Procedura di Valutazione comparativa ad un posto di Professore Ordinario
Presso
ALLEGATO N. 3 AL VERBALE N. 10
RELAZIONE FINALE DI MINORANZA
L’esito della procedura di valutazione in oggetto, così come viene espresso nel verbale n. 10, non può essere accettato dallo scrivente commissario prof. Michele Toscano per la riscontrata presenza di numerosi vizi, sia procedurali che di merito.
La presentazione di questa relazione minoritaria intende appunto avvalorare detta tesi, dimostrando come più volte si sia incorsi in comportamenti palesemente aberranti, forse illegittime ma certamente anomale ed irrituali, tali da non rispettare il generalizzato bisogno di trasparenza nei concorsi universitari.
Già prima dell’esordio dei
lavori, al momento della formazione della commissione, si sono verificati i
seguenti episodi collegati a questo concorso e di cui il sottoscritto è stato
oggetto.
1) Un membro di una commissione di analoga procedura presso l’Università
di Modena e Reggio Emilia si è dimesso per “impegni accademici ed
assistenziali” (sono gli impegni correnti dei professori di discipline cliniche!)
ed il sottoscritto, primo dei non eletti, è stato nominato al suo posto.
Contemporaneamente erano state avviate le procedure per la formazione della
commissione del concorso dell’Università di Chieti - Pescara dove, fra gli altri, è stato eletto il prof.
Toscano, il quale, su richiesta di opzione del MIUR, in data 25 ottobre
Ma nonostante la regolarità della nomina, uno dei candidati della
procedura in oggetto ha presentato ricorso straordinario al Presidente della
Repubblica denunciando una presunta ineleggibilità del prof. Toscano. Poi
paradossalmente uno dei commissari del concorso in oggetto, con una iniziativa
personale, ha presentato atto di opposizione al ricorso straordinario chiedendo
che esso venisse deciso in sede giurisdizionale e dando così la possibilità al
ricorrente di presentare ricorso al TAR (del Lazio-Roma) con la richiesta di
sospensiva che, su opposizione dello scrivente (unico a costituirsi ed a
presentare una memoria ed a farsi rappresentare da un avvocato in udienza), è
stata respinta confermando la legittimità della elezione.
2) Lo stesso candidato aveva presentato un esposto-denuncia alla Procura
della Corte dei Conti della Regione Toscana contro lo scrivente, senza alcun
riferimento ad un interesse personale ma al solo scopo di creare i presupposti
di una situazione di incompatibilità. Ed
infatti in data 12 dicembre 2005 lo stesso ha presentato istanza di ricusazione del
sottoscritto, sulla base di quella presunta incompatibilità appositamente
creata con la denuncia , istanza che il Magnifico Rettore dell’Università di Chieti-Pescara
ha giustamente rigettato con motivazioni inappellabili.
Questi episodi, tutti finalizzati al chiaro scopo di escludere il
sottoscritto dalla procedura in oggetto e quindi avere riflessi nella medesima,
suggeriscono una sconcertante chiave di lettura del successivo iter formale e
sostanziale dei lavori concorsuali.
Infatti avviati i lavori , una volta formulati i giudizi individuali
nella riunione del 24 luglio 2006, lo scrivente ha ritenuto opportuno presentare
una osservazione poi trasformata in mozione e messa a verbale, di cui si
trascrive integralmente il testo.
“In data 7 luglio ’06 ho ricevuto una e-mail del Presidente prof. Sani
in cui si sollecita ad arrivare alla riunione del 24 p.v. “preparati e
documentati” per poter concludere i lavori.
Ricordo che mentre per i giudizi dei singoli commissari ciascuno è
venuto alla riunione con un testo già formulato, addirittura su dischetto, che,
dopo la lettura in Commissione, è stato inserito nel verbale, la formulazione
dei giudizi collegiali deve seguire un iter tutto all’interno della riunione
perché non è possibile prepararli al di fuori di essa.
Infatti secondo giurisprudenza più volte ribadita, il giudizio
collegiale della Commissione non “è la somma delle valutazioni espresse
inizialmente dai singoli commissari nei giudizi individuali, ma, piuttosto, la
risultanza di una elaborazione collegiale, scaturita dal riesame della
discussione dei titoli scientifici, di carriera didattici ed assistenziali di
ciascun candidato”. Addirittura il giudizio del singolo commissario può mutare
radicalmente nel giudizio collegiale.
