testi altamente problematici. Assai rilevanti, in particolare, i recenti contributi testuali e interpretativi sui nuovi epigrammi di Posidippo rinvenuti in un papiro e recentemente pubblicati: per questo il suo apporto è stato ampiamente riconosciuto e apprezzato dagli studiosi (cfr. per es. K. Gutzwiller (ed.), The New Posidippus: A Helle­ni­stic Poetry Book, Oxford 2005).

Oggetti particolari di studio sono i rapporti filologia-letteratura, filosofia-letteratura, filosofia-filologia, ma il candidato ha dato prova di sapersi cimentare, con uguale perizia, con tutte le specialità della disciplina, compreso il commento continuo (vedi n. 2). È caratteristico del lavoro di Lapini il fatto di partire da una serrata analisi (fondata su competenze indiscutibilmente ampie e solide) di uno o più dati puntuali, per poi allargare progressiva­mente il campo d’indagine, fino a raggiungere ampie sintesi esegetiche e storico-culturali, grazie a conoscenze interdisciplinari di grande vastità e spessore (vedi soprattutto i nn. 1, 3, 6, 7).

Il candidato Walter Lapini è assolutamente degno della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Paola BERNARDINI

 

Tra le dieci pubblicazioni presentate ai fini della valutazione comparativa il candidato annovera cinque libri e cinque saggi. Tutti i contributi sono pertinenti al settore scientifico disciplinare relativo alla procedura di valutazione comparativa. La produzione scientifica verte principalmente su storiografia, filosofia e Posidippo, anche se sono presenti un contributo su Aristofane (n. 8) ed un articolo sull’uso di kai ge e ede ge nei testi greci (n.10). Tutti i lavori del candidato mostrano una grande erudizione, un aggiornamento continuo sotto il profilo bibliografico, un’ottima conoscenza delle fonti e degli strumenti di ricerca. La propensione per la congettura e un approccio talvolta ipercritico ai testi e alla relativa bibliografia lo inducono a polemizzare  con altri editori e interpreti,  a confutare in maniera molto dettagliata le loro proposte e a prendere posizioni personali. Questa tendenza si rivela in particolar nel libro Studi di filologia filosofica greca, Firenze 2003 in cui la pars destruens è rilevante  (e talvolta eccessiva) e nel volume Capitoli su Posidippo, in cui viene passata  al vaglio quasi tutta l’imponente bibliografia relativa. Le tesi sono sostenute con convinzione, come l’appartenenza al V secolo dell’ Athenaion Politeia da attribuire ad un anonimo pamphletista (nn. 2 e 7), o come  l’autenticità della notizia autobiografica di Tucidide nel cosiddetto ‘secondo proemio’ in V, 26, 5 (n.6). L’idea è in un certo senso ripresa nell’accurata indagine sui problemi testuali e stratigrafici dell’opera tucididea nel volumetto La guerra ionica (Tucidide libro VIII). Prevale in tutti gli scritti un’attenzione minuziosa e caparbia per il testo, per le questioni ecdotiche ed esegetiche, per le soluzioni originali, ma ben motivate. Nei titoli presentati restano in secondo piano gli inquadramenti generali, gli sfondi storico-culturali, l’interesse per altre esperienze culturale della Grecia antica, come la poesia epica, l’elegia, la lirica e il teatro. In conclusione il candidato è studioso degno di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Candidato Prof. Liana LOMIENTO:

 

Giudizio del Prof. Olimpia IMPERIO

 

L’edizione commentata dei Meliambi di Cercida (n. 1) occupa un posto di assoluto rilievo nella produzione scientifica della candidata. Il volume rappresenta infatti per vari aspetti un progresso rispetto all’autorevole precedente rappresentato dall’edizione di Enrico Livrea, specie per quel che riguarda il commento, puntuale e ricco di fini osservazioni metriche e linguistiche, alle quali peraltro ampio spazio viene dato già nella estesa e ben documentata Introduzione, dove viene lucidamente delineata la originale collocazione del poeta-filosofo nell’ambito del pensiero cinico e nel più vasto quadro della cultura greca del terzo secolo a.C. Ma l’interesse prevalente nell’attività di ricerca della candidata è decisamente orientato verso l’analisi delle strutture metrico-ritmiche e dei moduli formali dei testi poetici: come dimostrano, in particolare, un contributo dedicato alla colometria antica delle Olimpiche IV e V (n. 2), uno studio preliminare dei tratti tipologici dei corali aristofanei (n. 9) e l’Introduzione al volume sull’enjambement nella poesia antica e moderna (n. 10), volume del quale la candidata ha condiviso con Giorgio Cerboni Baiardi e Franca Perusino la curatela. Il manuale di metrica e ritmica, approntato in collaborazione con Bruno Gentili (n. 4) – di cui peraltro è stata di recente curata da Christian Kopff una importante traduzione in lingua inglese – rappresenta senza dubbio uno dei risultati più cospicui e maturi della sua attività scientifica, frutto delle fondamentali acquisizioni operate, in questo settore di studi, da Bruno Gentili e da Liana Lomiento. La finezza e l’originalità delle indagini condotte dalla candidata su testi della poesia corale lirica, comica e tragica, nelle quali l’esegesi storico-letteraria non viene mai disgiunta dalla parallela analisi del rapporto tra metro e sintassi e della dimensione performativa, sono egregiamente testimoniate da altri tre dei dieci contributi selezionati (nn. 6, 7 e 8). Degna di nota, in questa prospettiva, anche la panoramica ampia e riccamente articolata – ancorché necessariamente tarata sulle esigenze di una prospettiva manualistica dell’esposizione – sulla storia della trasmissione dei testi nella Grecia antica offerta dalla candidata all’interno del volume miscellaneo La civiltà dei Greci (n. 3).

Nel complesso la candidata dimostra solida institutio, acute doti critiche e ottima padronanza delle metodologie d’indagine, anche in ambiti estremamente settoriali: qualità che consentono di riconoscere nella figura di questa candidata una studiosa matura e di alto livello e di considerarla perciò degna di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del Prof. Carlo BRILLANTE

 

I titoli presentati mostrano un notevole interesse per la prosodia e la metrica greca, considerata sia sotto l’aspetto teorico sia in rapporto ai numerosi luoghi discussi della lirica greca arcaica, della tragedia e della commedia aristofanea. L’esame è sempre condotto con dottrina e intelligenza interpretativa, come rivela la tendenza a considerare la realizzazione metrica in rapporto ai contenuti e alle circostanze dell’esecuzione. Gli interessi della candidata in questo settore emergono con chiarezza anche nell’edizione di Cercida, il titolo maggiore presentata dalla candidata. Questa nuova edizione dei Meliambi si segnala per l’esauriente introduzione, l’analisi metrica, l’ampio e accurato commento. Il manuale di metrica e ritmica greca, scritto insieme con Bruno Gentili, presenta un ampio quadro della metrica greca, di fatto una vera e propria “storia delle forme poetiche nella Grecia antica”, come recita il sottotitolo. Le conoscenze maturate in questo campo in molti anni di studio trovano qui modo di esprimersi non soltanto nell’interpretazione di singoli passi e composizioni, pur di notevole interesse esegetico, ma anche in una riflessione teorica che valorizza la tradizione antica nell’ambito di un’ampia e accurata ricostruzione storica.

   Anche gli altri studi della candidata si distinguono per l’interesse all’analisi metrica e testuale. L’esame non è mai disgiunto dalla considerazione puntuale dei contenuti, dei caratteri del genere letterario e degli altri aspetti formali della composizione, secondo un indirizzo affermatosi ormai da tempo nello studio della metrica greca. Significativi in tal senso sono i due contributi sull’ Olimpica IV di Pindaro, per la quale la candidata si discosta in più punti dalle proposte di Snell e Maehler, e quello sul secondo stasimo delle Coefore, analizzato opportunamente in rapporto ai contenuti e alle circostanze dell’azione. L’originale analisi dell’ Olimpica V di Pindaro si distingue sia per l’attenzione portata ai vari indizi testuali che permettono di circoscrivere le circostanze della composizione  (e di proporre quindi una datazione alta), sia per l’attento esame dei dati ricavabili dagli scoli. Nel lavoro sull’enjambement, che introduce  una serie di saggi sull’argomento, il fenomeno è opportunamente analizzato in rapporto all’uso sintattico e agli altri fenomeni che nei diversi contesti danno forma al testo poetico.

   Il breve ma denso saggio aristofaneo esamina a fondo le varie forme di “stilizzazione” adottate dal poeta nelle sezioni corali. Accanto alla parodia, soprattutto tragica, che ha sempre destato un vivo interesse, la candidata esamina quelli che, con termine mutuato da Bachtin, chiama “generi intercalari”, analizzati sistematicamente nelle loro diverse forme. Questo contributo è completato da un’importante tavola sinottica, che distingue le diverse forme di stilizzazione (generi intercalari, parodie, forme ibride) in rapporto all’intera produzione aristofanea e da una serie di osservazioni puntuali raccolte nell’ “Appendice”. Nello studio sugli Uccelli di Aristofane la candidata mostra con buoni argomenti come i versi presi in esame (1470 – 1481; 1553 – 1564; 1694 - 1705) sviluppino una tematica centrale nel dramma attraverso un processo di rovesciamento che permette di guardare ad Atene e ai suoi conflitti interni da un mondo nuovo, creato appositamente dall’eroe comico.

   Gli altri due saggi presentati per la valutazione comparativa testimoniano degli interessi maturati in altri contigui campi di ricerca. Nel saggio su Dionigi di Alicarnasso sono prese in esame alcune notevoli riflessioni presenti nel De compositione verborum, relative ai rapporti tra poesia e prosa d’arte, alle quali segue un’acuta riflessione sulla colometria dei testi poetici trasmessa dai papiri e dai codici. La candidata mostra con buoni argomenti come i cola lirici mettano in rilievo alcune misure del testo che sono parte costitutiva della composizione poetica e del canto. L’ampio studio sulla trasmissione dei testi nella Grecia antica offre un utile e chiaro panorama critico della trasmissione dei testi greci dall’età tardo-arcaica all’augustea (Didimo). Questo lavoro si distingue per la ricchezza dell’informazione e la trattazione di molti altri temi variamente connessi con la trasmissione dei testi: dalle forme più antiche di diffusione e “pubblicazione” al cosiddetto “riuso”, al ruolo svolto dalla scrittura nelle varie età, al rinnovamento rappresentato dalla filologia alessandrina.

   Complessivamente gli interessi maggiori dei titoli presentati dalla candidata  per la valutazione comparativa sono orientati sulla metrica greca, sulla colometria dei papiri e dei codici, sulla critica del testo; a questi si accompagna un costante interesse per la storia letteraria e le tradizioni dei generi letterari. Questi lavori rivelano una solida institutio, una buona attitudine all’analisi e una fine capacità critica. Tali premesse consentono di proporre spesso interpretazioni originali di sicuro interesse. Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli presentati dalla candidata meritano una notevole considerazione.