L’iter prevede quindi la puntualizzazione dei contenuti dei parametri
valutativi stabiliti nella 1° riunione, la valutazione collegiale della
produzione scientifica e dei titoli più significativi, un’ampia ed approfondita
discussione su questi ed infine la formulazione dei giudizio collegiale nel
rispetto dei criteri stabiliti dalla Commissione.
L’ampia discrezionalità del giudizio di cui godono i commissari non
significa libertà illimitata.
Infatti la libertà di valutazione non può equivalere ad un arbitrio
assoluto ma vi devono essere tre limiti invalicabili:
1. la
necessità inderogabile che il giudizio avvenga sulla base dei criteri di
valutazione
stabiliti;
2. che i commissari si autolimitino attenendosi
a tali criteri;
3. che, soprattutto,
A questo proposito, come membro di questa Commissione, devo
rappresentare di aver notato che nei giudizi di alcuni Commissari sono stati
anticipati per alcuni candidati valutazioni di “eccellenza” che hanno in
pratica eluso tali criteri quando poi gli stessi Commissari hanno dato ad altri
candidati, più meritevoli sulla base di parametri chiaramente oggettivabili,
giudizi meno importanti.
Sulla base di quanto sopra rivolgo al Presidente, che come tale è anche
garante del rispetto delle leggi e dei criteri di valutazione, l’invito a
vigilare sulla corretta applicazione di tali criteri. A tutti i commissari
chiedo che nella formulazione dei giudizi collegiali non si facciamo
valutazioni unilaterali e personalistiche non riscontrate dai parametri
oggettivi stabiliti.”
Purtroppo nella stessa riunione
del 24 luglio 2006, nella formulazione dei giudizi collegiali di 6 candidati
, il richiamato intervento è stato
disatteso da una maggioranza che si è
venuta a formare nella commissione, sia
sotto l’aspetto formale e, nei confronti di alcuni candidati, anche sotto
l’aspetto sostanziale.
Per questo motivo, nella successiva riunione del 1° settembre 2006,
prima di formulare i giudizi collegiali dei rimanenti 6 candidati, il prof
Toscano ha letto e messa a verbale una seconda mozione di cui si riporta il testo.
“Il commissario prof. Michele Toscano, dopo aver preso atto della
volontà di concludere rapidamente i lavori incuranti del rispetto formale delle
regole concorsuali, ritenendo certe valutazioni personali fatte per alcuni
candidati non riscontrate dai parametri stabiliti, nella riunione del 24 luglio
Purtroppo il richiamato intervento è stato disatteso sia sotto
l’aspetto formale, perché – come risulta dal verbale – non vi è stata, per ogni
singolo candidato esaminato, una qualsivoglia valutazione collegiale della
produzione scientifica ed un riesame dei titoli più significativi, né una
successiva approfondita discussione necessaria a consolidare il convincimento
dei singoli commissari ovvero, se del caso, a determinare un differente
convincimento da quello precedentemente formatosi nella preventiva fase di
valutazione da parte di ogni commissario; sia sotto l’aspetto sostanziale,
perché i giudizi di una maggioranza che si è venuta a formare sono stati
formulati in modo generico e, nei confronti di alcuni candidati, appaiono contraddittori ed in ogni caso non
supportati dai parametri oggettivi fissati dalla commissione nella sua prima
riunione, parametri che costituiscono canoni inderogabili di giudizio dai quali
non è consentito discostarsi e che devono essere applicati in modo paritario a
tutti i candidati.
L’attuale andamento della procedura suggerisce una sconcertante chiave
di lettura dei precedenti episodi collegati a questo concorso e di cui il
sottoscritto è stato oggetto, quali:
- la rinuncia di un commissario
di analoga procedura presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, la nomina
dello scrivente al suo posto e la conseguente contestata sua elezione nella
commissione del concorso in oggetto, con ricorso straordinario al Presidente
della Repubblica, poi trasformato, paradossalmente per opposizione di uno dei
commissari di questo concorso, in ricorso al TAR del Lazio, che peraltro ha
confermato la legittimità della elezione;
- il maldestro tentativo di ricusazione del sottoscritto per una
inesistente situazione di incompatibilità;
episodi tutti finalizzati ad avere riflessi nella procedura in oggetto,
al chiaro scopo di escludere lo scrivente dalla medesima.