 

Giudizio del Prof. Renzo TOSI

 

La produzione presentata riguarda Cercida, Pindaro, la trasmissione dei testi nella Grecia antica, il teatro tragico e comico e soprattutto la metrica. Vanno in primo luogo segnalate l'edizione critica - corredata di ampio commento - di testimonianze e frammenti di Cercida (1993), che costituisce un punto fermo negli studi su questo autore, e il trattato di metrica scritto in collaborazione con Bruno Gentili, che evidenzia una concezione storica intelligentemente duttile di tale ardua disciplina. E’ proprio la capacità di sapersi destreggiare in complessi e scabrosi problemi metrici l’elemento che maggiormente risalta nei lavori di Liana Lomiento, una capacità che evidenzia non solo competenza tecnica, ma anche sensibilità per il testo, per la sua constitutio e la sua interpretazione: alla luce della metrica, infatti, si prospetta la soluzione di difficili nodi testuali ed esegetici sia in Pindaro (si vedano gli articoli sulle Olimpiche quinta e quarta, del 1999 e del 2006) sia in Aesch. Choe. 794-799 (in un lavoro del 2006), sia nei corali aristofanei (2007). Si tratta di studiosa dunque di indubbio valore e preparazione, degna di notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Franco MONTANARI

 

Liana Lomiento è Professore Associato presso l’Università degli Studi di Urbino. Le dieci pubblicazioni presentate consistono in sette articoli (tutti pubblicati su riviste o volumi italiani), una edizione critica con introduzione, traduzione e commento (n. 1), la “Introduzione” a un volume miscellaneo sull’enjambement dall’antichità al Novecento (esito di un seminario tenutosi a Urbino nel 2005, n. 10) e infine un manuale di metrica e ritmica, scritto in collaborazione con Bruno Gentili.

Gli interessi scientifici della candidata sono orientati soprattutto sulla metrica greca antica, intesa sia come teoria che come analisi metrico-ritmica dei testi poetici, rilevante sia dal punto di vista filologico in relazione all’ecdotica sia per la storia delle forme poetiche. Si è occupata di autori di generi lirici (Pindaro, nn. 2 e 7) e di autori di teatro (Aristofane, nn. 6 e 9; Eschilo, n. 8). Interessante l’articolo su Dionigi di Alicarnasso, dedicato alle problematiche riguardanti il colon nella prosa e nella poesia (n. 5). Il suo lavoro di maggiore impegno e importanza resta l’edizione critica di Cercida, pubblicata nel 1993 (n. 1), come esito di approfondite ricerche.

Il capitolo sulla trasmissione dei testi, appartenente a un volume di largo respiro e ampia divulgazione su La civiltà dei Greci (n. 3), offre un’utile sintesi senza pretese di originalità scientifica e con qualche debolezza.

Dal curriculum si ricava che la sua produzione ha toccato diversi altri argomenti, sia in particolare appunto su Cercida, che sulla lirica arcaica (soprattutto Pindaro), sulla metrica greca, sui testi teatrali ateniesi di età classica (Eschilo, Euripide, Aristofane).

La candidata dimostra una competenza particolarmente robusta sulle problematiche evidenziate,  considerevoli capacità di analisi e interpretazione dei testi, una solida formazione per quanto riguarda le tecniche e i metodi della disciplina e una notevole ampiezza di documentazione. Il suo contributo alle ricerche nei settori indicati è certamente di rilievo nel panorama degli studi.

La candidata Liana Lomiento è degna di notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Paola BERNARDINI

 

Tra le pubblicazioni prescelte ai fini della procedura di valutazione comparativa presenta due libri, di cui uno in collaborazione, e otto saggi. Tutti i contributi sono pertinenti al settore scientifico disciplinare relativo. Il curriculum si segnala per le numerose e qualificanti iniziative in campo scientifico prese in ambito nazionale e internazionale.

Nel volume, in collaborazione con altro autore, sulla metrica e ritmica nella poesia greca (Mondadori 2003) la candidata – come risulta dalla numerosa bibliografia – sintetizza le ricerche di base condotte per molti anni sulla versificazione, sui metri e sulla musica nelle forme poetiche della Grecia antica, da Omero fino al tardo Ellenismo. In questo settore gode di fama internazionale ed è considerata specialista degna di stima e di credito. Espongono  i risultati raggiunti in questo campo anche i contributi n. 2 e n. 8. In quest’ultimo è pregevole l’ampio inquadramento teorico sui movimenti orchestici come tratti costitutivi della comunicazione teatrale nella convinzione che gli schemi della danza e la forma metrico-ritmica e melodica del canto “contribuivano alla definizione del significato”. L’attenzione al testo in tutte le sue componenti,  dalla performance originale  alla sua trasmissione nella Grecia antica, a partire da Omero fino alla poesia Alessandrina, domina tutta la produzione della candidata; produzione che si caratterizza per la vivacità intellettuale e l’acutezza nell’affrontare questioni metodologiche di grande levatura. Dietro ogni scritto si individua una buona dose di entusiasmo intellettuale che porta la candidata ad adottare sempre nuove prospettive, dalla semantica all’estetica, dalle tecniche  della comunicazione, alla filosofia del linguaggio. Una solida base istituzionale, che prevede ampie conoscenze nel campo della papirologia (n. 1), della paleografia (n. 2), dell’analisi metrica (n. 9), della tradizione testuale, sorregge le sue ricerche e le sue tesi rendendole inoppugnabili. La prova fornita con l’edizione di Cercida con Introduzione, testimonianze, testo critico, traduzione e commento  (n.1), è del resto indicativa. Da analogo rigore sono guidate le ricerche sul teatro, da Eschilo (n. 8) ad Aristofane (nn. 6, 9). Anche nel campo della prosa la candidata ha condotto la sua indagine con il sostegno di una eccellente preparazione teorica, avendo a lungo lavorato su Dionigi di Alicarnasso (n. 5) e avendo analizzato, sulle sue indicazioni, le leggi che governano il discorso in prosa. A queste ultime e in particolare all’enjambement è dedicata l’ampia introduzione nel volume miscellaneo destinato ad illustrare la presenza di questo stilema nella letteratura dagli antichi al Novecento (n. 10). In conclusione la candidata è degna della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Candidato Prof. Maria Pia PATTONI

 

Giudizio del Prof. Olimpia IMPERIO

 

Oggetto privilegiato dell’attività di ricerca della candidata è – come emerge già solo dalla tipologia di sette (nn. 1, 2, 5, 7, 8, 9 e 10) delle dieci pubblicazioni esibite ai fini della presente valutazione comparativa – la tragedia attica del quinto secolo: un posto di assoluto rilievo occupa, in questo ambito di studi, il volume (n. 1) dedicato alla vexata quaestio della paternità eschilea del Prometeo incatenato, difesa dalla candidata con argomentazioni che, pur senza dirimere definitivamente la questione (si vedano le riserve espresse in merito da Malcom Davies in una importante recensione al volume, e ribadite, ancora nel 2004, da Martin West nei recenti Oxford Readings eschilei), ribattono in maniera efficace e puntuale, e con un rigore metodologico che le ha guadagnato il plauso di Sebastiano Timpanaro, le posizioni negazionistiche di studiosi del calibro di Mark Griffith. Gli altri contributi afferenti a questo ambito d’indagine offrono ampie e articolate discussioni su passi particolarmente controversi sul piano ecdotico ed esegetico, quali i versi conclusivi del terzo stasimo delle Coefore eschilee (n. 7) o il frammento anepigrafo 941 R. di Sofocle (n. 5), ovvero studi di più ampio respiro su forme e modelli consolidati della topica tragica, quali la sympatheia del coro (n. 2), il motivo del kakós philos e gli spunti ‘tragicomici’ nell’Alcesti euripidea (nn. 10 e 8), ovvero le implicazioni ideologiche connesse al trattamento del ciclo mitico argivo da parte dei tragediografi ateniesi (n. 9). Altri due dei contributi presentati (nn. 4 e 3) testimoniano delle incursioni della candidata nei campi della poesia omerica e di quella teocritea, con dotti interventi di taglio squisitamente linguistico e poetologico. Indice della versatilità intellettuale della candidata è anche una pregevole traduzione del romanzo di Longo Sofista (n. 6), corredata, oltre che da agili ma ben documentate note di commento, da un esteso e stimolante saggio introduttivo, nel quale modelli letterari e tecniche di ‘creazione-ricreazione’ e di ‘citazione-contaminazione’ dei generi sono oggetto di una lucida e raffinata disamina.

In definitiva, l’attività di ricerca della candidata denuncia metodico e acuto esercizio filologico sui testi, solida institutio linguistica e letteraria, estrema padronanza delle tematiche trattate ed esemplare limpidezza argomentativa: doti che ne fanno una studiosa pienamente matura e degna di notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del Prof. Carlo BRILLANTE

 

Gran parte degli studi presentati da Maria Pia Pattoni sono dedicati alla tragedia di età classica, che rappresenta il suo principale campo di interesse. A questi si aggiungono un ampio studio sull’idillio III di Teocrito e il commento, preceduto da un’ampia introduzione, di fatto uno studio vero e proprio, al romanzo di Longo Sofista.

   La produzione scientifica si distingue per una pronunciata attitudine all’analisi, che investe sia l’aspetto filologico sia quello storico-letterario. I testi sono esaminati puntualmente sulla base di un’estesa bibliografia ampiamente discussa nel testo e in nota. La candidata mostra la propensione a considerare i temi sia in rapporto alle restanti opere dell’autore sia alle tradizioni del genere letterario. Ciò le consente di proporre interpretazioni nuove anche di testi lungamente discussi. L’attitudine critica, non disgiunta da una spiccata sensibilità nell’apprezzamento del testo poetico, conferiscono a questi contributi un interesse notevole e in più punti consentono un avanzamento delle conoscenze.

   Lo studio sul Prometeo pone le premesse per un’attenta rilettura del dramma attraverso un esame sistematico corredato da osservazioni e critiche che rivelano estese e sicure competenze in ambito linguistico e metrico. L’ampio commento al romanzo di Longo Sofista offre una guida  affidabile e puntuale. Nonostante la collocazione in una collana di divulgazione scientifica, le numerose osservazioni qui raccolte e l’ampia introduzione nella quale si indagano i precedenti di un’opera erede al tempo stesso della poesia bucolica e del romanzo, fanno di questo libro un importante strumento di lavoro anche per ricerche future.

   Gli studi dedicati alla tragedia successivi al saggio sul Prometeo riguardano vari autori e argomenti. Lo studio sulla sympatheia del coro nelle parodoi analizza sistematicamente la funzione parenetica e consolatoria che il coro svolge nei confronti del protagonista. Si segnalano in quest’ambito le analisi delle parodoi dell’ Elettra di Sofocle e dell’ Elena di Euripide.

   Due studi sono dedicati all’ Alcesti di Euripide. Nel saggio sul “falso philos” la candidata, movendo dalla figura di Ferete, indaga con acume il ruolo di un personaggio che presenta caratteri propri e svolge un ruolo importante nella caratterizzazione dei personaggi. Interessanti elementi di confronto sono istituiti con il Menelao dell’ Oreste euripideo e con Oceano del dramma eschileo. Nel secondo saggio (“Dakruoen gelasai. Sorridere tra le lacrime nell’ Alcesti di Euripide”) gli spunti più interessanti sono offerti dall’esame di quei tratti che esaltano l’eroicità della protagonista, opportunamente messa a confronto con il modello epico e tragico.

   Lo studio sul fr. 941 R. di Sofocle è di particolare interesse sia per l’analisi filologica sia per l’esame dei contenuti. Movendo dai modelli epici utilizzati dal poeta (la seduzione di Zeus in Il. XIV e l’incipit dell’inno omerico a Afrodite), la candidata mette in luce, partendo dal lessico, le modalità di intervento della divinità nel mondo naturale, secondo un modello che ha i suoi precedenti in Omero e in Empedocle e che sarebbe stato ripreso da Lucrezio. Di notevole interesse è anche la proposta di lettura dei vv. 969-971 delle Coefore, lungamente discussi dalla critica; la sua interpretazione integra la rappresentazione che di Oreste e di Elettra offrono altri luoghi della tragedia. L’ampio studio dedicato alla rappresentazione di Argo nella tragedia pone a confronto, evidenziandone convergenze e diversità, il ruolo svolto dalla città nelle Supplici e nelle Eumenidi di Eschilo con quello svolto dalla medesima città nelle Supplici di Euripide.