Il prof. Toscano rinnova a tutti i commissari la richiesta che nel
prosieguo dei lavori si rispettino le procedure concorsuali e non si ripetano
valutazioni unilaterali e personalistiche non riscontrate dai parametri
oggettivi stabiliti.”
I richiamati interventi di ambedue le mozioni sono stati disattesi da
una maggioranza della commissione anche nella formulazione dei giudizi
collegiali degli altri candidati nella riunione del 1 settembre 2006.
Infatti dal punto di vista procedurale, come era avvenuto nella
riunione del 24 luglio 2006, non c’è
stata alcuna valutazione collegiale della produzione scientifica dei singoli candidati nè una riconsiderazione
degli altri titoli più significativi degli stessi. Il presidente si è limitato
a formulare un giudizio collegiale preconfezionato spesso generico e già
scritto il quale veniva condiviso dagli altri tre commissari, che formavano
così la maggioranza, mentre il sottoscritto formulava seduta stante il suo
giudizio di minoranza facendo un riferimento preciso ai criteri di giudizio
stabiliti nella prima riunione.
Nella sostanza sono stati proprio disattesi proprio questi criteri con atteggiamenti chiaramente ostativi nei confronti di certi candidati e, al
contrario, ostentatamente favoritistici nei riguardi di altri. Infatti
l’altro punto cruciale del disaccordo risiede nell’applicazione, che deve
essere omogenea, dei criteri valutativi, predeterminati all’unanimità nella
seduta del 6 marzo 2006 e contenuti nell’allegato 1 del primo verbale, che così
recita:
“ Dopo ampia ed approfondita discussione,
Prof. GUIDO SANI , Presidente
Prof. PAOLO BIGLIOLI , membro
Prof. GIAN FEDERICO POSSATI , membro
Prof. MICHELE TOSCANO , membro
Prof. ELVIO COVINO, segretario
assume i seguenti criteri di massima:
1. PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE E CURRICULUM
COMPLESSIVO DEL CANDIDATO:
A. Ai sensi dell’art. 4, comma 2, 3 e 4, del D.P.R. 117/2000 saranno
valutati:
a)
originalità e innovatività della produzione scientifica e rigore metodologico;
b) apporto individuale del candidato, analiticamente determinato nei
lavori in collaborazione;
c) congruenza dell’attività del candidato con le discipline ricomprese
nel settore scientifico-disciplinare per il quale è bandita la procedura ovvero
con tematiche interdisciplinari che lo comprendono;
d) rilevanza scientifica della collocazione editoriale delle
pubblicazioni e loro diffusione all’interno della comunità scientifica;
e)continuità temporale della produzione scientifica, anche in
relazione alla evoluzione delle conoscenze nello specifico settore
scientifico-disciplinare.
Per i fini
di cui ai punti precedenti,
Costituiscono titoli da
valutare specificamente:
- l’attività didattica svolta anche
all’estero.
- i servizi prestati negli atenei e negli enti di ricerca, italiani e
stranieri;
- l’attività di ricerca, comunque svolta, presso soggetti
pubblici e privati, italiani e stranieri;
- i titoli di dottore di ricerca e la fruizione di borse di studio
finalizzate ad attività di ricerca;
- l’attività in campo clinico ed assistenziale
- l’organizzazione, direzione e coordinamento di gruppi di ricerca;
- il coordinamento di iniziative in campo didattico e
scientifico svolte in ambito nazionale ed internazionale
B. Sulla base dei principi normativi sopra
richiamati
a) nella
valutazione della produzione scientifica si terrà conto innanzi tutto
dell’attinenza alle tematiche scientifiche proprie del Settore Scientifico
disciplinare MED-23, Chirurgia Cardiaca;
b)
accertata l’attinenza, avranno valore l’originalità e la innovatività della
produzione;
c) il
rigore metodologico sarà valutato in relazione alla corretta impostazione dei
protocolli ed alle conclusioni che verranno tratte sulla base dei risultati
ottenuti;
d) per
identificare l’apporto dei candidati nei lavori in collaborazione con i
Commissari o con terzi
- Lavori in compartecipazione
commissario-candidato
L’apporto del
candidato sarà enucleato per quanto è possibile valutando:
la continuità delle linee di ricerca perseguite;
l’impiego di specifiche metodologie;
la posizione del nome del candidato nella
successione degli autori della pubblicazione e,
indicativamente:
1.
la posizione intermedia fra
primo e ultimo autore significa che il candidato è compartecipe alla ricerca;
2.
la posizione del nome al
primo posto indica che il candidato è ricercatore principale;
3.
la posizione all’ultimo
posto indica che il candidato ha la funzione preminentemente di coordinatore
del gruppo di ricerca.