   Degli interessi coltivati dalla candidata offrono ancora testimonianza due saggi dedicati a Omero e a Teocrito. Il primo evidenzia acutamente un procedimento compositivo che trova impiego in contesti monologici (o paramonologici) già nell’ Iliade, allorché il personaggio è chiamato a prendere una decisione in una condizione di difficoltà; il secondo propone un’ampia analisi dei numerosi ed eterogenei elementi ricorrenti nel componimento, adattati con abilità e inventiva al nuovo contesto.

    La produzione scientifica di Maria Pia Pattoni manifesta ampiezza di interessi, una notevole attitudine all’analisi in rapporto sia all’analisi filologica sia allo studio dei modelli letterari. Ciò le consente di valorizzare i testi nella loro specificità e complessità e di porre in luce le scelte compiute di volta in volta dall’autore. L’acume critico, la chiarezza nell’esposizione e l’equilibrio del giudizio fanno sì che gli studi presentati risultino di notevole interesse per la qualità delle proposte e la novità dei risultati raggiunti. Ai fini della valutazione comparativa i titoli della candidata presentano un notevole interesse scientifico.

 

Giudizio del Prof. Renzo TOSI

 

Studiosa particolarmente acuta e puntigliosa, Maria Pia Pattoni si è segnalata soprattutto per i suoi lavori sui tragici: dei dieci titoli presentati ai fini del presente concorso ben sette riguardano questo ambito. Tra essi va senz’altro ricordato l’importante volume sul Prometeo incatenato del 1987, nel quale la candidata difende con cura e precisione la paternità eschilea dell’opera, contestando puntualmente le tesi di M. Griffith e dando prova di ottima institutio filologica, una qualità che è pienamente confermata dai restanti lavori, tra i quali figurano originali proposte d’interpretazione (come quella di Choe. 969-971), interventi testuali (particolarmente convincente quello in Soph. fr. 941 R., con una felice congettura sui vv. 9-12), analisi di tipo scenico (cf. l’articolo del 2007 sulla scena di Ferete nell’Alcesti euripidea) ed altre di tipo storico-politico (si veda lo studio sulla presenza e la funzione di Argo, del 2007). Al di fuori della tragedia, di particolare rilevanza sono gli interessi per Longo Sofista, che hanno portato al bel volume edito dalla BUR nel 2005, con introduzione, traduzione e commento di Dafni e Cloe. Si tratta di studiosa dunque di indubbio valore e preparazione, degna di notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

Giudizio del Prof. Franco MONTANARI

 

Maria Pia Pattoni è Professore Associato presso l’Università Cattolica di Milano, sede di Brescia. Le dieci pubblicazioni presentate consistono in una monografia (n. 1), otto articoli in riviste o volumi (uno dei quali su una rivista tedesca, n. 7) e una traduzione con introduzione e commento del romanzo di Longo Sofista, pubblicata in una collana di ampia divulgazione (n. 6).

Gli interessi scientifici della candidata sono concentrati soprattutto sulla tragedia greca di età classica. All’importante volume del 1987 sul Prometeo Incatenato di Eschilo (n. 1), nel quale sostiene l’autenticità eschilea della discussa tragedia, hanno fatto seguito articoli - tutti di considerevole ampiezza - sul tema della philia fra coro e personaggi in alcune parodoi (n. 2), su un frammento di Sofocle (n. 5), su un problematico passo delle Coefore di Eschilo (n. 7), sull’Alcesti di Euripide (nn. 8 e 10), sul significato politico della presenza di Argo nella tragedia del V secolo (n. 9). Gli altri due articoli sono dedicati al terzo idillio di Teocrito (n. 3, di fatto una piccola monografia di oltre 80 pagine) e all’analisi di una formula omerica nell’Iliade e nell’Odissea (n. 4).

Dal curriculum si ricava che la sua produzione su Eschilo, Sofocle ed Euripide, e in generale sulla tragedia, ha toccato diversi altri argomenti e che su Longo Sofista ha pubblicato anche articoli scientifici (oltre al già citato volume, n. 6).

La candidata dimostra non comuni capacità di analisi e interpretazione dei testi, una solida formazione per quanto riguarda le tecniche e i metodi della disciplina e una notevole ampiezza di documentazione. Il suo contributo agli studi sulla tragedia greca di età classica è certamente di grande rilievo nel panorama degli studi. Di alto valore sono anche i suoi interventi su Teocrito e su Longo Sofista.

La candidata Maria Pia Pattoni è degna della massima considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Paola BERNARDINI

 

Nell’elenco delle opere presentate dalla candidata rientrano due libri e otto voluminosi e densi saggi. Tutti i lavori sono perfettamente congruenti con il settore scientifico disciplinare relativo alla procedura di valutazione comparativa e sono pubblicati in sedi qualificate.

L’attività scientifica, realizzata nell’ambito di progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale, è degna di apprezzamento e mostra interessanti e validi sviluppi anche a livello internazionale. La candidata ha iniziato il suo percorso di studiosa con una prima prova, ottima, occupandosi dell’autenticità del Prometeo incatenato di Eschilo; un’opera  condotta con estremo equilibrio e con argomentazioni stringate e convincenti. L’attribuzione a Eschilo della tragedia ne esce confermata e la struttura drammatica, l’assetto metrico, le particolarità prosodiche, la lingua vengono illustrate nei vari capitoli con chiarezza e maestria. Proseguendo nell’attività di ricerca la studiosa ha ancor più affinato queste sue doti, raggiungendo risultati degni di ogni considerazione perché ha spaziato in vari settori della letteratura greca, da Omero al romanzo di Longo Sofista, a Teocrito e perché ha dato prova di intelligenza interpretativa e di sensibilità linguistica. Nel volume dedicato al romanzo Dafni e Cloe di Longo Sofista, oltre alla traduzione, elegante e puntuale, si segnalano la ricca bibliografia, l’ampia introduzione e le ‘schede informative’, che forniscono al lettore una buona informazione sui più diversi aspetti del romanzo, dalla storia della tradizione manoscritta alla fortuna, dallo stile allo sfondo socio-culturale dell’opera. Un abbondante apparato di note storico-letterarie e stilistiche contribuisce alla comprensione del testo di Longo e arricchisce il volume. Né manca nei contributi più puntuali un’ avveduta capacità filologica che porta la candidata a suggerire letture convincenti (per es. in Theocr.Id.3, 18 lipos, variante antica riportata dagli scoli, in luogo del tradito lithos in n.3), o a operare scelte testuali originali e mai banali (ad es. n. 5). Nel complesso M.P.Pattoni è non solo studiosa seria e competente in vari campi della letteratura greca (anche quelli più tecnici come metrica, tecniche drammaturgiche, lessicografia e semantica), ma è anche in grado di esporre e trattare con chiarezza le questioni più difficili e complesse. In definitiva la candidata è degna di notevole considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Candidato Prof. Roberto VELARDI

 

Giudizio del Prof. Olimpia IMPERIO

 

L’attività di ricerca del candidato risulta decisamente orientata verso lo studio di alcuni importanti quanto controversi aspetti della produzione retorica e filosofica tra la fine del quinto e la prima metà del quarto secolo a.C. Dei due volumi che, esibiti tra le dieci pubblicazioni oggetto della presente valutazione, rappresentano i frutti più cospicui e originali delle ricerche condotte dal candidato, il primo (n. 1) mette in luce le peculiarità della innovativa concezione platonica della poesia qual è veicolata, nello Ione, da una originale nozione di enthousiasmós; il secondo (n. 5) raccoglie quattro saggi sulla retorica greca, nei quali: a) vengono puntualmente esaminate le cosiddette ‘figure gorgiane’ (in particolare quella del logismós); b) è affrontato il problema della seconda possibile redazione – dal candidato ritenuta posticcia e di matrice ateniese – del gorgiano Encomio di Elena; c) si trovano classificate le differenti tipologie strutturali e stilistiche dei dialoghi platonici; d) viene discussa la controversa questione della paternità dell’Epistula premessa alla Retorica ad Alexandrum di Anassimene di Lampsaco (a parere del candidato un ‘falso’, composto dallo stesso Anassimene a firma di Aristotele). Ulteriori pubblicazioni mirano a riconoscere forme strutturali e immagini canoniche nella topica metaforica della prosa retorica e filosofica (nn. 2, 3, 7 e 10) ovvero ricostruiscono momenti salienti della biografia gorgiana (al soggiorno tebano e al definitivo ritorno in Sicilia è dedicato il contributo n. 4). Altro importante aspetto della produttività del candidato è rappresentato dalla sua attività di traduttore, documentata dalla traduzione del Fedro platonico (n. 8), corredata da un’introduzione ampia e dettagliata (in cui Velardi dà conto dell’articolazione dei contenuti del dialogo e offre un’utile carrellata relativa alle figure storiche dei maestri di retorica ivi menzionati) e da note di commento che – pur in linea con le esigenze editoriali della Collana risultano ricche e bibliograficamente aggiornate.

In definitiva, la produzione scientifica più rilevante del candidato denota un’attenzione rivolta alla storia del pensiero e del logos nella Grecia antica, e alle relative elaborazioni concettuali, piuttosto che alle forme letterarie in quanto tali, ed è caratterizzata da un marcato interesse per i temi filosofici e retorici: in quest’ambito egli si muove sempre con competenza e capacità di approfondimento, rinunciando però talvolta, nell’esegesi dei testi presi in esame, a un metodico esercizio ecdotico e a un approccio propriamente filologico. È perciò degno di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Carlo BRILLANTE

 

I titoli presentati da Roberto Velardi riguardano essenzialmente due settori di studio: i dialoghi di Platone e la storia della retorica greca, esaminata dalle manifestazioni iniziali fino agli sviluppi di età imperiale.

   Gli studi di maggior impegno, dedicati al pensiero platonico, sono il volume sull’ enthousiasmòs e il commento al Fedro per la Rizzoli (collezione “BUR”). Il primo studio, che si presenta come un’analisi delle forme di possessione rituale in Grecia, ha per oggetto lo Ione platonico. I temi presenti nel dialogo sono analizzati con cura sia in rapporto al pensiero dell’autore sia alle premesse culturali rintracciabili nella società greca contemporanea. Particolare attenzione è qui dedicata agli aspetti pragmatici e comunicativi (lo “spettacolo del rapsodo”). E’ questo uno dei titoli di maggior interesse tra quelli presentati dal candidato. La più recente pubblicazione del Fedro di Platone, corredata da un ampio commento (in rapporto alle finalità della collana) e da un’accurata introduzione, rivela una sicura conoscenza dei temi discussi nell’opera.

   Negli altri contributi sui dialoghi il candidato mostra un interesse costante per la struttura complessiva dei testi, esaminata con cura, e per il significato che l’opera platonica assuma nella tradizione letteraria e nei rapporti con la retorica. Lo studio sulle origini dell’inno in prosa tra V e IV secolo a. C. pone bene in luce come questo genere, che ebbe fortuna in età imperiale (Elio Aristide), fosse già presente, non solo come abbozzo, in alcuni dialoghi quali il Simposio, il Fedro, il Teeteto. Uno studio successivo, dedicato a una serie di dialoghi platonici che presentano la forma del dialogo parlato, presenta un’analisi accurata, costellata di buone osservazioni puntuali.