- Lavori in collaborazione tra candidati e
terzi:
In questa
evenienza si adotteranno criteri analoghi a quelli indicati per i lavori in
compartecipazione commissario-candidato.
e) la continuità temporale
della produzione scientifica verrà valutata sia dalla relazione della
produzione con la evoluzione della conoscenza nel campo delle tematiche
trattate che dalla sua progressione negli anni;
f) la rilevanza della
collocazione editoriale e la diffusione delle pubblicazioni saranno valutate
tenendo conto anche dei consueti parametri riconosciuti in ambito scientifico
internazionale, considerandoli non in termini meramente aritmetici;
g) per l’attività didattica
sarà valutata quella svolta nei Corsi di Laurea specialistica, nei Corsi di
Laurea breve, nella Scuola di Specializzazione, nei Dottorati di Ricerca, nei
Corsi di Diploma, nelle Scuole dirette a fini speciali;
h) vista la rilevanza
assistenziale della disciplina a concorso, nella valutazione verrà data
preminenza alla attività operatoria svolta. Si farà riferimento particolare
alle responsabilità cliniche presso le Istituzioni di appartenenza. Tale
attività dovrà essere adeguata a garantire competenza nelle mansioni
assistenziali connesse con il ruolo a concorso, che prevede la responsabilità
di struttura complessa. L’attività
inoltre dovrà trovare corrispondenza nella produzione scientifica, nel senso
che da questa deve risultare che il candidato ha svolto attività clinica
finalizzata alla ricerca.”
Nonostante
questi criteri oggettivi e di agevole identificazione, allorchè si è proceduto
alla valutazione collegiale dei singoli candidati, nelle riunioni del 24 luglio
2006 e del 1° settembre 2006, quattro membri della commissione su cinque hanno
in pratica eluso tali criteri poiché, per alcuni candidati, sia nel valutare il
profilo scientifico che nel valutare gli altri titoli quei commissari hanno
concluso con giudizi che non hanno corrispondenza con la realtà, soprattutto
quando riferiti ad entità numericamente quantizzabili.
Infatti
nella tabella 1 sono riportati i profili scientifici dei candidati (allegato 1,
pag. 1, al verbale n. 10). Dall’analisi della tabella si evince che uno dei
giudizi più favorevole, addirittura di eccellenza, premia un candidato, il
dott. Polvani, che presenta il minor numero di pubblicazioni attinenti, il
numero più basso di lavori in extenso attinenti, ed ancora un numero di
articoli collocati su riviste impattate ed un numero di citazioni inferiori
rispetto ad altri candidati quali Gerosa , Miraldi, Stellin, Teodori, ed un contributo a queste pubblicazioni (
come pure a quelle non attinenti, sempre compartecipe ) nettamente meno
importante di quello dei candidati Gerosa (22 lavori come coordinatore o
ricercatore principale), Stellin (20 lavori), Miraldi (8 lavori).
Purtroppo
la valutazione della progressione nella carriera scientifica è sempre mancata
nei giudizi della maggioranza della commissione.
Infatti, come è ovvio, è molto importante ai fini dell’idoneità il criterio di identificazione dell’apporto singolo per valutare la progressione logica di una produzione scientifica. In questa progressione, nei lavori “giovanili” il nome del cosiddetto “maestro” è in genere all’ultimo posto degli autori, mentre l’allievo è al primo posto se ricercatore principale o inframezzato se compartecipe; ove gradatamente la posizione del nome del candidato si sposti secondo un ordine che porti all’ultima posizione si deve dedurre che l’allievo ha assunto la funzione preminente di coordinatore del gruppo di ricerca, posizione che dimostra la raggiunta maturità.