   I rapporti del pensiero platonico con i procedimenti di apprendimento propri della retorica sono oggetto di un’acuta analisi che parte dall’esame di un passo del Fedro (228 D 1 – 4). I contributi sulla storia della retorica riguardano vari aspetti. Alcuni ne indagano le origini, con riferimento alle figure dei fondatori. Nel saggio “Tisia, Corace e l’argomento del corvo”, il candidato, sulla scia di una tesi di Cole, mostra con buoni argomenti come la figura di Corace non sia da considerare un personaggio storico e tragga origine dalla tradizione biografica relativa a Tisia. Nel saggio sull’ Epistula ad Alexandrum premessa alla Retorica tramandata nel corpus aristotelico ma da attribuire ad Anassimene di Lampsaco, il candidato tenta di ricostruire il percorso che ha portato alla falsa attribuzione e propone di farne risalire l’origine allo stesso Anassimene. Il lavoro è ben informato, anche se la ricostruzione resta ipotetica.

   Tra gli studi sulla storia della retorica si segnalano quelli su Gorgia. Nel più recente, dedicato all’ Encomio di Elena, l’opera è considerata in rapporto ai diversi strumenti dell’argomentazione. Degno di nota è qui il riesame del termine logismos, condotto alla luce delle occorrenze contemporanee. Un precedente saggio sulla medesima opera analizza la convergenza tra discorso poetico e parola magica. Un notevole contributo è infine quello sulla permanenza del vecchio Gorgia a Tebe, prima del definitivo ritorno in Sicilia. Rivalutando con buoni argomenti una testimonianza di Plutarco, il candidato sostiene la fondatezza di una permanenza a Tebe del pitagorico Liside, accolto dal suo vecchio allievo Epaminonda.

   Nell’ampio studio dedicato ai rapporti tra parola poetica e immagine il candidato propone di individuare le premesse di questo fecondo rapporto già nella poesia omerica, in particolare nell’Odissea, e ne segue gli sviluppi nella rappresentazione tragica, nella retorica e nella filosofia. Completa la serie delle pubblicazioni uno stimolante saggio sulle forme attuali di apprendimento e trasmissione della conoscenza, chiamata a misurarsi con la multimedialità.

   I contributi presentati da Roberto Velardi, pur limitati ad alcuni aspetti della riflessione platonica e della storia della retorica, comprendono un ampio arco temporale e riguardano vari autori. Essi manifestano un costante interesse per le diverse modalità con le quali si è affermata in Grecia una riflessione sulla parola: da quella poetica a quella filosofica e retorica. Questi studi rivelano una sicura institutio e una capacità argomentativa che in vari casi permette di raggiungere risultati di indubbio interesse. Ai fini della presente valutazione comparativa i titoli presentati dal candidato meritano un’attenta considerazione.

 

Giudizio del Prof. Renzo TOSI

 

Le pubblicazioni presentate riflettono gli interessi del candidato, essenzialmente incentrati sulla storia della retorica classica: gli autori trattati sono Gorgia, Anassimene, Menandro retore, e soprattutto Platone. In effetti, è soprattutto a proposito dell’opera platonica che Roberto Velardi ha prodotto i lavori più interessanti e convincenti, a cominciare dal volume Enthousiasmòs del 1989, per proseguire coi saggi contenuti in Retorica filosofia letteratura del 2001, con l’introduzione, traduzione e commento del Fedro per i tipi della BUR del 2006, e per finire con un saggio sul tema cruciale della memoria, del 2007. Apprezzabile è anche il lavoro sull’antico problema del rapporto fra parola e immagine, studiato anche in relazione a Italo Calvino (2004) e che evidenzia ampi interessi e capacità di collegare letterature classiche e moderne. In conclusione, si tratta di studioso serio e valido, che va preso in considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Franco MONTANARI

 

Roberto Velardi è Professore Associato presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Le dieci pubblicazioni presentate consistono in due monografie (nn. 1 e 5), sette articoli (tutti pubblicati su riviste o volumi italiani) e una traduzione con introduzione e commento del Fedro di Platone, pubblicata in una collana di ampia divulgazione (n. 8).

Al centro degli interessi di Velardi è la storia della poetica e della retorica nella cultura greca antica. Gli autori più presenti nelle sue ricerche sono Platone e Gorgia. Il volume del 1989 (n. 1) riguarda la teoria della poetica in Platone e si concentra in particolare sullo Ione, esaminando l’attività poetica come fenomeno religioso e rituale. In seguito, il candidato è tornato a più riprese a occuparsi di Platone (nn. 2, 5, 8 e 9), sia affrontando ancora problematiche relative alla poetica, sia occupandosi del Fedro.

Un altro autore molto studiato da Velardi è Gorgia (nn. 3, 4 e 5), al quale sono dedicati contributi significativi, soprattutto all’analisi dell’Encomio di Elena, ma anche per quanto riguarda la sua posizione nella storia della retorica e oratoria greca di età classica. Il volume del 2001 raccoglie alcuni saggi, che riguardano ancora Platone e Gorgia, e inoltre Anassimene di Lampsaco (del quale si analizza l’epistola ad Alessandro premessa alla Rhetorica). Infine, nell’articolo n. 10 si discute in particolare sul tema delle origini della retorica nel mondo greco e sulle problematiche figure tradizionalmente ad esso collegate nelle fonti, cioè Tisia e Corace.

Le ricerche e le pubblicazioni di Velardi sono fortemente concentrate in particolare sulle già evidenziate tematiche riguardanti la poetica e la retorica nel quadro culturale della civiltà letteraria della Grecia antica.

Il candidato Roberto Velardi è degno di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

 

Giudizio del Prof. Paola BERNARDINI

 

Nell’elenco delle dieci pubblicazioni vengono presentati tre libri e sette saggi. I dieci titoli sono decisamente orientati verso il settore della prosa greca. Prevalgono in maniera evidente le tematiche filosofiche e retoriche. Lodevole è l’organizzazione di iniziative in campo scientifico, soprattutto a livello nazionale. La produzione del candidato risponde nel complesso agli interessi manifestati sin dall’inizio della sua attività di ricerca con il libro Enthousiasmòs. Possessione rituale e teoria della comunicazione poetica in Platone. Le teorie della comunicazione, Platone, la retorica, il pensiero filosofico sono i temi più spesso affrontati sia nei tre volumi, sia negli articoli, ampi e ben argomentati. L’interesse per i problemi culturali e per la odierna didattica e ricezione scolastica è dimostrato dal saggio n.6. Nel settore della retorica antica il candidato è sicuramente competente sia sotto il profilo teorico che sotto quello della conoscenza dei testi. I saggi su Menandro retore e Platone (n.2), su Gorgia e l’analisi tipologica del discorso  nell’Encomio di Elena (n. 3), su Gorgia a Tebe (n.4), denotano una lunga consuetudine  con le questioni relative alla comunicazione e una sicura conoscenza delle fonti, non disgiunte da una visione personale e originale. Nel contributo n. 4 dopo l’iniziale e necessaria ricostruzione del contenuto del De genio Socratis di Plutarco, l’A. si sofferma sull’incontro a Tebe del pitagorico Liside, ospite della famiglia di Epaminonda, con Gorgia (583 B), recuperando una testimonianza assente in Diels-Kranz e nelle raccolte successive di testimonia e frammenti, e chiarendo il ruolo di mediazione avuto da Gorgia nei rapporti tra Giasone di Tessaglia ed Epaminonda di Tebe. La dimestichezza con i temi della retorica, sempre  sotto il profilo storico, traspare anche nel contributo n. 10 nel quale si portano argomenti convincenti per l’eliminazione dalla scena dell’insegnamento retorico di Corace (Corvo) e per la confutazione dell’aneddoto sulla disputa tra Tisia e il suo presunto maestro. Di più ampio respiro il saggio n. 7 che affronta temi quali il rapporto tra parola e immagine, visione e ascolto, lettura e fruizione dell’immagine visiva. L’interesse filosofico si è concentrato soprattutto su Platone, Anassimene di Lampsaco e Gorgia, come dimostra il volume pubblicato nel Quaderno n. 6 di AION.

Nel volume Platone. Fedro, per la casa editrice Rizzoli la traduzione del dialogo è condotta con eleganza e maestria ed è presente un ricco apparato di note storico-culturali, con in più preziose schede relative ai maestri di retorica menzionati nel Fedro. Nel complesso un’opera utile e pregevole. La produzione del candidato è di buon livello e sicuramente frutto di impegno culturale e di esercizio intellettuale. Le tematiche affrontate sono tuttavia limitate ad alcuni aspetti della letteratura greca e obliterano settori vitali della cultura del mondo ellenico come la poesia, la tragedia, la storiografia. In conclusione il candidato è senz’altro degno di considerazione ai fini della presente valutazione comparativa.

 

La Commissione quindi procede alla formulazione dei giudizi collegiali. Per ciascun candidato si perviene alla formulazione di un giudizio collegiale sintetico e conclusivo, che si riporta di seguito.

 

 

 

 

GIUDIZI  COLLEGIALI

 

 

 

Candidato: Prof. Carmine CATENACCI

Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono originali, innovativi e di alto livello, per cui portano a rilevanti progressi della conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento all’inquadramento culturale, storico e antropologico dei fatti letterari. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime giudizio totalmente positivo.

 

 

 

 

Candidato: Prof. Valter LAPINI

Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono originali, innovativi e di alto livello, per cui portano a rilevanti progressi della conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento allo studio analitico dei problemi testuali e alla soluzione di questioni storiche e filosofiche. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime giudizio totalmente positivo.

 

 

 

 

Candidato: Prof. Liana LOMIENTO

Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono originali, maturi e di notevole livello, per cui portano a progressi della conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento alle questioni metrico-ritmiche e ai problemi testuali e letterari ad esse collegati. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime giudizio fortemente positivo.

 

 

 

 

Candidato Prof. Maria Pia PATTONI

Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, sono originali, maturi e di notevole livello, per cui portano a progressi della conoscenza nei campi oggetto d’indagine, con particolare riferimento alle problematiche inerenti al teatro tragico, alla storia dei generi letterari e al romanzo. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime giudizio fortemente positivo.

 

 

 

 

 

 

Candidato Prof. Roberto VELARDI

Le pubblicazioni presentate sono pertinenti al settore scientifico-disciplinare per cui è bandita la valutazione comparativa e assicurano la continuità della ricerca e della produzione scientifica. I risultati, pubblicati in sedi scientifiche di rilevante importanza, presentano aspetti di originalità e di personale rielaborazione di problematiche filosofiche e retoriche, per cui portano a progressi della conoscenza nei campi oggetto d’indagine. Tenuto conto degli elementi curricolari, dell’attività didattica e in base ai giudizi individuali sulla produzione scientifica, la commissione esprime giudizio positivo.

 

 

 

 

La seduta è tolta alle ore 13.15 e la Commissione si riconvoca per lo stesso giorno, 13 maggio, alle ore 14,30.

 

Letto, approvato e sottoscritto seduta stante.

 

 

La Commissione:

 

Prof. Presidente Paola BERNARDINI

 

Prof. Segretario Olimpia IMPERIO

 

Prof. Carlo BRILLANTE

 

Prof. Franco MONTANARI

 

Prof. Renzo TOSI