Addirittura è stato negata anche la rilevanza del fattore di impatto per valutare la collocazione editoriale delle pubblicazioni (vedi giudizio collegiale del candidato Glieca). Viceversa, un vaglio corretto, secondo criteri di larga e consolidata adozione internazionale, deve prendere in considerazione, anche se non in termini strettamente numerici, oltre al fattore di impatto anche il numero di citazioni ed il ruolo del candidato nel lavoro.
Inoltre anche se come è ovvio nei concorsi a professore di I fascia deve essere data preminenza alla validità della produzione scientifica, in quanto la produzione scientifica è quella che caratterizzi la personalità dei candidati, essendo gli altri elementi ad adjuvandum rispetto al criterio di giudizio ritenuto principale, dalla tabella successiva (allegato 1, pag. 2, al verbale n. 10 ) si evince con evidenza che lo stesso candidato Polvani presenta il minor numero di anni di servizio prestati, ed il più breve periodo sia di attività didattica (non è docente sul corso di laurea specialistico) che di attività clinico assistenziale rispetto ai candidati già menzionati, Gerosa, Mirali, Stellin, Teodori, , preminenti assieme a Di Giammarco per il loro profilo scientifico rispetto agli altri candidati,ma per i quali è stato espresso un giudizio di minore rilevanza nel giudizio collegiale.
E’ da rilevare inoltre che pur essendo presenti in concorso due candidati Di Giammarco e Teodori, che presentano in buona parte la stessa produzione scientifica in collaborazione, il giudizio della maggioranza è favorevole al primo e sfavorevole al secondo con la motivazione pretestuosa che Teodori non ha alcuna esperienza universitaria di ruolo, quando è certificato (e viene anche affermato nel giudizio di maggioranza) che il candidato ha prestato servizio sempre, a parte gli ultimi due anni, in Centri universitari, e soprattutto ha superato con giudizio positivo unanime la prova didattica che lo qualifica al livello di Professore associato nel presente concorso.
Le stesse critiche radicali, che per brevità non ripercorro perché sono riportate nei relativi giudizi, meritano i giudizi comparativi della maggioranza della commissione.
Nascono
per questo molti dubbi su quali
percorsi logici, trasparenti e
rispettosi dei criteri di giudizio siano stati seguiti dai commissari della
maggioranza nella loro valutazioni.
Alla
luce di quanto sopra e nonostante i ripetuti richiami del commissario Toscano
(verbali 8° e 9° del 24.7.2006 e dell’1.9.2006, rispettivamente) a far ricorso
ad una maggiore trasparenza nei percorsi logici valutativi seguiti, i
commissari di maggioranza hanno più volte replicato di aver sempre tenuto conto
di tutti i parametri di valutazione prodotti e di aver formulato il loro
giudizio di merito dopo questo dettagliato iter analitico.
Al contrario, l’iter procedurale corretto è stato disatteso ed il giudizio
da loro espresso, sia singolo che collegiale o complessivo, appare, costantemente
caratterizzato da valutazioni non oggettivamente riscontrabili, generiche ed approssimative,
espressione di un chiaro favoritismo per taluni concorrenti a scapito di altri
candidati pur altrimenti dotati di profili curriculari oggettivamente validi.
In conclusione nell’atteggiamento della maggioranza della commissione si è venuto a configurare una condotta in cui potrebbero essere ravvisato l’eccesso di potere o la manifesta illogicità, per non aver minimamente rispettato la “par condicio” tra gli esaminandi, elemento primo e determinante per garantire la necessaria trasparenza concorsuale. Questo atteggiamento ha condotto:
Per questi validi motivi l’esito del presente concorso non può essere
accettato senza l’apposizione di dettagliate riserve ed eventuale conseguente
informativa alle autorità competenti.
Si è certi che gli Organi di controllo sapranno opportunamente vigilare
per la corretta applicazione delle norme che regolano i concorsi universitari e
per le leggi della Repubblica Italiana, impedendo inosservanze o distorsioni o
violazioni intollerabili, e che, dopo un rigoroso controllo degli atti del
concorso, se del caso, negheranno l’approvazione degli stessi.
Il
Commissario
prof. Michele Toscano
Per presa visione:
prof Guido Sani, Presidente
prof. Paolo Biglioli, Commissario
prof. Gianfederico Possati, Commissario
prof. Elvio Covino, Segretario